Energia Le scorte degli Stati sono sotto al 50% e vanno riempite entro l’estate. L’Italia ha scommesso sul Gnl Usa ma nel 2025 le famiglie spenderanno il 7% in più
I prezzi del metano sono scesi ai minimi degli ultimi 6 mesi ma la risalita è già iniziata. Per il prossimo inverno si teme una nuova stangata sulle tasche degli italiani, che i timidi bonus previsti dal decreto bollette non basteranno a risolvere. L’esame del testo in parlamento, più volte slittata, partirà domani e il governo ha preannunciato la fiducia. Ma i 200 euro per i nuclei familiari con Isee inferiore ai 25mila euro sono nulla in confronto alle fluttuazioni previste dai mercati.
LE QUOTAZIONI dei combustibili fossili sono precipitate dopo l’annuncio di Trump sui dazi. Sul mercato di Amsterdam, principale riferimento per gli scambi europei, i prezzi sono inferiori ai 35 euro per megawattora, i più bassi da settembre. Il crollo ha aiutato l’Europa proprio all’inizio di un’importante stagione di approvvigionamento: a causa dell’inverno più rigido rispetto ai due precedenti, le scorte degli Stati sono sotto al 50% e vanno riempite entro l’estate. Il regolamento Ue sullo stoccaggio di gas impone di portarle al 90% prima di novembre.
MA SULLE BOLLETTE degli italiani il calo dei prezzi è un beneficio solo apparente. Nomisma Energia stima che una famiglia media nel 2025 spenderà 2.221 euro all’anno, il 7% in più rispetto al 2024. Le previsioni di febbraio (quando il gas era sopra i 45 euro/mwh) erano del 16% in più ma il rincaro è comunque rimasto. Oltretutto, subito dopo la sospensione dei dazi per 90, giorni annunciata da Trump, i grafici sono tornati a salire e le previsioni sono ancora peggiori: secondo Trading Economics, autorevole sito di analisi statistiche sull’economia globale, a marzo 2026 le quotazioni di gas supereranno il massimo storico raggiunto lo scorso febbraio.
TRUMP ha volutamente escluso petrolio e gas dalla sua guerra dei dazi. L’analista di Reuters Clyde Russel aveva previsto che il presidente Usa avrebbe mantenuto bassi i prezzi dell’energia per spingere l’Ue a contrattare sull’acquisto. Ipotesi giusta: in un’intervista del 10 aprile al Financial Times, il commissario europeo all’energia Dan Jørgensen ha dichiarato che l’Ue ha proposto l’acquisto di una maggiore quantità di Gnl dagli Usa nell’ambito dei negoziati sui dazi.
GLI STATI UNITI sono il principale produttore ed esportatore mondiale di gas naturale e il 71% di questo, segnala Export Usa, viene venduto a Europa e Regno Unito. L’Italia è tra i maggiori acquirenti di metano liquido da Washington, che sono diventati il nostro principale fornitore dopo il Qatar. Mentre nel 2021 la quota di Gnl acquistato dagli Usa era dell’8,5%, nel 2024 siamo arrivati al 36,2%, pari a 1,9 miliardi di euro. Il rigassificatore di Ravenna è stato costruito proprio per far attraccare fino a 48 navi gasiere all’anno provenienti dagli Usa, in modo da coprire l’8% del fabbisogno nazionale.
IL PRIMO CARICO è arrivato il 3 aprile. La costruzione del nuovo rigassificatore, approvata e terminata in tempi record, è emblematica della strategia energetica del governo Meloni: per abbandonare la dipendenza da Putin, l’Italia si è messa nelle mani degli Stati uniti anziché puntare sulle fonti rinnovabili come sole e vento, che sono infinite e indipendenti dai mercati.
SE IL METANO non dovesse bastare c’è sempre la possibilità del nucleare, di cui il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin è uno dei principali promotori. Su questo il governo ha anche l’appoggio di Eni, come confermato dall’ad Claudio Descalzi sempre a Ravenna, durante la fiera dell’oil&gas Omc. Poco lontano, ieri, un corteo chiedeva l’abbandono delle fonti fossili a favore delle rinnovabili.