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<[]-->"Anche i rifiuti sono un bene pubblico", la futura società pubblica riceve l'ok degli ambientalisti


“Risultato di grande valore politico ed amministrativo che toglie alla logica del profitto un importante settore, facente parte a pieno titolo del patrimonio collettivo dei "beni comuni": infatti i rifiuti costituiscono una preziosa risorsa, di proprietà pubblica, che deve essere riciclata il più possibile in alternativa all'incenerimento ed al deposito in discarica”: è il giudizio che viene dal Tavolo delle Associazioni ambientaliste di Forlì (TAAF) e dal Coordinamento ambientale dei Quartieri forlivesi  al via libera, da parte della Regione, alla società pubblica per la raccolta.

 L'ok è arrivato con una delibera di ATERSIR (Agenzia territoriale Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) con la quale è stato accolto, all'unanimità, il progetto di costituzione dell'azienda  autogestita dai Comuni del comprensorio forlivese per la raccolta dei rifiuti urbani.  Commentano gli ambientalisti Alberto Conti (coordinatore TAAF) e Loretta Prati (coordinamento ambientale): “La raccolta differenziata porta a porta, con tariffa puntuale (chi più produce rifiuti più paga), è il primo anello della filiera del riciclo che la nuova Azienda in House dovrà organizzare nei Comuni del Comprensorio forlivese, stabilendo anche come e dove dovranno essere riciclati i materiali raccolti, in coordinamento con i vari consorzi di recupero delle varie frazioni (carta, plastica, vetro, organico ecc.). La collaborazione dei cittadini in questo percorso virtuoso, indispensabile per migliorare la qualità ambientale e la nostra salute, dovrà essere attivata con un' adeguata informazione che aumenti la consapevolezza di quanto sia importante il recupero di materia in alternativa all' attuale incenerimento, fonte di molti pericolosi inquinanti. Il tutto in un contesto di piena trasparenza amministrativa, assai problematica   con una Spa (HERA nel  nostro caso fino ad oggi)”.

da Forlì Today
 LEGGI ANCHE: http://www.forlitoday.it/cronaca/la-raccolta-dei-rifiuti-torna-pubblica-e-in-mano-al-comune-la-regione-dice-si.html

 

 

Servono i dati sanitari di questa situazione

 14 giorni di concentrazioni di poveri alle stelle in tutta la regione sono un problema ambientale ma soprattutto sanitario, e servono misure straordinarie

Siamo al 3 febbraio del nuovo anno, e le città dell’Emilia-Romagna sono schiacciate dalla cappa di smog più persistente degli ultimi anni.

Non preoccupano solo i superamenti consecutivi degli ultimi 14 giorni, ma soprattutto i valori medi giornalieri di PM10 registrati negli ultimi giorni: mercoledì 1 febbraio le centraline Arpae hanno registrato valori di almeno 3 volte superiori al limite consentito; Bologna ha raggiunto una media sulle 24 ore di PM10 pari a 247 microgrammi per metro cubo. Valori paragonabili a quelli di Pechino di questi stessi giorni, che solo la pioggia potrà abbassare, ma senza risolvere il problema strutturale.

Proprio per questo al tavolo convocato per oggi con i sindaci dei Comuni sopra i 30.000 abitanti manca una gamba: per una emergenza di tipo sanitario a livello regionale è necessaria l'assunzione di responsabilità dell'assessore Venturi, che faccia pesare sul tavolo della discussione i prezzi pagati dalla comunità in termini sanitari ed economici.

E’ ormai appurato che le punte di inquinamento sono in diretta relazione con impennate di disturbi respiratori, e di fronte a emergenze come queste servono dati accertati. Tanto in termini di effetti sanitari, tanto di costi sul servizio pubblico.

 “Gestire il problema dell’inquinamento padano limitatamente agli aspetti ambientali e trasportistici – sottolinea Legambiente – è una visione riduttiva e falsamente rassicurante. I 467 mila morti all’anno  in Europa,  e costi sanitari associati quantificabili tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa sono il problema principale da risolvere, ed occorre dettagliare queste cifre a scala di bacino e di sistema sanitario regionale. L'assenza di un intervento dell'Assessorato competente  dimostra un disinteresse nei confronti della salute pubblica”.

Sindaci, Assessore regionale all’Ambiente, Assessore Regionale alla Sanità e presidente della Regione sono i responsabili della salute, e a loro Legambiente chiede misure straordinarie in tutti i settori, a partire dalla mobilità privata.

 

 

 

 

Associazione di consumatori e utenti  provincia di Ravenna

 

COMUNICATO STAMPA

 

LA FEDERCONSUMATORI METTE IN GUARDIA:

SI STANNO DIFFONDENDO SUL TERRITORIO

NUOVE FORME DI TRUFFA

La Federconsumatori della provincia di Ravenna denuncia il fatto che sul territorio si stanno diffondendo nuove forme di truffa. “Alcune persone incaricate da ditte per lo più sconosciute – spiega il presidente provinciale dell’associazione, Vincenzo Fuschini -, con sede in città del nord Italia, si recano nelle abitazione dei possibili clienti, offrendo forti sconti per l'acquisto di prodotti per la casa: pentole, mobili, coperte, lenzuola. Il venditore, una volta entrato, esordisce con una lunga esposizione che comprende l'immancabile supplica (“mi aiuti, se non dimostro di aver contattato un certo numero di persone non mi pagano...”) e chiede al cliente di firmare una manifestazione di interesse per la sua offerta; quindi lascia al cliente un catalogo dei prodotti in vendita (chiamato talvolta “campione”)”.

La truffa si innesca se la persona, che ha incautamente fatto entrare il venditore, firma il foglio prestampato senza leggerlo. Ben presto, però, si scopre l'inganno. “Dopo qualche giorno – dice ancora Fuschini -, si presenta a casa del malcapitato cliente un altro rappresentante dell'azienda, che esige il pagamento di somme rilevanti (in genere, 2 o 3mila euro): il foglio firmato è, infatti, in realtà l'impegno ad acquistare un certo numero di prodotti contenuti nel catalogo–campione. Si ricorre ad ogni possibile mezzo per convincere il cliente, sempre più sconcertato, a perfezionare l'acquisto: i venditori non esitano a minacciare azioni legali con gravi conseguenze per il malcapitato che ha firmato un modulo senza leggerlo. Invitiamo i cittadini a non firmare nulla senza essere certi del contenuto dell'atto; se poi, per disattenzione, si è firmata una proposta di acquisto, ricordiamo che il codice del consumo consente di recedere dal contratto di acquisto di beni, concluso nell'abitazione del cliente, entro 14 giorni dalla consegna. In altre parole, prima della consegna è possibile liberarsi dal contratto di acquisto. Invitiamo tutti i cittadini che siano caduti in questa truffa a non pagare alcunché e a rivolgersi agli uffici della Federconsumatori”.

Ravenna, 2 febbraio 2017

Federconsumatori della provincia di Ravenna

Per informazioni è possibile contattare Vincenzo Fuschini al 335 5362540

 

 

 (ANSA) - BOLOGNA, 2 FEB - Una coalizione sindacale per migliorare il Piano energetico regionale in via di approvazione: Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna si uniscono, e con Legambiente, Wwf e le associazioni 'Energie per l'Italia' e 'Sì alle 

rinnovabili No al nucleare' propongono modifiche che puntano a raggiungere, entro il 2050, il 100% di energie rinnovabili (il Piano prevede il 27% al 2030) e una economia 'carbon free', che prevede l'abbandono totale dei combustibili fossili.

In particolare, sindacati e associazioni propongono alla Regione una strategia che investa sulla formazione e sugli incentivi alla riconversione delle aziende. Fra le richieste ci sono anche la convergenza di tutti i piani regionali legati alle scelte energetiche, un nuovo piano trasporti che metta al centro il trasporto pubblico, finanziamenti e contributi che premino 
chi riduce le emissioni.

"Il Piano è un punto di passaggio fondamentale per affrontare il tema dei cambiamenti climatici e la qualità di vita delle persone - spiega Mirto Bassoli di Cgil E-R - ma può essere anche un'opportunità per generare nuovi posti di lavoro". "Gli obiettivi del Piano al 2030 non sono sufficienti, il raffronto è sui dati del 1990 ma nel frattempo la situazione è peggiorata, serve fare un salto di qualità", aggiunge Oscar Zanasi di Cgil E-R, mentre Alberto Bellini di 'Energie per l'Italia' sottolinea che "l'impatto su clima e salute del modello strade-cemento-idrocarburi è superiore ai profitti, la Regione cambi completamente scenario". (ANSA).

A circa sei mesi dall’apertura della Casa della Salute nei pressi del centro commerciale “La Filanda” bisogna avere l’onestà di riconoscere che le problematiche e le incongruenze più volte denunciate da L’Altra Faenza erano e restano - purtroppo – più che fondate.

Fino ad oggi altro non è successo se non il trasferimento di alcuni servizi. Procedendo di questo passo è facile rendersi conto che i tempi per disporre di un vero e proprio presidio di cure primarie – ovvero di una Casa della Salute con i requisiti previsti dalla delibera n. 48/2010 della Regione - saranno ancora molto lunghi.

La struttura sta scontando, già in questa fase di avvio, le difficoltà dovute all’essere ubicata in locali concepiti per ben altro uso e in prossimità di un complesso commerciale.

Aspettiamo ancora risposte convincenti ad una domanda di fondo: perché pagare a privati un canone d’affitto annuo di 80mila euro per disporre di locali inadeguati? Non sarebbe stato più ragionevole utilizzare immobili di proprietà pubblica?

Inoltre:

  • gli spazi per parcheggire le auto sono insufficienti e di difficile utilizzo, mancano stalli riservati agli invalidi;

  • la segnaletica, sia in loco che in città e lungo le vie di avvicinamento, è insufficiente o del tutto mancante;

  • il personale è costretto a svolgere la sua opera in condizioni di disagio;

  • non è mai stata fornita ai cittadini la doverosa informazione sui servizi che sono stati trasferiti alla Casa della Salute, sulle prestazioni che vi vengono già fornite e in generale a chi debbono rivolgersi in caso di necessità (medico di famiglia? Pronto soccorso? Guardia medica? Casa della Salute?);

  • non essendo ancora stato definito l’accordo coi medici di base, gli ambulatori restano desolatamente chiusi, con le aree di attesa ridotte a deposito di sedie;

  • trovano conferma anche le prevedibili difficoltà nel raggiungere la struttura, soprattutto da parte di anziani e disabili, tanto da rendere necessario l’accompagnamento da parte di familiari (perdendo ore di lavoro ) o il ricorso ai taxi.

La soluzione di questi problemi compete all’Ausl Romagna e al Comune di Faenza.

E’ un’amara constatazione quella che sottoponiamo all’Amministrazion locale: è trascorso più di un anno da quando è stato deciso di apprire questa struttura, è dunque inaccettabile che non si sia pensato neppure di progettare l’abc in fatto di viabilità, accessi e parcheggi per invalidi.

L’Altra Faenza insiste: bisogna porre rimedio a questo stato di cose, adottando le misure necessarie e rispettando maggiormente i diritti dei cittadini, soprattutto di quelli che si trovano in condizione di maggior disagio in quanto bisognosi di cure.

 

Faenza, 27 gennaio 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

Una giornata di mobilitazione nazionale per continuare a chiedere la verità sulla sua uccisione, anche in diretta streaming e FacebookLive

Il 25 gennaio sarà passato un anno esatto dal giorno della scomparsa di Giulio Regeni al Cairo.
#365giornisenzaGiulio è il nome della giornata di mobilitazione organizzata da Amnesty Italia, in collaborazione con la Repubblica, per continuare a chiedere la verità sul brutale omicidio del ricercatore italiano.

L’appuntamento principale è previsto all’Università La Sapienza di Roma e potrete seguirlo in diretta streaming su Repubblica.it. La manifestazione si aprirà alle 12,30 con il saluto del Rettore,  professor Eugenio Gaudio. Tra gli interventi previsti, quelli di Stefano Catucci, del Senato Accademico Sapienza, Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili, Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana e Carlo Bonini di Repubblica, che segue il caso fin dalle prime ore. Lo scrittore Erri De Luca e gli attori Arianna Mattioli e Andrea Paolotti leggeranno estratti dei diari di viaggio di Giulio Regeni, mentre interverranno, in collegamento telefonico, i suoi genitori Paola e Claudio.

A tutti i partecipanti sarà dato un cartello con un numero, da 1 a 365, per ricordare i giorni che sono passati dalla scomparsa di Giulio. La manifestazione, alla quale parteciperà anche una delegazione di studenti e docenti degli istituti superiori, sarà chiusa dal coro MuSa Blues della Sapienza, diretto dal maestro Giorgio Monari.

La sera, Repubblica.it seguirà con dirette, servizi e Facebook Live le fiaccolate organizzate dalle sedi locali di Amnesty nelle piazze di Fiumicello (la città dove Giulio era cresciuto), Roma (a San Lorenzo in Lucina), Napoli (in Piazza Dante): le fiaccole verranno accese tutte alle 19.41, l’ora in cui Giulio Regeni uscì dalla sua abitazione prima della scomparsa.
Iniziative analoghe si svolgeranno in altre città italiane tra cui Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Cento (Fe), Lecce, Padova, Palermo, Pesaro, Pescara, Perugia, Pisa, Rovereto, Rovigo, Trento e Trieste.  

Per aderire alle iniziative in programma è possibile consultare il sito di Amnesty International con la mappa degli eventi promossi in Italia in continuo aggiornamento:
https://www.amnesty.it/365-giorni-senza-giulio-ricordiamolo-insieme/

Per

 

seguire e partecipare alla giornata sui social media è possibile utilizzare gli hashtag #veritàpergiulioregeni e #365giornisenzagiulio