Il limite ignoto Il discorso del presidente dopo il lancio di un nuovo modello di missile balistico su Dnipro
Una casa a Dnipro in Ucraina colpita da un attacco russo foto Ap
«Da questo momento il conflitto in Ucraina ha acquisito elementi di carattere globale». Lo ha dichiarato Vladimir Putin, certo del fatto che i missili a lungo raggio occidentali usati per colpire il territorio russo negli ultimi giorni «non possono essere manovrarti senza specialisti dei paesi in cui sono state prodotti». Molti analisti sono convinti che il bombardamento di Dnipro con il nuovo missile balistico Oreshnik di ieri sia frutto proprio di questa logica: far capire a Kiev cosa succederebbe in caso di attacco a obiettivi sensibili russi e, al contempo, mostrare all’Occidente che Mosca è pronta all’escalation. D’altronde il presidente non ha usato mezzi termini: «in caso di escalation risponderemo in maniera decisa e speculare».
Siamo il terreno di prova di un vicino folle che disprezza la vita umana. Ma oggi ha mostrato che ha talmente paura che sta già usando nuove armiVolodymyr Zelensky
PER TUTTA LA GIORNATA di ieri le notizie sul lancio dell’Oreshnik si sono susseguite confuse e frenetiche. I primi a dare l’allarme erano stati proprio gli ucraini. «Un missile balistico intercontinentale [noto con l’acronimo inglese Ibm, ndr] russo è stato lanciato da una base nella regione di Astrakhan», a poca distanza dalla costa del Mar Caspio, aveva dichiarato l’aeronautica gialloblu. L’annuncio ha fatto in fretta il giro del mondo perché si sarebbe trattato del primo attacco con questo tipo di arma dall’inizio della guerra in Ucraina e perché gli ibm possono trasportare testate nucleari. Come altri missili già usati dal 24 febbraio 2022 del resto. Ma era evidente il fatto che il Cremlino avesse deciso di fare una dimostrazione di forza. «Vi consiglio di rivolgervi alla Difesa, non ho nulla da dire in questo momento sull’argomento» ha risposto ai giornalisti che lo pressavano Dmitry Peskov, il portavoce di Putin. Poco dopo gli ufficiali ucraini hanno iniziato a parlare con le agenzie e si è venuto a sapere che il missile non trasportava testate nucleari. Niente catastrofe irrimediabile, dunque, ma la novità dell’ordigno usato destava comunque grande sospetto e interesse. Secondo l’emittente televisiva statunitense Abc, prima a smentire gli ucraini, non si trattava neanche di un missile intercontinentale ma di una testata a media gittata. Zelensky ha preso tempo, dichiarando che un’indagine era già in corso.
L’UNIONE EUROPEA si è detta molto preoccupata tramite il portavoce per l’azione esterna, Peter Stano, il quale alle domande sull’eventualità che si trattasse di un primo passo per un attacco nucleare ha risposto: «Sappiamo solo che è irresponsabile e costituisce una minaccia globale non solo per la stabilità e per la sicurezza in Europa ma in tutto il mondo». Per Parigi si sarebbe trattato di «un fatto estremamente grave se confermato», mentre per Londra di «comportamento totalmente irresponsabile». Entrambi i governi concordavano sul rischio di escalation causato da Mosca. A quel punto Zelensky ha rotto gli indugi, dichiarando che «molto probabilmente» si trattava di un ibm e ha scritto su X: «Oggi il nostro folle vicino ha mostrato ancora una volta ciò che è veramente […] E quanto ha paura. Ha talmente paura che sta già usando nuovi missili». Ma la retorica del nemico in difficoltà che per difendersi attacca alla cieca non è adatta a questa fase del conflitto. La Russia, al netto delle enormi difficoltà dimostrate sul campo di battaglia, dell’impreparazione dei suoi ufficiali e dei problemi logistici che gli sono costati 3 anni di guerra sanguinosissima laddove si immaginava una cavalcata trionfale verso Kiev, è sempre una delledue maggiori potenze nucleari del mondo. Se Zelensky può fingere di non saperlo perché è impegnato direttamente nel confitto, in Occidente il ragionamento dovrebbe essere più consapevole.
LA PORTAVOCE del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, durante il pomeriggio è stata protagonista (inconsapevole o complice?) di un siparietto durante una conferenza stampa. Mentre parlava, la funzionaria ha ricevuto una telefonata che le ha chiesto di non parlare del presunto Ibm. «Masha non parlare del lancio del missile balistico su Yuzmash, [l’area colpita dal missile, ndr] perché gli occidentali ne stanno già parlando» avrebbe detto una voce maschile. Che la telefonata fosse preparata o meno, in serata ci ha pensato il capo in persona a fugare ogni dubbio. Con un intervento imprevisto trasmesso alle reti Tv.
VLADIMIR PUTIN ha chiarito che si trattava di un nuovo missile a medio raggio lanciato contro un sito militare non meglio specificato della città di Dnipro in risposta agli attacchi ucraini degli ultimi giorni. Inoltre, ha aggiunto, questa nuova tipologia di missile non sarebbe intercettabile dalla contraerea occidentale. E per non lasciare adito a fraintendimenti: «La Russia si riserva il diritto di usare le armi contro gli obiettivi dei Paesi che permettono l’uso delle loro armi contro gli obiettivi russi»