I pronto soccorso sotto stress, reparti in emergenza, cure rimandate. La salute italiana è malata e definanziata, anche l’Ocse lancia l’allarme. Medici e infermieri sono ancora senza risorse, senza sicurezza e anche senza risposte dal governo. Oggi scioperano
La chiamavano sanità Scioperano oggi medici e infermieri. Non tutti: l’emergenza va garantita ma proprio nel comparto più cruciale lo Stato non investe. Il ministro Schillaci ha ammesso: solo un miliardo in manovra, le assunzioni rimandate al 2026
Niente fondi né assunzioni: salute a rischio
Non sarà un giorno senza medici perché, come in tutti i servizi essenziali, il diritto di sciopero nel comparto sanità è rigidamente regolato. Ma l’astensione dal lavoro proclamata per oggi da medici e infermieri rischia di scombussolare i piani di recupero delle liste d’attesa del ministero. Secondo l’Anaao, la Cimo-Fesmed e il Nursing Up che hanno indetto lo sciopero «sono a rischio tutti i servizi di assistenza, cinquantamila esami radiografici, quindicimila interventi chirurgici programmati e centomila visite specialistiche», più vari servizi assistenziali infermieristici e ostetrici a domicilio.
IL PRONTO SOCCORSO però deve essere garantito per legge. E tra gli infermieri, la categoria più in crisi di organico, sono pochi i lavoratori che possono scioperare senza scoprire turni indispensabili. Molto dunque dipenderà dalla partecipazione dei medici ospedalieri. In ogni caso, per dare visibilità alla mobilitazione le sigle si sono date appuntamento a mezzogiorno a Roma nella centrale – ma non enorme – piazza Santi Apostoli dove interverranno i segretari Pierino Di Silverio (Anaao), Guido Quici (Cimo-Fesmed) e Antonio De Palma (Nursing Up). L’ultima sigla ad aderire allo sciopero è stata l’Ascoti, il sindacato dei chirurghi ortopedici e traumatologi attivi soprattutto nella sanità privata. Non saranno in piazza invece medici e infermieri della Cgil, già impegnati per il prossimo sciopero generale del 29 novembre.
LA PIATTAFORMA di oggi mette al centro le retribuzioni degli operatori su cui pesa il mancato rinnovo del contratto per i medici della sanità privata, la detassazione promessa e mai arrivata per quelli del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e «l’esiguo e intempestivo incremento dell’indennità di specificità infermieristica». Il tema che più interessa i cittadini è la denunciata «assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale» nella prossima manovra. La data di oggi nasce infatti dopo le giravolte del ministro della salute Orazio Schillaci. Prima della presentazione della manovra, si diceva ottimista sulla possibilità di un investimento di oltre tre miliardi e vagheggiava un piano di assunzioni a lungo atteso. Poche ore dopo, sconfessato dal collega dell’economia Giancarlo Giorgetti, era costretto ad ammettere che il miliardo sul piatto era uno solo e che le assunzioni non sarebbero partite prima del 2026, conti permettendo. Troppo anche per i sindacati più accomodanti.
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La protesta: «Un solo dottore in corsia per cento pazienti»LA MOBILITAZIONE sottolinea anche la scarsa sicurezza degli operatori dopo un autunno punteggiato dalle aggressioni a medici e infermieri. Il governo ha risposto all’emergenza con
la solita ricetta: un decreto legge che punta tutto su arresti immediati e pene più gravi per chi commette violenza in ospedale. Non è questa la soluzione per i sindacati, che chiedono piuttosto «l’attivazione di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera». C’è poi il problema della contrattualizzazione degli specializzandi, medici in formazione sempre più importanti per colmare le carenze di organico negli ospedali ma tuttora trattati alla stregua di studenti.
RIBADISCE IL SOSTEGNO alla mobilitazione anche la federazione degli ordini dei medici che raramente prende posizione ma stavolta invia una delegazione in piazza. «Lo sciopero di domani è il frutto dell’esasperazione dei medici, che chiedono da almeno tre anni un’attenzione nei confronti delle professioni sanitarie» dice il presidente Filippo Anelli. «Già nel 2021 abbiamo posto il tema alla politica. Era il tempo del Pnrr, che aveva investito 15 miliardi sulle strutture e infrastrutture; ma non c’era stata la stessa attenzione verso i professionisti, che pure, con il loro impegno e i loro sacrifici, avevano traghettato il Paese fuori dalla pandemia».
LE OPPOSIZIONI tutte sostengono lo sciopero. Partito Democratico, Avs e M5S lo hanno ripetuto più volte durante le campagne elettorali regionali. Ieri anche Italia Viva si è schierata con le ragioni dei sanitari. «È incredibile – detta alle agenzie la vice presidente della Commissione Affari sociali e Sanità del senato Daniela Sbrollini – che a quasi un mese dalla proclamazione dello sciopero, nonostante l’atteggiamento di apertura dei medici, il governo non abbia fatto nemmeno un passo verso le loro giuste e sacrosante rivendicazioni». Il ministro Schillaci respinge le accuse di sordità. «Siamo disponibili, come sempre e stato, non solo ad incontrarli ma a cercare di risolvere alcune questioni che sono rimaste in ballo – dice durante un evento sulla lotta all’antibiotico-resistenza – a partire dalla defiscalizzazione della indennità di specificità per tutti gli operatori sanitari e ad un piano pluriennale di assunzioni nel servizio sanitario nazionale». Ma il tempo per la mediazione adesso è scaduto