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 Comunicato

 Casa della Salute, un “affaire” da chiarire

 

A oltre un anno dalla sua apertura, la Casa della Salute si conferma un autentico fallimento. Al punto che – secondo notizie di stampa di questi giorni – si starebbe persino pensando ad un dietrofront che avrebbe del clamoroso.

Siamo stati i primi a denunciare le incongruenze di tutta l’operazione: perché non rispondente ai requisiti previsti dalla delibera regionale n. 2128/2016, per l’ubicazione della struttura in locali assolutamente inidonei e in una parte della città difficilmente raggiungibile (soprattutto da anziani e disabili), per non aver definito per tempo i necessari accordi con i medici di base, per la mancanza di segnaletica e di spazi adeguati per parcheggi e autoambulanze, per l’aver esposto il personale a difficili condizioni di lavoro. L’elenco delle criticità sarebbe talmente lungo da annoiare chi legge.

“Chi ha causato i problemi li risolva” abbiamo scritto in un comunicato del maggio scorso. Nulla si è mosso e i vertici dell’Asl hanno maldestramente aggirato le sacrosante proteste dei faentini appioppando alla Casa della Salute la qualifica di “costituenda”.

Domanda, alla quale è doverosa una risposta chiara: a chi tocca provvedere? Stando alle informazioni delle quali disponiamo (fornite dall’Asl) gli interventi sullo stabile competono al Conad essendone proprietario, su viabilità e posti auto deve intervenire il Comune e, immaginiamo, a rendere meno macchinoso l’accesso a servizi ed uffici dovrebbe pensarci l’Asl stessa. Ma, ripetiamo, tutto resta com’è, compresi i disagi a carico dei cittadini. Che subiscono e giudicano. E si chiedono quali ragioni – o quali interessi – possano esserci all’origine di una scelta tanto irrazionale.

E’ ora che si faccia chiarezza, che si dica chi sono i responsabili di quelle decisioni. Non farlo significa essere accomunati nel giudizio, non voler rendere conto – come invece sarebbe necessario – di come si amministrano le risorse pubbliche. Non siamo mai stati smentiti quando abbiamo più volte affermato che per l’affitto di quei locali si spendono 80mila euro all’anno. La questione non è se sono tanti o pochi: visto il risultato sono semplicemente “spesi male”.

Ed è ora che si forniscano risposte chiare ai tanti che avanzano il dubbio sui possibili intrecci fra l’affare Casa della Salute-Conad e l’affare Arena Borghesi-Conad. Su quest’ultima questione la partita è ancora aperta, ma c’è chi i conti li sta facendo: sei anni di affitto (tanto durerebbe il contratto) per i locali della Casa della Salute portano nelle casse del Conad 480mila euro, Conad spenderebbe 323mila euro per acquisire la proprietà dell’Area Borghesi (nei modi e per gli scopi arcinoti, denunciati da Legambiente, da Italia Nostra e da tanti faentini che hanno firmato la petizione lanciata dalle due associazioni). Ciò significherebbe che, in realtà, a pagare per almeno i due terzi il passaggio a privati di una proprietà pubblica (l’Arena Borghesi a Conad, appunto) sarebbero i cittadini.

Aspettiamo, aspettano i faentini, che si dica finalmente come stanno le cose.

 

Faenza, 20 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza