Lettera aperta al Sindaco Giovanni Malpezzi
Perché L’Altra Faenza ha votato
contro il Regolamento per gli incentivi alle imprese
Signor Sindaco,
abbiamo ascoltato la sua replica in Consiglio comunale e letto le sue dichiarazioni alla stampa a proposito di sviluppo economico e in particolare del Regolamento sugli incentivi alle imprese, sul quale abbiamo votato contro.
E' opportuno ribadire in termini chiari le ragioni del nostro “no”, a lei se vorrà intenderle, ma sopratutto ai faentini.
L’Altra Faenza continua a pensare che il lavoro non si crei con gli incentivi fiscali: quelli erogati col Jobs act sono costati tantissimo e hanno prodotto risultati risibili (con l'aggravante dei tagli ai diritti del lavoro, vedi Art.18).
A Faenza la logica che si vuole perseguire è la stessa. Pensiamo che essa produrrà anche qui scarsi risultati, sia per alcune criticità contenute nel Regolamento stesso (potrebbe favorire le imprese maggiori a danno delle piccole, considera equivalenti contratti a tempo indeterminato e da apprendista, ecc.), ma soprattutto perché non orienta l'innovazione e la qualità dello sviluppo, limitandosi a distribuire modesti aiuti a pioggia sull’esistente.
Tuttavia, noi non siamo mai stati per il “tanto peggio tanto meglio”, per cui ci auguriamo che tanti nuovi posti di lavoro, stabili e di qualità, si creino a Faenza. Li conteremo nei prossimi mesi assieme alle organizzazioni imprenditoriali e ai sindacati (rispetto ai quali non c'è mai stata da parte nostra nessuna denigrazione) e assieme a chi la “seguirà nella prossima campagna elettorale” (a proposito, è l'annuncio di sua ulteriore ricandidatura?).
Leggiamo che lei avrebbe affermato: "Lavorare per favorire lo sviluppo economico di un territorio significa mettere le imprese in condizioni di crescere e assumere. Questo in futuro sarà possibile seguendo tre direttrici: alleggerimento della pressione burocratica e fiscale sulle piccole e medie imprese, crescita dell'innovazione e sostegno alla cultura d'impresa".
Immaginiamo che il primo intendimento si sia concretizzato nel “Regolamento per gli incentivi” che, lei sostiene, “rappresenta una delle azioni principali del Patto per lo Sviluppo sottoscritto a fine gennaio”. Vorremo sapere in cosa consiste il secondo, ossia la crescita dell'innovazione. Non le chiediamo cosa significa per lei sostegno alla cultura d'impresa: ci è bastato leggere quanto sta scritto nel documento-base per la Conferenza economica, laddove si auspica una città “come organizzazione imprenditoriale il cui output è la creazione d’impresa”.
Noi invece ci battiamo per una città inclusiva e solidale, capace di mobilitare tutte le sue energie per uno sviluppo sostenibile e necessariamente innovativo. Non ci è stato concesso – così come ad altri – di avanzare nostre proposte, di portare un contributo al confronto, di misurare le nostre idee con quelle di altri. Cosa avremmo voluto proporre l’abbiamo riassunto in un recente comunicato:
“Si può sostenere l’intraprendenza dei giovani attraverso l’istituzione di una linea di credito che coinvolga il sistema bancario. Possono essere incentivati interventi di efficientamento energetico degli edifici, per lo smaltimento dell’amianto, per la messa a norma degli impianti, per il miglioramento delle condizioni abitative. Si dovrebbe dare applicazione al Piano di Azione per l’Energia sostenibile (Paes) deliberato due anni fa e di fatto non ancora partito. Si possono compiere scelte a sostegno dell’economia circolare, per la riduzione degli sprechi e dei rifiuti. Si può aprire uno sportello in grado di fornire ai cittadini informazioni, suggerimenti e supporto per l’attivazione di pratiche virtuose e tali da consentire risparmi”.
Alcune di queste cose trovano qualche parziale riscontro nel Patto per lo sviluppo, ma abbiamo l'impressione che non si vogliano mettere in pratica. É così?
Facciamo un solo esempio: alcune delle cose sopra richiamate sono già previste, o possono essere inserite, nelle azioni del Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (Paes), ma perché queste azioni non partono?
Per tutto il 2016 ci è stato risposto che manca un ufficio apposito e che serve un Energy manager.
Nel corso di un convegno sulla “sostenibilità ambientale” tenutosi nel gennaio scorso alla presenza del ministro Galletti e del presidente della Regione Bonaccini, lei Sig. Sindaco ha fatto un'ottima figura annunciando, tra le prossime assunzioni, anche quelle di un Energy manager e di un Mobility manager.
In seguito ha poi sostenuto che, almeno per quanto riguarda l'esperto di energia, non se ne fa niente. Per quale motivo? Mancano le risorse per retribuirlo?
Ciò significa che l'avvio delle azioni del Paes sarà ancora rimandato? Leggendo le schede inserite nel Documento Unico di Programmazione, allegato al Bilancio di prossima approvazione, pare di sì, vista la fumosità con la quale se ne parla.
Gradiremmo avere delle risposte precise, da lei e dalla maggioranza che la sostiene. Anche per capire se si intende dar seguito alle dichiarazioni del nuovo gruppo consigliare di Mdp. Ci riferiamo all’appello rivolto al Pd, alle forze di maggioranza e anche a quelle di opposizione, per “riprendere un lavoro comune di elaborazione per politiche che creino buona occupazione”.
Noi siamo disponibili.
Restiamo in attesa di qualche risposta.
L’Altra Faenza