La distanza tra il Palazzo e la piazza si riduce mettendo al centro i bisogni reali delle persone. Buona occupazione, salari dignitosi, fisco più equo: la politica riparta da qui
Se volessimo tracciare la distanza esatta tra la politica e i cittadini, l’unità di misura sarebbe il lavoro. Più l’occupazione è precaria e insicura, più il lavoratore è sfruttato e sottopagato, più il solco si allarga. E diventa voragine. Talmente profonda che paradossalmente appare invisibile. Alimentando a sua volta assuefazione, che sfocia in due sentimenti contrapposti: in pericolosa rassegnazione o in drammatica rabbia sociale.
Chi non vede o, peggio, fa finta di non vedere la realtà, è corresponsabile di questa deriva. È colpevole di una rottura, in atto da tempo, tra rappresentazione sociale e rappresentazione politica. Dove il lavoro non è considerato una priorità, un valore. Non è più al centro, ma ai margini di una società che fatica a vivere il presente, figuriamoci a immaginare un futuro.
Bisogna invertire questo trend, riportare la cultura del lavoro all’interno del dibattito pubblico. Ricucire la distanza con il Paese reale. È da questo assunto che nasce “Il lavoro interroga”, un’iniziativa unica nel suo genere con la Cgil a dialogare insieme ai segretari e rappresentanti dei partiti. Un confronto schietto per chiedere conto su questioni concrete, che incidono quotidianamente sulla vita delle persone.
SULTANATO. «Russia la minaccia più diretta», «il nucleare Usa la garanzia», «aumentare le spese»: lo Strategic Concept della nuova Alleanza
Il leader internazionali all’apertura del vertice Nato di Madrid - Ap
La Nuova Nato Globale è una realtà, firmata nero su bianco in calce al documento chiamato Strategic Concept 2022. Più armi, uomini, mezzi, molti più soldi, molto più mondo ed extramondo da pattugliare (già, ci sono anche lo spazio e il cyberspazio). Al vertice dell’Alleanza atlantica di Madrid si è ridisegnato un pezzo dell’equilibrio militare del pianeta. Il “nostro” pezzo.
TUTTO CIÒ ha dei costi, naturalmente. Si comincia con la pelle dei curdi, una lista di 33 estradabili sacrificati alla Turchia di Erdogan, che li ha pretesi – insieme a molto altro – per togliere il proprio veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza. Solo qualche anno fa i curdi erano i nostri eroici difensori contro il Male delle colonne dell’Isis. Oggi il Male è qualcun altro e i difensori non servono più, erano già fuggiti in gran numero in Finlandia e in Svezia, così come i turchi che Erdogan ha accusato di aver preso parte al tentato golpe del 2016 contro di lui. Credevano di andare nella terra di Olof Palme e invece sono finiti nella colonia di Jens Stoltenberg. Lo stesso segretario generale della Nato condannò vigorosamente il tentativo di colpo di stato in Turchia – e non condannò mai le tremende purghe scatenate da Erdogan, che durano tutt’ora. Ma il doppio standard è la cifra stilistica dell’intera Alleanza.
STOLTENBERG incassa un
Leggi tutto: Svezia e Finlandia per la pelle dei curdi, nasce la Nato globale - di Roberto Zanini
Commenta (0 Commenti)CRISI UCRAINA. Le conclusioni del summit in Baviera. Resta in discussione l’idea di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, ma è «un progetto ambizioso, c’è ancora molto lavoro da fare» ha ammesso il cancelliere Olaf Scholz
Il tavolo del G7 a Elmau, in Baviera - Ap
L’incertezza domina nel mondo, la guerra in Ucraina (e le sue conseguenze sull’energia, l’inflazione e la minaccia alimentare), la crisi climatica, le ingiustizie e i drammi dei rifugiati, tutto concorre a rendere poco visibile l’evoluzione in corso. Questa incertezza è rispecchiata nel comunicato finale del G7, che si è concluso ieri a Elmau in Baviera. Il prossimo appuntamento è tra un anno in Giappone, a Hiroshima.
I capi di stato e di governo dei sette grandi, che tanto “grandi” non sono più rispetto al peso del resto del mondo (solo un decimo della popolazione, meno del 50% del pil mondiale) e che si ritrovano da oggi a Madrid con gli alleati della Nato per un vertice “storico” dell’Alleanza, non hanno fatto passi indietro rispetto agli impegni presi con l’Accordo di Parigi e alla Cop26 a Glasgow, rilanciano il “Club del clima” mondiale, ma sono accaparrati dall’immediato: la guerra in Ucraina e la necessità di aumentare i costi dell’aggressione per la Russia di Putin, perché Mosca «non approfitti della posizione di produttore di energia», sono un filo rosso che attraversa tutto il comunicato finale.
Come far fronte all’effetto delle sanzioni alla Russia che stanno spingendo verso l’alto i prezzi dell’energia? Il G7 non è giunto a nessuna
Leggi tutto: Tetto al prezzo dell’energia, il G7 non trova la soluzione - di Anna Maria Merlo
Commenta (0 Commenti)IN CONTROLUCE . La verità è che il centrosinistra ha davanti una strada in salita. Perché il modello civico locale che ha prevalso in queste elezioni amministrative, espressione di una cittadinanza costruita fuori dalle burocrazie partitiche, difficilmente sarà replicabile a livello nazionale, e di sicuro non con unioni elettorali posticce.
Quando parlano di una politica tra la gente, quando sottolineano la valenza del cambiamento che li impegna, si capisce che siamo di fronte a persone per bene, autonome dai padrinaggi, seriamente intenzionate a scardinare le pesanti logiche di potere delle rispettive città. I volti e le parole dei neosindaci di Catanzaro e Verona, Nicola Fiorita e Damiano Tommasi, spiegano bene le ragioni del loro consenso.
Ci credono. Ci provano. Rappresentano la versione migliore, perché connotata socialmente, di quel campo largo che ora tutti i frontman di piccole formazioni stiracchiano e rivendicano allo scopo di sedersi al tavolo del gioco nazionale, possibilmente cancellando l’alleanza tra un rassicurato Pd e uno spaesato M5Stelle.
L’affermazione (diciamo la verità: inaspettata) di questi cittadini, credibili e rappresentativi, giustamente raccoglie la soddisfazione del segretario del Pd che si gode il risultato delle urne avendo partecipato ai ballottaggi come
Leggi tutto: Le sabbie mobili del campo largo - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)Nella città scaligera harakiri del centrodestra (leggi). Le liti tra Lega, Fdi e Fi premiano il centrosinistra anche a Parma (leggi). La coalizione guidata del Pd prende anche Monza, Alessandria, Piacenza, Catanzaro e si conferma a Cuneo. Letta: "Risultato che ci rafforza per le politiche". Al centrodestra pure Barletta e Frosinone. Affluenza al 42%
Sette sindaci al centrosinistra, 4 al centrodestra, 2 alle liste civiche. E’ questo il nuovo quadro venuto fuori dal turno di ballottaggio. Con cinque comuni che cambiano amministrazione da centrodestra a centrosinistra (Verona, Monza, Alessandria, Piacenza e Catanzaro) e uno da centrosinistra a centrodestra (Lucca).
Gorizia rimane al centrodestra
Como passa dal centrodestra a un’amministrazione sostenuta da liste civiche
Monza dal centrodestra passa al centrosinistra
Verona dal centrodestra passa al centrosinistra
Alessandria dal centrodestra passa al centrosinistra
Cuneo rimane al centrosinistra
Parma dalla giunta Pizzarotti (ex M5S) al centrosinistra (sostenuto dallo stesso movimento del sindaco uscente)
Piacenza dal centrodestra al centrosinistra
Lucca dal centrosinistra al centrodestra
Viterbo da centrodestra a civica
Frosinone rimane al centrodestra
Barletta dopo il commissariamento viene riconfermato il sindaco che si era dimesso nell’ottobre del 2021
Catanzaro dal centrodestra al centrosinistra
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Commenta (0 Commenti)IL MOMENTO DI REAGIRE. Negli undici Stati in cui l’aborto è già limitato o vietato vivono circa 70 milioni di persone e dunque è immensa la popolazione femminile che per ottenere un diritto dovrà ora rischiare la vita. Come accadeva in Italia con migliaia di donne uccise dai ferri di calza.
Manifestazione davanti alla Corte suprema degli Usa - Ap
Negli anni ’70, in Italia, le donne che volevano abortire avevano due possibilità. O affidare la propria vita alle mammane che praticavano l’aborto clandestino, o prendere un aereo per pagarsi l’intervento nelle cliniche di Londra. Una condizione che selezionava il bisogno secondo la classe sociale di appartenenza.
La lunga, inarrestabile e alla fine vincente, battaglia per conquistare la libertà di scegliere se e quando avere un figlio, ha segnato uno spartiacque sociale (con la legge sull’aborto gratuito e assistito), politico (la divisione tra partiti pro e contro), antropologico (l’autodeterminazione del nuovo soggetto femminista, protagonista dell’unica rivoluzione italiana). Che nessuno potrà rimettere in discussione, anche se, alla luce dei fatti americani, c’è chi, anche nel nostro paese, plaude alla sentenza della Corte suprema americana, sfoderando vecchi arnesi della propaganda antiabortista.
Con tutte le differenze del caso, è la realtà che oggi attende le donne statunitensi, di colpo private della legge-ombrello federale. Dovranno
Leggi tutto: I crociati della preistoria - di Norma Rangeri
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