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Comunicato stampa

 

Solidarietà alle vittime del terremoto

 

Col terremoto del 24 agosto in Centro Italia un’altra gravissima sciagura si è abbattuta sul nostro Paese provocando decine di morti, migliaia di senzatetto e danni ingentissimi.

L’Altra Faenza” esprime cordoglio per le vittime e vicinanza a quanti hanno perso la casa e ogni loro avere. Il primo impegno dev’essere quello di soccorrere le popolazioni colpite nel modo più rapido ed efficace. In queste ore il compito principale spetta alla macchina dei soccorsi, alla Protezione civile, ai Corpi dello Stato e alle organizzazioni del volontariato. A loro debbono andare tutto il sostegno e la collaborazione di cui c’è bisogno.

Ma è altrettanto necessario che non si ripetano le vergogne dovute a inefficienze, speculazioni e passerelle per mettersi in mostra alle quali abbiamo già troppe volte assistito.

Quest’ultimo episodio conferma quanto ci sia bisogno di avviare un coraggioso piano per la messa in sicurezza del territorio. Meglio spendere soldi per prevenire piuttosto che doverlo fare rincorrendo le emergenze e piangendo i morti. Questa sarebbe anche una straordinaria occasione per il rilancio dell’economia e per creare occupazione.

L’Altra Faenza” parteciperà concretamente alla campagna di solidarietà che si sta attivando in tutto il Paese.

 

Faenza, 24 agosto 2016

 

 

L’Altra Faenza

 

 

Comunicato stampa (22 agosto 2016)

REFERENDUM COSTITUZIONALE

SI e NO a confronto

Si comincia da Faenza

 Con Casadio, Papignani, Tarozzi e Viroli

1 settembre 2016

Ore 21

Auditorium Sant’Umiltà

 

Il Comitato provinciale per il NO sostiene da tempo la necessità di un confronto pubblico e “civile” fra le due opposte posizioni referendarie che si confronteranno nel referendum d’autunno.

Il Comitato per il NO di Faenza ha quindi accolto con convinzione l’invito della Associazione Insieme per Cambiare ad un confronto a più voci. Abbiamo indicato quella di Maurizio Viroli, docente emerito di teoria politica a Princeton – collabora con i nostri Comitati dal 2006, quando il Referendum costituzionale lo vincemmo - che spesso pubblica efficaci articoli “costituzionali” su il Fatto, e Bruno Papignani, segretario regionale Fiom. Per il SI partecipa Claudio Casadio, fino a poche settimane fa presidente della Provincia, e Tomaso Tarozzi ad di IEMCA e vicepresidente di Confindustria di Ravenna

Finalmente un confronto, è il caso di dire!
Dopo mesi di propaganda a senso unico, di occupazione “totalitaria” della Rai e delle altre maggiori emittenti televisive da parte del governo, dopo la totale assenza di coinvolgimento dei cittadini e dei suoi stessi sostenitori da parte del Pd durante la discussione parlamentare, e sparute iniziative dei Comitati del Si, la lodevole iniziativa dell'Associazione Insieme per Cambiare  farà discutere direttamente fra loro i rappresentanti del Si e del No al referendum costituzionale affinché i cittadini possano meglio e in condizioni di parità comunicativa - senza la quale non esistono armi pari - formarsi una propria opinione.

Soltanto ora, finalmente, il Presidente del Consiglio si è convinto che non gli conviene un plebiscito su di sé. Che sia stato l’esito delle amministrative a convincerlo?
Comunque sia, sembra diventato  possibile discutere del merito, e confrontarsi sui contenuti della “nuova” Costituzione  Boschi-Renzi.
Contiamo sul fatto che il contraddittorio possa essere veramente sul merito e che argomenti demagogici quali il - falso e comunque trascurabile - risparmio di milioni di euro come motivazione fondante della riforma, o che un eventuale NO dei cittadini a questa riforma “non rispetterebbe il lavoro fatto in Parlamento”, vengano finalmente fatti cadere.

In realtà, la discussione parlamentare non è mai stata alla luce del sole ma nelle segrete stanze. Basti ricordare al patto del Nazareno con Berlusconi, dai contenuti tuttora oscuri.
A seguire, dopo la rottura di quell'accordo, il patto con i verdiniani ed altre decine di parlamentari transfughi, anche questo oscuro, ma con una evidente modifica  della maggioranza di governo.

Altre motivazioni per il SI, estranee al contenuto della riforma, piovono da Confindustria, con calcoli fantascientifici, spietatamente giudicati privi di ogni attendibilità dagli stessi tecnici, e negli ultimi giorni addirittura dal Wall Street Journal (il governo certamente non c'entra), che vuole  attribuire ad un successo del NO un significato analogo al voto inglese sulla Brexit, con relative nefaste conseguenze sull'Europa e sull'economia dell'occidente.
Insomma, tutti argomenti che cercano di distorcere la volontà dei cittadini dai contenuti della modifica costituzionale, in sostanza, una serie di ricatti alla libertà degli elettori.

Ci auguriamo che tali argomenti rimangano fuori dalle ragioni che i sostenitori del SI ci proporranno negli spazi pubblici di confronto – altri incontri fra SI e NO sono in corso di definizione nella nostra provincia, per iniziativa del Comitato provinciale per il NO - e che si possa discutere di quale nuovo bicameralismo nascerà da questa “riforma”, se più efficiente o più confuso e conflittuale. Quali saranno gli effetti sulla forma di governo. Una democrazia “decidente” o una concentrazione di poteri nel governo con esautoramento progressivo del Parlamento?
Più diritti per i cittadini o una limitazione di quelli loro riconosciuti finora dalla Costituzione repubblicana? 

Questi sono i temi su cui discutere, nel rispetto della intelligenza e della responsabilità di chi dovrà scegliere liberamente – libertà è piena solo se adeguatamente informata – fra SI e NO.

Alessandro Messina
Comitato per il NO di Faenza e Comitato Referendario per il No della Provincia di Ravenna

 

 Comunicato stampa

Ospedale

sì unanime del Consiglio comunale all’OdG de L’Altra Faenza

Nel corso della seduta di martedì 26 luglio il Consiglio comunale di Faenza ha discusso e approvato all’unanimità - oltre ad uno sull’amianto - l’Ordine del Giorno de L’Altra Faenza sul riordino degli ospedali nell’ambito dell’Ausl Romagna.

E’ un risultato significativo che dà forza a quanti si battono in difesa dell’ospedale di Faenza, per impedirne l’ulteriore impoverimento con la perdita di servizi e specialistiche di grande importanza per i faentini e per gli abitanti nelle aree collinari e montane.

Ora è necessario che il sindaco Giovanni Malpezzi e quelli degli altri Comuni interessati si facciano forti di questo mandato e agiscano di conseguenza nei confronti dei vertici dell’Ausl. Le linee di indirizzo presentate dal direttore Marcello Tonini per l’attuazione del “decreto Balduzzi”, infatti, non inducono ad alcun ottimismo. Tradotte in termini espliciti, quelle scelte configurano il rischio reale che a pagare i tagli maggiori siano proprio i territori di Faenza e di Lugo con le relative strutture sanitarie.

Bisogna vigilare, pretendere trasparenza, informazione e coinvolgimento dei cittadini/utenti. Bisogna che al primo posto nel determinare le scelte siano i legittimi interessi e i diritti delle popolazioni.

 Faenza, 27 luglio 2016

 

L’Altra Faenza

 

 

Ho letto con stupore la lettera promossa da Daniele Manca, sindaco di Imola, presidente dell’ANCI dell’Emilia Romagna, la nostra Regione.

Titolo della lettera: “I sindaci in prima linea per un’Italia più moderna”. Se non ho letto male, ci sono tutti i sindaci capoluogo, tranne Parma e - se non sbagliamo – tutte/i i sindaci della Romagna.

Chi ha consuetudine con la dimensione storica del mondo – le/i sindaci, nessuno escluso, dovrebbero averla -  sa che l’espressione “moderno” accompagna il presente che, come spesso accade, non è di per sé espressione di “progressivo” o “migliorativo”.

Per moltissime/i italiani, cittadine/i comuni, costituzionalisti, politologi, opinionisti, la cosiddetta “riforma” costituzionale sulla quale ci esprimeremo in autunno, non è affatto progressiva. Anzi, è pericolosa.

Nodo sul quale la discussione è in corso.

Quindi, vi chiedo.

Care/i sindaci, a nome di chi parlate? Dite che vi collocate in prima linea. A parte il linguaggio, che evoca “battaglie”, vorrei capire il vostro pensiero.

Parlate a titolo personale? In tal caso, questo presentarvi quasi come “categoria” - i sindaci dell’Emilia Romagna – è perlomeno improprio.

Parlate in quanto rappresentanti delle cittadine e dei cittadini dei vostri territori? Ma nei vostri territori, come in tutti, esiste una ampia pluralità di opinioni, come anche le recenti elezioni amministrative hanno dimostrato. Per non parlare di chi ha abbandonato le urne. Abbandono che dovrebbe essere in cima alle vostre preoccupazioni.

Oppure, vi sentite rappresentanti, nei vostri territori, del governo, che ha impropriamente “scritto” questa “riforma”, facendo del Parlamento poco più che una cassa di risonanza?

Se è così, va ancora meno bene. Soprattutto non va bene che vi rivolgiate a noi – forse avete pensato che non siete, ancora, di nomina governativa – dicendo che così rinsalderete  il rapporto con noi, quando, finalmente - dite - sarete alleggeriti dalla burocrazia che l’attuale Costituzione vi impone.

Con questa “riforma” l’Italia sarà più bella, più forte, più moderna? E’ un’altra – stupefacente per me – vostra asserzione. E’ la Costituzione che ha reso l’Italia meno bella, o il non rispetto dell’art.9, a proposito di paesaggio, ambiente, beni storici e  artistici, spesso imbruttiti  o trascurati dalle “vostre” scelte amministrative?

Più forte? A cosa vi riferite? All’economia? Quali sarebbero i nessi fra mondializzazione, finanza “criminale”, clientele, corruzione, evasione fiscale - per tenere connessi mondo e Italia - e Costituzione?

Se non per il NON AVERLA APPLICATA O RISPETTATA?

Più moderna? L’Italia che abbiamo è in realtà moderna, di una modernità che non ci piace. Ma non è chiaro quale sarebbe la modernità che vi piace.

Diteci - ancora - quali sono  i lacci burocratici che, anche nella nostra Regione, hanno creato disaffezione al voto o sostegno a liste molto lontane da quelle che a suo tempo vi hanno consentito di diventare nostri rappresentanti. Lo sapete che la “riforma” vi toglie - ai sindaci, alle Regioni - ruolo e poteri?

Questa - dite - è una riforma ARCHITRAVE. Qui vi capisco di più.

Infatti, se questa “riforma” sarà confermata dal referendum, avremo sicuramente l’ARCHITRAVE di una Repubblica dove i principi di uguaglianza, rappresentanza, decentramento, equilibrio fra poteri - che alle madri e padri Costituenti di settanta anni fa sembravano fondamenta irrinunciabili - risulteranno deboli e tali da sorreggere con fatica l’architrave. E la Repubblica sarà un edificio democratico fragile.

Di questi probabili effetti negativi i nostri Comitati, che da mesi stanno lavorando per informare una opinione pubblica che - mi pare - non molto capirà dalla vostra lettera, hanno forte convinzione.

Ma guardiamo con rispetto anche alla opinione che con la lettera avete espresso, e la prendiamo sul serio.

Vi proponiamo quindi – ci rivolgiamo alle sindache e ai sindaci della Romagna - di partecipare ad incontri pubblici con noi, per potere confrontare e approfondire le nostre diverse ragioni.

Aspettiamo di ricevere la vostra disponibilità - la nostra disponibilità c’è - al seguente indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Maria Paola Patuelli

Portavoce Comitati per il NO della provincia di Ravenna

18 luglio 2016

Segue il testo della lettera e l’elenco dei sindaci che l’hanno sottoscritta

 

 

E' questa la prospettiva ? 

La Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss) dell’Ausl Romagna, riunita ieri 14 luglio a Pievesistina, oltre ad approvare il bilancio preventivo per l’anno in corso – a metà del settimo mese! – avrebbe accolto l’ipotesi avanzata dai sindaci del faentino e della Bassa Romagna circa il riordino della rete ospedaliera. Ciò vuol dire, se la notizia verrà confermata in via ufficiale, che ha compiuto un importante passo avanti la prospettiva di un ospedale di 1º livello per i territori di Faenza e Lugo.

E’ questa la scelta per la quale si battono i sindacati Cgil, Cisl e Uil in ambito provinciale e che L’Altra Faenza sostiene con tutto l’impegno possibile. L’alternativa, com’è noto, sarebbe un’applicazione burocratica e ragionieristica del decreto regionale Balduzzi e il declassamento dei due presidi a ospedali di base, con la consente perdita di offerta di servizi alle popolazioni interessate, di quasi tutte le specialistiche, di posti di lavoro e di professionalità. Ad oggi, stando ai primi commenti, si parla soltanto di una “maggiore sinergia”.

Con la Conferenza del 14 luglio – ha dichiarato il direttore generale dell’Ausl Romagna Marcello Tonini – si apre una fase di ascolto e di dialogo che si protrarrà fino a tutto dicembre, data prevista per l’approvazione definitiva del piano di riordino.

E’ dunque necessario che i sindaci - in quanto membri della Conferenza e primi responsabili delle politiche socio-sanitarie per le rispettive comunità – ma anche le istituzioni pubbliche, i sindacati, i movimenti di cittadini e l’associazionismo vigilino affinché questa prima disponibilità si traduca in fatti concreti.

Poi, com’è ovvio, si apriranno i necessari confronti per decidere i nuovi equilibri e la più opportuna ripartizione di servizi e specialistiche fra Faenza e Lugo.

L’Altra Faenza ritiene che in questa fase sia importante:

  • Che i Consigli comunali si esprimano (quello di Faenza fin dalla prossima seduta approvando l’OdG in tal senso già depositato) in termini univoci e chiari, dando così forza ai sindaci nelle sedi deputate;

  • Che vengano messi al primo posto i diritti e i bisogni delle persone, in particolare – per quanto riguarda il faentino – quelle residenti in aree montane già penalizzate da distanze, tempi di percorrenza e difficoltà economiche;

  • Che prevalga in tutti l’obiettivo di “salvare” l’ospedale da un’ulteriore processo di dequalificazione e di impoverimento.

L’Altra Faenza, in coerenza con l’impegno espresso fino ad oggi, continuerà a fare la sua parte nell’interesse delle popolazioni interessate.

 

Faenza, 15 luglio 2016

 

L’Altra Faenza

 

L’Associazione Familiari Vittime Amianto chiede un incontro ai Sindaci del Territorio Ravennate.

E duro con le parole Idilio Galeotti referente provinciale AFeVA (Associazione Familiari e Vittime Amianto), anche la settimana scorsa l’ennesimo morto di mesotelioma pleurico, ma non esiste ancora nei 18 Comuni della Provincia un monitoraggio che almeno ci dica quanto amianto esterno è presente nel territorio. Abbiamo chiesto di incontrare i Sindaci, ma la risposta non c’è stata nella quasi totalità dei comuni.

 

Nel frattempo l’amianto continua ad essere presente in tantissime realtà del nostro territorio e si sottovaluta la gravità che questo comporta per tutti i cittadini.

Come prima cosa serve un monitoraggio per individuare le superfici di amianto ancora presenti nei comuni, per poi affondare in un secondo momento la questione della bonifica e dello smaltimento.

Per fare questo la procedura non presenta ostacoli particolarmente rilevanti, ci sono esempi virtuosi in regione, cito il caso del comune di Rubiera (RE)che attraverso una spesa minima, coinvolgendo una società che utilizza i droni, in poco tempo ha monitorato il territorio e rilevato la consistenza del fenomeno, per poi passare alle fasi successive di bonifica e smaltimento.

Va considerato, continua Galeotti che in Emilia Romagna i malati di mesotelioma sono passati dai 73 casi del 1996 a picchi di oltre 150 casi nel 2013, questi dati a mio avviso sono drammatici ed evidenziano l’esigenza di mettersi insieme per intervenire sulla questione amianto con urgenza, il problema è più che mai attuale e in aumento e i rischi di contrarre la malattia possono colpire tutti.

Vale la pena sottolineare che il peggio deve ancora venire, fonti accreditate Ministeriali, prevedono un picco dei malati attorno al 2025, occorre intervenire con urgenza per evitare possibili ulteriori esposizioni alla fibra di amianto.

A Ravenna continua Galeotti, la situazione non è migliore, dagli anni 70 ad oggi sono state presentate Inps 9.689 domande ai fini pensionistici, mentre i dati dell’Inail ci dicono che solo nel 2010 che sono state 2.300 le denuncie per il riconoscimento delle malattie professionali correlate all’amianto.

 

Inoltre dal Registro Regionale mesoteliomi risultano essere decedute 178 persone in Provincia di Ravenna per malattie correlate all’amianto, 36 i morti del petrolchimico per cui è in corso il processo e di recente altre sei aziende della provincia risultano essere indagate per esposizione dei lavoratori all’amianto.

Nel nostro territorio conclude Galeotti consideriamo positivo il primo incontro che abbiamo avuto come AFeVA con l’assessore competente del comune di Faenza e con i tecnici di riferimento, ai quali abbiamo consegnato una sorta di Kit operativo, su come attivarsi per la rilevazione dell’amianto e tutti i riferimenti da contattare per i monitoraggi delle superfici di amianto presenti nel comune.

Incontro nel quale abbiamo avuto disponibilità dall’assessore sul fatto che Faenza è intenzionata ad affrontare la questione e si attiverà per avviare la procedura di monitoraggio dell’amianto presente nel comune.

 

Serve assolutamente e con urgenza un’unità di intenti e di azioni immediate da parte di tutti i Comuni del territorio della provincia di Ravenna, siamo in una fase in cui i morti di mesotelioma aumentano, per questo come AFeVA rinnoviamo la richiesta di incontro ai Sindaci, al fine di aprire un confronto che possa portare ad interventi concreti sulla grave problematica amianto.

Il referente AFeVA Prov Ravenna

Idilio Galeotti