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Il bello (si fa per dire) arriva ora. Consegnate ai presidenti di Camera e Senato le firme della petizione “Restituire la sovranità agli elettori”, il lavoro del Comitato per il No e del Comitato contro l’Italicum è tutt’altro che finito. Anzi, si può dire che comincia adesso e non saranno rose e fiori: la strada per arrivare ad una legge elettorale democratica e coerente con i principi costituzionali – che metta gli elettori in grado di eleggere un parlamento realmente rappresentativo e restituire credibilità alle istituzioni – resta irta di ostacoli. Dopo le primarie del Pd – che anziché portare chiarezza come molti speravano e altrettanti millantavano, stanno aggiungendo confusione a confusione – le cosiddette trattative per arrivare ad un testo base per il lavoro della Commissione competente alla Camera sembrano piuttosto mercanteggiamenti da suk: l’offerta cambia a seconda dell’interlocutore, a conferma che la proposta renziana del modello tedesco era solo una boutade. E pazienza se si sta parlando della legge elettorale, cioè la regola fondamentale della democrazia: non è all’orizzonte una visione complessiva e di lungo periodo su che tipo di parlamento (e dunque di istituzioni) si vuole. Ma questo è anche un modo per tenersi le mani libere e prendere tempo dicendo tutto e il contrario di tutto (dicesi menare il can per l’aia) e magari dimostrare che l’accordo tra i partiti è impossibile, quindi tanto vale andare a votare a ottobre.

 

Ecco perché è vietato abbassare la guardia e i Comitati proseguiranno il loro lavoro di monitoraggio cercando di mantenere alta nell’opinione pubblica l’attenzione a ciò che avviene nelle aule parlamentari. La settimana scorsa si è svolto un primo appuntamento importante: un convegno nel corso del quale i Comitati si sono confrontati con le forze politiche, quelle che hanno aderito alla campagna per il no nel referendum costituzionale. Nell’incontro, i Comitati hanno ribadito gli argomenti e le ragioni che hanno sostenuto la petizione sulla legge elettorale da ultimo presentata ai presidenti di Camera e Senato. È stata rivolta alle forze politiche intervenute una forte sollecitazione a impegnarsi soprattutto per una legge di impianto proporzionale che favorisca la piena rappresentatività delle assemblee elettive e che riconosca la libertà degli elettori di scegliere i propri rappresentanti cancellando il voto bloccato sui capilista. È stata sottolineata la inaccettabilità di ipotesi, pur emerse nel dibattito di questi giorni, come l’abbassamento della soglia del premio di maggioranza (o comunque la conferma del premio) o il rifiuto di aprire alle coalizioni. Ipotesi che andrebbero soprattutto a danno delle forze politiche minori. I direttivi hanno confermato il proprio perdurante impegno per una legge elettorale pienamente conforme alla lettera e allo spirito della Costituzione, di cui il paese ha estremo bisogno.

Per meglio portare avanti questo impegno, i Comitati hanno anche deciso di riorganizzarsi. La riunione congiunta dei direttivi di giovedì scorso ha avviato il percorso di unificazione delle due associazioni che sarà sancita solo dopo l’assemblea nazionale dei comitati territoriali (prevista a metà giugno) con le modifiche statutarie necessarie. Nella riunione, i direttivi hanno concentrato la loro attenzione proprio sulla legge elettorale, partendo dagli incontri con i presidenti di Camera e Senato, cui sono seguiti quelli con i presidenti delle Commissioni Affari costituzionali dei due rami del parlamento. È stato inoltre deciso di formare due gruppi di lavoro per seguire passo passo l’iter della legge elettorale prima alla Camera poi al Senato, ipotizzando anche un rilancio della raccolta delle firme e la possibilità di organizzare iniziative e manifestazioni durante l’iter della legge elettorale. Perché le proposte in campo sembrano voler ripetere gli errori di Porcellum e Italicum: tre leggi elettorali incostituzionali una di seguito all’altra rappresenterebbero davvero un non invidiabile primato europeo.

Info: www.referendumcostituzionale.info e facebook @referendumiovotono

 

Dopo la pubblicazione del bando di vendita da parte dell’AUSL, la stampa ha dato conto delle polemiche tra il Sindaco Malpezzi, alcune associazioni e forze politiche in merito al taglio del “triangolo verde” dell’Arena Borghesi, da destinare all’ampliamento del supermercato CONAD. Avevo sollevato il problema dell’Arena Borghesi con una mia interrogazione in Consiglio Comunale nell’ottobre scorso, ma non aveva avuto il clamore attuale.


In realtà Malpezzi aveva già deciso di favorire il CONAD nel corso del suo primo mandato, probabilmente onorando una sua promessa elettorale, quando ha inserito nel RUE una scheda sull’Arena Borghesi dove, per la prima volta, compariva il famoso “triangolo verde”, reso edificabile, separato dal resto dell’area, vincolato ad uso cinema con obblighi però da specificare in una futura convenzione urbanistica.

Proprio questa scheda del RUE con il “triangolo verde” edificabile ha impedito all’AUSL di donare al Comune tutta l’area (prima opzione) obbligandola ad emettere l’attuale bando di vendita dell’area (seconda opzione), inserendo una clausola di “gradimento” dell’acquirente, per cui l’AUSL si riserva di non vendere l’area se dovesse aggiudicarsela un soggetto che non sia quello “giusto”: su questo punto ho inviato un esposto all’ANAC per vedere cosa ne pensa Cantone.

Ovviamente Malpezzi ha ben valutato il peso dei vari interessi in gioco e del denaro che si muoverà: CONAD è una organizzazione che “dialoga” (e ci siamo capiti) bene con il centro sinistra ed è ricca, i progettisti (di area, ovviamente) sono anni che attendono questo incarico, le imprese (di area anche queste) stanno scaldando i motori e via di seguito.  Viene da pensare che se il supermercato fosse stato di altre catene forse non ci sarebbe stata tutta questa accondiscendenza da parte di Malpezzi/PD.

A difesa dell’integrità dell’Arena Borghesi si sono schierati Legambiente, il cineclub Raggio Verde e Italia Nostra; si tratta di associazioni che, in larga parte, sono di orientamento di sinistra e che in teoria dovrebbero “pesare” nelle decisioni di Malpezzi/PD, ma che sono state trattate da agenti provocatori e invitate a non disturbare il manovratore, in pieno stile renziano-staliniano.

Hanno fatto sentire la loro voce critica in Consiglio Comunale l’Altra Faenza e il M5S, dove Malpezzi si è vergognosamente sottratto al confronto diretto: in effetti restano ancora tutti da scrivere i contenuti della convenzione urbanistica sul tipo e importo dei lavori di restauro del cinema e sulla proprietà, restauro e gestione dell’ex officina..I quattro moschettieri del nuovo movimento “ARTICOLO 1”, passate le fiamme della scissione, sono nascosti sotto la cenere e non si sono fatti né vedere né sentire, di fatto appoggiando la scelta di Malpezzi/PD.

La questione del CONAD ARENA è in ballo da anni e ci sarebbe stato tutto il tempo per la ricerca di una soluzione ottimale, anche in collaborazione con le forze di minoranza. Si poteva/doveva verificare la possibilità di spostare il supermercato in altra zona, visto che il RUE lo definisce “incongruo” ai fini urbanistici: in via Marconi, appena girato l’angolo (dove c’era il distributore), presso il Centro Marconi al cimitero (che si è riempito solo da poco tempo) o in altro luogo, oppure verificando la possibilità di sviluppi in altezza o anche con vani sotterranei.

Quanto ai lavori di restauro del cinema è noto che vi sono fondi nazionali e regionali ad hoc e, inoltre, che esiste l’”art bonus” del Ministro Franceschini per sollecitare le donazioni dei privati.

Ma ormai ho capito che non si può chiedere a Malpezzi di dialogare con le minoranze e/o con le associazioni della società civile, perché continua nel suo atteggiamento di chiusura a prescindere (non vedo/non sento/non parlo), men che meno  per un problema in cui si scontrano profili culturali e comunitari (comprendere il valore identitario dell’Arena Borghesi nella sua integrità), che non comprende, con interessi economici di privati influenti, che comprende benissimo.

Si ricordino quindi i faentini che è stato Malpezzi con tutto il suo PD, compresi i “bersaniani”, a coordinare e a guidare l’attacco dei predatori dell’Arena (parzialmente) perduta.

Dott. Tiziano Cericola, Lista civica Rinnovare Faenza

COMUNICATO STAMPA
(4 maggio 2017)  
Arena Borghesi Cinema

Il Cineclub Il Raggio Verde in data 3 maggio 2017 ha partecipato ad un incontro con il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi, e col vicesindaco con delega alla cultura, Massimo Isola.
Dall'incontro è emerso che:
1) la stagione cinematografica estiva 2017 è confermata;
2) atti alla mano (RUE e accordo di programma tra AUSL e Comune) l'amministrazione ha garantito che lo spazio del cinema estivo sarà vincolata alla funzione pubblica per attività culturale di proiezioni cinematografiche all'aperto;
3) il Cineclub è considerato dall'amministrazione comunale un partner privilegiato per la progettazione del futuro di quello spazio.
Per il direttivo dell'associazione, il progetto presentato dall'Amministrazione comunale:
a) baratta la ristrutturazione del complesso, riducendo l'area pubblica, eliminando uno spazio di verde urbano, andando a salvare il corpo dell'Arena Borghesi, ma non la sua anima;
b) apre un nuovo scenario, con molte ipotesi, ma nel quale l'amministrazione pare voglia ridimensionare il ruolo dell'associazionismo culturale, dopo oltre 30 anni di proficua gestione;
c) non modifica l'impostazione di fondo del progetto presentato 6 anni fa ("triangolo verde" ceduto a Conad, mantenimento del cinema in mano pubblica) con un rafforzamento del ruolo del privato (gestore ex-officina) su di uno spazio pubblico (arena estiva).
Il Cineclub Il Raggio Verde è preoccupato del futuro dell'Arena Borghesi, e, secondo noi, dovrebbero esserlo anche tutti quei cittadini che sei anni fa, hanno chiesto all'amministrazione comunale di ripensare i propri piani su quello spazio.

 Il sindaco Malpezzi non risponde alle interpellanze delle opposizioni in Consiglio comunale e preferisce indire una conferenza stampa,

senza peraltro rispondere a dubbi e interrogativi che tanti faentini si stanno ponendo.

C’è un nuovo modo di fare politica a Faenza da parte del sindaco Giovanni Malpezzi. Quello di sottrarsi al confronto in Consiglio comunale, non rispondendo alle interpellanze presentate da L’Altra Faenza e dal M5S sull’Arena Borghesi perché avevano “contenuti alquanto tecnici” e demandando agli uffici competenti una “puntuale risposta scritta”. Salvo poi indire pochi giorni dopo una conferenza stampa a sorpresa per trattare gli stessi temi, senza contraddittorio e – viene da pensare – per mandare un messaggio rassicurante agli attori di questa ingarbugliata vicenda.

Un comportantamento, questo, che ci sorprende e ci lascia sconcertati. Consideriamo non corretto, da un punto di vista giuridico/istituzionale, convocare una conferenza stampa per rispondere a interpellanze presentate al Consiglio comunale.

Inoltre, su un tema così caro alla città come l’Arena Borghesi, per il quale si sono mossi cittadini e associazioni, il sindaco Malpezzi non può permettersi di parlare di “manipolazione da parte delle opposizioni”. Così facendo manca di rispetto a tutti i soggetti che hanno raccolto le migliaia firme in calce alla petizione (tutt’ora in corso).

Se come forza di opposizione non possiamo che prendere atto di un atteggiamento della Giunta assolutamente autoreferenziale non collaborativo che dura ormai da troppo tempo, non transigiamo invece su un’operazione che – in mancanza di risposte convincenti nella sede deputata – appare infarcita di scorrettezze amministrative e possibile causa del deturpamento di un luogo storico che tutti i faentini amano.

Un fatto è dire che sull’Arena esiste “il vincolo della prevalente funzione pubblica per attività culturali cinematografiche all’aperto” – lo sappiamo da tempo, vorremo vedere il contrario! – altra cosa è chiarire come, e con quale forma, l’Amministrazione comunale verrebbe in possesso della struttura: con diritto di proprietà, come donazione, “girata” come qualcuno ha affermato?

Non ci risulta sia scritto sul RUE, né tanto meno nel disciplinare d’asta.

Certo, esiste l'accordo di programma tra AUSL e Amministrazione del 2013 (che apprendiamo essere ancora valido): esso prevede all'art. 3 ...”cessione, gratuita... da parte di AUSL ed in favore del Comune di Faenza degli immobili di cui rispettivamente alle lettere a) (Arena) e b) (ex officina), ma se l’AUSL mette tutto all'asta siamo sicuri che chi compra è tenuto a mantenere quest'impegno? A meno che si sia già sicuri di chi lo compra (Conad?) e che questo soggetto abbia fornito le opportune garanzie (a fronte dei vantaggi che gliene possono derivare).

E qui torniamo alle nostre dieci domande poste in Consiglio comunale e che sono ancora in attesa di riscontro. Continuiamo a insistere, chiedendo all'Amministrazione di rispondere presto, certamente prima che scadano i tempi per l'asta pubblica, evitando di incorrere in omissione di atti politici dovuti. Tutto questo perché è necessaria la massima trasparenza per rispondere al dubbio, diffuso in città, che in questa vicenda, in corso ormai da anni, siano stati “aggiustati” tutti i percorsi burocratici per arrivare ad una conclusione già stabilita.

In ogni caso noi, come i cittadini che hanno firmato la petizione e assieme alle Associazioni che si sono spese con forza in questi anni, riteniamo che lasciar cementare un quinto dell'area dell'Arena per allargare un supermercato, in cambio degli interventi sui restauri necessari, non sia un buon affare. E' possibile trovare altre strade (con fondi pubblici, privati, sgravi fiscali) che consentano il restauro e non sacrifichino l'identità di quel luogo. Ma per percorrere questa strada occorrerebbe mettere in campo confronti costruttivi tra maggioranza, opposizioni, cittadinanza e associazioni. Cosa che finora questa Giunta ha dimostrato di non volere per ragioni a noi sconosciute.

Faenza, 3 maggio 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

Faenza, 3 maggio 2017

 

L’INVASIONE DEL CEMENTO SULL’ARENA BORGHESI:

uno sfregio al paesaggio e una “tomba” dell’urbanistica

 

Nella conferenza stampa del 2 maggio l’Amministrazione Comunale non va oltre le solite dichiarazioni sul mantenimento della funzione pubblica del cinema e degli edifici vincolati.

 

Temi ovviamente condivisibili, ma le critiche di Italia Nostra e Legambiente riguardano l’ampliamento del supermercato implicito nell’Accordo di Programma del Comune.

 

L’espansione produrrebbe alcuni effetti oggettivi che l’Amministrazione Comunale però “non vede” :

  1. - la riduzione di un quinto della superficie dell’Arena,

  2. - la cancellazione dello spazio alberato

  3. - l’allargamento di un errore urbanistico con un edificio incongruo e fuori contesto

  4. (come definito dal PRG 1996).

Fatti che causano :

  1. - lo sfregio di un paesaggio storico fatto di mattoni e di alberi che determina l’identità dell’Arena Borghesi;

  2. - la negazione del valore urbanistico di un “teatro tra gli alberi” come modello di relazione col contesto del Viale Stradone.

 

Questo Accordo di programma rinnega il recente strumento urbanistico del RUE che ha tra i suoi obiettivi la qualità paesaggistica e identitaria.

Il solo vincolo della conservazione architettonica sugli edifici, dichiarato dal Comune, non equivale alla tutela paesaggistica dell’Arena Borghesi: la sua identità si tutela mantenendo l’integrità del luogo nel suo complesso.

 

L’invasione del cemento sull’Arena Borghesi rappresenta una sconfitta per la cultura del paesaggio ed è una “tomba” dell’urbanistica.

 

È dal 2011 che Associazioni e moltissimi cittadini sostengono l’obiettivo di conservare l’Arena Borghesi nella sua integrità; Italia Nostra e Legambiente rigettano pertanto le accuse di “speculazioni politiche” riportate sulla stampa.

 

Distinti saluti

Marcella Vitali                                Massimo Sangiorgi

Presidente                                         Presidente

Italia Nostra Faenza                          Circolo Legambiente Lamone Faenza