DOPO LO STRAPPO IL RISCHIO DI ELEZIONI IN AUTUNNO.
Sergio Mattarella e Mario Draghi - LaPresse
«Il Paese è sull’orlo del baratro. Il M5S è l’unica forza che incalza il governo su questa emergenza. È responsabilità far finta di non vedere? Siamo disponibili a collaborare con il governo. Non a concedere una cambiale in bianco. Non possiamo che agire con coerenza o il Pese non capirebbe. Al Senato domani non parteciperemo al voto. Chi ci accusa di irresponsabilità deve guardare al suo cortile».
Dopo le 12 ore più surreali nella storia politica italiana, dopo ore di indecisioni, ripensamenti ed esitazioni, Giuseppe Conte ha scelto di andare avanti anche a costo di rischiare la crisi
Sul piano del metodo c’è una novità, sul piano dei contenuti a oggi non abbiamo risposte. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi tra i sindacati confederali e il primo ministro Mario Draghi a cui hanno partecipato anche i ministri Orlando (Lavoro), Giorgetti (Sviluppo economico), Brunetta (Funzione pubblica) e Patuanelli (Politiche agricole).
L’incontro era stato fissato per discutere della situazione economica e delle misure per contrastare gli effetti della guerra in Ucraina, a partire dall'aumento delle bollette di luce e gas. Sul tavolo anche i temi fiscali, del mercato del lavoro e delle pensioni.
Superare la precarietà, rinnovare i contratti, aumentare i salari e contrastare la povertà. Dal tavolo di oggi a Palazzo Chigi, Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo un'inversione di marcia e un piano serio per ridare ossigeno ai lavoratori e alle loro famiglie
Foto: Marco Merlini
“Molte persone in Italia, pur lavorando, non arrivano alla fine del mese”. Maurizio Landini da tempo lo sta dicendo in ogni dove: nelle assemblee coi lavoratori, nelle iniziative in cui è invitato, sulla stampa. Questa mattina lo dirà direttamente al premier Mario Draghi che ha convocato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Chigi. Un incontro atteso da tanto, troppo tempo. L’ultimo tavolo, lo scorso 2 maggio. Due mesi in cui la situazione economica e sociale nel Paese si è aggravata ulteriormente e che se non si interviene in modo serio rischia di essere solo l’antipasto di un autunno bollente.
Il leader della Cgil lo ha ripetuto pochi giorni fa intervenendo alla
Mauro Biani: "Viviamo immersi nella contraddizione, metterlo in evidenza è il lavoro di chi fa satira. Si può scherzare su tutto, ma bisogna saperlo fare" Vignettista, illustratore, blogger, Mauro Biani disegna ogni giorno il mondo in cui viviamo, mettendone in evidenza con ironia e profondità le contraddizioni più ancestrali e difficili da superare e, prima ancora, da vedere. Oltre a pubblicare le sue vignette su diverse testate nazionali, dal 2020 collabora con Atlantide - Storie di uomini e di mondi, il programma condotto da Andrea Purgatori su La7. Il suo tratto distintivo è diventato un riferimento riconoscibile e atteso, che segue e commenta quotidianamente l'attualità.
Mauro Biani, stiamo vivendo un’estate calda, sotto tutti i punti di vista. Come sintetizzeresti questo momento storico con un’unica immagine? A volte nei miei disegni io prendo come interlocutore il mondo, la terra. Qualche tempo fa mi è capitato di disegnare la crisi climatica attraverso la rivisitazione di una vignetta di Giuseppe Scalarini, un grandissimo disegnatore del primo dopoguerra, che era anche un pacifista e un socialista non interventista. Tra le sue molte vignette sulla guerra, ce n'era una che raffigurava una donna distrutta, appoggiata sulla canna di un cannone. Io l'ho rivisitata disegnando il cannone come se stesse puntando- o sparando- il mondo, che poteva essere al tempo stesso il soggetto colpito dal cannone oppure la palla esplosa dal cannone. Ecco, sceglierei questa vignetta per disegnare questo tempo presente.
WORKFARE ALL'ITALIANA. Il numero delle persone che si trovano in una condizione di «povertà assoluta» in Italia è quasi triplicato tra il 2005 e il 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni. Le famiglie che si trovano in questa condizione sociale sono raddoppiate da 800 mila a 1,96 milioni. Lo sostiene il Rapporto annuale dell'Istat secondo il quale la povertà assoluta colpisce tre volte di più i minori e i giovani tra i 18 e i 34 anni. Ritratto di un paese costruito sulla precarietà di massa, l’insicurezza sociale e contrattuale, le disparità crescenti dei redditi peggiorati dall’inflazione galoppante. E la politica polemizza ferocemente sul ruolo del «reddito di cittadinanza» nel 2020. Per l’Istat avrebbe impedito l’aumento di 1 milione di poveri. Il problema è che ciò è avvenuto nel 2021
Italia, in un Caf - Ansa
Il rapporto annuale 2022 dell’Istat è passato ieri alle cronache per la consueta disfida ideologica sul «reddito di cittadinanza» tra i populisti compassionevoli (Cinque Stelle, Pd e sinistre) che difendono l’operato del governo «Conte 2» (e quello precedente) e i paternalisti neoliberisti (destre varie da Fratelli d’Italia a Italia Viva) che vogliono abolirlo,
LA GUERRA DI BORIS. Johnson, non cade infatti sulla guerra. Certo, per la sua linea oltranzista sull’invio di armi anche quelle più pesanti e a lungo raggio per «colpire anche il territorio russo», è di sicuro più popolare a Kiev che a Londra, ma se si dimette è per i nodi strutturali della crisi della sua leadership e del processo democratico britannico.
Boris Johnson - Ap
Troppi scandali, troppe bugie, più la sconfitta dei conservatori nelle ultime importanti suppletive, tassazione iniqua, difficoltà di tenuta della compagine del Regno Unito dopo la Brexit, se la Scozia torna a riproporre un referendum per l’indipendenza e soprattutto se è tutt’altro che risolto il nodo spinoso ed esplosivo del «confine» nord-irlandese. Non è bastato alla sua governance il legame anti-Ue e transatlantico con gli Stati uniti e l’essere stato il paladino della secessione dall’Europa. Della quale, sui migranti, ha emulato la cacciata, esternalizzando gli esseri umani in Paesi africani.
Alla fine, travolto da quello che non si era mai visto a Londra, vale a dire più di 50 membri del suo governo, dai ministri ai portaborse, che