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Nella smania di colpire i più ricchi e di porre mano, finalmente!, ad una minima redistribuzione di reddito, qualcuno nel Governo si è inventato una misura rivoluzionaria che colpisce una delle categorie notoriamente “privilegiate” d'Italia: le vedove (e i vedovi) che fruiscono della pensione di reversibilità.

Dunque, secondo il disegno di legge depositato in Commissione alla Camera, la pensione di reversibilità uscirebbe dalla previdenza per entrare nell'assistenza e, con questo piccolo escamotage, sarebbe assoggettata all'Isee che, com'è noto, fa riferimento alla situazione economica familiare e non individuale.

Facile prevedere che la platea dei beneficiari si ridurrebbe drasticamente e, a non percepire più la reversibilità, sarebbero per lo più donne rimaste vedove... quelle stesse donne che hanno un reddito previdenziale inferiore del 30% medio a quello dei maschi e che spesso, riescono a vivere dignitosamente proprio grazie alla quota di pensione del marito, quando questi viene a mancare.

Altrettanto facile prevedere che avremmo un drastico aumento delle donne anziane povere (e sole): come se non bastasse il dato della povertà che già oggi colpisce milioni di persone nel nostro Paese.

C'è da riconoscere che si tratterebbe di un doppio capolavoro: da una parte si aumenterebbe la confusione tra previdenza e assistenza, spostando pezzi della prima nella seconda; dall'altra si colpirebbero finalmente le donne che vivono troppo a lungo e vogliono pure la pensione del marito defunto!

Bologna 15.02.2016

 

Hera appalta la gestione dei rifiuti preoccupazioni e interrogativi

 

E' stata la presa di posizione della Cgil e delle categorie sindacali interessate a far sapere, anche ai non addetti ai lavori, che Hera aveva aperto una gara per l'affidamento di una parte dei servizi legati alla gestione della raccolta e trasporto dei rifiuti. Ad aggiudicarsela è stata la società consortile Ambiente 2.0 di Assago (comprende anche la Aimeri ambiente di Rozzano, azienda che pochi mesi fa ha visto alcuni suoi manager dell’area Sud rinviati a giudizio per corruzione e traffico illegale di rifiuti).

La preoccupazione del sindacato riguarda il futuro lavorativo delle circa 500 persone attualmente occupate da una Associazione Temporanea di Impresa composta prevalentemente da aziende e cooperative ravennati.

Hera rassicura, dichiarando che “Una particolare attenzione sarà rivolta alla tutela dei posti di lavoro e dei diritti dei lavoratori”.

Balza comunque agli occhi un’anomalia: la gara, che riguarda una parte dei servizi complessivi affidati oggi ad Hera, è stata assegnata il 20 gennaio scorso e prevede il passaggio alla nuova azienda a partire dal 1° marzo per un periodo di due anni. Ma tra pochi mesi tutto il servizio di gestione dei rifiuti dovrà essere messo a gara. Una nuova assegnazione complessiva che effetti avrebbe sul recente affidamento ad Ambiente 2.0?

Viene da pensare che Hera sia già certa di vincere la prossima gara e quindi decida già oggi anche per il dopo, cosa che evidentemente non dovrebbe essere possibile.

Non dovrebbe, ma purtroppo sono tanti gli esempi che dimostrano come, sui servizi pubblici locali, conti più la volontà di Hera (altrove di altre multiutility) che quella delle Amministratori locali alle quali compete la responsabilità istituzionale di governare questi servizi per i cittadini, oltre che di essere azioniste, e quindi proprietarie per le rispettive quote, di Hera.

La prossima definizione del bando per la gara europea, in particolare dopo la nuova Legge regionale sui rifiuti, dovrà essere l'occasione per adottare criteri coerenti con i nuovi obiettivi di riduzione dei rifiuti non riciclati, tali da garantire la qualità del servizio e salvaguardare l'occupazione e i diritti dei lavoratori.

Ad oggi non resta che prendere atto della “clausola sociale” che dovrebbe salvaguardare i lavoratori attualmente occupati.

Tuttavia la precisazione di Hera sul fatto “che l'assunzione dei lavoratori e le contrattazioni contrattuali sono di pertinenza dell'azienda cessante e dell'azienda subentrante e delle relative rappresentanze sindacali”, suona come uno scaricabarile che non può far stare tranquilli: se la società Ambiente 2.0 si è aggiudicata l'asta con un ribasso di oltre il 14% come farà a garantire la stessa occupazione, gli stessi trattamenti per i lavoratori e la stessa qualità del servizio?

Faenza, 14 febbraio 2016

 

L’Altra Faenza

 

Apprendiamo da una comunicazione di Confcooperative che 

“Lunedì 15 febbraio alle ore 15.30 a Faenza (Ravenna), presso la sede di Caviro (Via Convertite 12), è in programma la visita del Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. Al Ministro verrà illustrata l'attività del Gruppo Caviro con una visita alla Distilleria e alla Centrale Termica, con illustrazione anche dei progetti e dell'evoluzione normativa”.

 .........a tal proposito ci permettiamo di inviare al Sig Ministro la lettera aperta allegata a nome del Circolo legambiente Faenza insieme ad altre associazioni impegnate sul territorio per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente .

grati per l'attenzione . cordiali saluti 

La Lettera Aperta

Gentile Sig. Ministro,

apprendiamo da una comunicazione di Confcooperative che “Lunedì 15 febbraio alle ore 15.30 a Faenza (Ravenna), presso la sede di Caviro (Via Convertite 12), è in programma la visita del Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. Al Ministro verrà illustrata l'attività del Gruppo Caviro con una visita alla Distilleria e alla Centrale Termica, con illustrazione anche dei progetti e dell'evoluzione normativa”.

Sappiamo che tra i progetti di Caviro (e di Enomondo, società partecipata insieme ad Hera) vi è quello di un ampliamento dell'attività di combustione, attualmente alimentata da biomasse provenienti da residui di lavorazione e importate (anche da luoghi molto lontani), oltre che da rifiuti (Cdr, Css, sovvalli).

Nel nostro territorio vi sono almeno quattro impianti industriali (distillerie, oleifici, centrali termoelettriche, ecc.) che contribuiscono ad aggravare, con le loro emissioni, la già pesante situazione della qualità dell'aria della pianura padana. Fumi e cattivi odori caratterizzano da tempo alcune aree del faentino, tanto che Faenza rischia di essere conosciuta più per questo, che per le proprie eccellenze, territoriali, produttive, artistiche e culturali.

Ricordiamo che in una recente delibera del Comune di Faenza, si legge: In ambito provinciale è stato raggiunto, in termini di energia autorizzata, l'obiettivo di produzione di energia da fonte rinnovabile fissata dal PAESS provinciale per cui occorre perseguire l'obiettivo di non provocare emissioni aggiuntive in atmosfera in raccordo con l'indirizzo del Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria (PRQA), che classifica Faenza come agglomerato ove occorre predisporre piani d'azione a breve termine per il miglioramento della qualità dell'aria.

Per questi motivi auspichiamo che sia Lei, Sig. Ministro, a fare una “illustrazione” ai dirigenti di Caviro su qual'è e quale dovrebbe essere “l'evoluzione normativa” necessaria per attenuare questi impatti, e non invece che siano loro a chiedere di modificare in senso più permissivo le norme ambientali, o addirittura facciano richiesta di ulteriori incentivi, oltre a quelli di cui già godono.

Grati per l’attenzione , inviamo i nostri più cordiali saluti

Faenza 13 02 2016

Comunicato Stampa

Il MIC (Museo internazionale delle Ceramiche) torna ciclicamente ad animare il dibattito politico e culturale in città. Non può essere che così, vista la sua rilevanza per l’immagine complessiva di Faenza e per la cospicua posta di spesa nei bilanci del Comune.

 

Dopo dieci anni al vertice dell’istituzione, Pier Antonio Rivola sta per lasciare l’incarico. In Consiglio comunale ha portato le sue ragioni, ha ripercorso il significato della sua gestione e ha lamentato problemi non da poco dovuti a come il MIC è stato ristrutturato. Dai banchi della maggioranza è stato trattato con scarso rispetto (lo stile del renzismo fa scuola anche in periferia!).

Tocca ora al suo successore Eugenio Emiliani e al nuovo CdA presentare un progetto realistico e coraggioso, affermare se si intende avviare un nuovo corso oppure muoversi su una linea di continuità. Verrà rilanciata l’idea di fare del MIC un valore strategico per Faenza in chiave culturale, turistica ed economica? E se sì, su quali basi? E’ realistico proporsi di tagliare il contributo pubblico e puntare su finanziatori privati avendo presenti lo stato dell’economia e delle fondazioni bancarie? Sarà avviato un percorso per mettere in rete – o in sinergia come si usa dire – i diversi istituti culturali faentini (Pinacoteca, Biblioteca, Scuola di musica, palazzi storici e altro ancora)? E questi continueranno a disporre di risorse assolutamente inadeguate?

In tutto ciò il ruolo del sindaco è decisivo: sua è la discrezionalità nella nomina e quindi l’assunzione di responsabilità sia per la passata gestione e sia per i progetti che il MIC dovrà darsi.

E’ necessario pensare in grande, puntare sulle risorse autentiche della città, gestire istituzioni ed eventi con logiche manageriali e non ragionieristiche. Di occasioni Faenza ne ha già perse fin troppe, basti ricordare ciò che avrebbe potuto rappresentare Enologica per i produttori vitivinicoli e per l’economia del territorio.

 

Faenza, 12 febbraio 2016

 

 

Roma, 12 febbraio 2016                                                                                                                           Comunicato stampa

Referendum trivelle, la società civile scrive al presidente Mattarella:

Non firmi il provvedimento che fissa la data del 17 aprile”

Chiedere al Governo di rivedere il provvedimento in favore di un election day che accorpi il voto alla prossima tornata elettorale delle amministrative e non firmare la deliberazione governativa che istituisce la data del 17 aprile per il voto referendario”. E’ la richiesta rivolta a Sergio Mattarella da associazioni ambientaliste, sociali e studentesche, organizzazioni sindacali, comitati e testate giornalistiche che hanno scritto oggi al presidente della Repubblica in merito alla data fissata ieri dal Governo per il referendum popolare sulle trivellazioni in mare.

Nella lettera inviata al presidente Mattarella, i firmatari ribadiscono le ragioni a sostegno della necessità di un election day che accorpi il referendum alle prossime elezioni amministrative: una “richiesta avanzata da Regioni, parlamentari, associazioni ambientaliste, comitati e rappresentanti della società civile” e ignorata dal Governo, nonostante fosse “un’opzione perseguibile in tempi brevi, adottando lo strumento del decreto legge”.

Il motivo primo per cui avanziamo tale richiesta - si legge nella lettera al presidente della Repubblica - è per favorire e salvaguardare la democrazia e la partecipazione, che dovrebbero caratterizzare un voto popolare, quale quello di un referendum abrogativo, per di più su un tema così importante che riguarda la tutela dell’ambiente e lo sviluppo energetico ed economico del nostro Paese. Stabilire di andare al voto in tempi così ravvicinati di certo non permetterebbe di condurre un’adeguata campagna referendaria e di conseguenza non consentirebbe che gli elettori siano adeguatamente informati sul referendum”.

La decisione del Governo, inoltre, non tiene conto di ulteriori due elementi oggettivamente importanti” prosegue l’appello a Sergio Mattarella. Il primo è di carattere economico: “l'election day è fondamentale al fine di risparmiare una cifra stimabile tra i 350 e i 400 milioni di euro, un quantitativo di denaro pubblico enorme, che potrebbe altrimenti essere impiegato per meglio garantire diritti essenziali alla popolazione italiana”. Il secondo riguarda l’iter dei quesiti referendari. “Dinanzi alla Corte Costituzionale pendono conflitti di attribuzione per altri due quesiti sullo stesso argomento su cui, qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, si potrebbe votare in un’unica data. Diversamente vorrebbe dire che nel 2016 gli italiani potrebbero essere chiamati alle urne fino a cinque volte: per i due referendum abrogativi sulla questione trivellazioni (ad aprile sul primo quesito ed eventualmente, in seguito alla decisione della Corte Costituzionale, per gli altri due), per le elezioni amministrative (primo turno e ballottaggio) e in autunno per il referendum costituzionale. Una simile concentrazione di tornate elettorali determinerebbe un notevole dispendio di risorse, ingenerando, peraltro confusione negli elettori”.

Firmano la lettera al presidente Mattarella: Adusbef, Arci, Coordinamento FREE, Coordinamento nazionale NO TRIV, Cospe, Enpa, Fairwatch, Federazione Italiana Media Ambientali, Filt-Cgil Roma e Lazio, Fiom-Cgil, Focsiv, Fondazione UniVerde, Giornalisti nell'Erba, Green Cross Italia, Greenpeace, Italia Nostra, Kyoto Club, La Nuova Ecologia, LAV, Legambiente, Liberacittadinanza, Link Coordinamento Universitario, Lipu, Marevivo, Progressi, Pro-natura, QualEnergia, Rete della Conoscenza, Rete Studenti Medi, Si alle rinnovabili No al Nucleare, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, Uisp, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, WWF, Altra Trento - Altra Rovereto, CIES, Clima Azione, Club Amici della Terra Versilia, Coalizione Mantovana per il Clima, Gruppo Impegno Missionario di Germignaga, Murales, Oltre La Crescita, Resilienza Verde, RSU Almaviva, Soc. Coop. E’ nostra, TerrediLago.

L’ufficio stampa Legambiente 06 86268399 - 76 - 53

 

In risposta all'articolo uscito il 7 02 2016  sul giornale  Resto del Carlino  : Biomasse , Collina chiede un sostegno

 il circolo Legambiente Lamone  insieme ad altre associazioni ambientaliste del territorio invia una breve nota 

 Grazie per l'attenzione 

Collina, il Senatore lobbista degli inceneritori, dei distillatori e contro le unioni civili


Dopo l'interrogazione, che il "nostro" Senatore, fece a fine ottobre scorso,  volta a sollecitare contributi per i produttori di energia da biomasse;a dicembre è stato approvato il Decreto ministeriale Fer non fotovoltaiche (che al momento è al vaglio di Bruxelles, dopo essere passato in Conferenza Stato-Regioni).

Si tratta di un regalo cospicuo che prevede per gli inceneritori una tariffa incentivante di 119 euro per  MWh, quando per un impianto eolico o a biogas sono previste tariffe meno vantaggiose. Si tratta di un ennesimo, vergognoso, attacco alle rinnovabili, quelle vere e non quelle fasulle che negli anni hanno goduto di benefici come il Cip 6.

Non contento, Collina si è dato da fare per inserire nella legge di stabilità il differimento al 31 dicembre 2017  del pagamento delle accise dovute sui prodotti alcolici sottratti illecitamente, tanto dal guadagnarsi il plauso del presidente di Assodistil  Antonio Emaldi, che ha dichiarato: "Un risultato molto positivo, ottenuto grazie al sostegno del Governo, che ha saputo riconoscere le nostre ragioni, e all'impegno del senatore Stefano Collina";


Poi ha firmato l’emendamento che potrebbe mettere un altro bastone fra le ruote al disegno di legge in discussione al Senato sulle unioni civili, ed infine l'ultimo ordine del giorno, firmato insieme ad un collega di Area Popolare, per sgravare dell'Iva i produttori di energia da biomasse.
Un impegno costante, sempre dalla parte sbagliata.