La presentazione ieri mattino dello studio preparato dalla Caritas faentina
I numeri della povertà sono ancora in aumento: è quanto emerge dall’annuale rapporto “Povertà e risorse” della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana, riferito al 2023, in presentazione stasera alle 20.30 (10 ottobre) nel refettorio del Seminario in via Degli Insorti, 56 con introduzione del vescovo Mario Toso.
Nel fascicolo, intitolato “Sperare e agire con il creato carità generatrice di pace”, sono in crescita in pratica tutti i parametri considerati: quasi 11mila i pasti serviti (+38%) e 1.826 le persone bisognose di aiuto intercettate (+ 17%), due persone su tre che hanno bussato alla porta di una delle 24 Caritas parrocchiali si sono trovate in difficoltà (64%).
Considerevole la mole di lavoro svolta dal Centro di ascolto al quale si sono rivolte 663 persone, mentre il numero di ospiti, rispetto al 2022 è aumentato del 14%. Il sostegno è stato richiesto per la prima volta dal 41% degli avventori ed è molto forte anche la presenza di chi si rivolge alla Caritas da 4 o 5 anni (34%), perciò si parla di “povertà croniche e intermittenti”, ovvero coloro che per diversi motivi alternano periodi di ripresa a periodi bui. La provenienza delle persone è pari al 24% di cittadinanza italiana e il 76% di origine straniera.
Tra questi ultimi il 69% ha meno di 45 anni, mentre la maggioranza degli italiani è anziana con uno stato di povertà spesso correlato a forme di fragilità familiare legate a decessi o eventi traumatici che fanno scivolare l’individuo in condizioni di solitudine e vulnerabilità.
«Ora - ha spiegato ieri il direttore don Emanuele Casadio – anche i cambiamenti climatici impongono riflessioni e nuove azioni per ripensare il futuro: ogni giorno di più ci rendiamo conto che tutto è interconnesso con il Creato e ci interroghiamo sulle risposte da dare, diverse dal passato, puntando molto sulla prevenzione, come indicato anche dal nostro vescovo monsignor Mario Toso».
Una lettura del report porta ad individuare sul territorio una duplice prospettiva la povertà, globale e locale: da un lato le persone straniere in fuga da conflitti e contesti estremi, dall’altro una crescente precarietà lavorativa, economica, relazionale, abitativa e non ultima la crisi dell’emergenza alluvione che ha pesantemente colpito il territorio della diocesi.