Si dice spesso che in politica non esistono spazi vuoti, quando se ne creano vengono presto riempiti. Credo che questo sia vero anche oggi, e non solo rispetto alle recenti elezioni regionali. In questo caso, la distanza e la delusione rispetto alle proposte politiche, e al personale politico, soprattutto delle forze maggiori in campo, a partire dal PD, ha prodotto l'enorme l'astensionismo, ma anche un ricompattamento di diverse opzioni di destra e moderate verso la Lega di Salvini, fenomeni entrambi preoccupanti. (Oggi, anche per effetto delle ultime scoperte sul malaffare, come “Mafia capitale”, la tendenza all'astensionismo sarebbe ancora maggiore).
Tuttavia, visto da sinistra, il problema vero è la mancanza di una proposta alternativa credibile, che quindi possa essere un riferimento innanzitutto per i milioni di persone che si stanno mobilitando contro gli effetti della crisi e anche contro le politiche del governo.
Come è stato osservato, le due liste a sinistra del PD non hanno intercettato, se non in minima parte, questa domanda. Ma potevano farlo? Non c'è dubbio che se fossero state unite sarebbe stato meglio (e noi, nel nostro piccolo, avevamo cercato di contribuire), ma questo avrebbe sul serio cambiato il quadro? Credo non
Può un elettore di sinistra - che non ha volutamente e consapevolmente votato il 23 novembre scorso - essere legittimato a proporre una riflessione sull’esito di quel voto? Può farlo senza che gli venga dato del disertore o del disfattista? Possono parlare solo quelli che si sono impegnati per una lista e per un voto? Io credo che mai come questa volta ci sia stata un’astensione politica forte, consapevole e matura. E che mai come questa volta sia legittimato a parlare anche chi si è astenuto, come ho fatto io. Intanto, perché io non ho votato?
Una nota sui risultati delle elezioni regionali di Leonardo Altieri
L'Emilia Romagna era la regione con il senso civico più alto, con la più alta percentuale di partecipazione al voto. Oggi è al 37%. Anzi, se contiamo le 50.000 schede bianche e nulle, siamo al 33%. Cioè 2 elettori su 3 non hanno votato. E di questi il 46% ha votato il PD di Renzi, cioè solo il 15% degli elettori totali!!! In pochi mesi l'irresponsabile demagogo che è a Roma ha distrutto il senso civico di emiliani e romagnoli. E siccome lui dovrebbe essere di sinistra, la reazione è o nell'astensione o nel voto alla Lega: è spaventoso! Ma comprensibile: chi è condannato a disoccupazione, precariato, vita grama, taglio dei servizi, visto che l'attacco gli viene da un presunto leader di "sinistra" (il Renzi), si butta sulla Lega che gli fa credere che il nemico sia il povero immigrato. Il successo della Lega è un prodotto diretto dell'Irresponsabile al governo! Che ora ha il "coraggio" di dire che ha vinto e che va avanti. Non passa giorno senza che l’Irresponsabile attacchi i sindacati e schernisca i lavoratori disperati in lotta per il proprio posto di
I ponti sono elementi strutturali di collegamento mentre i muri sono elementi di divisione. Ponti o muri possono essere anche due aspetti diversi per affrontare problemi di convivenza. Mentre i ponti sono idealmente protesi verso nuove situazioni, i muri possono “eventualmente” solo tamponare e contenere l’esistente. I ponti ci suggeriscono di guardare oltre ai problemi contingenti e vedere lontano. Esistono muri ideologici come i pregiudizi, la difesa ad oltranza di privilegi acquisiti, l’indisponibilità al confronto all’accettare il diverso o chi non la pensa come noi, la difficoltà nel non riconoscere l’esistenza di beni comuni, ecc.. Tutto questo a discapito di quanto afferma l’art. 3 della Costituzione.
È interessante, oggi che si parla molto dell’Euro, osservarne le banconote per coglierne lo spirito originario; infatti sulla facciata sono riportate porte aperte o finestre mentre sul retro sono rappresentati ponti.
Si riporta una nota informativa sui muri costruiti nel mondo: Il muro di Berlino è caduto 25 anni fa, il 9 novembre 1989, ma altri muri importanti non sono caduti come quello tra Corea del Nord e Corea del Sud che dal 1953 segna la demarcazione tra due mondi oltre che tra due Paesi. In compenso, e nel frattempo, ne sono stati costruiti ancora di più. A simboleggiare una separazione tra popoli in conflitto, tra ricchi e poveri, tra primo mondo e terzo mondo, tra chi cerca di migrare per salvarsi dal bisogno o per costruire
La nostra esperienza sul territorio. Noi siamo genitori. Come tutti i genitori mettiamo al primo posto il benessere dei nostri figli. Quando abbiamo iniziato il progetto “si può fare” abbiamo rimesso tutto in discussione a cominciare da noi stessi. Entrare in questo progetto ci ha richiesto molto, a tutti i livelli. Sacrificio economico e materiale ma, più di tutto, ci è stato richiesto un importante sforzo psicologico. Ci siamo dovuti spogliare di tutte le nostre certezze, del nostro orgoglio di genitori che pensavano di fare il massimo per il proprio figlio, abbiamo dovuto riconoscere, non senza dolore, che avevamo sbagliato tanto nel rapporto con i nostri ragazzi. Per questo abbiamo fatto ore ed ore di formazione, ad oggi sono ormai 3 anni che ci sottoponiamo con rigore scientifico alla formazione attraverso la facoltà di“pedagogia speciale” dell'università di Bologna.
Noi, però, siamo genitori. Questa condizione ci consente quello che, purtroppo, non è consentito quasi a nessun altro. Il nostro rapporto con il territorio, in particolare con le istituzioni e le cooperative che agiscono in questa città è difficile; veniamo avvertiti come un pericolo, come qualcuno che vuole sovvertire lo status quo, che mette in discussione la loro professionalità, che potrebbe finanche mettere a rischio il loro posto di lavoro con pretese di percorsi diversi che non siano quelli che sono già stati stabiliti da altri che non sono le famiglie.
A Faenza non esiste un “dopo di noi”, in passato è sempre stato affossato, e non esisterà in futuro senza un “durante noi”. Perché il futuro dei nostri figli quando non ci saremo più vogliamo tracciarlo adesso, mentre siamo ancora qui, e vogliamo affidarlo a persone che siano in grado di mettersi in discussione come abbiamo fatto noi, a persone che costruiscono la loro professionalità col pensiero al benessere dei nostri ragazzi, che per questo fine mettono da parte il loro orgoglio e si fanno contaminare dalla “passione” dei traguardi arditi da raggiungere. Per fare questo occorre una cosa semplice che si chiama “umiltà”. Occorre molta umiltà per concedersi il dubbio, per saper ascoltare, per riconoscere ai genitori il loro ruolo importantissimo di guide d'amore nel rapporto tra i loro figli e il mondo che li circonda, perché esso non sia loro estraneo o soltanto professionale.
Le istituzioni le cooperative ed anche le associazioni continuano a gestire l'esistente senza progetti innovativi, continuano a lavorare segnando ognuno il proprio territorio slegati gli uni dagli altri
“Un terribile ritorno a un passato che speravamo di aver lasciato per sempre. Un passato in cui “sviluppo” era uguale a “cemento”. In cui per “fare” era necessario violare la legge, o aggirarla. In cui i diritti fondamentali delle persone (come la salute) erano considerati ostacoli superabili, e non obiettivi da raggiungere”.
L’Italia è il paese dei dissesti ambientali che fanno vittime ogni anno, della Terra dei Fuochi, dell’Ilva, della Solvay che con l’aiuto delle amministrazioni locali ha ridotto a discariche di veleni le più belle spiagge toscane, dei cornicioni di incuria che crollano dai vecchi palazzi e ammazzano i bambini, delle rovine di Roma e di