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La denuncia della Cgil Emilia-Romagna: dopo 4 mesi i risarcimenti non arrivano

 Foto: Avalon/Sintesi

Promesse finite nel fango”. Così Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, il 22 settembre scorso in conferenza stampa, ha definito gli annunci del Governo sull’alluvione. A quelle parole non sono seguiti i fatti e resta incerto il futuro delle popolazioni colpite dal disastro. L’incontro con i giornalisti era stato convocato e trasmesso in diretta social per presentare la manifestazione che si sarebbe dovuta tenere oggi, martedì 26 settembre, a Roma, a due passi dal Parlamento. Era tutto pronto per la Cgil, centinaia di cittadini avevano già il viaggio organizzato, con l’obiettivo di arrivare a due passi dai palazzi del potere e far sentire la propria voce. Poi la morte del Presidente emerito Giorgio Napolitano e i funerali di stato previsti proprio per questa mattina hanno fatto slittare la protesta a data da destinarsi. “La manifestazione di martedì 26 a Roma – si legge nella nota diffusa anche sui social - è stata annullata a causa della concomitanza dei funerali di stato del presidente emerito Giorgio Napolitano. La mobilitazione non si ferma, ma proseguirà in altre forme e modi che saranno comunicati presto!”

I temi restano tutti lì sul tavolo. “La promessa della Presidente del Consiglio, quella fatta subito dopo l’alluvione, di assicurare il 100% dei risarcimenti a famiglie e imprese e le risorse necessarie alla ricostruzione, è una promessa mancata

 

Faenza 25 settembre

Domenica 24 settembre, durante la festa delle associazioni, il Circolo Legambiente Lamone Faenza, ha contribuito a realizzare due iniziative.

Al mattino, insieme a FIAB Faenza, nell'ambito della campagna “Puliamo il mondo” un gruppo di volontari è partito in bicicletta da P.zza del Popolo verso il Bosco di Rio Canalacci, all'inizio di Via della Chiusa sulla strada per Sarna, dove si è svolto un intervento di pulizia dei tanti rifiuti abbandonati.

Sul sito di Legambiente https://www.legambientefaenza.it/acqua/2023/09/puliamo-il-mondo-a-faenza-3/ si può vedere la massa e il dettaglio dei rifiuti raccolti, che abbiamo già segnalato a HERA affinché siano rimossi.

Il Bosco di Rio Canalacci è una fascia boschiva di latifoglie che si estende lungo l'omonimo affluente del Lamone. Faceva parte del grande giardino della vicina Villa Gessi, prima del frazionamento della proprietà causato dalla strada per Sarna. Un giardino che era già presente prima della costruzione della villa del 1870. Il Bosco è quindi l'evoluzione di un impianto antico. Oggi è dominato da grandi platani, tigli, querce e ippocastani, il bosco è tutelato dalla  legge regionale 2 del 1977 dell'Emilia Romagna.

A seguito di una precedente perlustrazione avevamo rinvenuto, a terra e in pessimo stato, il cartello identificativo dell’area “Alberi protetti dell’ Emilia Romagna “. Abbiamo già segnalato all'Amministrazione Comunale la necessità di riposizionare un nuovo cartello e, una volta terminati anche altri lavori di pulizia del bosco, rendere quest'area così riqualificata fruibile alla cittadinanza.

Nel pomeriggio, nell'ambito delle iniziative per uscire dalle fonti energetiche fossili e diffondere lo sviluppo di impianti fotovoltaici, in collaborazione con Massimo Berti - un tecnico installatore qualificato - www.microfotovoltaico.com si sono svolte visite guidate presso la sede di Legambiente al primo piano di Palazzo Graziani, in C.so Matteotti 4/7, dove è stato installato provvisoriamente un pannello fotovoltaico dimostrativo - ancora visibile - che potrebbe servire come esempio (da collocare in luoghi idonei).

E' necessario ridurre gli ostacoli per l'installazione di impianti fotovoltaici anche nei centri storici (ovviamente salvaguardando i siti tutelati) anche sollecitando i Comuni (come qualcuno ha già fatto) ad una adeguata definizione dei Regolamenti Urbanistici Edilizi, proprio in vista della predisposizione dei nuovi Piani Urbanistici Generali.

Per sviluppare le energie rinnovabili, installare pannelli solari è la modalità più semplice, anche attraverso lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dei gruppi di autoconsumo (che cerchiamo di promuovere) questi progetti possono essere di dimensioni più significative, ma anche più piccoli e quindi pure impianti fotovoltaici fino a 800 Watt, anche “Plug & play” collocabili, senza particolari autorizzazioni, anche sui balconi, come la dimostrazione che è stata fatta.

Circolo Legambiente Lamone Faenza


 

Il segretario del Silp Cgil, Pietro Colapietro, elenca i rischi del nuovo provvedimento del governo in materia di immigrazione e le difficoltà delle forze di Polizia

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Il Silp Cgil valuta duramente il piano del governo che incrementa i Centri di permanenza per i rimpatri dei migranti e il tempo di trattenimento, affermando che 18 mesi sono i presupposti per "una bomba sociale". Per il segretario generale del sindacato delle forze di polizia, Pietro Colapietro, il provvedimento rischia di essere "inefficace rispetto agli obiettivi che il governo si è dato, ma soprattutto rischia di ingenerare nuove tensioni sociali e gravi problemi di ordine pubblico". 

Colapietro ci spiega la realtà dei Cpr, strutture detentive che definisce anomale, un realtà drammatica per i migranti e che implica difficoltà di gestione e problemi di incolumità per i migranti stessi come per le forze di polizia che vi operano. Al momento i centri sono nove, ma con le nuove disposizioni ne sarà istituito uno per regione: "Quali uomini e quali mezzi avranno a disposizione, vista la carenza di organico che già oggi interessa le principali città italiane?", si chiede Colapietro.

Il segretario generale del Silp supporta con i numeri le sue preoccupazioni, spiegando che per gestire un Cpr che ospita 150-200 persone servono almeno 20 persone per turno, quindi un centinaio di operatori in tutto tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari, sguarnendo gli uffici sul territorio. Inoltre ci sono gli agenti che gestiscono le pratiche amministrative e i rimpatri, in "uffici immigrazione che sono al collasso". Impensabile quindi reperire tutto il personale necessario per dare esecuzione alle nuove norme del governo. 

Colapietro parla di gestione securitaria e demagogica della sicurezza, portata a compimento con provvedimenti che, nella fase della loro messa a punto, non hanno nemmeno visto la consultazione da parte del governo delle forze dell'ordine e del sindacato, attori direttamente interessati che inoltre attendono da tempo nuove risorse per le assunzioni o per il rinnovo del contratto di lavoro e con importanti ritardi nel pagamento degli straordinari.

Foto di copertina: Marco Merlini

 Puoi aiutarmi firmando anche tu questa petizione?
https://chng.it/BdKHPkzd

Lanciata da Elena Lucchesi

Il Direttore del Museo Egizio di Torino, dott. Christian Greco, è stato vessato ingiustamente da un politico della regione Piemonte. Non si comprende la minima ragione di tale attacco considerato il profilo del Direttore, che si caratterizza non soltanto per le sue altissime competenze nella Egittologia, competenze riconosciute a livello internazionale, ma anche per le sue doti umane e manageriali.

La passione per questa materia, il livello straordinario delle iniziative, l'approccio sempre inclusivo hanno consentito al Direttore - in questi suoi intensi nove anni di attività - di valorizzare il meraviglioso patrimonio archeologico del Museo, diventato oggi un vero e proprio punto di riferimento per tutta la comunità non solo scientifica. 

Difendiamo il Museo come istituzione indipendente, luogo di cultura e incontro di tutti noi, luogo in continuo cambiamento e per questo pronto ad accoglierci più e più volte, da valutare con criteri oggettivi e di merito, e non già con orientamenti politici e personalismi fantasiosi

 

https://cgilra.it/tutte-le-notizie/la-via-maestra-insieme-per-la-costituzione-come-prenotare-il-posto-per-la-manifestazione-nazionale-a-roma-il-7-ottobre-2023.html

Partenze da tutta la provincia di Ravenna alle ore 7:00 - Link per le prenotazioni dei posti in pullman https://bit.ly/cgilra-prenotazioni-7ott23

Una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l'attuazione della Costituzione, contro l'autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare. È "La Via Maestra. Insieme per la Costituzione", la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, tra cui anche la Cgil, per sabato 7 ottobre nella capitale. 

In preparazione della manifestazione, sono già in programma assemblee in tutti i posti di lavoro e nei territori per una consultazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle donne e dei giovani, affinché siano protagonisti di una battaglia comune per unire e cambiare il Paese, dando vita a un nuovo modello di sviluppo.

Lavoro stabile, libero, di qualità

La mobilitazione rivendica il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità, fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali. Per i firmatari occorre contrastare la precarietà dilagante, il lavoro povero e sfruttato, nel contempo aumentare i salari (rinnovando i contratti) e le pensioni, oltre a superare la legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.

Il diritto alla salute

Essenziale è assicurare il diritto alla salute e un servizio sanitario nazionale e un sistema socio-sanitario che sia pubblico, solidale e universale, cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica.

Tra le richieste delle associazioni, la necessità di recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e di valorizzare il lavoro di cura. Occorre poi investire sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turn-over, superi la precarietà e valorizzi le professionalità, sostenendo le persone non autosufficienti, tutelando la salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.

Istruzione, ambiente, pace

Ancora, si legge nell'appello, le organizzazioni della società civile scendono in piazza per il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e per l'intero arco della vita. Il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale sono un altro punto centrale, insieme al diritto all’abitare e a un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in un'altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza, lasciando tante persone senza alcun sostegno

Nell'appello La Via Maestra, spazio anche al diritto a un ambiente sano e sicuro, in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal Pnrr le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e la valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.

E ancora: una politica di pace intesa come ripudio della guerra, con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.

Redistribuzione delle risorse

Questi diritti, prosegue il testo, si garantiscono solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più, per garantire a tutti un sistema di welfare pubblico e universalistico, che protegga e liberi dai bisogni. A cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività, che sono oggi negati tanto da interventi regressivi, come ad esempio la flat tax, quanto da un'evasione fiscale sempre più insostenibile.

Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’articolo 9 della nostra Costituzione.

I pericoli dell'autonomia differenziata

Oggi però il modello sociale fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza e partecipazione viene messo in discussione dal governo. Le note più preoccupanti riguardano l’autonomia differenziata, rilanciata con il ddl Calderoli, che "porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori".

Inoltre, il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.

La centralità del Parlamento

Per contrastare la deriva in corso - conclude l'appello - e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che, a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno, rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando, Appuntamento quindi sabato 7 ottobre in piazza a Roma.

LA VIA MAESTRA7 OTTOBRE 2023VERSO IL 7 OTTOBREMANIFESTAZIONE