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LA CAMPAGNA. Mentre al Forum Ambrosetti a Cernobbio si parla di scenari apocalittici e distopici a Como il controvertice di Sbilanciamoci affronta il problema della costruzione di un'alleanza tra sindacati e associazioni ambientaliste. L'esigenza di una "transizione ecologica" democratica che non ricada sulle spalle di lavoratori e cittadini al centro del percorso che porterà alla manifestazione del 7 ottobre indetta dalla Cgil e da molte associazioni
strada maestra sbilanciamoci como cernobbio
 

La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile scrisse quasi trent’anni fa Alex Langer. La citazione di un intervento del grande teorico e attivista ecologista è stata fatta ieri dal portavoce di Sbilanciamoci Giulio Marcon in apertura del tredicesimo forum dell’Altra Cernobbio-La strada maestra che continua oggi a Como. Mentre al forum Ambrosetti a Villa d’Este a Cernobbio si fantasticava su scenari distopici legati alla denatalità e all’intelligenza artificiale, tipici delle mitologie capitaliste sull’apocalisse e sull’automazione digitale totale, l’apertura del contro-vertice ha invece assunto il desiderio, e il conflitto che esso comporta, come il terreno dove può nascere una politica basata sulla partecipazione.

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Il nome dato a questa suggestione, già da qualche mese, è: “Alleanza clima lavoro”. Promossa dalle 51 associazioni che compongono Sbilanciamoci!, Fiom e Cgil Piemonte, Kyoto club, Transport&Environment Italia, Motus-E, Wwf e Greenpeace ieri l’iniziativa è stata riproposta alla luce dei problemi, e delle contraddizioni, imposte dalla situazione italiana. L’approccio non poteva non essere più lontano da quello emerso dal Forum Ambrosetti, senz’altro più distante dei dieci chilometri che dividono Cernobbio da Como, città dove il contro-vertice è stato organizzato dopo il divieto di tutte le manifestazioni – anche quella di stamattina promossa da Usb – imposto dal Comune di Cernobbio e dal Questore di Como per non disturbare la pace fittizia e terrificante in cui si baloccano banchieri e imprenditori.

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Dagli interventi di Giovanni Mininni (Flai Cgil) e Michele De Palma (Fiom Cgil), di Stefano Malorgio (Filt Cgil) e Giorgio Airaudo (Cgil Piemonte), come in quelli di Pino Onufrio (Geenpeace), Enrico Giovannini (Asvis) o Mariagrazia Midulla (Wwf) è emersa la drammatica consapevolezza per cui la “transizione” tanto evocata dall’alto, e spoliticizzata nel Pnrr, è un conflitto in cui i lavoratori dell’automotive o nell’agricoltura, come i cittadini che chiedono sicurezza sociale e mobilità pubblica garantita, rischiano di farne le spese. L’esigenza di una transizione democratica è l’asse sul quale è costruito il percorso – chiamato «la strada maestra» ispirata alla Costituzione – che porterà alla manifestazione a Roma del 7 ottobre indetta dalla Cgil e da molte associazioni. Di questa alleanza parlerà l’assemblea dei delegati Fiom convocata a piazza del Popolo il prossimo 22 settembre.