COMUNICATO STAMPA
APPROVATO IL PIANO ENERGETICO REGIONALE. ACCOLTE PARTI DELLE PROPOSTE PRESENTATE DA CGIL CISL UIL, ENERGIA PER L'ITALIA, LEGAMBIENTE, WWF, SÌ ALLE RINNOVABILI NO AL NUCLEARE
Ieri l'Assemblea Legislativa ha approvato il Piano Energetico Regionale. Già nella fase in cui era possibile presentare "Osservazioni" al Piano sono state accolte diverse proposte presentate disgiuntamente dagli scriventi. Successivamente Cgil Cisl Uil, Energia per l'Italia, Legambiente, WWF e Si alle rinnovabili No al nucleare hanno deciso di presentare congiuntamente nuove osservazioni al Piano, precisando ulteriormente le proposte precedentemente avanzate, presentando il documento: “Regione Emilia Romagna: faccia scelte più coraggiose sui cambiamenti climatici. Si progetti ora il futuro il cui orizzonte è il 100% rinnovabili.
Il Piano approvato assume come riferimento temporale il 2050 e a quella data “la Regione si impegna nei confronti di una decarbonizzazione dell'economia tale da raggiungere, entro il 2050, una riduzione delle emissioni serra almeno dell'80% rispetto ai livelli del 1990. Tale obiettivo dovrà essere raggiunto, in via prioritaria, attraverso una decarbonizzazione totale della generazione elettrica, un progressivo abbandono dei combustibili fossili in tutti i settori, in primo luogo nei trasporti e negli usi per riscaldamento e raffrescamento” (responsabili del 70% delle emissioni climateranti).
Il riferimento al 2050, che noi abbiamo chiesto - anziché il 2030 come precedentemente previsto, cioè tra 13 anni, è indispensabile se si vuole dare immediatamente avvio alla pianificazione degli strumenti e delle misure, e alla loro attuazione, per cogliere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti.
Avevamo proposto di inserire nel piano, apposite agevolazioni fiscali per promuovere gli interventi privati nelle aree del risparmio energetico e della produzione da energie rinnovabili, ma purtroppo questa richiesta non è stata accolta. Auspichiamo che le migliori indicazioni del piano siano coerentemente messe in pratica, a partire dai Piani Triennali di Attuazione.
E’ stato invece istituito su nostra richiesta, un “Tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano” nell’ambito del PTA (Piano Triennale di Attuazione) con la presenza delle parti sociali e delle associazioni ambientaliste, che con cadenza annuale verifichi periodicamente le politiche ed azioni previste nei vari strumenti di programmazione (PER, PRITT, PAIR).
Il PTA è lo strumento operativo del Piano e distribuisce le risorse economiche (in maggioranza fondi comunitari) sulla base di assi di intervento previsti dalla comunità europea e che a nostro avviso essere più efficacemente indirizzate rispetto al passato nei settori della riqualificazione energetica degli edifici e della mobilità sostenibile.
Sulla qualificazione edilizia, urbana e territoriale sono previste, ma dovranno essere ulteriormente incentivate, alcune specifiche sperimentazioni per una riqualificazione energetica di interi edifici, condomini e quartieri (retrofit energetico e adeguamento sismico).
Per la qualificazione delle imprese (industria, terziario e agricoltura), gli incentivi per le diagnosi energetiche dovranno essere subordinati a concreti interventi di efficientemente energetico. In materia abbiamo ravvisato e segnalato che le risorse destinate alla riqualificazione energetica delle piccole e medie imprese non hanno raggiunto nel recente passato gli obiettivi di contenimento delle emissioni clilmalteranti prefissate.
Infine registriamo con soddisfazione che a sostegno dei PAES (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile), dell’utilizzo del bio-metano e sulle comunità solari, sono stati fatti con inserimenti diretti nel Piano, o attraverso Ordini del Giorno, significativi passi avanti.
Dopo l’approvazione del Piano la nostra azione di proposta e di monitoraggio per una regione più sostenibile, come tra l’altro previsto dal Patto per il Lavoro sottoscritto con la Giunta Regionale del luglio 2016, si svolgerà partecipando al “Tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano”, con l'intento di contribuire a raggiungere finalmente al 2050, l’obiettivo della decarbonizzazione regionale.
CGIL CISL UIL ER, ENERGIA PER L'ITALIA, LEGAMBIENTE, WWF, SÌ ALLE RINNOVABILI NO AL NUCLEARE
Bologna, 2 marzo 2017
COMUNICATO
Il giorno 20 febbraio si è svolto al MISE un incontro per fare il punto sull’avanzamento del piano industriale CISA.
La Direzione ha dichiarato:
Che il piano continua anche se con continui aggiustamenti vista la complessità dell’operazione.
Gli investimenti previsti (17 milioni di euro), saranno tutti portati a termine anche se potrebbero slittare in piccola parte nel 2018.
Nonostante le difficoltà del settore costruzioni in Italia -0,7%, CISA è cresciuta del +1.5% sul mercato italiano.
Sono stati confermati i lanci dei nuovi prodotti, (maniglione motorizzato, nuovi cilindri AP4S con assemblaggio sistemi e serratura blindata elettronica), il cui assemblaggio finale, collaudo e distribuzione avverrà nello stabilimento di Faenza. Questi prodotti, assieme ad altre lavorazioni che rientreranno, saranno in produzione entro la fine del primo semestre 2017.
E’ stato potenziato il centro ricerca e sviluppo con assunzioni di nuove figure, la creazione di una nuova sede a CISA1 e la collaborazione con partner esterni (Università di Bologna).
Il trasferimento delle lavorazioni in Polonia è praticamente terminato, ma continuano a esserci grosse difficoltà nel raggiungimento del pieno regime produttivo.
Per quello che riguarda il parco macchine è stato dichiarato che per il momento non saranno vendute a FLEX ma date in comodato d’uso fino a quando non ci sarà la certezza della potenzialità del nuovo fornitore.
Come delegazione sindacale abbiamo esternato le nostre forti preoccupazioni per quanto riguarda l’avanzamento del trasferimento delle lavorazioni a FLEX.
I ritardi nei tempi di consegna creano il pericolo di perdere clienti in un mercato già difficile da mantenere, evidenziando, dal nostro punto di vista, quanto i cambiamenti fatti in corso d’opera creino una seria difficoltà nell’attuazione della ristrutturazione nei tempi previsti e quanto questo possa incidere negativamente nel futuro dei tempi di risposta.
L’Azienda ha riconosciuto il calo del OTD dell’ultimo periodo, dicendo però che il miglioramento degli ultimi tre anni dal 60% al 91% (attualmente all’88%) garantisce una certa fiducia da parte dei clienti, anche se il calo non è assolutamente da sottovalutare, ma da recuperare in tempi brevi.
Alla nostra domanda di quanto tutti questi cambiamenti incidano negativamente sui vantaggi economici preventivati, la Proprietà ha dichiarato che rimangono i margini per un abbassamento dei costi attuali che permetteranno di continuare a CISA di rimanere presente nel mercato di settore, e ribadisce la volontà di rimediare ai ritardi prevedendo di essere di nuovo in linea con gli OTD entro metà del 2017.
Riguardo i sette volontari ancora mancanti, di fronte alle domande della delegazione l'azienda, conferma la volontà di attenersi al rispetto del piano sociale.
Da parte nostra continueremo a chiedere chiarimenti e a riportare tutte le preoccupazioni che i lavoratori ci segnaleranno, ad oggi continuiamo a mantenere perplessità, sia per i numeri del fatturato in calo, per i tempi di risposta che peggiorano e il feedback che viene dai lavoratori che sono in trasferta.
E’ stato chiesto a questo proposito che il tavolo al MISE rimanga ancora aperto come garanzia di confronto, con il coinvolgimento delle Istituzioni.
A tal proposito è previsto un ulteriore incontro in azienda, il 27 c.m. per entrare nei dettagli tecnici che non è stato possibile sviluppare al MISE.
Nello stesso incontro si incomincerà ad entrare nel merito del contratto aziendale.
A seguito di questo incontro, il giorno 1 marzo, sono previste le assemblee dove saranno date informazioni più dettagliate.
Faenza, 21/02/2017 RSU CISA ALLEGION Faenza
Di seguito l'ultima lettera inviata ai nostri amministratori a seguito di quanto successo recentemente all'ONU dove si è votato su una proposta per iniziare un percorso di messa al bando delle armi nucleari e che a tale proposta l'Italia ha inspiegabilmente votato no ........
Egr. Signor Sindaco,
e p.c.
Signor Assessore Simona Sangiorgi
Signor Presidente del Consiglio Comunale
Signori Capigruppo Consiliari
Alla stampa locale
Come cittadini e come aderenti alle associazioni che si firmano in calce, facciamo nostro e portiamo alla Sua attenzione il seguente appello.
Da anni il nostro Comune aderisce a Mayors for Peace/Sindaci per la pace
http://www.mayorsforpeace.org/english/membercity/europe/italy.html,
organizzazione non governativa (ONG) riconosciuta dall’ONU che ha tra i suoi compiti "la cooperazione tra le città aderenti per promuovere l’abolizione delle armi nucleari".
Come saprà, recentemente all'ONU si è votato su una proposta per iniziare un percorso di messa al bando delle armi nucleari.
A tale proposta l'Italia ha inspiegabilmente votato no
http://www.disarmo.org/ican/a/43707.html
La rete Rete Italiana per il Disarmo http://www.disarmo.org/ e Senzatomica http://www.senzatomica.it/ hanno perciò lanciato la campagna ITALIA, RIPENSACI!
Con essa Vi si chiede, in quanto Mayors for Peace / Sindaci per la pace, di agire concretamente a favore della messa al bando delle armi nucleari scrivendo al Governo italiano (e per conoscenza a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) affinché cambi idea sulla posizione da tenere ai negoziati sulla messa al bando delle armi nucleari che avranno inizio a fine marzo alle Nazioni Unite.
In allegato troverà l'Appello e il Comunicato stampa della campagna.
Un saluto di pace.
primi firmatari:
Associazione SI alle energie rinnovabili NO al nucleare, Centro di documentazione don Tonino Bello, Cittadini per la pace, Comitato di Amicizia, Comitato Spontaneo per la Pace, Farsi Prossimo, Gruppo Emergency Faenza, Legambiente Lamone Faenza, Mani Tese Faenza, Pax Christi
Nel ddl “Concorrenza”, che arriverà in aula del Senato nelle prossime settimane, sono previste diverse misure, anche su materie che riguardano l'energia, tra le quali la fine del “servizio di maggior tutela” per le tariffe elettriche per gli utenti domestici e le piccole imprese.
Oggi sono circa 20 milioni gli utenti domestici che sono restati in questo sistema, mentre chi scelto di passare al “mercato libero”, secondo diverse ricerche, sta pagando tariffe più alte, in particolare le utenze con i consumi minori.
Per questo - associandosi a quanto già richiesto da associazioni sindacali, ambientaliste, dei consumatori – chiediamo un impegno concreto a Governo e Parlamento affinché, nell'esame in aula del ddl Concorrenza, venga cancellata la fine del mercato di maggior tutela, strumento necessario soprattutto per tutelare le utenze più deboli.
Persone, non intrusi. Parliamo di migranti con “Farsi prossimo”, associazione promossa dalla Caritas diocesana
Quanti luoghi comuni, quanti pregiudizi e autentiche falsità circolano sui migranti. Tanti, troppi. Al punto di contribuire al formarsi di un’opinione diffusa fondata più sul sentito dire piuttosto che sulla conoscenza di un fenomeno di indubbia rilevanza. Ciascuno può legittimamente pensarla a modo suo, ma risulta davvero difficile un confronto serio se si prescinde dalla realtà.
Una realtà che ben conoscono quelli di Farsi prossimo, una sorta di braccio esecutivo della Caritas diocesana. “In effetti – affermano il presidente Stefano Guerrini e Davide Agresti – non tutti hanno chiaro cosa si intenda per migranti. Questo termine indica in modo generico l’insieme delle persone che lasciano i rispettivi Paesi per ragioni che possono essere diverse: le guerre, i cambiamenti climatici, la miseria, la speranza di un futuro migliore”. La stessa speranza che ha spinto in passato milioni di italiani – e spinge tutt’oggi decine di migliaia di giovani – a fare le valigie e a recarsi lontano.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza. “Il migrante mosso da ragioni economiche può in teoria far ritorno al suo Paese, non è un perseguitato politico e non ha diritto a particolari tutele. Gli ingressi in Italia sono ancora regolati dalla legge Bossi-Fini, quella che prevede il reato di clandestinità tuttora vigente. Negli ultimi anni le quote sono sensibilmente diminuite. Il rifugiato è invece chi è costretto a fuggire perché perseguitato per le sue idee, per la sua religione, per la razza o l’etnia alla quale appartiene. Lo status di rifugiato è riconosciuto e tutelato dal diritto internazionale e dalla Convenzione di Ginevra del 1951. Il richiedente asilo è la persona in attesa che le autorità competenti decidano la sua inclusione nel sistema di protezione”.
A chi compete decidere? “Circa la richiesta di asilo e al relativo status di rifugiato è la Commissione territoriale, nel nostro caso quella di Bologna - sezione di Forlì. Spetta invece
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Spett. redazione,
dopo aver letto sulla stampa negli ultimi tempi varie versioni fantasiose sullo stato dell'arte della discarica ci sentiamo in dovere di fare il punto della situazione su quanto sta realmente succedendo.
1) E' appena stata approvata la sopraelevazione per 375.000 ton complessive per cui stanno già portando nuovi rifiuti e questo durerà per i prossimi tre anni. Così la località Tre Monti si trasformerà prevedibilmente in un nuovo toponimo: la Quattro Monti...
2) La parte più ampia del progetto di ampliamento (circa 1.100.000 ton), ricadente in parte nel territorio di Riolo Terme, è stata bocciata dal ministero dei Beni Culturali per mancanza di conformità con il Piano territoriale paesaggistico regionale. Inoltre dal parere del Ministero sembrerebbe che in passato siano state rilasciate anche autorizzazioni illecite.
Nonostante la gravità di questi fatti, la Regione e il Comune di Imola sono determinati a ripartire a breve con un nuovo percorso autorizzativo inerente questa parte bloccata per garantire che la discarica di Imola duri per sempre. Non sappiamo come pensino di risolvere il vincolo paesaggistico ma rimane il fatto che frammentare un progetto unitario per autorizzarne due più piccoli è assolutamente condannato dalla normativa UE.
Da mesi si stanno così accumulando atti e modalità di azione delle nostre istituzioni in totale spregio della legge di cui dovrebbero essere invece garanti. Questa loro strenua perseveranza per aiutare Hera apre a parecchi interrogativi piuttosto pesanti, soprattutto considerando che gli investimenti per l'economia circolare auspicata dalla LR16/15 vanno a rilento a favore dell'obsoleto ed estremamente impattante sistema delle discariche e inceneritori.
3) Il sindaco Manca ha dichiarato che durante l'iter autorizzativo il Comune ha spalancato le porte ai cittadini e alla partecipazione. Niente di più falso e si dovrebbe vergognare di dire una simile sciocchezza visto che si è sempre rifiutato di incontrarli pubblicamente. Tra l'altro non si è mai visto un sindaco così impegnato a tutelare gli interessi del “sistema regionale dei rifiuti” in barba a quelli dei propri cittadini. Il suo disco rotto è che Imola deve fare la sua parte nel sistema, noi diciamo che l'ha già fatto in abbondanza e che è da irresponsabili per non dire criminali il voler caricare ancora il territorio di impatti così elevati.
4) Stiamo assistendo dunque da un anno e mezzo a inaccettabili comportamenti arroganti delle istituzioni. Ci chiediamo anche come mai davanti a un caso così complesso, per il quale esistono dati di letteratura scientifica preoccupanti, l'ASL di Imola sia stata così silente e non si sia preoccupata in primis di fare una VIS o un'analisi seria epidemiologica, i dati certamente li hanno e sarebbe ora che li rendicontassero pubblicamente. Ci chiediamo anche come mai sul progetto di bonifica della discarica non si è più saputo nulla e dire che il Comune e l'ARPA sanno bene che c'è un gruppo di cittadini molto interessato alle vicende della discarica. E' stata fatta e conclusa? Che esiti ha dato? Non ci sono più stati problemi di contaminazione? La discarica ci riguarda tutti ed è ora che si faccia una comunicazione continua e trasparente senza obbligarci a difficoltosi accessi agli atti o a consultazioni on-line non sempre percorribili dai cittadini.
5) Il Comitato Vediamoci Chiaro è sempre più determinato a voler affermare il diritto alla salute e alla tutela dell'ambiente sul quale non si scherza nonostante i sorrisetti e le alzate di spalle del sindaco. Un territorio contaminato rimane tale per molti decenni con gravi ricadute anche sociali ed economiche. Basta minimizzare dicendo che va tutto bene! la partita in gioco è molto grave e c'è qualcuno che sta speculando da troppo tempo sulla buona fede della gente. Non ci fermeremo qui ma faremo tutto ciò che è in nostro potere per ripristinare il diritto.
(Comitato Vediamoci Chiaro)