PACCHI GOLOSI E SOLIDALI
UN AIUTO CONCRETO ALL’ECONOMIA DELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO
Siamo un gruppo di volontari del faentino che si è attivato per supportare direttamente iniziative di solidarietà rivolte ai produttori e commercianti delle zone duramente colpite dal terremoto.
Per questo Natale proponiamo l’acquisto di prodotti tipici offerti da aziende del territorio che hanno richiesto la nostra collaborazione: Norcineria “Dai tre porcellini” di Norcia e “Dolciaria Severini” di Preci.
PACCO DA € 20 + €2 di trasporto – TOTALE € 22:
salame al cinghiale;in alternativa- farro + zuppa norcina;
lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP 500 grammi;
pasta secca 500 grammi;
salsa tartufata 80 grammi;
biscotti “alberelli di Natale” in vaschetta 100 grammi;
biscotti “stelle comete” in vaschetta 100 grammi:
scatola natalizia e confezionamento.
PACCO DA € 25 + € 2 di trasporto – TOTALE € 27:
salame al cinghiale; in alternativa - farro + crema ai porcini;
lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP 500 grammi;
pasta secca 500 grammi;
salsa tartufata 80 grammi;
biscotti “alberelli di Natale” in vaschetta 100 grammi;
biscotti “stelle comete” in vaschetta 100 grammi;
olio extravergine di oliva con fette di tartufo 100 ml;
scatola natalizia e confezionamento.
Per aderire all’iniziativa eordinare i pacchi contattare entro il 30/11/2017:
Gigi – 348.5809767
Medardo – 339.3021390
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IL PAGAMENTO AVVIENE AL MOMENTO DELL’ORDINE.
COMUNICATO STAMPA
Mostra "Abbasso la Guerra: Persone e Movimenti per la Pace dall'800 a oggi"
La Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza ospiterà, da lunedì 20 novembre a lunedì 11 dicembre prossimi, la Mostra "Abbasso la Guerra: Persone e Movimenti per la Pace dall'800 a oggi" promossa e sostenuta dalla Biblioteca Comunale, dal Centro di documentazione don Tonino Bello e dal Comitato Spontaneo per la Pace di Faenza.
Realizzata dal Prof. Francesco Pugliese, in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, La Mostra illustra in 24 pannelli il multiforme impegno contro la guerra e contro la cultura della guerra di persone, movimenti ed associazioni in Italia e all'estero ed ha ricevuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Orario di apertura: dal lunedì al venerdì ore 9-18.30, sabato ore 9-13.
Inaugurazione: lunedì 20 novembre ore 10,30 presso la Biblioteca Comunale in via Manfredi, 14.
Come evento collaterale , in sintonia con la Mostra, domenica 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, proclamata dall'Assemblea Generale dell'ONU nel 1948, nelle sale del Museo del Risorgimento (Palazzo Laderchi, Corso Garibaldi, 2) avrà luogo, alle ore 16.30, un recital di artisti faentini contro la guerra a cura della Libera Accademia degli Evasi.
Riproduciamo qui il documento che, come ha anticipato il giornalista di Huffington Post Alessandro De Angelis, "costituisce la base politico programmatica della "nuova sinistra" che prenderà forma di qui a inizio dicembre". Il documento, riferisce De Angelis, "è stato già discusso, riservatamente," da Art.1 Mdp , "con le altre forze, da Civati a Fratoianni fino a Montanari e la cosiddetta sinistra del Brancaccio". La pubblicazione sul sito di Art. 1 Mdp, le dichiarazioni di Possibile, di Sinistra Italiana, un documento di Tommaso Montanari e un intervento su Fb di Anna Falcone confermano la sottoscrizione di questo impegno. Ne consigliamo un'accurata lettura con sincero spirito unitario: è un passaggio importante che va gestito con cura e si tratta di un'occasione che non si ripresenterà facilmente.
UNA NUOVA PROPOSTA
Ci impegniamo a partecipare insieme alle prossime elezioni politiche, con una proposta che punti a cambiare la vita delle persone e restituire speranza a milioni di cittadine e cittadini che oggi non si sentono più rappresentati.
Intendiamo costruire un progetto credibile solido e autonomo, che punti a riconnettere sinistra e società, per ribaltare rapporti di forza sempre più favorevoli alla destra in tutte le sue articolazioni.
Ci rivolgiamo a tutte le esperienze del civismo, a chi lavora quotidianamente nell’associazionismo, alle forze organizzate del mondo del lavoro, ma soprattutto a tutte le donne e gli uomini trascinati in basso dalla crisi, che hanno bisogno di una politica diversa per risollevarsi; ai tanti portatori di competenze che non trovano occasione per metterla in pratica, a coloro che ce l’hanno fatta ma non si rassegnano a una condizione diversa di tanti.
La nostra sfida ha un’ambizione alta: partire da un contesto sociale disgregato e diviso e proporci, attraverso le linee del nostro programma, un chiaro indirizzo di governo, coerente, trasparente e credibile. Sta qui il senso dell’utilità per il Paese del voto che chiediamo contro ogni trasformismo e ogni alleanza innaturale.
L’avanzata di forze regressive e xenofobe in molti Paesi europei può essere arrestata non da piccole o grandi coalizioni a difesa dell’establishment e di un ordine sociale ormai insostenibile, ma solo da una grande alleanza civica e di sinistra, che ristabilisca la centralità del valore universale dell’eguaglianza.
La crescita delle diseguaglianze è oggi principale fattore di crisi dei sistemi democratici.
La lunga crisi, prodotta dai guasti del capitalismo finanziario e acuita in Europa da un processo di integrazione egemonizzato dal neoliberismo, ha enormemente accresciuto le diseguaglianze, ha svalutato il lavoro e compresso i suoi diritti, ha costretto alla chiusura di tante aziende e tante piccole e medie attività, ha condannato i giovani a una disoccupazione di massa e una precarietà endemica, ha piegato e svuotato l’istruzione, la sanità e la previdenza pubbliche, ha colpito il ceto medio e ha allargato l’area di povertà e insicurezza sociale.
Il progetto politico a cui vogliamo dar vita nasce per contrastare queste tendenze, riaffermando l’attualità e la modernità del modello sociale ed economico disegnato dalla nostra Carta Costituzionale.
Non regge più il modello di sviluppo basato su alti livelli di inquinamento, su uno spreco insostenibile di materie prime e di consumo del territorio. Vogliamo con la nostra lista essere parte integrante di quel movimento ambientalista che in tutto il mondo si batte per avviare un’ambiziosa transizione verso una ”economia circolare”, per fermare i cambiamenti climatici riconvertire ecologicamente l’economia, liberarsi dalla dipendenza dei combustibili fossili, affermare nuovi modelli di consumo, raggiungere l’obiettivo di rifiuti zero, garantire la sicurezza alimentare e gli approvvigionamenti idrici.
Vogliamo riportare il lavoro e la sua dignità al centro della società.
Il lungo ciclo della precarizzazione, contrariamente alle promesse liberiste, ha bloccato la crescita della produttività, ha compresso i salari, ha accresciuto la disoccupazione, ha dequalificato una parte importante del nostro apparato produttivo. Oggi siamo il Paese con il lavoro più precario d’Europa, e con il più alto tasso di disoccupazione giovanile.
Per questo crediamo si debba cominciare restituendo ai lavoratori i diritti sottratti, con la legge sul Jobs Act, che va cancellata, e un’età di accesso al pensionamento in linea con quella dei paesi europei. E diversa secondo il grado di gravosità dei lavori.
La più grande ingiustizia che vogliamo debellare è la condizione di precarietà e di infelicità nella quale sono costretti a vivere milioni di nostri giovani. Non c’è un grande futuro per l’Italia se non si garantisce a loro una prospettiva radicalmente diversa di vita.
Non sono più tollerabili discriminazioni salariali che violano gravemente leggi e principi costituzionali. Ci batteremo per riaffermare un fondamentale principio di giustizia sociale negato in tante parti d’Italia: allo stesso lavoro deve corrispondere la stessa contribuzione tra uomini e donne. L’attacco all’autonomia e alla qualità della scuola e dell’università pubblica è parte dello stesso disegno di disgregazione delle condizioni di uguaglianza.
L’indebolimento dell’istruzione quale presidio dello spirito critico e fattore di mobilità sociale è stato infatti il corollario indispensabile delle ‘riforme’ volte a rendere il lavoro più precario, ricattabile e sottopagato, minandone la funzione costituzionale di fondamento della cittadinanza democratica.
Sulla base di precise testimonianze, il Comitato che da anni si batte in difesa della Pediatria torna a denunciare il rischio che si vada verso la chiusura del Punto nascita di Faenza. La questione, com’è noto, si gioca tutta sul numero dei parti, numero che sta diminuendo perché molte partorienti, le cui gravidanze sono ritenute “a rischio”, vengono dirottate verso gli ospedali di Ravenna e di Forlì.
Difficile dar torto al Comitato Pediatria quando afferma che, in barba alla dichiarazioni più volte espresse, i vertici dell’Ausl Romagna e i partiti che amministrano Comuni e Regione lavorano in realtà per depotenziare il Punto nascita di Faenza.
Eppure – come L’Altra Faenza sostiene da tempo – ci sono tutte le condizioni perché, nel rispetto delle “Linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera” elaborate dalla stessa Ausl, Faenza e Lugo dispongano di una Unità operativa complessa – in grado quindi di far fronte a tutte le situazioni – per l’Area assistenza alla donna e al bambino in quanto in possesso dei requisiti previsti dal decreto 70/2015: più di 1.200 parti/anno e un bacino d’utenza di oltre 200mila persone.
Ciò che preoccupa e induce ai più fondati timori, è il fatto che lo stesso Piano dell’Ausl si esprime in termini molto vaghi in materia di Punti nascita in provincia di Ravenna.
Ancora una volta affermiamo – l’ha fatto anche il sindaco Giovanni Malpezzi – che la decisione non può prescindere dalle caratteristiche del territorio faentino e dalle sue condizioni sociali ed economiche. Così come non devono essere sottovalutati i rischi ai quali vengono esposte partorienti costrette ad affrontare distanze e tempi di percorrenza maggiori rispetto al poter recarsi a Faenza.
L’allarme è alto, le assicurazioni di maniera non convincono più nessuno. Occorrono fatti ed è necessario che i Consigli comunali si riapproprino della loro funzione democratica di rappresentanti delle comunità amministrate. L’Altra Faenza si farà promotrice di una proposta rivolta a tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione, affinché i Consigli dei Comuni della Romagna faentina discutano e votino un OdG in difesa del Punto nascita.
Faenza, 7 novembre 2017
L’Altra Faenza
Il 28 settembre scorso Edward J. Necki, consigliere comunale de L’Altra Faenza, ha presentato un’interpellanza con la quale si chiedeva come e quando Hera avrebbe riconosciuto alle famiglie gli sconti dovuti per i servizi non erogati e per i disservizi verificatisi lo scorso anno nella raccolta dei rifiuti.
La risposta dell’Amministrazione comunale, fornita il 28 ottobre, riporta con ogni probabilità la posizione di Hera: il conguaglio sulle bollette della Tari è stato eseguito con quelle in scadenza il 30 settembre; non vi è specificata l’entità del risarcimento in quanto sia la penale (102.409 euro) che l’importo per i servizi non erogati (25.730,57 euro) sarebbero stati portati “in diminuzione del costo complessivo del servizio 2017”.
Così facendo – si afferma – “non deve comparire alcuno sconto nelle bollette 2017” a titolo di risarcimento. E si aggiunge: “Qualora le due voci in questione non fossero state considerate nel calcolo del montante con segno negativo, le tariffe 2017 sarebbero state più elevate”.
La risposta non convince e non soddisfa:
1 – Perché, alla faccia della trasparenza, in questo modo le famiglie non possono verificare se effettivamente lo sconto c’è e qual è il suo eventuale importo.
2 – Perché anziché risultare meno cara, la Tari 2017 è invece più “salata”. Stando alle deliberazioni del Consiglio comunale il costo complessivo del servizio, il montante, preso a riferimento per la determinazione delle tariffe è stato di 9.853.684,99 euro nel 2016 ed è di 9.961.047,92 euro nell’anno in corso; se a quest’ultimo importo vengono tolti 128.139,57 euro (penale e mancati servizi), il costo risultante è pari a 9.832.909,35 euro, quindi inferiore a quello dello scorso anno. Come mai invece la quota fissa, espressa in €/mq/anno, e la quota variabile espressa in €/anno sono più alte rispetto al 2016 per tutte le categorie tariffarie, domestiche e non? Dove sarebbe il rimborso per gli utenti?
3 – Perché in ogni caso il ritardo nel riconoscere alle famiglie quanto loro dovuto si è tramutato in un finanziamento improprio a vantaggio di Hera (pochi euro “prestati” da decine di migliaia di utenti fanno una bella somma!).
Siamo alla vigilia della gara d’appalto per l’assegnazione del servizio di raccolta rifiuti, cosa ci si deve aspettare per il 2018 e gli anni a venire? Decide tutto Atesir (Agenzia regionale per i rifiuti e i servizi idrici) oppure i Consigli comunali – tenuti a rappresentare e a tutelare le comunità amministrate – intendono esercitare il loro diritto-dovere di discuterne, pretendendo chiarezza e fissando precise condizioni per il miglior svolgimento del servizio, per gravare le famiglie di costi minori e per la tutela dell’ambiente?
Faenza, 2 novembre 2017
L’Altra Faenza