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Il 28 ottobre 1922 quella che fu chiamata “La marcia su Roma” segnò l’ascesa al potere del fascismo con la violenza e la sopraffazione. Mettendo in atto un’intollerabile provocazione, i movimenti neofascisti si propongono, dopo 95 anni, di ripeterla. E’ quella una data che evoca ricordi tragici per le nefaste conseguenze che ne seguirono: soppressione delle libertà e dei diritti, carcere e torture per migliaia di italiani, leggi e persecuzioni razziali, guerre, milioni di morti.

L’ANPI di Faenza condivide l’appello lanciato in questi giorni dall’ANPI nazionale per una grande mobilitazione in tutte le piazze volta a contrastare con fermezza quell’iniziativa, per ricordare e spiegare ai cittadini, ai giovani soprattutto, cosa rappresentano il 28 ottobre e il ventennio fascista nella storia d’Italia.

Non si può permettere lo svolgimento di questa manifestazione. Essa si inserisce in un clima di provocazioni, di intolleranza e di razzismo che deve allarmare tutte le forze democratiche e antifasciste. Quanto sta avvenendo nel nostro Paese si inquadra inoltre in un contesto europeo e internazionale quanto mai preoccupante, lo dimostrano i recenti risultati elettorali in Germania.

Le istituzioni pubbliche devono vietare che la nuova “Marcia su Roma” abbia luogo. E’ infatti loro compito e dovere primario quello di pretendere e assicurare il rispetto della Costituzione nei suoi contenuti profondamente democratici e antifascisti. Peraltro non occorre la ricerca di chiare e particolari motivazioni per intervenire, essendo manifesto che il riferimento al 28 ottobre è – di per sé – un evidente atto di apologia del fascismo, repressa dalle leggi vigenti e respinta dall’intero contenuto della Costituzione.

L’ANPI di Faenza fa appello a tutte le forze democratiche, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni e ai cittadini affinché prendano posizione apertamente contro l’escalation neofascita e razzista cui si sta assistendo nel Paese.

Invita in particolare i Consigli comunali a votare documenti non solo contro l’aberrante iniziativa che si intende realizzare, ma anche contro ogni tentativo di inquinamento della nostra democrazia col rischio effettivo di una grave peggioramento delle condizioni complessive della convivenza civile. Abbiamo assistito a troppe manifestazioni neofasciste, si leggono sul web cose raccapriccianti per il loro contenuto e il loro significato.

E’ dovere di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della democrazia non solo farsi sentire, ma usare gli strumenti dell’informazione, del confronto fermo e pacato, della conoscenza storica e culturale per far vivere la memoria. Ciò va fatto soprattutto nei confronti di quanti non hanno vissuto o non conoscono la tremenda esperienza del fascismo, per rendere evidente che siamo di fronte ad un vero, autentico e grave pericolo per la democrazia e il futuro di tutti.

 

Anpi Faenza

 

Pubblichiamo di seguito il documento letto da Tomaso Montanari e Anna Falcone nella conferenza stampa che si è tenuta oggi nella sala della Stampa Romana che fa il punto della situazione politica in seguito alle vicende di questi giorni e rilancia con forza l’inizio del percorso per un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza.

 

1.

Crediamo che davvero non si possa più aspettare, e lo diciamo con umiltà e con il massimo rispetto per ogni percorso politico: il momento è ora. Perché «guasto è il mondo, preda / di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula / e gli uomini vanno in rovina» (Oliver Goldsmith, The Deserted Village).

Di fronte all’ennesima legge elettorale-truffa, a un dibattito mediatico-politico concentrato su leadership e personalismi, invece che sulle soluzioni ai problemi delle persone e sulla costruzione di una nuova visione di società e di Paese, una parte importante di cittadini ed elettori si sta chiedendo se andare o no a votare alle prossime elezioni politiche. Perché rischia di trovarsi dinnanzi all’ennesimo Parlamento di nominati non scelti dagli elettori. Perché manca nell’offerta politica un progetto veramente innovativo capace di rappresentare chi non ha voce; di contrastare la precarietà in cui vivono i più, e la quasi totalità delle giovani generazioni; di proporre, oltre alla protesta, un nuovo modello sociale più giusto, inclusivo, solidale. Un progetto capace di rovesciare «la scandalosa realtà di questo mondo» (papa Francesco).

Per cambiare veramente lo stato delle cose non basta il professionismo politico che c’è, occorre qualcosa di veramente nuovo: un progetto unitario più grande e ambizioso dei singoli pezzi, un progetto che vada oltre le prossime elezioni e abbia come denominatore comune il contrasto alle politiche neoliberiste che in questi anni hanno decapitato diritti, futuro e ruolo della sovranità popolare e delle istituzioni democratiche.

Dopo la lunga stagione dei governi e delle politiche nell’interesse dei pochi contro i bisogni e i desideri dei molti è giunto il tempo di immaginare una politica e un governo nell’interesse della maggioranza delle persone. Un mezzo, insomma: e non un fine.

È per questo che consideriamo chiusa la stagione del centro-sinistra: perché è giunto il tempo di rovesciare il tavolo delle diseguaglianze, non di venirci a patti. E per far questo serve costruire la Sinistra che

Monsanto sta lanciando un super veleno che uccide qualsiasi pianta -- tranne gli OGM Monsanto. E che attraverso l’aria si sposta in tutti i campi vicini.

Ma tra pochi giorni possiamo farlo ritirare dal mercato.


Dopo una enorme mobilitazione di oltre 1000 agricoltori, uno stato americano può mettere al bando questo veleno. Sarebbe un precedente importantissimo, che potrebbe essere la base per decisioni simili in tutto il mondo.

Monsanto ha lanciato un‘enorme campagna di pressione, e spera che questa resti una lotta locale. Ma se un milione di persone ora firma questa petizione, la invieremo ufficialmente alle autorità competenti e dimostreremo che il mondo intero vuole che questo prodotto tossico sia tolto dai nostri campi e dal nostro cibo. Firma ora:

Fermiamo il nuovo veleno di Monsanto

Non sorprende che gli agricoltori siano sul piede di guerra. Il Dicamba uccide spostandosi con il vento, colpendo raccolti, alberi, terreno e acqua. E gli agricoltori sono quindi di fronte a un bivio terribile: passare agli OGM di Monsanto o rischiare di perdere i loro raccolti.

Una forzatura pericolosissima, che non solo farà fare miliardi a Monsanto, ma potrà distruggere il nostro intero sistema alimentare. 

Ma possiamo fermarli. 17 stati americani hanno aperto delle inchieste sul Dicamba e le autorità dell’Arkansas ne hanno appena raccomandato la messa al bando: ora ci sarà un voto. E le autorità che regolamentano i pesticidi in Europa e America Latina stanno osservando prima di decidere a loro volta. Se un milione di noi si opporrà a Monsanto in Arkansas e otterremo la messa al bando, possiamo davvero fermare questo veleno mortale prima che si diffonda.

Fermiamo il nuovo veleno di Monsanto

Per anni la comunità di Avaaz ha affrontato queste battaglie da Davide contro Golia per fermare la conquista dell’intero sistema alimentare. E ne abbiamo vinte di importanti: l’anno scorso abbiamo ostacolato l’apertura di una nuova fabbrica di OGM Monsanto in Argentina e impedito che l’Europa desse una nuova licenza all’erbicida glifosato. Ora possiamo contribuire ad una vittoria in Arkansas dove sta per iniziare la prossima battaglia.

Con speranza e determinazione,


ULTERIORI INFORMAZIONI

Non solo glifosato. Monsanto fa terra bruciata con il dicamba (Slow Food)
http://www.slowfood.it/non-solo-glifosato-monsanto-fa-terra-bruciata-dicamba/

Dicamba: da Monsanto un nuovo erbicida ancora più potente (e dannoso?) del glifosato (GreenMe)
https://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/22356-monsanto-erbicida-dicamba

Rete Italiana Disarmo e Senzatomica chiedono ancora una volta al Governo Italiano di muoversi in sintonia con la maggioranza dei cittadini e delle cittadine d'Italia e del mondo, firmando e ratificando il Trattato.


Perché, come diceva Victor Hugo, "niente al mondo é così potente quanto un'idea della quale sia giunto il tempo":  il Nobel per la pace ad ICAN - e alle decine e decine di organizzazioni che ne fanno parte, tra cui Rete Disarmo e Senzatomica - dimostra che il tempo di un mondo libero da armi nucleari 

E' ora.

 

Alleanza Popolare per la Democrazia e l'Uguaglianza della provincia di Ravenna

30 settembre 2017 - Una assemblea molto partecipata, intensa, viva e attiva

Molti erano gli interrogativi fra chi ha promosso l’assemblea pubblica a Ravenna di Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza. Ci sarà partecipazione? Ci sarà interesse per questo nostro invito? Ci sarà ascolto e voglia di dialogo? Di speranza per un futuro politico di una sinistra radicalmente rinnovata?

Erano interrogativi che non nascondevano preoccupazione.

Abbiamo avuto risposte positive. Sala D’Attorre era piena, con persone in piedi. Più di 150 persone. Da tutta la provincia. Molte hanno lasciato i propri recapiti per entrare nella rete dei contatti e per partecipare anche in futuro. Pubblico attento e rispettoso, in ascolto delle brevi relazioni introduttive sui temi scelti per questo primo incontro pubblico, AMBIENTE, LAVORO,POVERTA’.

Molte persone presenti al tavolo e in sala, hanno da anni esperienze, in vari luoghi della provincia, in Comitati in difesa della Costituzione, in movimenti e associazioni ambientaliste, in reti antirazziste e di contrasto alla povertà. Una società civile attiva, con esperienze concrete da portare come prezioso patrimonio politico.

Un pubblico plurale, singol* cittadin*, sindacalisti, persone impegnate in associazioni e partiti e in ascolto, attento e incoraggiante, dei 14 interventi che si sono succeduti in tre ore di intenso “lavoro politico”.

In tutti gli interventi piena sintonia su una questione centrale. Il punto di partenza per una rinnovata - radicalmente rinnovata – sinistra è un programma con contenuti in netta discontinuità con i governi di centro sinistra (o centro che guarda a destra?) dell’ultima negativa legislatura, con politiche di aggressione alla Costituzione per ora fermate dalla vittoria referendaria del 4 dicembre , e neoliberiste, di attacco alla dignità del lavoro, di indebolimento delle già deboli politiche di salvaguardia dell’ambiente, del territorio, della salute, di colpevolizzazione di chi è in condizioni di povertà, di negazione dei diritti umani universali, come le recenti scelte del governo Gentiloni e del ministro Minniti. Quindi, se una rinnovata sinistra vuole non solo non perdere voti, ma non perdere la sua ragion d’essere, è a questi principi e valori, di cui la nostra Costituzione è garante, che deve saldamente ancorarsi.

Altro punto sul quale quasi tutti gli interventi hanno insistito è la necessità che queste scelte di principio trovino forza in una UNICA lista di sinistra nelle elezioni politiche del 2018.

Per arrivare a questo risultato è necessario un lavoro paziente, rispettoso, orizzontale, democratico, nei territori e a livello nazionale. Ci saranno altri momenti di incontro, in ottobre, a livello locale e regionale, e in novembre, a livello nazionale. Passo dopo passo, con calma e trasparenza. La questione leadership, che sembra a volte essere la prima preoccupazione in alcuni “teatri” a sinistra, che pure seguiamo con interesse, sarà un problema - hanno sottolineato molti interventi – che il percorso e la discussione sul programma avrà modo di chiarire, e nelle forme che democraticamente saranno scelte. Con una discontinuità necessaria. Non UN leader, ma una leadership plurale e democratica.

Impossibile dare conto dell’intenso dialogo, che può essere ascoltato nel seguente link https://www.youtube.com/watch?v=KFfFJbwxzBg e poi ai successivi.

Salvo due interventi molto interessanti. Uno studente di 18 anni, Alan Arrigoni, che ha dato vita a Primavera progressista, un movimento, già molto attivo, di giovani al di sotto dei trenta anni. Ritiene che quello di Alleanza popolare sia un tentativo positivo e indispensabile, un progetto alternativo, UNITARIO e LUNGIMIRANTE, per dare voce a una generazione abbandonata e a chi voce non l’ha, e per combattere la disuguaglianza, vera piaga sociale.

Altro intervento, di grande significato, è stato quello di un operaio FIOM di Castelbolognese, di nazionalità tunisina. Ci ha portato condivisione e sostegno, per continuare, insieme, a chiedere l’applicazione della Costituzione.

Un prossimo appuntamento è previsto a Ravenna per la fine di ottobre, per approfondire temi locali e in preparazione della assemblea nazionale di novembre.

Ravenna, 4 ottobre 2017

 

Dopo l'Assemblea del 2 ottobre ottobre

​​​​il Fatto Quotidiano ha rilanciato su
Change​.org.it il nostro appello che trovate al link;
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https://www.change.org/p/capigruppo-di-camera-e-senato-lasciateci-scegliere-i-parlamentari
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Vi invitiamo a sottoscriverlo (ha già racccolto quasi 50.000 firme e può
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assumere davvero un significato importante)
 
Coordinamento​​ per la Democrazia Costituzionale
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 e a farlo girare in modo che possa essere conosciuto dal maggior numero di cittadini.
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