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Andrà tutto bene Il premier spagnolo vola in Cina per rafforzare i legami bilaterali e fluidificare i rapporti con Bruxelles. Pechino in cerca di alleati per la guerra commerciale scatenata da Trump apprezza. E investe in Spagna. Da ieri in vigore i controdazi cinesi sui prodotti Usa al 125%. E tariffe zero per i paesi vicini che cooperano

Chinese President Xi Jinping, right and Spanish Prime Minister Pedro Sanchez arrive for a bilateral meeting at Diaoyutai Guest House in Beijing, China, Friday, April 11, 2025. (Andres Martinez Casares/Pool Photo via AP) Pedro Sánchez ieri a Pechino con Xi Jinping – Ap

Mentre infuria la guerra commerciale e Donald Trump esulta per i paesi che fanno la corsa a «baciargli il culo», a Pechino inizia la “processione” dei leader europei.
 
Ieri, Xi Jinping ha ricevuto Pedro Sánchez. L’incontro ha un tempismo rilevante, visto che il premier spagnolo è il primo leader europeo a recarsi in Cina dopo i dazi reciproci imposti da Donald Trump e dopo l’inizio della nuova guerra commerciale tra Pechino e Washington. Tanto che il segretario al tesoro degli Stati uniti, Scott Bessent, ha accusato Sánchez di voler allineare Spagna ed Europa alla Cina.
 
«VOGLIAMO UNA RELAZIONE positiva con Washington, ma anche una relazione solida con Pechino», ha detto il premier spagnolo, che è alla terza visita in Cina in meno di tre anni, a testimonianza di un rapporto solido. Nel colloquio di ieri, Sánchez ha chiesto maggiore cooperazione nelle aree di interesse comune e ha definito la Cina un «partner dell’Unione europea». Significativo che manchi invece la definizione di «rivale strategico» usata da Bruxelles negli ultimi anni.
 
Xi ha risposto elogiando il ruolo di tramite della Spagna nei rapporti tra Europa e Cina. Il presidente cinese ha poi chiesto di «resistere insieme» contro quelle che ha definito «prepotenze unilaterali». Si tratta di un appello rivolto a tutti i leader europei, con Xi che prova a sfruttare il malcontento verso Trump per incunearsi tra Europa e America.
 
LA SENSAZIONE è che la Cina voglia usare il viaggio di Sánchez come una sorta di modus operandi per il miglioramento dei rapporti con l’Europa. Madrid vuole spingere l’Europa a creare un rapporto fluido con Pechino, autonomo dai legami con gli Stati uniti.
 
Pechino apprezza e garantisce che faciliterà l’ingresso delle aziende spagnole sul mercato cinese, in particolare quelle agricole, sanitarie, energetiche e cosmetiche.
 
Dall’altra parte, dovrebbero arrivare nuovi investimenti cinesi in Spagna. Lo stesso era accaduto dopo la visita dell’anno scorso, quando Sánchez aveva annunciato un cambio nella posizione spagnola sui dazi contro i veicoli elettrici cinesi. Da allora, il produttore di batterie Catl ha investito in Spagna per una fabbrica di batterie, mentre il colosso dell’energia Envision lavora a un impianto di elettrolizzatori per idrogeno verde. La casa di veicoli elettrici Leapmotor, il produttore di batterie al litio Sematec e il player dell’energia Hygreen starebbero valutando altri progetti “spagnoli”. Tutti settori strategici dell’industria tecnologica verde.
 
LA CINA, che ieri ha ulteriormente alzato i dazi sulle importazioni di prodotti statunitensi dall’84 al 125%, cerca alleati o quantomeno sponde nella guerra commerciale che sta suo malgrado combattendo contro gli Stati uniti. Pechino e l’Europa si studiano, provando a capire come venirsi incontro. Non mancano certo gli ostacoli, a partire dai timori europei per la sovrapproduzione cinese e il possibile flusso di merci a basso costo.
 
Ma c’è anche la sensazione che si voglia provare a iniettare qualche oncia di stabilità in un mondo che la Casa bianca ha reso ancora più turbolento coi suoi dazi.
 
Un segnale in tal senso arriva non solo dai numerosi colloqui di questi giorni, ma anche dall’indiscrezione del South China Morning Post, secondo cui a fine luglio si dovrebbe tenere un vertice tra Xi Jinping, la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
 
TEORICAMENTE, l’incontro dovrebbe tenersi a Bruxelles senza Xi, ma col premier Li Qiang. Lo spostamento a Pechino darebbe un segnale chiaro della rilevanza politica che entrambe le sponde intendono dargli. Solo tattica o anche sostanza? I prossimi passi lo chiariranno. Prima di allora, comunque, Xi ospiterà anche il presidente francese Emmanuel Macron, atteso a Pechino tra fine maggio e inizio giugno.
 
Nel frattempo, Xi andrà in tour nel Sud-est asiatico. Ieri è arrivato l’annuncio ufficiale: da lunedì a venerdì il leader cinese sarà in Vietnam, Cambogia e Malaysia. Obiettivo: ricerca di condivisione sulla formula dei «valori asiatici» di ostilità al protezionismo e a favore al libero commercio.
 
LA CINA PUNTA A PROPORSI come garante di stabilità regionale, anche tramite l’azzeramento dei dazi sui prodotti dei paesi vicini a fronte di qualche garanzia di cooperazione. Un passaggio fondamentale non solo sul fronte bilaterale, ma anche per garantire il funzionamento dei canali che in questi anni hanno garantito la triangolazione commerciale tra Cina, Sud est asiatico e la stessa America. Malgrado Trump.