MEDITERRANEO. 18 Ong del mare attaccano il decreto Piantedosi. Critiche anche Asgi, Libera e Cgil: regole sbagliate che faranno aumentare i morti
Un soccorso in mare operato dalla Ocean Viking - Ap
«I Paesi membri devono rispettare la legge internazionale e la legge del mare: salvare vite in mare è un obbligo morale e legale». Lo ha ribadito ieri la portavoce della Commissione Ue Anita Hipper, pur sottolineando come non spetti all’Unione analizzare il contenuto del decreto Piantedosi, firmato il 2 gennaio scorso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La netta presa di posizione di Bruxelles è arrivata nella stessa giornata in cui 18 Ong hanno fatto appello alle istituzioni europee affinché reagiscano con fermezza alle nuove norme che ostacoleranno, per l’ennesima volta, le attività di soccorso nel Mediterraneo centrale. Il comunicato congiunto è stato sottoscritto da tutte le organizzazioni non governative impegnate a vario titolo nei soccorsi in mare, con l’eccezione di Sos Mediterranée che ha pubblicato un suo testo dai contenuti simili ma a firma singola.
Le Ong sostengono che il decreto «ridurrà le capacità di soccorso in mare e renderà ancora più pericoloso il Mediterraneo» e che «contraddice il diritto marittimo internazionale, i diritti
Commenta (0 Commenti)Un 2023 di scontro
Si preannuncia un anno difficile per la nostra Costituzione: da un lato, l’esplicita volontà dell’attuale maggioranza di sfigurarne il volto, dall’altro, l’incapacità di organizzare una valida controffensiva. Le intenzioni degli aggressori sono note: eleggere direttamente il Capo dello Stato e trasferire vaste competenze in tema di diritti fondamentali dallo Stato centrale alle Regioni. Riforme profonde che ci consegnerebbero ad una nuova Repubblica.
Di fronte a questo scenario si poteva sperare in un’opposizione compatta. Non è così. Non solo per la prevedibile distanza da chi esprime la medesima cultura della destra. La richiesta di eleggere il «sindaco d’Italia» dimostra da che parte sta il terzo polo. Divisioni, incertezze, a volte ipocrisie si riscontrano anche tra coloro che hanno affermato di volersi «opporre in tutti i modi» alle riforme annunciate.
Le ragioni di tale imbarazzo sono scritte nel loro passato. Tralasciando i precedenti craxiani e le vicende
Leggi tutto: L’attacco alla Costituzione, e la sinistra non c’è - di Gaetano Azzariti
Commenta (0 Commenti)REGIONALI. Tra i firmatari il nobel Parisi, Christian Raimo e Luciana Castellina. L’economista: la destra attacca il welfare, bisogna tentare di fermarla
Un tweet di Fabrizio Barca, a cavallo del Capodanno, scatena la rivolta dei tanti che non accettano il suicidio del centrosinistra alla regionali del Lazio. «Pd e M5S nel Lazio siete grotteschi. Chiudetevi in una stanza. Datevele di santa ragione. Trovate un punto di caduta», scrive l’economista. «Accordatevi su 5 obiettivi, concordate una bella giunta. E uno o una dei due candidati si ritiri e faccia il numero 2 dell’altra o altro. Non diteci che è impossibile».
IL TWEET FA OLTRE 50MILA visualizzazioni. Partono
Commenta (0 Commenti)COMMENTI. Nel 2022 ben 22 banche centrali, con la Bce, hanno alzato i tassi: il costo della vita sarà più alto. I governi subalterni ai banchieri. Sulle politiche monetarie la sfida dei parlamenti
Parafrasando il celebre testo biblico potremmo chiedere «Banchiere, a che punto è la notte?», ma rischieremmo di ricevere la stessa risposta che la sentinella nel sacro testo fornisce al suo angosciato interlocutore: «Viene la mattina, e viene anche la notte. Se volete interrogare interrogate pure; tornate e interrogate ancora».
Il fatto che in queste settimane compaiano libri e testi teatrali – tra gli altri, un saggio di critica alla geopolitica di Isidoro Mortellaro e un pièce teatrale scritta e interpretata da Nichi Vendola – che fanno, ognuno per suo conto, riferimento a questo interrogativo senza risposta, ci dà, forse più di ogni altra cosa, la dimensione nella quale viviamo. La cifra dell’anno che verrà, non solo dal punto di vista economico di cui principalmente qui ci si occupa, è segnata da un’elevata incertezza. Non è una novità assoluta. In effetti più di cinquant’anni fa Hyman Minsky scriveva che «la differenza essenziale tra l’economia keynesiana e l’economia sia classica che neoclassica è l’importanza attribuita all’incertezza», includendo nell’economia neoclassica anche il tentativo di normalizzazione del pensiero keynesiano cominciato da subito con un famoso articolo di John Hicks del 1937.
Ma è indubbio che «l’economia del disastro», per tornare a citare Minsky, abbia accorciato negli ultimi tempi l’intervallo fra una crisi e l’altra. Secondo alcuni economisti (ad esempio Janet Yellen) gli ultimi tre anni contrassegnati dalla pandemia e dalla guerra in Europa, dove non sono ancora stati smaltiti gli effetti della crisi economico-finanziaria del 2008, «saranno visti come un periodo di instabilità unico nella nostra storia moderna». Previsione azzardata, proprio perché questo periodo appare tutt’altro che concluso. Se guardiamo alla guerra, l’esile fiammella dell’apertura di un processo di pace sul versante russo-ucraino è subito accompagnata dal surriscaldamento delle tensioni al confine fra la Serbia e il Kosovo. Come a sottolineare che ormai la guerra entro il continente europeo è considerata un’opzione sempre possibile, quasi normale. Se guardiamo alla situazione economica e finanziaria e cerchiamo di fare una media tra le valutazioni dei più autorevoli economisti, dei grandi operatori finanziari e manager di multinazionali, i famosi funzionari del capitale, l’ipotesi più probabile per il 2023 è quella di una recessione strisciante.
Solo i più ottimisti si pronunciano
Leggi tutto: Il 2023 sarà l’anno della recessione strisciante - di Alfonso Gianni
Commenta (0 Commenti)2022, L'ANNO NERO. Una guerra che nessuna cancelleria credeva possibile fino al giorno dell’invasione. Un’inflazione al galoppo che nessuna banca centrale prendeva sul serio. Una pandemia che torna in prima pagina con il […]
Una guerra che nessuna cancelleria credeva possibile fino al giorno dell’invasione. Un’inflazione al galoppo che nessuna banca centrale prendeva sul serio. Una pandemia che torna in prima pagina con il testa-coda cinese sulle misure per contenerla. Manca giusto qualche evento estremo (alluvioni e siccità) e la lista dell’orribile 2022 potrebbe essere completa.
Da dieci mesi viviamo l’orrore quotidiano scatenato da Putin contro il popolo ucraino. Dieci mesi di barbarica invasione, atroci crimini di guerra, il più grande esodo di cittadini europei inseguiti dalle bombe, una popolazione civile come principale, dichiarato, persino ostentato obiettivo bellico. E ancora non si vede uno spiraglio per un cessate il fuoco che possa avviare una trattativa di pace.
Se restiamo con lo sguardo sul mondo, un altro regime insanguina il suo popolo, stupra uomini e donne, imprigiona e impicca sulle gru nelle piazze. Un massacro di ragazzi, bambini e donne affamate di libertà, disposte a giocarsi la vita piuttosto che trascorrerla come schiave del medioevale regime degli ayatollah.
Né Putin, né Khamenei, alleati nella guerra ai miscredenti dell’Occidente collettivo, metteranno facilmente fine alle loro atrocità, ma dobbiamo essere convinti che, sia per la criminale invasione putiniana, sia per la repressione assassina iraniana, serve una mobilitazione costante della comunità internazionale, dei movimenti sociali, dei governi.
Se invece volgiamo lo sguardo al nostro paese, siamo costretti a prendere atto di un 2022 nero. In ogni senso. A cominciare dal
Leggi tutto: Il dovere di scegliere la speranza - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)MEDITERRANEO. Intorno alle 20 di ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sull’immigrazione che introduce nuove regole per le navi delle organizzazioni umanitarie attive nel Mediterraneo. Contestualmente a […]
L'ultimo salvataggio della Ocean Viking - Sos Mediterranée
Intorno alle 20 di ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sull’immigrazione che introduce nuove regole per le navi delle organizzazioni umanitarie attive nel Mediterraneo. Contestualmente a un’altra misura analoga che riguarda impianti di interesse strategico e nazionale. In una logica opposta a quella dei «porti chiusi» salviniani, il regolamento garantisce «transito e sosta in territorio nazionale» a condizione che le Ong rispettino sette requisiti. Questi varranno soltanto per i mezzi che effettuano attività di ricerca e soccorso di natura sistematica. In caso di violazioni sono previste multe fino a 50mila euro, il sequestro dei mezzi, fino alla confisca.
L’OBIETTIVO PRINCIPALE del governo è quello di impedire alle organizzazioni umanitarie di realizzare più soccorsi durante la stessa missione. Per questo il porto di sbarco va chiesto nell’immediatezza del primo intervento e raggiunto senza ritardo. Inoltre le modalità di ricerca e soccorso non devono aggravare situazioni di pericolo a bordo – tradotto: le navi non devono continuare a pattugliare le acque internazionali davanti la Libia con i naufraghi a bordo – e nel caso di operazioni plurime queste devono rispettare l’obbligo di notifica e quell
Leggi tutto: Decreto Piantedosi sulle Ong. Multe, sequestri e confische - di Giansandro Merli
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