VERSO IL VOTO. “O noi o Meloni” sostiene Letta. Uno dei modi più diretti per andare incontro alla sconfitta
O noi o Meloni” sostiene Letta. Uno dei modi più diretti per andare incontro alla sconfitta. In primo luogo perché è sempre un errore – anche in presenza di una legge elettorale dai chiari profili incostituzionali – trattare le elezioni politiche con la logica binaria di un referendum abrogativo. E viceversa. In secondo luogo perché nel frattempo il campo largo, il mantra della segreteria Letta, si è ristretto e spostato sensibilmente a destra. I 5 Stelle ne sono stati esclusi, in osservanza al programma Draghi che dovrebbe costituire il piatto forte della proposta politica del Pd. Non stupisce quindi che Giuseppe Conte abbia subito proclamato l’intenzione dei suoi di “correre da soli”, anche se è lecito ed opportuno chiedersi quanti siano coloro che lo seguiranno dopo gli scombussolamenti e le scissioni di cui quel partito è stato vittima in modo programmato e non per responsabilità del solo Di Maio.
Il tema di colmare lo spazio politico che resta aperto alla sinistra del Pd, torna in modo drammatico, sia per i tempi entro cui siamo costretti, sia soprattutto per l’assenza di una forza politica aggregante, dotata di capacità di egemonia e di massa critica adeguate. Ma piangere sul tempo perduto non serve a nulla. Sono state avanzate su queste pagine proposte che
Leggi tutto: Per la Costituzione ma con una leva in più contro la guerra - di Alfonso Gianni
Commenta (0 Commenti)IL PD INTENDE dialogare con forze che non siano il «trio dell’instabilità» che ha fatto cadere il governo Draghi. Dunque porte chiuse al Movimento 5 Stelle, anche se Letta ci tiene a difendere il lavoro fatto dal suo predecessore al Nazareno Nicola Zingaretti e rivendica il dialogo intrattenuto in questi anni con Conte. «Senza quel lavoro fatto col M5S il governo Draghi non sarebbe mai nato», dice il segretario. Ne ha anche per Forza Italia, che entra nel club degli irresponsabili, ma il cui atteggiamento, secondo Letta, apre spazi di manovra verso il centro, anche perché sottolinea che con i berlusconiani in questi anni il Pd ha «lavorato bene». Il lavoro sporco dello svuotamento del mondo forzitaliota è con tutta evidenza affidato a Carlo Calenda. Ma nel pomeriggio il leader Pd ha incontrato nella sede della fondazione Arel Luigi Di Maio e Beppe Sala. Il sindaco
Commenta (0 Commenti)PATADRAG. Per la destra nodo candidato premier. Il centrosinistra spazia da Fratoianni a Calenda
Enrico Letta e Carlo Calenda - LaPresse
Davvero pronto e preparato ad affrontare la precipitazione elettorale non era nessuno. Nodi da sciogliere di corsa ci sono per tutti ma quelli della destra sono pochi anche se ben intrecciati. Per Giorgia il quesito principale si chiama Giorgia: o c’è il via libera al suo ingresso a palazzo Chigi o ci salutiamo subito e ciao ciao. «Se non riuscissimo a metterci d’accordo su questo non avrebbe senso andare al governo insieme», affonda la Sorella preparando il terreno per il vertice decisivo di domani. Salvini però non ha alcuna intenzione di impantanarsi da subito: «Lasciamo a sinistra litigi e divisioni. Chi avrà un voto in più avrà l’onore e l’onere di indicare il premier». Del resto, questi sono problemi che si pongono, se del caso, il giorno dopo le elezioni e a seconda del quadro reale che si ha di fronte, non da prima per farsi danno da soli. Le cose saranno meno facili quando domani si tratterà di comporre l’altro e ben più urgente dissidio, quello sulla composizione della lista maggioritaria, se sulla base delle percentuali rilevate dai sondaggi come nel 2018 oppure «alla romana»: 33% per uno. Si vedrà domani pomeriggio.
PER IL PD la situazione è molto più difficile e confusa: come si fa a recuperare una strategia messa a punto per anni e distrutta nel giro di qualche ora? Provando a inventarsene un’altra a spron battuto: il vecchio Ulivo, o una sua riproposizione che solo le urne diranno se fuori tempo massimo o meno. Al centro, come la Quercia che fu, il listone Democratici e Progressisti. Trattasi del Pd, con le consonanti al contrario, però con l’Art. 1 di Speranza, i cattolici di Demos, forse i socialisti e i civici di Pizzarotti a insaporireil piatto forte. Intorno il Cocomero composto da Sinistra Italiana ed Europa Verde da un lato, Azione e + Europa di Calenda-Bonino dall’altro.
FACILE A disegnarsi, un po’ meno a costruirsi ma
Leggi tutto: Letta ora svolta al centro: un Ulivo a trazione moderata - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)SINISTRA. I capitoli di questo nuovo libro non sono tutti scritti, ma molti si: un nuovo modello energetico rinnovabile ed efficiente, acque, suolo e aria beni comuni da tutelare, una nuova mobilità più collettiva e intermodale solo per citarne alcuni.
“Che cosa aspetti amico per capire” si cantava con allegria nel 68. Allora c’era da capire la voglia di cambiare il mondo per renderlo migliore e tanta era la fiducia diriuscire a convincere gli indecisi. Oggi è un appello quasi disperato perché si stenta a capire che il buco nero del cambiamento climatico sta inghiottendo la specie umana, sgretolando le condizioni stesse che le permettono di vivere. L’attesa rischia di essere troppa per fermare i tanti eventi estremi che ci colpiscono, troppa non solo in quel piccolo lembo di terra che è l’Italia, ma nel mondo intero. Qui da noi però la sordità è intrisa di cinismo, oltre che di interessi vergognosi. Cosa ci sia da capire non è tanto complicato se solo si smettesse di mentire chiamando
Leggi tutto: Perché la battaglia ambientalista può unire contro le destre - di Massimo Serafini
Commenta (0 Commenti)L'ATTESO IMPREVISTO. Una normativa cogente degli affari correnti non c’è. Mattarella ricalca il contenuto tipico di tali direttive, come quella adottata da Conte il 26 gennaio 2021
Strana, imprevedibile, folle, irresponsabile, incomprensibile, sconcertante, improvvida. Sono – senza pretesa di completezza – gli aggettivi rivolti alla crisi del governo Draghi. Ma in realtà il copione era scritto da tempo, almeno a partire dalla turbolenta rielezione di Mattarella al Colle. E l’ultimo atto arriva ora con lo scioglimento delle Camere disposto dal capo dello Stato, e con il voto – a quanto si dice – il 25 settembre.
Il documento in nove punti presentato da M5S ha determinato un piano inclinato sul quale fermare la corsa verso la crisi è stato alla fine impossibile. La diffida ad adempiere consegnata a Draghi non poteva che sollecitare altri partner di maggioranza a presentare le proprie richieste, dai balneari ai tassisti ai cinquanta miliardi nelle tasche degli italiani. La principale chiave di lettura la troviamo allora in queste parole di Draghi in Senato: “Non votare la fiducia a un Governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro … Non è possibile contenerlo, perché
Leggi tutto: La via della crisi torna nell’alveo extraparlamentare - di Massimo Villone
Commenta (0 Commenti)PATADRAG. Nulla nel marasma andato in scena, in diretta tv, può riferirsi a una normale dialettica politica. Non perché non siano state rispettate le formule della democrazia parlamentare, ma perché l’ultimo fotogramma della crisi immortala il progressivo spappolamento e avvitamento del nostro sistema politico
Votazione della fiducia al governo a Palazzo Madama. - Ap
Con l’uscita di scena della terza maggioranza di governo della legislatura, l’Italia corre verso le urne più per caso che per scelta. Il paese rotola verso il voto con l’imbarazzante spettacolo finale del non voto di 5Stelle, Lega e Forza Italia alla mozione di fiducia posta da Draghi in Senato (formalmente ottenuta con 95 sì e soli 38 no). Si chiude una crisi di governo e inizia una campagna elettorale senza rete dentro la tragica escalation bellica e le gravissime emergenze sociali.
Nulla nel marasma andato in scena, in diretta tv, può riferirsi a una normale dialettica politica. Non perché non siano state rispettate le formule della democrazia parlamentare, ma perché l’ultimo fotogramma della crisi immortala il progressivo spappolamento e avvitamento del nostro sistema politico. Di cui Draghi è, nello stesso tempo, causa e effetto,
Leggi tutto: Sotto le ceneri della legislatura - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)