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Voucher: Cgil, voto in Commissione bilancio fatto grave - Rassegna

 http://www.rassegna.it/articoli/camusso-ancora-voucher-uno-schiaffo-alla-democrazia

                                          

 

Ci permettiamo, pur nella nostra piccola realtà, di proporre un argomento di attualità.

A Faenza esiste un'ambiente importante come l'Arena Borghesi, cinema all'aperto che ogni estate delizia gli avventori: nel nostro intento di valorizzare la letteratura, la storia e le arti, ovviamente, ricadono anche i luoghi dove queste possono pienamente essere accolte.

Per questo l'associazione culturale "La Lampada" si unisce formalmente a quanti stanno lottando per preservare questa piccola perla della città.

Per saperne di più: http://www.faenzanotizie.it/articoli/2017/05/05/sullarena-borghesi-il-cine-club-raggio-verde-se-ne-salva-il-corpo-ma-non-la-sua-anima.html

NEGOZIAZIONE A SENSO UNICO: PREVALSI GLI INTERESSI DEL MATTONE
Sul consumo di suolo solo passi indietro nei mesi di dibattito. 
L’associazione esprime forte delusione e punta al dibattito in consiglio

Forte delusione di Legambiente per il nuovo testo di legge urbanistica approvato dalla Giunta Bonaccini dopo alcuni mesi di confronto.L’associazione aveva segnalato da subito la necessità di ridurre gli spazi che la legge garantisce al consumo di suolo e di fissare un limite certo rispetto alle molte deroghe presenti. Nel percorso che ne è seguito, le deroghe sul consumo di suolo sono cresciute anziché ridursi a conferma che la Regione ha inteso la negoziazione con il mondo produttivo e non con le esigenze di salvaguardare un bene finito come la campagna.

Maglie che si sono allargate a cominciare dal periodo transitorio “franco” in cui varranno procedure edilizie semplificate senza che viga contemporaneamente un limite al consumo di suolo.Un periodo transitorio pericolosissimo che al momento della presentazione del primo testo era di 3 anni mentre, come sancito nel testo approvato ora, si specifica che saranno 5 gli anni.

 Un altro caso emblematico è la deroga agli ampliamenti delle attività economiche esistenti, che non vengono contabilizzate dal limite del consumo di suolo.

 Nelle prime versioni il testo derogava solo gli interventi di ampliamento o ristrutturazione di insediamenti produttivi esistenti, mentre in quella approvata si parla di ampliamento, ristrutturazione, “di nuova costruzione”, non solo nei lotti contigui ma genericamente di aree “circostanti, ovvero in aree collocate in prossimità delle medesime attività economiche”. Definizione che apre le porte alla deregolamentazione più spinta. Basterà in futuro vedersi riconosciuto un piccolo lotto in zona agricola, per avere poi la possibilità di espansioni in deroga.

 Sono arretramenti vergognosi – sottolinea Lorenzo Frattini Presidente di Legambiente Emilia Romagna – La Regione rivendica un percorso di confronto, ma a questo punto bisogna dire che sul lato del consumo di suolo ha prevalso solo l’interesse del mattone

 Anche sullo sprawl dalla legge non arriva un’indicazione chiara. Al riguardo nel testo si dice che i nuovi insediamenti al di fuori del territorio urbanizzato devono evitare “il più possibile” la dispersione insediativa. Una frase che rimane nel campo delle buone intenzioni la cui applicazione dunque è lasciata alla buona volontà.Purtroppo l’applicazione disastrosa dell’attuale legge regionale 20/2000 ci ha insegnato che le frasi generaliste sono sempre state interpretate in senso deleterio dalle amministrazioni locali, strette tra esigenze di bilancio e pressioni dei gruppi economici.

Anche dal punto di vista strettamente urbanistico l’approccio della legge è stato criticato da molti addetti ai lavori perché risulterebbe troppo deregolamentante e dunque non in grado di garantire un disegno pubblico e condiviso dello sviluppo della città.

Solo un vincolo rigido sul consumo di suolo, affiancato ad una disciplina semplificata applicata alla rigenerazione urbana e poche altre casistiche ben definite avrebbe ridotto questo pericolo.

Com’è oggi la legge conferma purtroppo il timore di una disarticolazione delle tutele.


Unica nota positiva degli ultimi mesi, il recepimento chiaro negli strumenti urbanistici dei temi del rischio climatico e idraulico e il tema della delocalizzazione di edifici a rischio.

In vista del dibattito consigliare Legambiente avvierà il confronto direttamente con le forze politiche per portare alle modifiche sperate e avvierà una campagna di adeguata informazione ai cittadini

 

Avendo condiviso i contenuti della lettera inviata il 29 marzo scorso dalla signora Marcella Morelli al presidente della Regione Stefano Bonaccini, al direttore generale dell’Ausl Romagna Marcello Tonini, alla direttrice del Distretto sanitario Marisa Bianchin e al sindaco Giovanni Malpezzi, ci sentiamo in diritto di commentare la risposta fornita il 27 aprile dal dott. Tonini e dalla dott.ssa Bianchin.

Essa richiama le tappe che hanno preceduto l’apertura di quella che viene chiamata la “costituenda Casa della Salute” ed elenca i servizi – preesistenti – che vi sono stati trasferiti. Cose, ci sia consentito dirlo, che già conoscevamo. Contiene però anche qualcosa di nuovo: considera infatti fondate alcune delle ragioni alla base del diffuso malcontento espresso quotidianamente dai faentini.

In particolare si riconosce quanto sia difficile raggiungere la Casa della Salute per la strozzatura rappresentata dal cavalcavia, per il traffico intenso e per l’assetto della viabilità. Questioni, queste, che penalizzano particolarmente gli anziani.

Ma il dott. Tonini e la dott.ssa Bianchin non rispondono ad altre domande sostanziali. Chi e perché ha deciso di collocare la struttura in quel luogo? Si cita in proposito quanto stabilito dal Piano esecutivo della Conferenza territoriale socio sanitaria (Ctss) del 12 novembre 2013, laddove si parla di “Casa della Salute da collocare nel Comune di Faenza nell’area Centro Nord (periferia prossima al centro città e posta a Nord della ferrovia)”. Chiunque conosca anche sommariamente Faenza sa bene che la stragrande maggioranza dei suoi abitanti vive dall’altra parte e sa quanto sia problematico l’attraversamento del cavalcavia, soprattutto nelle ore in cui tanti si recano e tornano dal lavoro e da scuola.

I problemi che ora si manifestano erano facilmente prevedibili. Lo chiediamo da tempo e continueremo a farlo: perché è stata compiuta quella scelta? Ha ragione la signora Marcella Morelli nell’affermare che la Casa della Salute non è “facilmente riconoscibile e facilmente raggiungibile, nonché parte integrante dei luoghi di vita della comunità locale” così come stabilisce la delibera regionale n. 2128/2016.

Si dice nella risposta del dott. Tonini e della dott.ssa Bianchin che il servizio di trasporto pubblico (linea 2) effettua una fermata in prossimità della struttura. Per sapere se si tratta o meno di una misura efficace c’è un modo semplice: verificare quante persone se ne avvalgono.

Basta trascorrere poche ore in prossimità della Casa della Salute per rendersi conto di quanti sono coloro che devono farsi accompagnare da un familiare (il quale probabilmente perde ore di lavoro) o che ricorrono al taxi, e quanti non avendo alternative sono costretti a sfidare i rischi raggiungendo il luogo in bicicletta. Una volta giunti, vagano incerti non sapendo raccapezzarsi a causa dell’ubicazione di uffici e servizi in locali inadatti e di una segnaletica a dir poco insufficiente.

La disponibilità di parcheggio e la scala mobile – anch’esse richiamate nella risposta che stiamo commentando – può facilitare chi ha meno difficoltà, non chi ne ha di più.

Poiché non è prevedibile che in tempi brevi la Casa della Salute venga ospitata in un luogo più idoneo, sotto tutti i punti di vista, è necessario che da subito siano adottate e messe in atto tutte le misure necessarie per ovviare ai problemi oggi esistenti.

Faenza, inoltre e soprattutto, ha bisogno di una Casa della Salute con tutti i requisiti previsti, ha bisogno che presto scompaia quel “costituenda” che da molti mesi ne precede la denominazione.

Si dice che dal prossimo autunno potrebbero arrivare i primi medici di base, così da poter attivare la gestione delle patologie croniche. Sarebbe un primo passo, indispensabile. Verificheremo i fatti.

 

Faenza, 16 maggio 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

Punto per punto il consigliere Necki (l'Altra Faenza) replica al sindaco:

Comunicato stampa

Arena Borghesi, un “affaire” con tante casualità

Sono (finalmente) giunte le risposte alle interpellanze nostra e del M5S sull’Arena Borghesi. Per completezza di informazione le alleghiamo a questo ulteriore commento.

Le abbiamo ricevute nel pomeriggio di ieri, 12 maggio. Potrebbe trattarsi di un’altra causalità, ma rileviamo che chi di dovere ha scelto di rispondere alcune ore dopo la chiusura dei termini per la presentazione delle offerte per l’asta pubblica bandita dall’AUSL Romagna. E’ malizioso pensare che non si è voluto “turbare” un iter fattosi accidentato? I faentini faranno le loro valutazioni.

Le risposte fornite dagli assessori Isola e Piroddi, i comportamenti adottati – continuiamo a considerare una scorrettezza il non aver risposto nella sede deputata, ovvero il Consiglio comunale – e le dichiarazioni contraddittorie ed avventate, assieme agli atti amministrativi che segnano le tappe di questa lunga vicenda, non fugano i dubbi nostri e di tanti, tutt’altro. La sensazione che se ne ricava è che tutto sia finalizzato al conseguimento di un obiettivo preciso: l’Arena Borghesi può essere sacrificata per consentire l’ampliamento dell’attiguo supermercato.

Ripercorrendo l’ordine delle dieci domande contenute nella nostra interpellanza, rileviamo diverse lacune e imprecisioni nella risposte forniteci, tali da suscitare ulteriori interrogativi.

1 Si continua a sostenere che gli impegni contenuti nell'accordo di programma tra AUSL e Comune sono tutt'ora validi. Segnaliamo che l’AUSL, rispondendo con maggior precisione alle associazioni ambientaliste (il testo è stata reso pubblico) scrive: l'esperimento diretto di asta pubblica... non modifica i termini dell'accordo, che resta valido, rettificandone solo l'aspetto operativo...”. Pare anche a noi che la previsione di cessione gratuita faccia parte di un aspetto operativo che chi si aggiudicasse l'acquisto dell'Arena può rettificare.

2 Nei primi giorni del gennaio scorso è apparso sulla stampa locale l’annuncio che l’assessore Piroddi aveva aperto la procedura per raccogliere contributi e proposte al fine di verificare l’esistenza di opportune migliorie da apportare, o di eventuali criticità da analizzare, al RUE del Comune di Faenza. Si trattava solo di “propaganda partecipativa” fine a sé stessa, oppure le proposte pervenute (fra cui quelle di Legambiente e di Italia Nostra sull’Arena Borghesi) dovevano o devono essere analizzate e controdedotte?

 3 Sulla possibile espansione futura del Conad, la risposta si limita a copiare quanto già noto, essendo scritto nella relativa scheda del RUE.

4 La risposta concernente le opere di attuazione della scheda RUE sull’area Arena non ci sembra precisa: la sistemazione dell’area a verde pubblico di proprietà comunale contraddistinta al foglio 146 mapp. 335 (adiacente allo Stradone, oltre l’angolo delle mura) non è forse già avvenuta? Non sono in corso i lavori per la messa in sicurezza dell’intersezione tra viale Stradone e via Cavour (come richiesto da una specifica osservazione del Conad, accolta dall’Amministrazione comunale integrando la scheda progetto A1)?

5 Circa il disinteresse per la Sub area B (ex officina), è vero quanto ci viene detto. Dichiarazioni in tal senso sono infatti venute da un soggetto privato, la “Società Commercianti Indipendenti Associati” ovvero il Conad. L’Amministrazione comunale ha risposto: l’osservazione è accolta in quanto nella scheda progetto Accordo di programma A.1 ‘Arena Borghesi’ non fissa tale condizione. Cosa significa ciò? Che le dichiarazioni dell’assessore Isola sulla ristrutturazione dell’ex officina (sala cinematografica, osteria, terrazza…) altro non sono che propaganda. A meno che non ci sia un altro soggetto interessato a quella parte dell’intera operazione.

6 La risposta relativa all’area viale Marconi-Porta Montanara (attigua all’Arena Borghesi, scheda U.2 del RUE) va intesa nel senso che all’Amministrazione non risulta vi siano progetti edilizi presentati?

7 Gli assessori Isola e Piroddi non rispondono a una domanda chiave: cosa succederebbe se ad aggiudicarsi l’asta fosse un altro compratore e non il Conad? Prendiamo atto che per l’Amministrazione un’ipotesi tale non esiste.

8 Quanto alle affermazioni del sindaco Malpezzi e dell’assessore Isola circa il passaggio di proprietà dell’Arena al Comune, continuiamo a non capire. Gli articoli citati dell’Accordo di programma fra AUSL e Comune possono impegnare i soggetti che l’hanno sottoscritto, ma come avverrebbe il trasferimento a un terzo che acquisisse l’area? La risposta giuntaci sembra voler risolvere il quesito sostendo che questa è condizione per poter attuare le previsioni previste dal RUE. Cosa anch’essa opinabile: infatti il vincolo è quello del mantenimento della funzione pubblica per attività culturali, il che non significa passaggio di proprietà. In ogni caso l’unico soggetto interessato ad attuare le previsioni del RUE è il supermercato Conad. Sta qui la ragione per cui dev’essere per forza questi l’acquirente? Torniamo ai dubbi che abbiamo più volte espresso.

E’ interessante notare che nella risposta fornita dal sindaco al M5S non si parla di cessione in proprietà dell’Arena Borgesi al Comune. Che significato assumono queste diverse affermazioni?

9 Prendiamo atto della dichiarazione secondo la quale non risulta esistere un ulteriore accordo a definizione del punto precedente. Ce ne ricorderemo.

10 Nonostante le smentite di circostanza, restano i dubbi relativi alla “casualità” delle concomitanti vicende Arena Borghesi-Conad e Casa della Salute-Conad.

Il sindaco ha affermato in Consiglio comunale che saremmo fuori strada nell’ipotizzare un nesso. Di Arena Borghesi – ha dichiarato – si è cominciato a parlare col Conad nel 2011, mentre la “costituenda” Casa della Salute è stata ubicata nei locali del Conad “La Filanda” solo lo scorso anno. Ci pare un’argomentazione alquanto debole.

Certo, può trattarsi di casualità, ma è proprio per questo che abbiamo chiesto la massima trasparenza. La Casa della Salute è ancora “costituenda” ed è collocata in un luogo non idoneo, tale da suscitare malumori e proteste diffusi. Ma il Conad riceve comunque un significativo affitto annuo (si parla di 80mila euro – quattro anni di affitto equivalgono alla base d’asta per l’Arena Borghesi), il che potrebbe “facilitare” la propensione di Conad – oltre che ad ampliare il supermercato di via Caffarelli – a “donare” l’Arena stessa al Comune, ovviamente nel caso l’acquisisse.

A proposito di casualità, si apprende che la Casa della Salute di Lugo potrebbe essere collocata in un altro supermercato Conad. E’ questa una nuova propensione della grande distribuzione?

Prassi vuole che dopo le risposte ad un’interpellanza – in questo caso presentata oralmente per conoscere subito il riscontro da parte degli amministratori (i quali si sono sottratti per poi esporre pochi dopo la loro versione in una conferenza stampa) – si abbia diritto di replica. E’ un diritto che non posso esercitare in tempi brevi in Consiglio comunale perché “casualmente” non è prevista ad oggi una convocazione del Consiglio stesso (avverrà fra diverso tempo, certamente molto dopo la data di apertura delle buste dell’asta, prevista com’è noto per il 18 maggio).

Per tutto questo invito il sindaco e gli assessori ad obiettare e a  rispondere agli ulteriori interrogativi qui formulati. Sono certo che le loro argomentazioni troveranno grande attenzione da parte dei cittadini di Faenza. 

Faenza, 13 maggio 2017 

Edward Juan Necki

Consigliere comunale de L’Altra Faenza

 

Commento alla risposta alla nostra interpellanza sull'Arena Borghesi

Nel pomeriggio di Venerdì 12 Maggio, dopo l'incredibile silenzio in aula consiliare, ci è pervenuta la risposta scritta dell'Amministrazione alla nostra interpellanza sull'Arena Borghesi, a firma del Sindaco Malpezzi. Le risposte alle tante nostre domande ci sembrano parziali e incomplete. Viene ribadito nuovamente, e questo ci fa piacere, che l'amministrazione si adopererà per garantire la continuità dell'attività di cinema all'aperto dell'Arena. Ma, soprattutto, facendo riferimento alla scheda A.1 del RUE approvato in Consiglio comunale nel Marzo del 2015 (non con i nostri voti), si continua ad avvallare e sostenere l'opinione che l'unico modo per restaurare e riqualificare l'area sia quello di cedere una porzione dell'attuale Arena (l'area verde in cui sono presenti gli alberi) al confinante supermercato Conad, che in cambio di un allargamento dei propri spazi effettuerà i lavori necessari. Scelta, motivo principale da anni del dibattere e della mobilitazione di forze politiche, associazioni, gestori dell'Arena e società civile, per noi profondamente sbagliata perché andrà a snaturare l'area e a comprometterne l'identità. Nell'ottica dell'indispensabile ristrutturazione dell'area andrebbero perseguite altre strade, ma evidentemente l'amministrazione non la pensa così. Apprendiamo inoltre che la cessione gratuita dell'Arena al Comune da parte dell'Ausl, prevista nell'accordo di programma tra le parti stipulato nel 2013, non è andata in porto per decisione della Regione che ha ritenuto più corretto ed opportuno che l'Ausl emettesse un bando di cessione tramite asta pubblica, costruito ad arte, visto gli interessi e le cifre in ballo, per far vincere il Conad (anche l'amministrazione stessa lo dà già per scontato), che darà inevitabilmente il via allo scambio previsto nel RUE e allo snaturamento dell'Arena. Tutto ci sembra già deciso: interessi privati che prevalgono su quelli pubblici. Noi non ci stiamo, continueremo a seguire la vicenda e a batterci, in buona compagnia, per difendere l'integrità dell'area.

M5S Faenza