Anche Europa Verde-Verdi e Sinistra italiana, freschi di alleanza in vista delle prossime elezioni politiche, presentano le loro proposte programmatiche «per dare risposte alle emergenze legate alla giustizia sociale e climatica».
Premesso che la crisi di governo «è la logica conclusione di una maggioranza eterogenea» che non ha dato risposte in grado di affrontare la crisi economica e sociale, né su diritti e appunto emergenza climatica, i portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, Eleonora Evi e il segretario di Si Nicola Fratoianni, avanzano i loro nove punti da sottoporre «all’attenzione delle forze del centrosinistra per verificare se ci sono le condizioni di costruzione di un’alleanza comune». «I nostri parlamentari – sottolineano – rimarranno all’opposizione». Ma «sentiamo il dovere per il bene del paese di segnalare l’immediata adozione di questi provvedimenti»: un tetto di almeno 24 mesi ai prezzi del gas e dell’energia riportandoli alla situazione luglio 2021; prelievo del 100% sugli extraprofitti; sblocco delle autorizzazioni di 150Gw di impianti di energie rinnovabili per portare al 2030 la copertura all’80% del fabbisogno energetico da rinnovabili; approvazione del piano di adattamento climatico bloccato al Mite; aumento degli investimenti sul trasporto pubblico rendendo gratuiti i trasporti locali e regionali per un anno rendendo contestualmente più vasto il ricorso allo smart working; salario minimo di almeno 10 euro l’ora rafforzando la contrattazione collettiva, anche con l’adozione di una legge sulla rappresentanza.
E ancora: riduzione dell’area del precariato, limitando a poche e circoscritte causali i contratti a termine e cancellando misure come il contratto a chiamata; un contributo di solidarietà a carico dei patrimoni sopra i 5 milioni di euro. Infine, si propone di introdurre una forma di adeguamento automatico dei salari per fare fronte all’impennata dell’inflazione, di garantire per via fiscale una mensilità aggiuntiva ai lavoratori con redditi inferiori ai 35 mila euro. E di adottare un provvedimento per fermare delocalizzazioni.
«Se ci saranno le elezioni anticipate – concludono – siamo pronti al confronto per un programma di governo che metta al centro giustizia sociale e ambientale».
Con una nota della segreteria, la Cgil chiede di risolvere i problemi reali del Paese: "C'è bisogno di risposte immediate a partire dal mese di luglio e con interventi strutturali”
I bagliori della guerra che imperversa in Ucraina. La crisi climatica, senza pioggia e con tanta siccità. L'inflazione che galoppa. E poi ancora la pandemia sanitaria, con il covid che rialza la testa, e quella del lavoro, con Inps e Istat che certificano ogni giorno che il lavoro è ormai quasi solo precario, quando c’è: abbiamo ormai il peggiore dei record della nostra storia, quello con la più alta percentuale di contratti a termine. Non è pessimismo: è la voce della realtà.
Proprio quella da cui spesso sembra allontanarsi parte della nostra classe politica, la stessa che poi magari si sorprende quando le persone non votano o premiano i populismi.
Insomma: assistiamo a un’altra crisi al buio, balneare – di quelle che abbiamo spesso già visto
Leggi tutto: La crisi è sociale - una nota della segreteria Cgil - di Stefano Iucci
“Giannantonio Mingozzi, nel ribattezzare “No Rigas” i comitati e movimenti che si oppongono all’installazione di una nave rigassificatrice a Ravenna, accusa di irresponsabilità tutti coloro che a vario titolo esprimono posizioni a favore della transizione ecologica.
Verrebbe quasi da sorridere all’idea di essere tacciati di irresponsabilità proprio da coloro che hanno inseguito le fonti fossili per decenni, condannandoci all’attuale stato di dipendenza ed emergenza climatica ed energetica.
Noi di Sinistra Italiana Ravenna vogliamo rassicurare Mingozzi: siamo perfettamente consapevoli dello stato di crisi in cui ci troviamo e che ci costringerà il prossimo inverno a molti sacrifici: semmai, ci sembrerebbe un atto di responsabilità parlare chiaramente di come li vogliamo ripartire questi sacrifici, visto che per alcuni stanno generando enormi extra profitti, ma questo sembra essere un tema irrilevante e procrastinabile per molti.
Per ora di certo c’è che che l’Italia nei primi cinque mesi di quest’anno ha aumentato del 578% le esportazioni di gas, un volume che non ha pari negli ultimi 15 anni. Approfittando dei prezzi molto elevati del combustibile le compagnie dell’energia hanno realizzato profitti impressionanti, vendendo all’estero il gas di cui il paese avrà disperatamente bisogno. Non sappiamo se chiamarla irresponsabilità, ma di sicuro non appare una strategia vincente per l’interesse nazionale.
Noi continuiamo a ribadire la nostra ferma contrarietà a un progetto che (non prima del 2024 peraltro) avrà una resa produttiva modesta a fronte di costi economici e ambientali elevatissimi.
Occorre differenziare le risorse, imprimere grande accelerazione alla realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici, e soprattutto alla produzione decentrata e diffusa, alle comunità energetiche e a una politica seria di risparmio ed efficientamento della rete. Occorre fare in modo che i sacrifici di oggi servano a garantire in futuro indipendenza energetica e sostenibilità ambientale. Ciò che andava fatto da decenni. Se qualche compromesso va fatto, va fatto nell’ambito di un piano strategico di lungo periodo, con obiettivi e costi chiari.
Nasce una rete nazionale per contrastare la loro realizzazione e
il dominio del sistema fossile
Solidarietà alla lotta di Piombino
Comunicato
La sera di mercoledi 13 luglio 2022, per iniziativa del Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal
Fossile”, si sono incontrate numerose rappresentanze dei movimenti ambientalisti, provenienti dalle varie
località coinvolte nei piani di insediamento di strutture di rigassificazione del Gas Naturale Liquefatto
(GNL). Erano presenti i comitati territoriali di Ravenna, Piombino, Brindisi, della Sardegna, della Sicilia,
nonché esponenti di associazioni e reti ambientaliste regionali e nazionali. Si sono presi in esame i diversi
aspetti del problema e si sono evidenziati gli interessi comuni dei diversi territori.
Ne è nata la decisione di costruire una rete nazionale finalizzata al contrasto delle
politiche di rafforzamento ed espansione del sistema estrattivista basato sulle
fonti fossili, con particolare riferimento alla filiera del Gas Naturale Liquefatto.
Il GNL non costituisce affatto, come da molte parti si vuole sostenere, uno strumento per l’indipendenza
energetica o per abbassare i costi delle bollette che colpiscono la cittadinanza, e tanto meno una scelta
orientata alla transizione ecologica. Il GNL proviene in gran parte da estrazioni effettuate con le tecniche di
fracking, assolutamente devastanti per l’ambiente delle zone di provenienza, richiedenti enormi quantità di
energia e di acqua, viene liquefatto tramite un processo di estrema refrigerazione, con ulteriore dispendio
di energia, poi trasportato in viaggi di migliaia di chilometri su grandi navi gasiere, che poi dovranno
ritornare, vuote, ai porti di provenienza, quindi con ulteriori consumi di enormi quantità di carburanti
fossili.
Il processo di rigassificazione, dal canto suo, comporta il riscaldamento del gas liquefatto e l’aggiunta di
cospicue quantità di cloro, e conseguenti danni per l’ambiente marino e per tutte le attività che da esso
traggono sostentamento.
Inoltre, l’aspetto che maggiormente deve preoccupare è quello della sicurezza nelle zone in cui i
rigassificatori verranno posizionati. I pericoli di esplosioni, di fughe di gas, di incidenti alle navi gasiere, e la
conseguente necessità di prevedere vaste zone di interdizione (per altro non sempre concretamente
realizzabili) attorno alle strutture, incideranno negativamente sull’ambiente e la vita sociale ed economica
di interi territori.
Per altro è inaccettabile che per favorire la filiera della rigassificazione, nelle due regioni al momento più
immediatamente coinvolte, cioè La Toscana e l’ Emilia Romagna, siano state messe in atto procedure
d’emergenza, che consentiranno sostanzialmente di evitare le regolari valutazioni di impatto ambientale
e sanitario. E’ inaccettabile la stessa dichiarazione di emergenza, dato che di fatto le strutture non
potranno essere in funzione prima di due anni.
E’ necessario quindi costruire tutte e tutti insieme, al di là dell’appartenenza alle singole località
interessate, e anche nei luoghi distanti dalle città portuali, un forte impegno a contrastare tali scelte, e
far emergere nel contempo le tante proposte concrete realmente foriere di benefici per l’ambiente e la
svolta ecologica, a partire dallo sviluppo della produzione energetica decentrata e diffusa.
A Piombino, a seguito della scelta della Regione Toscana di schierarsi a favore del rigassificatore, che
andrà a collocarsi all’interno delle strutture portuali e nelle immediate vicinanze dell’abitato, la
mobilitazione è già iniziata e sta producendo a ritmo serrato diverse manifestazioni pubbliche che
coinvolgono non solo il mondo ambientalista, ma anche categorie economiche, forze politiche e sindacali, e
le stesse Istituzioni locali.
Le rappresentanze presenti alla riunione di Ravenna del 13 luglio esprimono ai movimenti e alla
popolazione di Piombino la massima solidarietà e garantiscono tutto l’appoggio alle iniziative che
verranno decise nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.
Intendiamo organizzare momenti di informazione e mobilitazione, coordinati e simultanei nei vari luoghi,
portuali e non , soprattutto per sensibilizzare sempre di più le opinioni pubbliche sulle reali conseguenze di
scelte, a volte spacciate furbescamente come ecosostenibili, che perpetuano sine die il modello
estrattivista.
Vogliamo arrivare dopo l’estate ad un momento di incontro e di protesta nazionale che chieda conto al
Governo centrale e alle Istituzioni periferiche di scelte sbagliate che vanno assolutamente riviste.
Ravenna, 14 luglio 2022
Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”
Sul piano del metodo c’è una novità, sul piano dei contenuti a oggi non abbiamo risposte. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi tra i sindacati confederali e il primo ministro Mario Draghi a cui hanno partecipato anche i ministri Orlando (Lavoro), Giorgetti (Sviluppo economico), Brunetta (Funzione pubblica) e Patuanelli (Politiche agricole).
L’incontro era stato fissato per discutere della situazione economica e delle misure per contrastare gli effetti della guerra in Ucraina, a partire dall'aumento delle bollette di luce e gas. Sul tavolo anche i temi fiscali, del mercato del lavoro e delle pensioni.
Le dichiarazioni di Maurizio Landini all'uscita da Palazzo Chigi
L’ultimo incontro