RIFORME. La legge Calderoli è di rango ordinario, dunque non può pretendere di stabilire come il parlamento dovrà approvare un’altra legge ordinaria, quella che recepirà l’accordo stato-regione
Che cos’è l’autonomia regionale differenziata?
È la facoltà attribuita alle regioni ordinarie di aumentare le proprie competenze normative e gestionali in ambiti oggi disciplinati e amministrati dallo Stato. Tale facoltà non era prevista nella Costituzione del 1948, è stata introdotta dall’articolo 116, comma 3 della Costituzione modificato nel 2001.
In quali materie le regioni possono aumentare le loro competenze?
In molte materie, tra cui: sanità, istruzione, università, ricerca, lavoro, previdenza, giustizia di pace, beni culturali, paesaggio, ambiente, governo del territorio, infrastrutture, protezione civile, demanio idrico e marittimo, commercio con l’estero, cooperative, energia, sostegno alle imprese, comunicazione digitale, enti locali, rapporti con l’Unione europea. Sono coinvolte le principali leve attraverso cui la Repubblica è chiamata a realizzare l’uguaglianza in senso sostanziale: di qui il rischio per la tenuta dell’unità del Paese.
E come devono fare le regioni per ottenere queste competenze?
L’articolo 116, comma 3, dispone che la regione raggiunga un’intesa con lo Stato e che poi tale intesa sia recepita in una legge approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta. C’è però un problema: la trattativa tra regione e Stato è
Leggi tutto: Domande e risposte su un’autonomia incostituzionale - di Francesco Pallante
Commenta (0 Commenti)Il consiglio dei ministri dà il via libera al Ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata. La Lega esulta e pensa alle regionali in Lombardia. Il no dei governatori del sud. Pd e Cgil promettono barricate: «Spacca l’Italia». Il Gimbe: «Colpo di grazia al Sistema sanitario nazionale»
LO SPACCONE. Il governo Meloni vara il progetto di«autonomia differenziata», la Lega pensa alle regionali in Lombardia. Tempi lunghi per la misura-bandiera di Roberto Calderoli e di Matteo Salvini. A giugno in arrivo un decreto sul presidenzialismo. Contro lo spezzatino delle destre opposizioni e Cgil sulle barricate e annunciano mobilitazioni. Cuperlo: (Pd): "Ora siamo tutti contro questo progetto, Bene. Ma ricordiamoci che nel 2001 la riforma del Titolo V della Costituzione l'ha votata il centro-sinistra. Cerchiamo di non fare più pasticci"
Il ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli (Lega) - Ansa
Il primo passo per la creazione di un paese arlecchino è stato fatto ieri dal governo Meloni che ha approvato, tra gli applausi degli astanti in consiglio dei ministri, il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Il cammino del provvedimento sarà lungo, accidentato e non scontato. Produrrà urti e frizioni in una maggioranza a vocazione nazionalista che, con Fratelli d’Italia, aspira a dare il colpo finale alla forma di governo parlamentare e a istituire il presidenzialismo, anche se non ha ancora capito quale. La ministra per le riforme Casellati ha promesso ieri un testo entro giugno. Il presidenzialismo è il pegno da pagare a Fratelli d’Italia all’autonomia differenziata concessa alla Lega.
UN ANNUNCIO delle difficoltà è stato visto ieri alla conferenza stampa organizzata al termine del Consiglio dei ministri. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non
Leggi tutto: Via alla secessione dei ricchi, per ora è un lancio elettorale - di Roberto Ciccarelli
Commenta (0 Commenti)La premier blinda i fedelissimi Donzelli e Delmastro e imbriglia il guardasigilli Nordio che in parlamento si arrampica sugli specchi. Ma il caso non è chiuso. 5S e Pd annunciano mozioni di censura. Nuova bagarre al Senato. Meloni: «I toni non li ha alzati il governo»
Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro
Lo scontro non si placa. L’opposizione insiste, per una volta unita. Reclama le dimissioni del sottosegretario Delmastro, che ha messo l’amico e convivente Donzelli al corrente delle conversazioni in carcere tra Cospito e altri detenuti al 41 bis – «dati sensibili» conferma il ministro Nordio – e dello stesso Donzelli, che le ha diffuse in aula al solo scopo di attaccare il Pd. I 5S hanno presentato una mozione di censura con richiesta di revoca delle deleghe di Delmastro. Il Pd annuncia che farà lo stesso.
A palazzo Madama il dibattito s’infiamma. Il senatore di FdI Balboni dà man forte a Donzelli, accusa il Pd di «andare in tv per mettere in discussione il 41 bis» e rincara: «Ma non vi rendete conto che andando in carcere a trovare Cospito avete aperto una voragine alla mafia?», l’opposizione abbandona l’aula. Un nuovo caso si aggiunge alla già fitta lista.
IL CHIASSO DEL L’AULA mette ancor più in risalto il silenzio di Meloni. Che a tarda sera decide di intervenire sul putiferio ormai fuori controllo telefonando in diretta a Rete4. Difende il governo: «Il caso è montato non per volontà nostra, il governo non ha fatto altro che il suo lavoro facendo molta attenzione a non alzare i toni. Ho visto molti toni che, secondo me, buttavano in politica una questione che ci riguarda tutti». Invoca «prudenza».
È stata lei a blindare i suoi due fedelissimi, escludendo le dimissioni, e a imbrigliare il guardasigilli Nordio che, irritatissimo con il suo ciarliero sottosegretario Delmastro, avrebbe
Leggi tutto: Meloni blinda i due fedelissimi. Il ministro resta imbrigliato - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)Pochi «ritocchi» non fanno la differenza. Il governo discute la nuova bozza Calderoli sull’autonomia che domani approda in Cdm. Per i leghisti «sarà una festa». A pagare il conto sarà il Meridione. E la legge di bilancio taglia posti di lavoro nella scuola del Sud
Il decreto sull’«autonomia differenziata» che realizzerà la «secessione» delle «regioni ricche» da quelle «povere» è stato «ritoccato» in una riunione del governo (chiamata «pre-consiglio») e sarà approvato «in maniera preliminare» da un consiglio dei ministri domani. Un’espressione singolare per dire che il testo avrà bisogno di essere riesaminato in un altro consiglio dei ministri.
QUESTA FRETTA si spiega con le elezioni regionali in Lombardia. La Lega ha bisogno di mandare un segnale di vita in una corsa dove sta arrancando. Fratelli d’Italia rischia di diventare il primo partito della regione domenica 12 febbraio. Per un pugno di voti, e per riprodursi come partito, si spacca il paese, si creano venti piccoli staterelli regionali, si dà un colpo mortale al Welfare agonizzante, tra i più ingiusti d’Europa. Non a torto il decreto è stato soprannominato «Spacca Italia».
PER TENERE UNITI i partiti post-fascisti e leghisti che la pensano in maniera diametralmente opposta sull’«autonomia», ieri il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha rinfocolato l’interesse di Fratelli d’Italia per il presidenzialismo. Per questo ha rinnovato il patto
Commenta (0 Commenti)Alfredo Cospito trasferito a Milano e ricoverato nel carcere di Opera, resta però al 41 bis. Il consiglio dei ministri affronta il caso ma se ne lava le mani. «Si deciderà nelle sedi appropriate», cioè le Corti. Per il governo di destra-destra torna il «pericolo anarchico per lo Stato»
Alfredo Cospito in una foto del 2013 - foto Ansa
Il copione è noto e sperimentato: l’aggravarsi delle condizioni di salute di Alfredo Cospito sollecita un intervento per salvarne la vita (revoca, quantomeno interlocutoria, del regime di 41 bis); intervengono in parallelo manifestazioni di anarchici caratterizzate da scontri con la polizia e attentati di matrice analoga (così, almeno presentati); il Governo e la maggioranza parlamentare fanno quadrato affermando che lo Stato non può cedere al ricatto e cercando così di chiudere con una pietra tombale (nel senso letterale del termine) la vicenda. La sequenza degli argomenti è suggestiva ma del tutto infondata.
Primo. I protagonisti della vicenda sono
Leggi tutto: Cospito, è urgente un provvedimento del ministro - di Livio Pepino
Commenta (0 Commenti)IL LIMITE IGNOTO. Europe for Peace: per l’anniversario dell’invasione russa, il 24 febbraio, in piazza in tutta Italia e in Europa
Manifestazione per la pace - LaPresse
Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina destano non poche preoccupazioni. Come ha sottolineato lucidamente Francesco Strazzari sul manifesto siamo di fronte a un’escalation prevedibile nella sua inesorabile inerzia, ma i cui esiti sono davvero incerti: una guerra che si autoalimenta. Grazie anche a un continuo innalzamento dell’asticella militare: ciò che poche settimane fa era escluso e ritenuto pericoloso oggi è «una necessità alla quale non ci si può sottrarre». In troppi continuano a vedere solo orizzonti di «soluzione» militare, un mantra debordante sia nei media che nella politica a cui però molti sembrano resistere.
EPPURE, NONOSTANTE il martellamento, un recente sondaggio ha dimostrato ancora una volta la prevalenza nel nostro Paese di un disaccordo con l’invio di armi all’Ucraina. E una rilevazione promossa da Greenpeace evidenzia come la maggioranza (il 55%) degli italiani sia contraria al previsto aumento in spesa militare, con solo il 23% a favore. Dati che indicano come le azioni degli ultimi mesi a sostegno di pace e diplomazia di una larga fetta della società civile si possano considerare come espressione
Leggi tutto: «La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno» - di Francesco Vignarca *
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