Il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell’emergenza, ci si divide. Dobbiamo far ricorso alle nostre capacità e al nostro senso di responsabilità, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione. Anche con osservazioni critiche, sempre utili, ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti.
(Intervento del Presidente Sergio Mattarella, per l’apertura della XXXVII Assemblea ANCI, 17.11.2020).
Il DDL collegato alla Nadef2020 , presentato dal ministro Boccia come legge-quadro applicativa dell’art.116.c.3,Cost. non fornisce risposta sui seguenti punti cruciali e ineludibili:
Natura della legge di recepimento delle intese, emendabilità delle stesse e ruolo del parlamento.
Va affermata la natura sostanziale della legge di approvazione delle intese con la più ampia e incondizionata facoltà del Parlamento di proporre modifiche, indirizzare, accettare o rigettare le intese medesime. Al contrario, ove si ritenesse tale legge puramente formale – come quelle che approvano le intese ex art. 8 Cost. – si produrrebbe un mutamento costituzionalmente illegittimo della forma di governo e di Stato. Infatti potrebbero ritenersi ridimensionati in modo inammissibile i poteri del PdR di rinvio alle Camere della legge di approvazione e pure quelli della Corte Costituzionale sui contenuti dell’intesa, e assisteremmo all’insostenibile paradosso per cui il Parlamento continuerebbe ad essere titolare del potere di revisione costituzionale della distribuzione delle competenze di cui all’art.117 cost., ma non avrebbe alcun potere nel caso in cui una diversa distribuzione delle competenze venisse decisa ex art. 116 cost. da una intesa degli esecutivi regionali e nazionale. Andrebbe piuttosto considerata, come il PdR stesso ha sottolineato, l’attuazione del disposto dell’art.11, commi 1 e 2, della L. 3/2001, integrando la Commissione parlamentare per le questioni regionali con rappresentanti delle Regioni, delle Provincie autonome e degli Enti locali.
Condizioni necessarie per qualsiasi attribuzione di maggiore autonomia
A- Va detto in premessa che le “forme e condizioni particolari di autonomia” possono – non devono – essere attribuite rispettandoil principio dell’unità e indivisibilità della Repubblica sancito dall’art. 5 Cost., e specificato dall’art. 120 in termini di unità giuridica ed economica.
Appare dunque di per sé insostenibile la richiesta di maggiore autonomia in tutte o nella grande maggioranza delle materie ex art. 117, commi 2 e 3, Cost., che viene avanzata dalle bozze di intesa fin qui note. Va preliminarmente notato che nelle materie concorrenti la potestà legislativa di dettaglio è già della regione. Dunque, se fosse richiesto un trasferimento di potestà legislativa, si intaccherebbe la potestà statale di dettare i principi fondamentali, con evidente lesione del modello generale dell’art. 117.
In ogni caso, si produrrebbe una disarticolazione del paese,
Ancora molte le differenze in regione
Tra i capoluoghi, premiato il comune di Ferrara. “Sacco nero” invece alla provincia di Ravenna: nessun Comune raggiunge gli obiettivi fissati dalla Regione.
Legambiente: “Sulle riflessioni per il nuovo Piano Rifiuti, nei prossimi anni più impianti di recupero e spegnere due inceneritori”
Si è tenuta stamattina a Bologna l’edizione 2020 dell’Ecoforum Emilia-Romagna, conclusasi con la contestuale premiazione “Comuni Ricicloni” della regione, che premia i migliori risultati conseguiti dalle amministrazioni comunali in tema di gestione dei rifiuti urbani nel corso del 2019. Una tredicesima edizione con molti ospiti e che si è svolta interamente online in forma di talk show trasmesso in diretta sulle pagine Facebook e YouTube di Legambiente Emilia-Romagna, con la presenza in studio dell’Assessore Regionale all’Ambiente Irene Priolo.
Una mattinata di approfondimento, utile a fare il punto sulla corretta gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna con un focus sulla definizione del nuovo Piano Rifiuti Regionale (quello vigente scade a fine anno) e le buone pratiche di raccolta e prevenzione dei Comuni.
Tanti i comuni virtuosi che hanno raggiunto con un anno di anticipo i risultati fissati dalla legge regionale sull’Economia Circolare (cioè meno di 150 kg/abitante mandati a smaltimento ed il 73% di raccolta differenziata): si tratta di quasi 130 amministrazioni per circa 2 milioni di abitanti.
Tra le zone virtuose vanno citate l’intera provincia di Parma e Ferrara, seguite da Reggio Emilia. I singoli comuni che svettano nelle classifiche si trovano nella bassa modenese e nell’area del forlivese recentemente passata alle modalità di raccolta porta a porta. Proprio in questi comuni si registrano gli scostamenti positivi più alti registrati nel corso del 2019. (si vedano le tabelle di seguito). Un percorso che ha ridotto di circa 100.000 t i rifiuti ulteriori da avviare agli inceneritori della regione.
Tuttavia la situazione mostra ampie differenze in regione, sia tra le province, che tra capoluoghi, che tra aziende gestrici (si vedano le tabelle di seguito).
Secondo Legambiente è evidente che alcuni territori non raggiungeranno gli obiettivi fissati dalla Regione nemmeno a fine 2020, per l’immobilismo nella gestione. Tra questi sicuramente la provincia di Ravenna, profondamente in ritardo in tutti i comuni e nel Capoluogo. Proprio per questo l’associazione ha voluto conferire simbolicamente il “Sacco Nero” a quest’area.
A livello di capoluoghi, forti ritardi anche a Bologna, Piacenza e Modena.
“Si tratta di situazioni che ancora non stanno mettendo in atto politiche di vera innovazione nei sistemi di gestione – evidenzia Legambiente - e che pesano sul fabbisogno di impianti di incenerimento e discarica”
Durante la mattinata Legambiente ha anche avviato il dibattito sul futuro Piano Rifiuti, evidenziando che se tutta la regione arrivasse ai risultati dei territori più avanti, in 2-3 anni si potrebbero risparmiare altre 300.000 tonnellate altrimenti destinate all’incenerimento, portando così allo spegnimento di altri due impianti.
Un richiamo anche alla necessità di chiudere definitivamente le discariche ormai esaurite e a stimolare maggiori politiche di riciclo e prevenzione anche per i rifiuti speciali, quelli del mondo produttivo.
“Sui rifiuti urbani i cittadini stanno facendo grandi sforzi – segnala Legambiente - servono risultati analoghi anche per gli scarti dell’industria”.
I PREMIATI
Tra i Comuni sotto i 5000 abitanti, Civitella di Romagna (FC) è il primo per minor quantitativo pro capite di rifiuti avviati a smaltimento (34,1 kg/ab/anno), seguito da Camposanto (MO) con 48 kg/ab/anno di rifiuti avviati a smaltimento e Bastiglia (MO) con 50,5 kg/ab/anno di rifiuti a smaltimento. Per la migliore % di RD primo è il comune di San Possidonio (MO) con 92,1%.
Nella categoria dei Comuni tra 5000 e 25000 abitanti, si aggiudica il primo posto per i minori quantitativi di rifiuti a smaltimento San Prospero (MO) con 41,4 kg/ab/anno, seguito da Concordia sulla Secchia (MO) con 51,8 kg/ab/anno e Medolla (MO) con 54,4 kg/ab/anno di rifiuti a smaltimento. Sulle performance per la migliore % di RD si aggiudica il primo posto il comune di Medolla (MO) con 92,3% di RD.
Infine, per la categoria dei comuni oltre i 25 mila abitanti abbiamo al primo posto Castelfranco Emilia (MO) con 61,5 kg/ab/anno di rifiuto avviato a smaltimento seguito da Carpi (MO) con 71,8 kg/ab/anno e Vignola con 87,7 kg/ab/anno di rifiuti a smaltimento. Sulla migliore % di RD il primo posto è assegnato sempre al comune di Castelfranco Emilia (MO) con 86,6% di RD.
Per la classifica relativa ai comuni che hanno registrato un maggiore incremento della quota di %RD dal 2018 abbiamo sempre Civitella di Romagna (FC) (+60,6 %) seguito da Predappio (FC) che registra un +53,5% e Galeata (FC) con +53,4%
Per i comuni capoluogo ad essere premiato è Ferrara con 82,1% di RD e 110,2 kg/ab/anno di rifiuti avviati a smaltimento insieme ad una menzione speciale sugli acquisti verdi nella pubblica amministrazione.
Sacco nero infine alla provincia di Ravenna: nessun comune scende sotto i 200 kg/abitante a smaltimento.
Quest’anno l’Ecoforum continua con la sessione pomeridiana AMBIENTE E SOCIALE, l’Economia Circolare del Terzo Settore, che partirà dalle ore 14:30. Si parlerà di iniziative dal basso, del ruolo del mondo della cooperazione nel settore rifiuti, riuso e preparazione al riutilizzo e di strategie per il futuro dei green jobs.
L’Ecoforum vede, tra gli altri, la partecipazione del progetto ECCO – Economie Circolari di COmunità, promosso da Legambiente e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il progetto ha visto nascere 15 hub in 13 regioni italiane con l’obiettivo di sviluppare filiere verdi formando ai green jobs anche i soggetti più fragili. L’Emilia-Romagna è parte della rete con Legambiente L’Arboreto, che nel quartiere bolognese del Pilastro è impegnato nel promuovere la lotta alla plastica monouso, grazie alla costituzione di una stoviglioteca, e nella diffusione di pratiche di apicoltura urbana.
Sempre in tema di Economia circolare, anche Metti in circolo il cambiamento – un progetto nazionale di Educazione alla Cittadinanza Globale attraverso laboratori di comunità per l’attivazione di soluzioni in chiave di sostenibilità sociale, economica e ambientale – partecipa all’Ecoforum, attraverso la partecipazione di giovani provenienti da questa regione che hanno partecipato al progetto e sono stati formati tramite percorsi personalizzati ideati e promossi dai partner di progetto e soggetti che sui territori si stanno già muovendo nel circuito circolare.
Hanno contribuito alla realizzazione di Ecoforum 2020: Idea Plast: Gruppo Sartori Ambiente; S.A.Ba.R; Maserati Energia S.r.l.; AIMAG SPA; Caviro Extra; Cigno Verde Cooperativa Sociale; Ecomondo.
La giornata in cifre
COMUNI PREMIATI
I Comuni Ricicloni dell’Emilia Romagna con MINOR SMALTIMENTO - sotto i 5 mila abitanti
Comune |
Provincia |
Residuo avviato a smaltimento (kg/ab/anno) |
Civitella di Romagna |
FC |
34,1 |
Camposanto |
MO |
48 |
Bastiglia |
MO |
50,5 |
I Comuni Ricicloni dell’Emilia Romagna con MINOR SMALTIMENTO - tra i 5 e 25 mila abitanti
Comune |
Provincia |
Residuo avviato a smaltimento (kg/ab/anno) |
San Prospero |
MO |
41,4 |
Concordia sulla Secchia |
MO |
51,8 |
Medolla |
MO |
54,4 |
I Comuni Ricicloni dell’Emilia Romagna con MINOR SMALTIMENTO - sopra i 25 mila abitanti
Comune |
Provincia |
Residuo avviato a smaltimento (ka/ab/anno) |
Castelfranco Emilia |
MO |
61,5 |
Carpi |
MO |
71,8 |
Vignola |
MO |
87,7 |
I Comuni Ricicloni dell’Emilia Romagna con MIGLIORE %RD
Comune |
Provincia |
%RD |
Abitanti |
San Possidonio |
MO |
92,1 |
Sotto i 5 mila |
Medolla |
MO |
92,3 |
Tra 5 e 25 mila |
Castelfranco Emilia |
MO |
86,6% |
Sopra I 25 mila |
I Comuni Ricicloni dell’Emilia Romagna - Classifica MAGGIOR AUMENTO %RD dal 2018
Comune |
Provincia |
Aumento %RD |
Civitella di Romagna |
FC |
+60,6 |
Predappio |
FC |
+53,5% |
Galeata |
FC |
+53,4% |
Elaborazioni Legambiente su dati ARPA 2019
SITUAZIONE PROVINCE
Provincia |
Rifiuti a smaltimento (kg/abitante) |
Raccolta differenziata (%) |
Abitanti |
Parma* |
128 |
78,5% |
454.396 |
Ferrara* |
145 |
77,5% |
345.503 |
Reggio Emilia |
152 |
80,6% |
532.807 |
Modena |
175 |
72,9% |
708.346 |
Bologna |
204 |
65,7% |
1.019.875 |
Piacenza |
208 |
70,2% |
287.791 |
Forlì Cesena |
220 |
65,0% |
395.117 |
Rimini |
230 |
69,7% |
340.477 |
Ravenna |
314 |
59,3% |
389.980 |
Totale |
194 |
70,9% |
4.474.292 |
Risultati medi per provincia. Classifica per minor quantitativo di rifiuti inviati a smaltimento. Elaborazioni Legambiente su dati ARPA 2019. Il metodo di calcolo è quello della Regione.
* Province nei cui territori sono già stati raggiunto gli obiettivi di Piano regionale sugli smaltimenti pro capite di 150 kg/ab
SITUAZIONE GESTORI
Risultati medi per gestore. Classifica per minor quantitativo di rifiuti inviati a smaltimento. Elaborazioni Legambiente su dati ARPA 2019 e sito web ATERSIR. Il metodo di calcolo è quello della Regione.
Non sono indicati in tabella i dati dei Gestori San Donnino Multiservizi e Soelia, in quanto attivi in un singolo comune.
* gestori nei cui territori sono già stati raggiunto gli obiettivi di Piano regionale sugli smaltimenti pro capite di 150 kg/ab
I MIGLIORI COMUNI IN OGNI PROVINCIA
Posizione in Classifica generale (in base ai minori smaltimenti procapite) |
COMUNE |
Provincia |
residuo procapite a smaltimento kg/ab |
% RD 2019 |
ABITANTI |
1 |
Civitella di Romagna |
FC |
34,1 |
85,7% |
3.725 |
2 |
San Prospero |
MO |
41,4 |
91,0% |
6.067 |
12 |
San Pietro in Cerro |
PC |
59,5 |
79,7% |
839 |
14 |
Monte San Pietro |
BO |
59,9 |
85,5% |
10.806 |
18 |
Sorbolo Mezzani |
PR |
65,9 |
86,3% |
12.748 |
26 |
Poggio Renatico |
FE |
78,0 |
80,0% |
9.917 |
45 |
Boretto |
RE |
102,3 |
86,7% |
5.348 |
63 |
San Giovanni in Marignano |
RN |
116,3 |
81,1% |
9.483 |
186 |
Bagnacavallo |
RA* |
242,0 |
64,6% |
16.679 |
Elaborazioni Legambiente su Dati ARPA 2019
* Nessun comune della Provincia di Ravenna raggiunge gli obiettivi regionali
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349-3340817
Piazza 2 Giugno, 7 – Faenza.
“Abbiamo appreso dalla stampa locale dei giorni scorsi che un sindacato, l’UGL, nella persona del suo segretario Michieletti, adducendo il fatto che “il settore è troppo in crisi” avanza la richiesta formale al Sindaco di Ravenna di pronunciarsi contro la chiusura e lo smantellamento della piattaforma Angela Angelina, al largo di Lido di Dante” dichiarano dal Coordinamento di Ravenna Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”.
“Al di là del discorso generale – che pure va tenuto ben presente – sulla necessità della fuoriuscita dal fossile e dal modello estrattivista, percorso nel quale tutto il nostro Paese è semmai in forte ritardo, giacché di tale tema si discute da tanti anni e ben poco sono state prese in considerazione le riflessioni e le proposte che studiosi, ricercatori e mondo ambientalista vanno avanzando ogni giorno, sullo specifico argomento di Angela Angelina siamo curiosi di sapere che cosa risponderà il nostro Sindaco” proseguono ricordando che sia il primo cittadino che la Giunta comunale, si erano pronunciati per la chiusura di tale struttura.
“Ricordiamo che mentre tutte le autorizzazioni per i decommissioning sono in ritardo e tale attività non partirà prima del 2024, il processo autorizzativo per realizzare la discarica di CO2 di fronte a Ravenna sta correndo e bruciando le tappe. Perché non si pretende l’inversione degli investimenti e attività andando prima a chiudere gli impianti di cui già si è avuto promessa e, poi, andando a fare altri progetti? ” proseguono dal Coordinamento di Ravenna. “Nell’attesa di sapere se De Pascale intende rispettare gli intendimenti a suo tempo esternati, chiediamo: come mai il processo di superamento di Angela Angelina è ancora fermo? Come mai i lavori non inizieranno prima del 2023-2024 come affermato da Cameliani arrivando quindi quasi alla scadenza della concessione? Non siamo già in ritardo?”
“Nostra convinzione è che si debba avviare con la massima decisione quel progetto di transizione, che doveva già essere in fase avanzata e che invece è sostanzialmente al palo – sottolineano – . A partire da un forte impegno nell’intervento sugli immobili e nel sostegno alle industrie affinchè vengano riqualificati in senso del massimo efficientamento energetico (che deve tradursi in una costante minor richiesta di energia fossile del nostro territorio) e dal rapido passaggio dai propositi generici alla piena fase progettuale del parco eolico di cui si parla, crediamo che la riconversione ecologica non solo sia indispensabile per la qualità ambientale, ma offra anche opportunità economiche e occupazionali almeno pari a quelle rappresentate dal mantenimento dell’esistente. E su questo ci piacerebbe sentire che qualcosa si sta muovendo anche nel mondo sindacale”.
“Chiedere che si investa in un “settore troppo in crisi” come pretende l’ UGL, non solo è sbagliato dal punto di vista della salute, della qualità della vita e del futuro delle prossime generazioni, ma è anche miope dal punto di vista occupazionale ed economico” concludono dal Coordinamento ravennate Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”.
Vorremmo partire dalla recente iniziativa di raccolta firme da parte di parecchi cittadini – che anche noi sosteniamo – per la realizzazione della pista ciclabile tra Faenza e Castel Bolognese, peraltro già in parte realizzata, perché può favorire gli spostamenti in bicicletta su una tratta molto frequentata, importante anche per ragioni simboliche, di ricucitura del territorio.
Naturalmente, parlare di sviluppo della mobilità ciclabile, riporta alle criticità del sistema di piste ciclabili a Faenza, segnatamente nella zona urbana, emerse dal lavoro congiunto di Fiab e Legambiente e contenute nel PUMS: prevalenza quasi totale di piste miste ciclopedonali, frammentazione dei vari tratti e mancanza di percorsi sufficientemente lunghi e fluidi in grado di permettere l’attraversamento della città in sicurezza, priorità riservata alle auto negli attraversamenti, ecc. E dunque, la necessità di intervenire nei prossimi anni con un progetto di “ricucitura” che nasca da una visione organica della mobilità ciclabile a Faenza.
Naturalmente, per costruire organicamente una nuova mobilità sostenibile, non basta solo sviluppare la ciclabilità, va ridisegnata la città e i suoi servizi, serve un potenziamento del trasporto pubblico, per indurre a usare meno – e meglio – l’auto privata, costruendo contemporaneamente le opportune alternative, anche attraverso la promozione di un cambiamento di cultura e di comportamenti da parte di tutti, superando le naturali resistenze al cambiamento. Infatti da tempo ci siamo cimentati alle osservazioni al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e siamo in attesa delle controdeduzioni della nuova Amministrazione, prima che il piano sia approvato dal Consiglio Comunale.
In questo contesto, abbiamo letto in questi giorni due notizie significative:
la Corte di Giustizia UE ha accolto il ricorso contro l’Italia per superamento sistematico e continuato dei valori limite fissati dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria per la concentrazione di particelle Pm10; le nostre zone sono, al pari di altre, ampiamente responsabili, i dati ufficiali rilevano che “L’Emilia è sotto una cappa di polveri, con sforamenti oltre il doppio del consentito”;
ieri, invece, abbiamo letto le osservazioni al PUMS di Confcommercio e Confesercenti, dove, tra l’altro, si sostiene la contrarietà al Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2020) – che se applicato potrebbe prevenire gli sforamenti delle emissioni e le relative sanzioni europee – la non condivisione delle misure per il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile (ciclabilità, pedonalità, ztl, zone 30, moderazione del traffico).
Per entrambe le organizzazioni, con queste misure si rischia l’attuazione di un piano “fuori luogo e fuori tempo”, in una sola parola anacronistico. Noi pensiamo, all’inverso, che siano queste associazioni ad avere la testa rivolta al passato, mentre tanti operatori del commercio, in tante città – e a noi pare anche a Faenza – si stanno interrogando con serietà su come adeguare i servizi e le loro attività ad una realtà totalmente mutata.
Su tutto questo è necessario un confronto pubblico, con il coinvolgimento di tutte le categorie di cittadini: noi faremo la nostra parte.
Circolo Legambiente Lamone Faenza
La Fiab Faenza, con un nutrito gruppo di associati residenti a Castel Bolognese, ha oggi inviato al Sindaco del Comune di Faenza e Presidente della Giunta dell’Unione della Romagna Faentina Massimo Isola e al Sindaco del Comune di Castel Bolognese Luca Della Godenza, una lettera con la richiesta di predisporre un progetto esecutivo per la realizzazione della ciclabile Castel Bolognese-Faenza o Faenza-Castel Bolognese.
I cambiamenti climatici richiedono cambi di mentalità anche negli spostamenti: preso atto che tra Castel Bolognese e Faenza, esistono già alcuni tratti di pista ciclabile, basterebbe aggiungere ulteriori tratti per soli 2,6 chilometri. Ciò permetterebbe di mettere in sicurezza le persone che decidono di spostarsi in bicicletta tra i due comuni, alleggerendo il traffico automobilistico e diminuendo l'inquinamento. Alla lettera farà seguito una petizione (a cui hanno già dato il loro sostegno le Associazioni “Legambiente Faenza”, “A.S.D. U.S. CICLISTICA Castel Bolognese”, “Extintion rebellion Unione Comuni Faentini”, “Ambiente e paesaggio di Castel Bolognese”), che promuoverà tra i cittadini delle due città una raccolta di firme, per richiamare la loro attenzione sull’iniziativa e, una volta consegnate, dare maggior forza alla richiesta nei confronti delle amministrazioni pubbliche interessate.
Per firmare online la petizione