Oltre a quello militare, c’è un testa a testa di dichiarazioni. Mentre i paesi membri della Nato si sono riuniti per una due giorni a Praga, con l’intento anche di allargare il fronte dei favorevoli all’impiego delle armi fornite a Kiev contro obiettivi sul territorio russo, dai rappresentanti di Mosca arrivano diverse reazioni di minacciosa contrarietà.

«CI SARANNO inevitabilmente delle conseguenze», ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Aggiungendo: «Sarà molto dannoso per quei paesi che hanno scelto la via dell’escalation. Continuano ad alzare di proposito il livello della tensione».

La linea argomentativa di Peskov è la solita che si ripete praticamente dall’inizio dell’invasione: sono gli Stati uniti e l’occidente a spingere l’Ucraina a combattere, a provocarla «affinché si protragga in una guerra senza senso». In realtà, la richiesta di poter attaccare direttamente sul suolo russo viene portata avanti da settimane da Zelensky e dai vertici militari di Kiev, che pensano in questo modo di poter contrastare più efficacemente l’offensiva di

Commenta (0 Commenti)