E fu sera e fu mattina, terzo giorno: sotto i dazi biblici di Trump le borse crollano di nuovo, già bruciati 10mila miliardi. «Siate coraggiosi, ci arricchiremo»: il presidente tira dritto, minaccia la Cina, attacca i primi prudenti contro-dazi della Ue. L’escalation è già in corso
Andrà tutto bene S&P crolla (e poi recupera), miliardi bruciati con una fake news sull’intenzione del presidente di mettere in pausa le tariffe per 90 giorni
Un trader della borsa di New York foto Seth Wenig/Ap
La settimana azionaria ha registrato il terzo giorno consecutivo di disastro economico, e dopo aver visto precipitare le borse asiatiche ed europee,anche le azioni americane sono crollate durante un lunedì frenetico. Per tutto il giorno Wall Street è entrata ed uscita dal rosso mentre disordini causati dall’attacco di Donald Trump al commercio mondiale entravano nella seconda settimana di instabilità.
L’S&P 500 ha oscillato per tutto il giorno verso il bear market mentre Trump ripeteva di non avere alcuna intenzione di fare marcia indietro sulla guerra commerciale dichiarata al mondo intero la scorsa settimana. A mezzogiorno ora di New York l’S&P, che già usciva dalla sua settimana peggiore da marzo 2020, quando il Covid aveva iniziato a far crollare l’economia globale, era sceso dell’1,4% nelle contrattazioni, il Dow Jones dell’1,9%, e il Nasdaq dell’1,1%.
UNO DEGLI SCOSSONI maggiori è arrivato dopo l’annuncio di Trump, che ha cominciato la giornata minacciando di imporre un ulteriore dazio del 50 % sulla Cina, alzando l’asticella dello scontro in rappresaglia con la risposta cinese alla tassa sulle importazioni messa in atto della Casa bianca . «Se la Cina non ritira il suo aumento del 34% rispetto ai suoi abusi commerciali entro domani, 8 aprile 2025, gli Stati uniti imporranno tariffe aggiuntive alla Cina del 50%, a partire dal 9 aprile», ha affermato Trump su Truth Social.
Il messaggio del tycoon ha dato una nuova accettata al mercato: il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq, che erano già tutti in ribasso, ma avevano recuperato un po’ di terreno dopo il forte calo all’apertura, hanno visto evaporare quel piccolo recupero.
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Dazi, controffensiva europea: 25% sulle merci Usa da maggioIn realtà i mercati avevano recuperato anche a causa di un malinteso causato da una dichiarazione di un certo Walter Bloomberg, che non ha niente a che spartire con l’agenzia di notizie tranne l’omonimia, e che ha fatto il giro dei social. Citando il direttore del Consiglio economico nazionale Usa Kevin Hassett, Bloomberg ha affermato che Trump fosse pronto a uno stop di 90 giorni nei dazi. In risposta, il mercato è salito vertiginosamente, registrando un’impennata dell’8,5% in 34 minuti. In realtà Hassett, intervistato dalla Fox aveva usato «si» come intercalare a una domanda su una pausa di 90 giorni. La smentita lapidaria («Sbagliato. Notizia falsa») è arrivata a tempo record dalla Casa Bianca attraverso Rapid Response 47, l’account social media dell’amministrazione Trump su X, e i mercati sono tornati a crollare. «Un’azione di mercato folle – ha scritto Joe Weisenthal, che gestisce il podcast Odd Lots di Bloomberg (quello vero) – Il mercato è esploso salendo dopo un’affermazione attribuita a Kevin Hassett. Ora che nessuno riesce a capire da dove provenga l’affermazione, i mercati stanno di nuovo crollando.
Un’impennata dell’8% e poi un crollo del 3,5% nel giro di pochi secondi».
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La storia americana che mette a tappeto l’Europa e il mondoQUESTO EPISODIO è il termometro del caos e della disperazione che serpeggia nei
mercati azionari: «S&P è ora un memecoin», ha scritto un utente su X.
È chiaro che Trump non ha nessuna intenzione di retrocedere, nemmeno di fronte a queste perdite verticali. Alle prime critiche ha risposto con uno dei suoi post su Truth invitando gli americani ad aspettare: «Gli Stati Uniti hanno la possibilità di fare qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto decenni fa. Non siate deboli! Non siate stupidi! Non siate dei Panican (un nuovo partito basato su persone deboli e stupide!). Siate forti, coraggiosi e pazienti, e la grandezza sarà il risultato!».
Lo ha ribadito nella serata di ieri, rispondendo a una domanda della stampa sulla possibilità di una «pausa» sui dazi: «Non ci stiamo pensando».
MA IN REALTÀ attorno a Trump molti puntelli iniziano a scricchiolare. Un disegno di legge bipartisan sta raccogliendo sempre più adesioni fra i rappresentanti del Gop, con 7 deputati repubblicani che lo hanno firmato per chiedere due cose: che il presidente notifichi al Congresso i nuovi dazi entro 48 ore dall’imposizione, e che il Congresso li approvi entro 60 giorni, altrimenti scadranno.
L’amministrazione Trump ha già minacciato di porre il veto, proteggendo la pretesa el presidente di avere un potere illimitato, ma questo inizio di opposizione interna arriva due giorni dopo la prima grande manifestazione di piazza di questo Trump 2.0.
SABATO si sono svolte manifestazioni in tutti gli Stati Usa, con 5 milioni e 200.000 persone per strada a dire no alle politiche di Trump dall’economia all’immigrazione, citando tanto il disastro economico che il caso di un uomo del Maryland, deportato nelle prigioni di Bukele in El Salvador a marzo nonostante fosse in Usa legalmente. L’amministrazione ha ammesso di averlo deportato per sbaglio e che la sua deportazione è stata «un errore amministrativo», ma di non poterlo riaccogliere in Usa. Ieri, dopo l’ordine di una giudice di riportarlo negli Usa, Trump ha fatto appello alla Corte suprema.