Purtroppo ci risiamo.
Dopo aver citato in giudizio noi di ReCommon e Greenpeace per la “presunta campagna d'odio” che avremmo messo in piedi ai danni dall'azienda petrolifera, ENI rincara la dose, stavolta è direttamente un membro dello staff di ReCommon a essere sotto attacco. Antonio Tricarico è stato denunciato da ENI in relazione alle dichiarazioni da lui rilasciate durante la trasmissione della Rai “Report” dello scorso 5 maggio.
L’accusa è di presunta diffamazione a mezzo stampa della società. Nel servizio realizzato dal giornalista Daniele Autieri lo scorso maggio, Tricarico evidenziava la sovrapposizione dei tempi dell’assegnazione della licenza di sviluppo del ricco giacimento di gas di Zohr, al largo delle coste egiziane, da parte di Eni e la drammatica vicenda che ha visto il rapimento e l’uccisione del ricercatore universitario Giulio Regeni da parte delle forze di sicurezza del Cairo.
Un’affermazione obiettiva, che peraltro è stata ampiamente suffragata nel secondo servizio trasmesso da “Report” nella serata del 17 novembre, in cui documenti confidenziali di Eni ribadiscono quanto affermato da Tricarico.
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Sulle interviste rilasciate da Antonio Tricarico a “Report” Eni aveva già puntato gli occhi: nel dicembre del 2021, in un “atto di censura preventiva”, aveva intimato ai responsabili della trasmissione televisiva di non intervistare Tricarico in relazione alla vicenda Nigeria-OPL245 perché lui e ReCommon non potevano essere «degni interlocutori» del servizio pubblico RAI.
I tentativi di tapparci la bocca ormai si sprecano, arrivando fino a “personalizzare” lo scontro. Ma noi non ci faremo intimidire e, anche grazie a te, continueremo a portare avanti le nostre campagne, insieme ad Antonio, forti della condivisione e della solidarietà.
Con determinazione, il collettivo di ReCommon |
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