Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Coi Rom legalità e rigore, non intolleranza

Alla fiaccolata della Lega Nord svoltasi in via Fornarina e dintorni nella serata di martedì 4 ottobre “Per dire no all’assistenzialismo verso i rom”, hanno partecipato poche decine di faentini. Un’adesione deludente per le forze di destra che nelle ultime settimane non hanno perso occasione per alzare la voce su quello che, evidentemente, considerano il problema prioritario da risolvere.

Che i comportamenti maleducati e incivili infastidiscano e suscitino inquietudine non v’è alcun dubbio. A prescindere dalla lingua e dal colore della pelle di chi ne è responsabile.

Così com’è avvenuto in altre occasioni, la città ha confermato di non stare dalla parte di chi predica l’intolleranza e l’esclusione quali rimedi per sbarazzarsi di una questione ingombrante. Bisogna percorrere altre strade, a partire dal far rispettare le regole – a tutti – e dal comminare con le necessaria fermezza le sanzioni previste dalla legge. E dalla verifica dei risultati ottenuti a fronte dell’impegno profuso, anche dal punto di vista finanziario, per favorire percorsi di inclusione e di convivenza civile.

Si deve dar sostanza nei fatti, ogni giorno, ad una cultura della legalità e del rispetto reciproco su questo come su altri versanti altrettanto significativi: la tutela dei più deboli (anziani, donne, bambini, bisognosi), i diritti (i pochi rimasti) del mondo del lavoro, i doveri di ciascuno nei confronti della comunità, lo sforzo di conoscere e comprendere prima di erigersi a giudici.

Non è alimentando incomprensioni e alzando muri – ce ne sono già troppi – che si affermano i valori veri della nostra democrazia.

 

Faenza, 5 ottobre 2016

L’Altra Faenza

 

COMUNICATO STAMPA

Ricorso al tar Lazio contro la scheda del referendum

 

(foto del 1953, all'epoca della "legge truffa")

 

Gli avvocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi (che attualmente difendono i ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta nel giudizio per l’incostituzionalità dell’Italicum), nella loro qualità di elettori e di esponenti del Comitato Liberali x il NO e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, e i senatori Vito Claudio Crimi (Mov5Stelle) e Loredana de Petris (Sin. It.-SEL), anche nella loro qualità di delegati di un gruppo di senatori richiedenti il referendum costituzionale oppositivo, col patrocinio dell’avv. Luciano Vasques del Foro di Roma, hanno proposto al TAR Lazio un ricorso avverso il Decreto del Presidente della Repubblica con cui, indicendo il referendum per il prossimo 4 dicembre, è stato tra l’altro stabilito il quesito che dovrebbe comparire sulla scheda di votazione.

I ricorrenti lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall’art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratti di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione “degli articoli” revisionati e di ciò che essi “concernono”.

Il quesito referendario predisposto dagli Uffici del Quirinale, su proposta del Governo, oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati (come la nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di derivazione parlamentare), si limita invece a riprodurre il titolo del ddl di revisione, che, assieme al corretto ma insufficiente riferimento ad alcuni istituti incisi dalla revisione, riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il c. d. contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria.

 

Roma, lì 05.10.2016

 

Domenica 9 ottobre Marcia della Pace e della Fraternità da Perugia ad Assisi
Fermiamo le stragi ad Aleppo, in Darfur,...
Il tempo di reagire è ora!



Appello video della PerugiAssisi
https://youtu.be/dZNxHvyO5DY



Ogni giorno veniamo a sapere di una nuova orribile strage di innocenti, di uomini trucidati, di bambini affogati, di ospedali e di scuole bombardate.

Ogni giorno le guerre che si combattono nel mondo continuano a produrre ogni tipo di sofferenza disumana.

Una serie infinita d’immagini strazianti scorre davanti ai nostri occhi lasciandoci storditi, angosciati, impauriti.

Ci rendiamo conto di quello che sta accadendo ma poi continuiamo a vivere come se nulla fosse: Io che ci posso fare?

Sì, qualche immagine ci commuove più delle altre, ma non riusciamo più a piangere.

Dobbiamo reagire a tutto questo. Il tempo di reagire è ora!

Dobbiamo reagire non solo perché l’onda della violenza e della guerra è alle nostre porte. Fingere di non vedere è pericoloso e irresponsabile.
Siamo già, ora, coinvolti in tante guerre e traffici di armi.

Dobbiamo reagire perché siamo parte della stessa famiglia umana e non possiamo permetterci più di vivere nell’indifferenza. Vogliamo salvare la nostra umanità e il diritto di vivere in pace.

Il prossimo 9 ottobre ci sarà una nuova grande Marcia della Pace e della Fraternità da Perugia ad Assisi e vogliamo aprire un dialogo sulla guerra, sulle violenze di oggi, su come poterle fermare, come impedirne di nuove. Come poter soccorrere e proteggere le vittime.

Sentiamo la responsabilità di agire, insieme, con concretezza.

Il tempo di reagire è ora!

Unisciti a noi, scriviamo insieme una pagina nuova nella storia.

Partecipa il prossimo 9 ottobre alla Marcia della Pace e della Fraternità da Perugia ad Assisi.

C’è bisogno anche di te.

Invia subito la tua adesione:
Comitato Promotore Marcia Perugia-Assisi via della viola 1 (06122) Perugia, Tel. 335.6590356 - 075/5736890 - fax 075/5739337 email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.perlapace.it - www.perugiassisi.org

SOSTIENI LA PERUGIA -ASSISI CLICCA QUI

Si è svolta domenica 25 settembre a Faenza la giornata pubblica di “Puliamo il mondo 2016”. Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato: grazie al gruppo degli Scout Faenza 4 che ha dato il suo importante contributo; grazie alle mamme che hanno portato i loro figli lungo il viale dello Stradone per condividere questo momento di impegno civile. E, non ultimo, grazie alla stampa che ha presentato la manifestazione con ancora al centro il tema dei rifiuti: un’azione di informazione, di formazione, di educazione su quanti se ne producono, su come si smaltiscono correttamente, ecc.

A questo proposito ci permettiamo di allargare lo sguardo sull'argomento, perché non sono solo i singoli cittadini a dover fare la loro parte, ma anche, e soprattutto, chi organizza e gestisce i servizi legati ai rifiuti, in tutte le varie fasi.

Ci ricordiamo dei disservizi nella raccolta dei rifiuti della primavera scorsa, dopo il cambio di operatore scelto da Hera?

All’epoca i Sindaci della provincia (a partire da quelli di Ravenna e di Faenza) protestarono fermamente, dichiarando: «Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti, ndr) dovrà stabilire una penalizzazione per Hera da tramutare in un equo sconto nelle bollette della Tari: le bollette Tari dovranno essere “più leggere” di quelle dell’anno precedente.

Non abbiamo più avuto notizie, ma le rate della Tari già arrivate non sono “più leggere”, anzi.

A Faenza, addirittura, ci segnalano che nella seconda rata Tari, riferita al quadrimestre maggio/agosto 2016 (proprio in concomitanza col periodo critico), non sono stati calcolati alcuni conferimenti (carta, vetro, ecc.) presso la stazione ecologica di via Righi (conferimenti che avrebbero dovuto dar luogo al previsto sconto sulla parte variabile della bolletta).


Ai reclami dei cittadini, Hera, pur ammettendo la fondatezza del reclamo e il problema tecnico del Centro di raccolta, nel periodo aprile-giugno non provvede al ricalcolo della bolletta e rinvia l'inserimento dei conferimenti non riconosciuti alla terza rata Tari del 2016.
Quindi, i cittadini pagano una parte di quota variabile non dovuta e il rinvio alla terza rata Tari porterà facilmente a superare il massimale previsto e a perdere una parte di sconto in bolletta.

In conclusione, i cittadini non vengono certo motivati a fare il massimo sforzo per una pratica virtuosa di riduzione rifiuti e raccolta differenziata (a fronte di roboanti slogan su stazioni eco, rifiutologo, riciclandino nelle scuole, app varie, ecc..).

Il cittadino – che non è solo un cliente – si sente preso in giro da un atteggiamento, al limite dello sprezzante, riservatogli da un'azienda a partecipazione pubblica che fa ricadere sugli utenti gli effetti delle sue disfunzioni tecniche, peraltro ufficialmente riconosciute.

Forse è utile che ci facciamo sentire come cittadini:

  • ricordando ai Sindaci, agli Assessori, ai Consiglieri comunali, le promesse e gli impegni presi verso Atesir;

  • interpellando le Associazioni dei Consumatori, per segnalare gli importi non dovuti e fare gli opportuni ricorsi verso Hera.

Da queste vicende vanno tratti i necessari insegnamenti. Prossimamente dovranno svolgersi le gare per il nuovo affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti; per questo, insieme a tante altre Associazioni ambientaliste e di cittadini della provincia, abbiamo chiesto agli Amministratori che le bozze del bando di gara siano note, prima dell’attivazione, per poter essere discusse nei Consigli comunali e conosciute dai cittadini.

 

 

 

in vista della COP22 di novembre a Marrakech, l’Italia ratifichi l’Accordo di Parigi entro 10 giorni

Poi Strategia e Piani di decarbonizzazione informino tutte le politiche economiche, energetiche e industriali

 

In vista della COP22, la conferenza ONU sul clima in programma a Marrakech dal 7 al 18 novembre, la Coalizione italiana Clima ritiene doveroso che l’Italia si affretti a ratificare l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. La Coalizione - che è composta da oltre 200 realtà tra organizzazioni del Terzo settore, sindacati, imprese, scuole e università, nonché da migliaia di cittadine e cittadini - chiede l’immediata presentazione del disegno di legge di ratifica e una corsia preferenziale in Parlamento perché venga approvato a inizio ottobre e prima dell’avvio della sessione di bilancio.

Per consentire la ratifica comunitaria già decisa dai leader nel vertice di Bratislava, occorre, infatti, che gli Stati membri che non hanno ancora ratificato l’accordo raggiunto alla COP21 di dicembre 2015 si affrettino a farlo. Francia, Ungheria, Austria, Slovacchia hanno già firmato; in Germania la ratifica è in calendario per la prossima settimana. In Italia, per ora, ci siamo fermati all’annuncio del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Ambiente.

Arrivare tardi nelle ratifiche per consentire all’accordo di diventare operativo sarebbe dannoso per l’autorevolezza e l’attendibilità dell’Unione Europea. Ulteriori ritardi paleserebbero una situazione di immobilismo e minerebbero la credibilità della visione che la UE ha affermato negli ultimi 10 anni.

Attualmente l’Accordo di Parigi è stato ratificato da 61 Paesi che rappresentano il 47,79% delle emissioni. Mentre il numero dei Paesi necessari per l’entrata in vigore (55) è stato dunque superato, manca ancora la ratifica di Paesi che rappresentino un ulteriore 7% delle emissioni di gas serra. Dal momento che l’Unione Europea rappresenta il 12%, con la ratifica UE l’Accordo di Parigi potrebbe entrare in vigore (30 giorni dopo che le condizioni per l’entrata in vigore si siano determinate). La ratifica è un indispensabile atto di serietà che consentirebbe alla Conferenza ONU sul Clima di Marrakech, in programma dal 7 al 18 novembre, di mettersi a lavorare davvero per l’attuazione del trattato.

La Coalizione italiana Clima esorta, inoltre, il Governo Renzi a dotarsi di piani di decarbonizzazione e di una nuova Strategia Energetica Nazionale. Questo atto di indirizzo (più volte annunciato dall’esecutivo) è diventato ora assolutamente necessario e deve informare tutte le politiche, a cominciare da quelle economiche, energetiche e industriali. Il Piano Nazionale Industriale 4.0 e la legge di bilancio 2017 sono, in questo senso, due grandi occasioni da non perdere per accelerare la decarbonizzazione dell’economia.

 

Sul sito http://www.coalizioneclima.it/ è possibile scaricare il documento.

 

Coalizione Clima

L’ufficio stampa Coalizione italiana Clima