ORDINE DEL GIORNO
Atto di indirizzo sull'impegno a promuovere azioni necessarie, nei confronti della Giunta Regionale, alla modifica del testo di legge attualmente in discussione “Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio”
I sottoscritti Consiglieri Comunali
Premesso che
La Giunta regionale dell'Emilia Romagna ha approvato in data 7 febbraio 2017 il testo del progetto della nuova legge urbanistica denominata “Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio”
Il testo della nuova proposta di legge, attualmente in discussione all'assemblea legislativa regionale, è stato presentato come fondamentale per introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, promuovere la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli edifici, semplificare il sistema di disciplina del territorio, garantire la legalità.
Preso atto che
Con l’obiettivo dichiarato della semplificazione procedurale, il testo di legge introduce lo strumento degli accordi operativi pubblico-privati che vanno a sostituire completamente i precedenti strumenti di pianificazione urbanistica, lasciando agli Enti Locali l’onere di valutare in tempi rapidi gli oneri e gli impatti ambientali e sociali di ogni singola proposta.
Le misure previste all'interno del testo di legge non prevedono misure cogenti per ridurre le espansioni ammesse dai piani vigenti non ancora attuate. L'art.4 c.1, seppur modificato rispetto alla bozza di novembre, lascia ai Comuni ampia libertà di attuare le previsioni del PSC e POC non ancora stipulate, per i prossimi 3 anni.
L'incremento massimo del 3 per cento, proclamato come drastica riduzione del territorio edificabile avrà il suo effetto, in alcuni casi, solo fra 5 anni (vedi art.4 c.5) ed è quindi aggiuntivo e non limitativo delle espansioni urbanistiche attuali.
Sono escluse dal 3 per cento diverse casistiche, come nuove edificazioni legate ad attività economiche esistenti, le opere pubbliche o di interesse pubblico, i grandi interventi ritenuti “strategici” dal punto di visto economico.
Non sono considerate consumo di suolo le “aree di completamento” a ridosso delle città previste attualmente dai piani.
Nel testo di legge vi è una completa assenza di indirizzo a ridurre gli ingentissimi aumenti previsti dagli strumenti urbanistici in vigore calcolati in circa 250 km/q.
Vi sono osservazioni e critiche da parte di associazioni legate al territorio le quali auspicano un miglioramento del testo di legge, tramite modifiche ed emendamenti durante l'iter in assemblea legislativa regionale.
Considerato che
Stante le difficoltà in termini di personale e di carico di lavoro di molti uffici comunali, specialmente per i Comuni più piccoli, i nuovi accordi operativi introdotti rischiano di indebolire la capacità delle amministrazioni locali di tutelare l’interesse pubblico davanti alle richieste private, mentre la mancanza di uno strumento sovraordinante espone al rischio di una eccessiva discrezionalità e ad una disorganicità negli interventi di urbanizzazione sul territorio;
il Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE) di Faenza, del marzo 2015, contiene principi importanti: consumo zero di suolo agricolo, abolizione dell'indice di edificabilità e delle distanze comunali per favorire la densificazione urbana;
lo stesso Piano Strutturale Comunale (PSC) del 2009, al primo punto recita: “individuare e riqualificare i confini dei centri urbani, cercando di dare priorità alle scelte rivolte alla saturazione e valorizzazione degli spazi incompiuti e/o incongrui prima di aggiungere aree nuove”;
nel 2014 la Giunta del Comune di Faenza dichiarava l'intenzione di non procedere alla approvazione di Piani Operativi Comunali (POC) per la lottizzazione di nuove aree esterne al centro urbano e di promuovere una Variante agli strumenti urbanistici per l'eliminazione di aree edificabili già approvate, ma non attivate, e a questo fine approvò un apposito “Bando esplorativo: Eliminazione di aree edificabili di nuova urbanizzazione dagli strumenti urbanistici vigenti”.
Evidenziato che
pur in presenza di questi orientamenti si continuano ad attivare aree edificabili, come nel recente caso dell'area “Colombarina”
dai dati aggregati a livello di capoluogo comunale risulta che la popolazione è di circa 42.500 abitanti, le famiglie circa 19.400, il numero di alloggi circa 21.300 e gli alloggi vuoti circa 3.000, pari a circa il 14% del totale
Danno mandato alla Giunta comunale
di presentare al Consiglio Comunale un monitoraggio compiuto, che comprenda: tutti gli accordi urbanistici in vigore; i soggetti che hanno titoli abilitativi a costruire e in quali aree; quanti immobili inutilizzati, ad uso abitativo, commerciale, industriale, ecc. di proprietà pubblica o privata insistono sul territorio faentino;
di mantenere le indicazioni generali previste dagli strumenti urbanistici approvati, tese a non consumare ulteriore suolo, orientando coerentemente le specifiche scelte amministrative;
di farsi portatrice nei confronti della Giunta e dell’Assemblea Regionale della richiesta di fermare l’iter di approvazione della Legge Regionale “Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio”, per consentire ulteriori approfondimenti e momenti di confronto con gli Enti Locali e le Associazioni rappresentanti i cittadini;
conseguentemente, di promuovere le azioni necessarie per modificare e orientare maggiormente la Legge Regionale “Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio” verso una più immediata e cogente riduzione del consumo di suolo.
L’ALTRA FAENZA
Edward Jan Necki
MOVIMENTO 5 STELLE
Massimo Bosi
Andrea Palli
Marilena Mengozzi
Giovedì 1 giugno sono state premiate da Hera le scuole più "riciclone" di Faenza, con il premio Differenzia la tua Scuola e con il premio Riciclandino, che ha visto coinvolte anche le famiglie.
Premiare i comportamenti virtuosi è una azione condivisibile, ma riteniamo opportuno premiare non solo i comportamenti di differenziazione dei rifiuti più semplici e basilari, ma anche e soprattutto le scuole e le famiglie che fanno meno rifiuti (la parte di rifiuti indifferenziati in primo luogo, ma anche il materiale plastico).
Ridurre i rifiuti a monte è la migliore e più intelligente strategia, poiché anche il riciclaggio ha un impatto ambientale e comunque non tutto ciò che è differenziato viene effettivamente riciclato: in Emilia Romagna nemmeno la metà (47%) della plastica differenziata viene riciclata, il resto bruciato (dati Arpae, Atersir, Conai).
Un bimbo che va quotidianamente a scuola con la borraccia non aiuta la sua scuola a vincere il premio Hera, ma aiuta certamente l'ambiente. Un bimbo che va quotidianamente a scuola con bottigliette usa e getta aiuterà la sua scuola a vincere il premio Hera, ma l'ambiente non ne gioverà.
Le famiglie della scuola vincitrice hanno conferito all'isola ecologica 7,6 tonnellate di carta, lattine, plastica, oli minerali e vegetali, pile, accumulatori al piombo e piccoli Raee (Rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche): numeri che, seppure indicativi di un buon grado di raccolta differenziata, ci debbono far riflettere: si tratta di un ingente quantitativo di rifiuti che con comportamenti più virtuosi si sarebbero potuti ridurre.
I premi alle scuole dovrebbero basarsi sulla minore quantità di rifiuti indifferenziati prodotta, non sulla maggiore quantità di rifiuti differenziati prodotta, per le ragioni sopra spiegate. Lo stesso vale per le famiglie, per le quali andrebbe ampliata la raccolta porta a porta e introdotto la tariffazione puntuale (più rifiuti indifferenziati butti, più paghi). D'altra parte Hera è invischiata in un conflitto d'interessi, in quanto gestore della raccolta differenziata e al contempo proprietaria di discariche e inceneritori, che non le permettono di sensibilizzare in modo pieno e coerente i cittadini (piccoli e grandi) sulle più efficaci pratiche ecologiche.
Circolo Legambiente Lamone, Famiglie Rifiuti zero, Rete Rifiuti zero Emilia Romagna
PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE
Abbiamo sempre chiesto che la nuova legge elettorale venisse approvata da una ampia maggioranza del parlamento, questa condizione sembra avverarsi, insieme al definitivo abbandono dell'Italicum, degno erede del Porcellum. L'Italicum descritto come la legge elettorale piu' bella del mondo ha battuto un record unico, è stata approvata ricorrendo a voti di fiducia ed altri trucchi ma non e' mai entrata in vigore. Un vero ed inutile spreco.
La nuova legge elettorale ha un impianto proporzionale e anche questo è positivo ma non è il sistema tedesco come si vuole fare credere. Questo perché in Germania la legge elettorale prevede che gli elettori possano votare in modo diverso, con due voti, uno per i candidati nel collegio uninominale e uno per le liste di partito del proporzionale. E' un punto decisivo che di fatto premia i partiti più forti a danno dei piccoli, aggiungendosi alla soglia del 5%, che favorisce ulteriormente le formazioni politiche maggiori. Il voto unico condiziona fortemente la libertà di scelta degli elettori nel collegio uninominale, mentre nel proporzionale non vi è alcuna libertà di scelta perché si vota su liste bloccate. In sostanza i parlamentari saranno tutti nominati dai capi partito e gli elettori non avranno alcuna possibilità di scegliere i propri rappresentanti.
Chiediamo con forza che anche in Italia gli elettori possano votare come in Germania in modo distinto, con due voti, uno per i collegi uninominali e uno per le liste dei partiti nel proporzionale; chiediamo che le liste dei partiti non siano bloccate e che i parlamentari siano eletti sulla base delle indicazioni degli elettori.
La richiesta che facciamo con forza é di chiudere la serie dei parlamenti non rappresentativi, in nome dell'esigenza di dare autorevolezza ai rappresentanti che debbono rispondere del loro operato agli elettori, non ai capi partito.
Per queste ragioni, che riteniamo decisive, prenderemo tutte le iniziative necessarie per propugnare la modifica della legge elettorale in discussione ora alla Camera e continueremo al Senato se il testo non verrà cambiato.
La nostra autonomia, dimostrata durante la campagna per la vittoria del No, ci consente di apprezzare le novità ma anche di denunciare con forza trucchi e storture di questa proposta di legge. I difetti non sono marginali ma riguardano aspetti che riteniamo fondamentali per un corretto rapporto tra eletti ed elettori.
Per questo facciamo appello ai Comitati, ai cittadini alla mobilitazione a sostegno dei diritti di partecipazione dei cittadini e ricordiamo che questo parlamento di nominati dovrebbe evitare di tradire ancora una volta il rapporto con gli elettori.
Non possiamo accettare schiaffi alla democrazia, per questo invitiamo tutti ad aderire alla manifestazione nazionale promossa dalla Cgil il 17 giugno per denunciare il trucco di un governo e di una maggioranza che prima abrogano le norme sui voucher per paura di una nuova sconfitta referendaria e poi, scaduto il termine del referendum, li reintroducono facendosi beffe dei cittadini e della Costituzione.
Domenico Gallo Alfiero Grandi
2/6/2017
Comunicato stampa
Sul punto nascita ha ragione il sindaco Malpezzi
Riteniamo opportuna e doverosa la presa di posizione del sindaco Giovanni Malpezzi a proposito del punto nascita a Faenza (ci riferiamo ovviamente all’ipotesi della sua chiusura prospettata da associazioni mediche regionali). Non capita spesso che ci si trovi d’accordo, in questo caso concordiamo con le sue parole e non abbiamo difficoltà nel farlo sapere. L’Altra Faenza ha sempre agito in difesa dell’ospedale e della sanità pubblica credendo che su queste tematiche sia necessario coinvolgere uno schieramento di forze politiche e sociali il più ampio possibile.
Ripetiamo per l’ennesima volta che le scelte in materia di programmazione ospedaliera e di ubicazione di servizi e specialità non possono prescindere dalla caratteristiche del territorio (zone di collina, distanze, tempi di percorrenza con relativi rischi, condizioni di vita della popolazione. ecc.). Non ci convince, inoltre, un ragionamento sulla sicurezza che prenda a riferimento il solo parametro quantitativo, in questo caso il numero dei parti. A fare la differenza può essere lo stare sotto o sopra una certa soglia per poche unità? O non dipende anche – se non soprattutto – dal personale e dalle strumentazioni disponibili? L’argomento “sicurezza” va gestito con cautela se non si vuole suscitare nella popolazione un senso generale di sfiducia verso le strutture sanitarie e verso gli operatori.
Peraltro, se di numeri si vuol parlare, il polo Faenza-Lugo – già previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera nell’ambito dell’Area vasta Romagna – potrebbe contare su circa 1.300 parti all’anno (sono stati 1.329 nel 2015), più di quelli di Forlì e poco meno rispetto a Ravenna. Si giustificherebbe quindi la presenza di una Unità operativa complessa in luogo delle attuali due semplici. Sull’integrazione Faenza-Lugo il Consiglio comunale di Faenza si è già espresso votando all’unanimità due Ordini del Giorno.
La strategia dell’Ausl punta con tutta evidenza a concentrare gli investimenti su pochi ospedali, in particolare su quelli di Ravenna e di Rimini. Per la sua stessa collocazione geografica, Ravenna risulta eccentrica rispetto al territorio circostante: questo è un dato ineludibile.
La Ctss (Conferenza territoriale socio sanitaria) e l’Ausl stessa sono chiamate a pianificare una rimodulazione dei servizi in ambito romagnolo sulla base di una visione integrata, inclusiva e di prossimità ospedale-territorio. Adottando scelte condivise e trasparenti.
L’alternativa è il perdurare di contese di campanile e di una spartizione delle risorse che rispecchia i vecchi assetti piuttosto che capacità e sensibilità nuove per i diritti di tutti i cittadini. L’alternativa è un’ulteriore marginalizzazione delle periferie della Romagna – incluso il faentino – col determinarsi di squilibri nell’effettiva fruibilità dei servizi pubblici a tutto vantaggio delle strutture private.
Faenza, 31 maggio 2017
L’Altra Faenza
Per sostenere la campagna "Schiaffo alla Democrazia" contro il tentativo del governo di ripristinare forme di lavoro precario inaccettabili, come i voucher, già abrogati per evitare il referendum chiesto dalla CGIL.
Chiediamo di firmare subito e di diffondere l'appello tra i vostri contatti. Questa campagna è decisiva se vogliamo restituire dignità al lavoro e rimettere al centro i diritti.
Chiediamo al Presidente della Repubblica di intervenire per tutelare lettera e sostanza dell’articolo 75 della Costituzione e facciamo appello a tutti i cittadini, ai lavoratori, ai pensionati e a tutte le associazioni democratiche affinché partecipino alla manifestazione nazionale che la CGIL indice per il prossimo sabato 17 giugno a Roma.
Vogliamo difendere la democrazia e il diritto dei cittadini a decidere, per contrastare la precarietà, per un lavoro dignitoso tutelato e col pieno riconoscimento dei diritti.
Firma anche tu: http://www.schiaffoalladem