Comunicato
A quando un vaccino contro l’arroganza?
Non solo le Ong che soccorrono i migranti e i giovani dei centri sociali: fra i temi che hanno tenuto banco in un’estate torrida e schizofrenica un posto se l’è conquistato anche la disputa “vaccini sì, vaccini no”.
Le vaccinazioni – sostengono i medici e l’intera comunità scientifica – costituiscono uno dei più grandi progressi nella storia della medicina. Non è in discussione la loro efficacia per la salute pubblica, sono prive di fondamento le disquisizioni sui vantaggi in termini di costi per la collettività e su presunti gravi effetti collaterali.
A complicare la questione è stata ancora una volta una politica pasticciona con provvedimenti che anziché convincere hanno imposto, suscitando perplessità e fastidio in tante famiglie. Non è con ingiunzioni come il “decreto Lorenzin” che si affrontano temi simili. Non è ricorrendo alla minaccia – peraltro di dubbia legittimità costituzionale – di togliergli la patria potestà che si convince un genitore che chiede di essere informato correttamente.
Bisognava invece, nel pieno rispetto della Costituzione, procedere avendo per obiettivi tre cardini precisi: il diritto alla salute, la libertà di scelta consapevole, il diritto all’istruzione. Ciò vuol dire che era ed è necessaria una campagna di informazione e di chiarimento, che le persone devono essere convinte e non obbligate, che le leggi vanno fatte per il verso giusto.
Per come è strutturato, il provvedimento è invece tale da creare nuovi problemi per i tempi, per l’aggravio di burocrazia, per le coperture finanziarie, per gli uffici di Igiene, per il rischio di discriminazioni, per scelte incomprensibili e giustamente criticate.
Meno arroganza e maggior rispetto per i cittadini, più competenza e meno pressapochismo: ecco di cosa c’è un gran bisogno. Oltre che dei vaccini.
Faenza, 12 settembre 2017
L’Altra Faenza