“E’ successo. Può succedere ancora”
Primo Levi
Appena abbiamo saputo dell’azione squadristica di ieri a Roma, dell’assalto alla sede nazionale della CGIL, abbiamo pensato all’avvertimento di Primo Levi, il suo testamento politico.
“E’ successo. Può succedere ancora”
Inviamo alla CGIL di Ravenna, alla CGIL nazionale e alla stampa locale la nota di solidarietà e di condanna dell’azione squadristica che abbiamo appena ricevuto dal CDC nazionale, del quale facciamo parte.
Il fascismo, nelle sue vecchie e nuove forme, va preso molto sul serio. E affrontato sempre senza sottovalutazione alcuna.
Umberto Eco ha parlato di fascismo eterno. Impossibile leggere il futuro.
Necessario è però leggere il presente. Ovunque ci sia violenza e disprezzo per chi si ha di fronte, persone differenti o simboli assai significativi, come è la CGIL, luogo che significa dignità di chi lavora, questa è violenza fascista, qualunque sia il nome con il quale si “rivernicia”.
Maria Paola Patuelli
Portavoce coordinamento per la Democrazia Costituzionale della Provincia di Ravenna
Ferma e dura condanna degli scontri provocati da una parte dei manifestanti delle manifestazioni a Roma e in particolare dell'assalto alla sede nazionale della Cgil, a cui va tutta la nostra solidarieta'. L'assalto al sindacato e' un comportamento fascista inaccettabile.
Quando le manifestazioni degenerano in questo modo non è più dissenso ma attacco squadrista e provocazione alla democrazia del nostro paese.
La destra fascista e squadrista sta utilizzando manifestazioni di dissenso come occasione e copertura per provocazioni che vanno respinte con determinazione.
Le riprese dell'assalto alla sede della Cgil e le provocazioni in altre parti del centro di Roma, compreso il tentativo di assalto alle sedi istituzionali, consentono di individuare i responsabili che vanno perseguiti con determinazione facendo rispettare il principio della Costituzione che il fascismo e i suoi attacchi squadristi sono fuori legge.
CGIL Nazionale (@cgilnazionale) Tweeted:
Noi ai fascisti rispondiamo così: domani tutte le nostre sedi saranno aperte e davanti alla #Cgil nazionale si terrà un presidio democratico.
Appuntamento a partire dalle 10 e in diretta su
https://t.co/KQMZ0DGNsJ https://t.co/4WiUqIhj18
https://twitter.com/cgilnazionale/status/1446927664669995010?s=20
“EMERGENCY non ha lasciato e non lascerà l’Afghanistan. Proseguiremo a impegnarci per garantire cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno, senza discriminazioni, e a formare medici e infermieri specializzati. Ora più che mai è necessario non disattendere le aspettative degli afgani, che la comunità internazionale ha nutrito per vent’anni e ha poi spezzato,”
Così Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY, che è stata audita oggi pomeriggio dalle Commissioni 3° e 4° del Senato riunite in merito all’intervento internazionale in Afghanistan.
EMERGENCY è infatti presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico, un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, e una rete di 44 Posti di primo soccorso.
Nei primi otto mesi del 2021, i suoi ospedali hanno già ricoverato 4.158 pazienti vittime di guerra. Si tratta di un aumento del 152 per cento rispetto al 2011, quando la guerra era già in corso da 10 anni.
Oltre a ribadire la volontà di EMERGENCY di rimanere nel Paese, Miccio si è appellata al Parlamento affinché L’Italia contribuisca al più presto all’Appello urgente lanciato dalle Nazioni Unite per raggiungere 1,2 miliardi di dollari in aiuti umanitari e di cooperazione allo sviluppo, in modo da far fronte all’incerta situazione del Paese, vicino al collasso economico.
“È fondamentale garantire con urgenza protezione e assistenza umanitaria ai 39 milioni di afgani rimasti nel Paese - ha spiegato Miccio -. Esortiamo l’adozione di ogni misura necessaria per inviare velocemente gli aiuti umanitari alla popolazione in stato di bisogno, lavorando per il ripristino dei trasferimenti bancari indispensabili per il supporto dei progetti di assistenza umanitaria già in corso e di quelli nuovi che saranno necessari.
La Presidente di EMERGENCY ha inoltre ribadito l’assoluta miopia di una politica di chiusura dei confini europei agli afgani in fuga e la necessità di iniziative che inizino a costruire la pace attraverso la pratica dei diritti, non soltanto con le parole
“Esortiamo la promozione di ogni strumento disponibile, inclusi meccanismi efficaci di trasferimento e ricollocamento ad assicurare la protezione internazionale agli afgani in Europa, alle decine di migliaia che, da anni bussano alle nostre porte scappando dalla guerra e a quelli che in questo frangente stanno lasciando il Paese, adottando come unico criterio il rispetto della dignità e dei diritti umani.” - ha concluso Miccio.
EMERGENCY ONG Onlus
è un’associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità
alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Da allora EMERGENCY ha curato oltre 11 milioni di persone, una ogni minuto.
EMERGENCY promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Il lavoro di EMERGENCY è possibile grazie al contributo di privati cittadini, aziende, fondazioni, enti internazionali e alcuni dei governi dei Paesi
dove lavoriamo, che hanno deciso di sostenere il nostro intervento.
Per sostenere il lavoro di EMERGENCY e offrire cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno:
https://sostieni.emergency.it/
A Bologna dialogo serrato tra Landini e Prodi sulle tre parole di Futura 2021: partecipazione, inclusione e rappresentanza
Un dialogo su tre parole: partecipazione, inclusione e rappresentanza, quelle che la Cgil ha scelto per parlare al paese nella tre giorni bolognese di Futura 2021. Romano Prodi sul palco del teatro Duse ha conversato con Maurizio Landini sul futuro del paese, le difficoltà e le occasioni in una fase di grande cambiamento globale, ben al di là dei tradizionali steccati dei confini nazionali. Un allarme e un appello, quelli lanciati dall’ex presidente del Consiglio. L’allarme: “Siamo entrati in un grande periodo di ritiro della democrazia, un periodo di crisi vera, in tutto il mondo e non solo in Italia". E poi un appello: i sindacati e i partiti debbono tornare protagonisti, “perché senza di loro la democrazia non vive, diventa una parola astratta”.
D’accordo ovviamente Landini, il quale ha ricordato come anche per questo i sindacati chiedono da tempo una legge sulla rappresentanza: bisogna “dar forza al lavoro, farlo contare davvero. Non solo per contrattare orario e salari, temi classici, ma anche per partecipare alle scelte che si fanno in una frase di grandi cambiamenti”. Bisogna misurarsi sui grandi temi: “Cosa si produce e come, con quale impatto ambientale”. Necessità tanto più impellente perché con il Pnrr si apre “una grande possibilità di spendere soldi europei, ma occorre farlo qualificando sviluppo e lavoro”.
A cosa dovrebbero servire in particolare i sindacati in questa fase? L’economia è dominata da grandi player che si muovono su scenari globali che hanno, sembra un paradosso, prodotto frammentazione e polverizzazione del tessuto economico: “Solo un sindacato forte può porre con forza alla politica il nodo dei nodi: quello della frammentazione e della precarietà”. Le organizzazioni dei lavoratori debbono “unificare i problemi” per trovare risposte generali. Ma, e qui c’è un altro dei nodi affrontare, nel mondo è presente ormai una asimmetria insostenibile: “Le multinazionali giocano su scenari globali, mentre i sindacati giocano un’altra partita, locale, spesso solo difensiva”. Qualcosa si muove: Prodi ha sottolineato "la grande importanza dell'accordo fatto con Amazon" ed è significativo "che sia accaduto in Italia". Ma non basta, se non entrano nella partita anche i sindacati degli altri paesi.
Insomma: i sindacati nazionali devono strutturare legami, trovare sinergie. Il primo livello di questa unificazione è “nazionale”. Per Prodi “l’unità sindacale è essenziale, solo così il sindacato può porsi con forza davanti alla politica”.
Gli ha risposto senza esitazioni il segretario generale della Cgil: “Non vedo più alcuna ragione storica, di appartenenza, che giustifichi una divisione tra i sindacati”. Però non basta. Per ridurre la frammentazione e la precarietà, ha aggiunto “la politica deve tornare a occuparsi di lavoro e di grandi scelte, una cosa che da tempo ha smesso di fare”.
E qui il leader della Confederazione ha chiamato in causa l’ex presidente dell’Iri, con l’idea della Cgil di pensare, appunto, a una sorta di nuova Iri, una grande agenzia che si occupi di politiche industriali. La risposta di Prodi è stata articolata. No a una proprietà maggioritaria dello Stato, perché “credo che oggi non funzionerebbe, i tempi sono cambiati”. Sì, invece, a una difesa di alcuni interessi nazionali, come ha fatto la Francia per la sua industria automobilistica anche “con partecipazioni dirette minime nelle società”. Insomma è necessario “un luogo in cui si discuta di politiche industriali, un luogo che attualmente non c’è”. Oggi, quando va bene, si interviene sulla singola crisi aziendale, ma non basta: “Bisogna guardare al futuro, e il ruolo dello Stato in economia per gestire la globalizzazione è necessario”. “Nessuno di noi oggi – ha concluso, rivolgendo anche una frecciatina a Draghi – siede al tavolo dell’oligopolio mondiale”.
Faenza 20 09 2021
PUMS: Ma parlare di mobilità sostenibile significa solo numerare nuovi parcheggi?
E' necessario che sia definito un cronoprogramma sull'avvio delle azioni del piano.
La definizione del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, il PUMS del Comune di Faenza, dovrebbe essere in dirittura di arrivo.
Prima dell'estate, assieme ad altre associazioni abbiamo ricevuto dall’Amministrazione e dall’Assessora Barzaglia, un resoconto sul quadro generale delle osservazioni presentate alla bozza di piano adottato dalla Giunta e dei criteri di accoglimento. L'impressione che abbiamo avuto è stata di sostanziale apprezzamento per gran parte del quadro presentato.
Tuttavia non abbiamo ancora avuto modo di conoscere le formulazioni del testo finale che dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale.
Contemporaneamente, sui mezzi di informazione, appaiono notizie che si concentrano soprattutto su quali potrebbero essere nuovi posti auto a servizio del centro storico, e la cosa stupisce anche perché nei documenti preparatori al piano si leggono affermazioni di questo tipo: “ l'aumento dell'offerta di sosta non è coerente con gli obiettivi del PUMS di riequilibrio dello spazio stradale a favore della mobilità attiva e di progressivo allontanamento dei veicoli in sosta dal centro storico”.
Naturalmente non intendiamo banalizzare problemi complessi, ci rendiamo conto che alcune categorie di cittadini possano essere restie alle innovazioni], e per questo riteniamo che sia necessario promuovere un cambiamento di cultura e di comportamenti da parte di tutti e indurre, anche, a usare meno – e meglio – l'auto privata, costruendo contemporaneamente le opportune alternative.
È naturale che la riduzione di alcuni stalli di sosta in centro storico dovrà andare di pari passo con tante altre misure previste nel piano e con collegamenti alternativi con i parcheggi esterni, ma l'idea di un parcheggio multipiano in piazza Rampi è assolutamente fuori luogo.
Sarà certamente possibile recuperare spazi dall’intervento sulla Stazione Ferroviaria, dallo spostamento di quella delle corriere e, in prospettiva, dallo spostamento della Caserma dei Vigili del Fuoco.
Ma questi progetti complessi devono essere finalizzati ad una riqualificazione complessiva di queste importanti aree della città e non devono semplicemente servire per trovare posti auto.
Per questo, sarebbe necessario un maggior approfondimento e confronto pubblico su queste ipotesi progettuali, finora poco esplicitate.
Sull'articolazione di questi progetti, ma anche su tutte le altre azioni previste dal piano, noi riteniamo necessario sia predisposto, parallelamente al piano, un preciso cronoprogramma che indichi le date di avvio e le successive implementazioni delle azioni, con scadenze periodiche di verifica, già a partire dai prossimi mesi.
Tra le osservazioni che abbiamo a suo tempo presentato, rilevavamo che la partenza delle azioni più importanti indicate dal piano, era prevista solo dal 2025, proprio l’anno in cui scade il mandato dell'Amministrazione , un motivo in più per chiedere che le azioni siano immediate e che i vari avanzamenti siano valutati anche con momenti di confronto con le varie categorie di cittadini per valutare gli effettivi miglioramenti della vivibilità della città.
Circolo Legambiente Lamone Faenza