Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Riavvicinare le persone alla politica,

partendo dai bisogni e dai valori della sinistra.

 

Il 30 settembre si terrà a Ravenna la prima iniziativa pubblica in provincia

del movimento di Tomaso Montanari e Anna Falcone.

 

Alleanza Popolare per la Democrazia e l'Uguaglianza della provincia di Ravenna ha organizzato un incontro di presentazione e di partecipazione sabato 30 settembre alle ore 15,30 presso la sala D'Attorre a Ravenna.

Sono invitati tutti i cittadini interessati a dare un nuovo volto alla politica di sinistra, tutte le associazioni disponibili alla creazione di una forza unitaria ed incisiva e tutte le forze politiche coscienti della necessità di una riorganizzazione dal basso.

Il 04 dicembre 2016 ha rappresentato, con la vittoria del no al referendum costituzionale, l'apice della consapevolezza e della forza che tutti insieme abbiamo un grande terreno comune su cui lavorare se abbandoniamo logiche individualiste e divisive.

Al Brancaccio di Roma, il 18 giugno 2017, è stato fondato il seme di questo lavoro di interazione e partecipazione di tutti attraverso l'adesione all'appello lanciato da Falcone e Montanari: si può dare nuova voce e nuova incisività alla sinistra, soprattutto attraverso coloro che non si sentono attualmente rappresentati, ma che vivono i propri ideali come concreta problematica del nostro paese. Lavoro, Ambiente, Migrazione, Povertà, Istruzione, Ricerca, sono solo alcuni dei temi che ci contraddistinguono e che, senza retorica, trovano il loro faro ideale nell'applicazione della nostra costituzione.

Sabato 30 settembre alla sala D'Attorre di Ravenna in via Ponte Marino presso Casa Melandri troveranno spazio tutti coloro che hanno intenzione di interagire dopo una breve introduzione esplicativa del chi siamo e cosa siamo e dopo tre brevi interventi di esperti sul temi centrali per il nostro territorio: Ambiente, Lavoro e Povertà.

Sarà un momento sia conoscitivo che partecipativo per avvicinare tutti all'idea di una sinistra unita, concreta e partecipata per decidere poi come proseguire in questo percorso.

Alleanza Popolare per la Democrazia e l'Uguaglianza di Ravenna

 

 Comunicato

 Casa della Salute, un “affaire” da chiarire

 

A oltre un anno dalla sua apertura, la Casa della Salute si conferma un autentico fallimento. Al punto che – secondo notizie di stampa di questi giorni – si starebbe persino pensando ad un dietrofront che avrebbe del clamoroso.

Siamo stati i primi a denunciare le incongruenze di tutta l’operazione: perché non rispondente ai requisiti previsti dalla delibera regionale n. 2128/2016, per l’ubicazione della struttura in locali assolutamente inidonei e in una parte della città difficilmente raggiungibile (soprattutto da anziani e disabili), per non aver definito per tempo i necessari accordi con i medici di base, per la mancanza di segnaletica e di spazi adeguati per parcheggi e autoambulanze, per l’aver esposto il personale a difficili condizioni di lavoro. L’elenco delle criticità sarebbe talmente lungo da annoiare chi legge.

“Chi ha causato i problemi li risolva” abbiamo scritto in un comunicato del maggio scorso. Nulla si è mosso e i vertici dell’Asl hanno maldestramente aggirato le sacrosante proteste dei faentini appioppando alla Casa della Salute la qualifica di “costituenda”.

Domanda, alla quale è doverosa una risposta chiara: a chi tocca provvedere? Stando alle informazioni delle quali disponiamo (fornite dall’Asl) gli interventi sullo stabile competono al Conad essendone proprietario, su viabilità e posti auto deve intervenire il Comune e, immaginiamo, a rendere meno macchinoso l’accesso a servizi ed uffici dovrebbe pensarci l’Asl stessa. Ma, ripetiamo, tutto resta com’è, compresi i disagi a carico dei cittadini. Che subiscono e giudicano. E si chiedono quali ragioni – o quali interessi – possano esserci all’origine di una scelta tanto irrazionale.

E’ ora che si faccia chiarezza, che si dica chi sono i responsabili di quelle decisioni. Non farlo significa essere accomunati nel giudizio, non voler rendere conto – come invece sarebbe necessario – di come si amministrano le risorse pubbliche. Non siamo mai stati smentiti quando abbiamo più volte affermato che per l’affitto di quei locali si spendono 80mila euro all’anno. La questione non è se sono tanti o pochi: visto il risultato sono semplicemente “spesi male”.

Ed è ora che si forniscano risposte chiare ai tanti che avanzano il dubbio sui possibili intrecci fra l’affare Casa della Salute-Conad e l’affare Arena Borghesi-Conad. Su quest’ultima questione la partita è ancora aperta, ma c’è chi i conti li sta facendo: sei anni di affitto (tanto durerebbe il contratto) per i locali della Casa della Salute portano nelle casse del Conad 480mila euro, Conad spenderebbe 323mila euro per acquisire la proprietà dell’Area Borghesi (nei modi e per gli scopi arcinoti, denunciati da Legambiente, da Italia Nostra e da tanti faentini che hanno firmato la petizione lanciata dalle due associazioni). Ciò significherebbe che, in realtà, a pagare per almeno i due terzi il passaggio a privati di una proprietà pubblica (l’Arena Borghesi a Conad, appunto) sarebbero i cittadini.

Aspettiamo, aspettano i faentini, che si dica finalmente come stanno le cose.

 

Faenza, 20 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

 

 

 

 

 

 

Gli organizzatori del “Corteo popolare” che si terrà nella serata di giovedì 14 settembre hanno inviatato le forze di opposizione a “schierarsi in appoggio” della protesta contro le politiche dell’Amministrazione sull’integrazione dei Rom, sull’assegnazione delle case popolari e sulla sicurezza.

L’Altra Faenza è una forza d’opposizione, ha le sue opinioni sulle scelte compiute a Palazzo Manfredi, ma non parteciperà né darà alcun appoggio a questa iniziativa promossa dalla destra faentina. In effetti, anche se viene annunciata come “manifestazione apolitica”, senza bandiere e simboli, non v’è alcun dubbio su chi la promuove e sul suo carattere.

L’Altra Faenza non sottovaluta i disagi e l’insofferenza che da tempo parte della città esprime nei confronti delle famiglie Rom e dei loro comportamenti. Ma ritiene anche che a fare di questo “il problema” che viene prima di tanti altri ben più gravi siano la propaganda e l’intolleranza.

Possono essere alcune decine di persone – di faentini a tutti gli effetti, si badi bene – a complicare la vita di tutti? Questo “problema” viene forse prima della mancanza di lavoro e di futuro per i giovani? Del progressivo restringersi degli spazi di democrazia? Dell’impoverimento della sanità pubblica? Della condizione delle strade? L’elenco sarebbe lungo.

E ancora, per stare al concreto: provocano più danni la presenza di qualche Rom o l’evasione fiscale, la corruzione, la disonestà?

Chi viola la legge e le regole del buon vivere dev’essere punito secondo giustizia chiunque sia, a prescindere dall’etnia e dal colore della pelle. Il rigoroso rispetto delle regole e la tolleranza sono i presupposti essenziali per qualsiasi progetto di integrazione e di convivenza. E la strada maestra per assicurare una condizione di maggiore sicurezza per l’intera comunità.

 

Faenza, 13 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

Comunicato

 

A quando un vaccino contro l’arroganza?

 

Non solo le Ong che soccorrono i migranti e i giovani dei centri sociali: fra i temi che hanno tenuto banco in un’estate torrida e schizofrenica un posto se l’è conquistato anche la disputa “vaccini sì, vaccini no”.

Le vaccinazioni – sostengono i medici e l’intera comunità scientifica – costituiscono uno dei più grandi progressi nella storia della medicina. Non è in discussione la loro efficacia per la salute pubblica, sono prive di fondamento le disquisizioni sui vantaggi in termini di costi per la collettività e su presunti gravi effetti collaterali.

A complicare la questione è stata ancora una volta una politica pasticciona con provvedimenti che anziché convincere hanno imposto, suscitando perplessità e fastidio in tante famiglie. Non è con ingiunzioni come il “decreto Lorenzin” che si affrontano temi simili. Non è ricorrendo alla minaccia – peraltro di dubbia legittimità costituzionale – di togliergli la patria potestà che si convince un genitore che chiede di essere informato correttamente.

Bisognava invece, nel pieno rispetto della Costituzione, procedere avendo per obiettivi tre cardini precisi: il diritto alla salute, la libertà di scelta consapevole, il diritto all’istruzione. Ciò vuol dire che era ed è necessaria una campagna di informazione e di chiarimento, che le persone devono essere convinte e non obbligate, che le leggi vanno fatte per il verso giusto.

Per come è strutturato, il provvedimento è invece tale da creare nuovi problemi per i tempi, per l’aggravio di burocrazia, per le coperture finanziarie, per gli uffici di Igiene, per il rischio di discriminazioni, per scelte incomprensibili e giustamente criticate.

Meno arroganza e maggior rispetto per i cittadini, più competenza e meno pressapochismo: ecco di cosa c’è un gran bisogno. Oltre che dei vaccini.

 

 

Faenza, 12 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

 

Solidarietà ai lavoratori della CMCF

 

La stampa locale ha dato notizia nei giorni scorsi delle difficoltà in cui versa la CMCF, storica cooperativa faentina, e del conseguente licenziamento di 22 dipendenti.

Fra i sindacati e l’azienda sono in corso trattative che puntano alla maggior tutela possibile dei lavoratori e alla salvaguardia dell’occupazione attraverso la continuità produttiva. Quella della CMCF non è una crisi scoppiata all’improvviso o dovuta a problemi interni. E’ anch’essa la conseguenza della perdurante crisi strutturale che interessa il settore delle costruzioni, a Faenza come nell’intera provincia.

Sono infatti tantissimi i lavoratori che negli ultimi anni hanno perso il posto di lavoro e sono numerose le aziende private e cooperative che hanno cessato la loro attività. Tutto ciò è avvenuto nell’inerzia e nel silenzio delle istituzioni locali, quella di Faenza compresa.

Il Tavolo dell’economia promosso dall’attuale Amministrazione e la stessa Conferenza economica svoltasi lo scorso anno non hanno fornito contributi sostanziali sia nel mettere a fuoco le pesantissime conseguenze delle difficoltà gravi in cui versa un settore come questo, di fondamentale importanza per l’economia e il lavoro, sia nel prospettare gli interventi necessari e possibili.

Non è vero che nulla si può fare. L’Altra Faenza insiste da tempo perché vengano stimolati gli investimenti pubblici e privati, perché si favoriscano le aziende del territorio premiando quelle che rispettano le regole (leggi e contratti) e non si adeguano alla logica del massimo contenimento dei costi, anche riducendo le tutele in fatto di sicurezza.

E pensare che di lavoro da fare ce n’è molto, moltissimo: per il recupero di stabili e abitazioni nel centro storico, per la messa a norma degli impianti, per l’efficentamento energetico.

E’ noto a tutti che, anche nel nostro territorio, operano nel settore delle costruzioni imprese al limite della legalità. Ciò non fa altro che inquinare il mercato mettendo in difficoltà quelle serie, come nel caso della CMCF. Anche su questo versante è doverosa una maggiore attenzione da parte del potere pubblico.

Ai lavoratori della CMCF va tutta la solidarietà de L’Altra Faenza, con l’auspicio che si possano trovare soluzioni positive per tutti.

 

Faenza, 8 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza