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FACCIAMO UN PÒ DI CHIAREZZA…VISTO CHE TUTTI SE NE DIMENTICANO…

Bike to Work: consigli per aziende – Modena in bici

Oltre tre anni fa il M5S Faenza portò in Consiglio comunale un Ordine del Giorno che chiedeva l’avvio della sperimentazione del progetto “Bike to Work” sul nostro territorio:
La proposta fu accolta favorevolmente da tutti e votata positivamente all’unanimità.

Da allora, per anni, con interpellanze, emendamenti, ecc.. abbiamo cercato di far tradurre in fatti quelle promesse, convinti della bontà della proposta.

Abbiamo insistito, nei tavoli con il candidato Sindaco Massimo Isola in cui ha preso forma il nostro programma di coalizione, che anche questa azione potesse presto vedere la luce.

Ora, finalmente (non è mai troppo tardi!), con la delibera di giunta comunale del 2 settembre 2020 è stato approvato il Protocollo di Intesa con la Regione Emilia-Romagna per l’attuazione del progetto “Bike to Work” che prevede l’impiego dei fondi regionali per l’attivazione sperimentale di incentivi economici per i lavoratori delle aziende aderenti all’iniziativa e che scelgono di effettuare i percorsi casa-lavoro utilizzando la bicicletta, piuttosto che il proprio veicolo privato.

Questo solo per riportare un piccolo esempio di uno dei tanti risultati ottenuti dal nostro gruppo in cinque anni di opposizione, in minoranza.
E per farvi capire quanto di buono potremo riuscire a fare collaborando all’amministrazione della nostra città!

 

 

 

Una cinquantina le persone che hanno partecipato all'escursione di protesta domenica scorsa, organizzata da Legambiente insieme a FIAB e XR Unioni Comuni Faentini e guidati dalla Federazione degli Speleologi.
 
 
 
 
"Insieme chiediamo un modello di sviluppo diverso della cava, ma un no netto a possibili nuovi ampliamenti dell'area di estrazione"
 
Partecipata l'escursione di domenica 6 settembre in visita alla Cava di Monte Tondo a Riolo Terme (RA), area soggetta a sfruttamento già dalla metà del '900 e che oggi rischia ulteriormente di subire una nuova stagione estrattiva. 
 
Sul sito www.legambientefaenza.it  report fotografico 

Mentre il Governo Nazionale e la regione Emilia-Romagna definiscono obiettivi importanti per uscire dal fossile, esponenti della stessa maggioranza propongono in parlamento emendamenti che vanno da tutt’altra parte

“Disarmanti e pericolose le proposte del senatore”

 

Stigmatizziamo la proposta di emendamento elaborata dal Senatore faentino Stefano Collina (PD) incentrata sulla riduzione dei canoni a carico delle società estrattive di idrocarburi per lo sfruttamento delle concessioni. Emendamento per ora fermo e ancora non discusso.

Secondo la proposta, non solo tali canoni arriverebbero ad un massimo del 3% del valore annuo scaturito dalla concessione, ma comporterebbe un’esenzione totale dalle royalties per i piccoli giacimenti. Oltretutto, il Senatore non si è risparmiato dal proporre semplificazioni all’iter procedurale per lo stoccaggio della CO2, un progetto funzionale a mantenere in vita l’industria del fossile.

Secondo noi, se l’emendamento dovesse essere accolto, si tratterebbe di un grande regalo all’industria del fossile con conseguenti ritardi per la transizione energetica.

Se si aggiornassero piuttosto i canoni con cifre più adeguate, ad esempio in linea con quelli di altri Paesi europei – in Danimarca il permesso di ricerca ha un costo di 3.300 euro/km2 e in Norvegia invece il costo è di 8.150 euro/km2 l’anno per la ricerca e di 13.620 euro/km2 per la coltivazione – le compagnie petrolifere, che fino al 2017 hanno versato per prospezione, ricerca e coltivazione circa 1 milione di euro e con la nuova norma verseranno dal 2018 circa 25,6 milioni, potrebbero versare invece alle casse dello Stato oltre 300 milioni di euro.  In questo senso si tratterebbe quindi di 275 milioni di euro di mancate entrate.

“Il senatore PD di Faenza Stefano Collina fornisce un esempio  di quali scelte si possono intraprendere se NON si vuole la transizione energetica e NON si prendono sul serio gli effetti del cambiamento climatico, facendo così un bel regalo all’industria estrattiva. – commentano Stefano Ciafani e Lorenzo Frattini, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente – Piuttosto bisognerebbe tassare di più le fonti climalteranti e destinare questi fondi a progetti locali di riconversione: questa è l’unica strada da intraprendere per la transizione locale verso le rinnovabili.

Purtroppo buona parte della politica fa gara a blandire gli interessi di ENI, prolungando solo l’agonia di un settore in crisi”

 

Legambiente Emilia Romagna

Quali sono le priorità che vi ponete per il prossimo mandato amministrativo a Faenza ?

Le Priorità Del Leader: Ecco 2 Modi Per Impostarle

 

Legambiente, indica le proprie e lo chiede ai candidati a Sindaco e a Consiglieri Comunali


(Pur coi nostri modesti mezzi, renderemo pubbliche le risposte che perverranno)

 

Per una associazione come Legambiente, le priorità partono naturalmente dalle questioni ambientali, per rispondere anche nel nostro territorio alle emergenze globali, come la crisi climatica e la quella dovuta al COVID-19, indubbiamente legata alla sottovalutazione dell’impatto delle attività umane sulla natura e sull’ambiente.

Servono approcci diversi dal passato, occorre perseguire una progressiva riconversione del modello di sviluppo, che non abbia unicamente a riferimento i parametri economici e il Prodotto Interno Lordo, quanto piuttosto, le questioni della salute e della sicurezza; dei diritti e del contrasto alle diseguaglianze, nella società, nel lavoro, nella scuola; dell’uso razionale ed efficiente delle risorse naturali, riducendo l'uso delle fonti fossili, verso quelle rinnovabili.

Per questo chiediamo che il nuovo Piano Urbanistico Generale, si ponga l'obiettivo di azzerare il consumo di suolo e nuove urbanizzazioni, promuovendo invece una rigenerazione della città costruita e le tante aree rimaste incompiute.

In attesa della definizione del Piano Urbano sulla Mobilità Sostenibile, chiediamo misure urgenti per una miglior vivibilità della città, servono corsie ciclabili, anche temporanee, ricongiungendo percorsi già parzialmente esistenti, recuperare spazio, anche togliendo alcuni posti auto, rallentare la velocità con effettive zone 30, per favorire una mobilità dolce. Per realizzare questi interventi servono alternative al modello di mobilità attuale: riduzione del traffico pesante in città, parcheggi
scambiatori, mezzi condivisi, incremento del trasporto pubblico.

I nostri territori, hanno i risultati peggiori (in regione, ma anche in provincia) sulla riduzione della produzione dei rifiuti urbani, sul riuso dei beni a fine vita, sulla raccolta differenziata. Sulla gestione del ciclo dei rifiuti, serve un un cambio di strategia, anche da parte dell'attuale gestore del servizio di raccolta.

Noi pensiamo che partire da queste priorità possa essere utile anche per avviare nuove occasioni di lavoro e di occupazione qualificata, dando una risposta a diverse filiere economiche e produttive che soffrono la crisi.

Su tutte queste materie abbiamo visto finora scarsa sensibilità (in alcuni casi addirittura opposizione) non solo dalle forze di “centro destra”, ma anche della maggioranza di “centro sinistra”, noi chiediamo un cambio di passo da parte di tutti coloro che si candidano a Sindaco e a Consiglieri Comunali. 

La partecipazione, intesa come coinvolgimento reale di tutti i “portatori di interesse”, è indubbiamente una chiave importante, sapendo che naturalmente gli interessi in campo sono diversi, e che occorre contemperarli, non seguendo quelli più forti (come spesso è successo) ma per realizzare una strategia di cambiamento che punti, in ogni settore, al massimo di sostenibilità e qualità sociale e ambientale.

A questo proposito, abbiamo recentemente inviato alle Amministrazioni della Romagna Faentina, alcune nostre considerazioni sul Piano Strategico 2030 , lì articoliamo un po' meglio le nostre priorità, auspicheremmo che la nuova Amministrazione e il nuovo Consiglio Comunale, vogliano sul serio confrontarsi con le associazioni della società civile: vorremmo vedere una nuova stagione di partecipazione, di cui spesso si parla, ma non sempre si è praticata correttamente.