Abbiamo sempre chiesto che la nuova legge elettorale venisse approvata da una ampia maggioranza del parlamento, questa condizione sembra avverarsi, insieme al definitivo abbandono dell'Italicum, degno erede del Porcellum. L'Italicum descritto come la legge elettorale piu' bella del mondo ha battuto un record unico, è stata approvata ricorrendo a voti di fiducia ed altri trucchi ma non e' mai entrata in vigore. Un vero ed inutile spreco.
La nuova legge elettorale ha un impianto proporzionale e anche questo è positivo ma non è il sistema tedesco come si vuole fare credere. Questo perché in Germania la legge elettorale prevede che gli elettori possano votare in modo diverso, con due voti, uno per i candidati nel collegio uninominale e uno per le liste di partito del proporzionale. E' un punto decisivo che di fatto premia i partiti più forti a danno dei piccoli, aggiungendosi alla soglia del 5%, che favorisce ulteriormente le formazioni politiche maggiori. Il voto unico condiziona fortemente la libertà di scelta degli elettori nel collegio uninominale, mentre nel proporzionale non vi è alcuna libertà di scelta perché si vota su liste bloccate. In sostanza i parlamentari saranno tutti nominati dai capi partito e gli elettori non avranno alcuna possibilità di scegliere i propri rappresentanti.
Chiediamo con forza che anche in Italia gli elettori possano votare come in Germania in modo distinto, con due voti, uno per i collegi uninominali e uno per le liste dei partiti nel proporzionale; chiediamo che le liste dei partiti non siano bloccate e che i parlamentari siano eletti sulla base delle indicazioni degli elettori.
La richiesta che facciamo con forza é di chiudere la serie dei parlamenti non rappresentativi, in nome dell'esigenza di dare autorevolezza ai rappresentanti che debbono rispondere del loro operato agli elettori, non ai capi partito.
Per queste ragioni, che riteniamo decisive, prenderemo tutte le iniziative necessarie per propugnare la modifica della legge elettorale in discussione ora alla Camera e continueremo al Senato se il testo non verrà cambiato.
La nostra autonomia, dimostrata durante la campagna per la vittoria del No, ci consente di apprezzare le novità ma anche di denunciare con forza trucchi e storture di questa proposta di legge. I difetti non sono marginali ma riguardano aspetti che riteniamo fondamentali per un corretto rapporto tra eletti ed elettori.
Per questo facciamo appello ai Comitati, ai cittadini alla mobilitazione a sostegno dei diritti di partecipazione dei cittadinie ricordiamo che questo parlamento di nominati dovrebbe evitare di tradire ancora una volta il rapporto con gli elettori.
Non possiamo accettare schiaffi alla democrazia, per questo invitiamo tutti ad aderire alla manifestazione nazionale promossa dalla Cgil il 17 giugno per denunciare il trucco di un governo e di una maggioranza che prima abrogano le norme sui voucher per paura di una nuova sconfitta referendaria e poi, scaduto il termine del referendum,li reintroducono facendosi beffe dei cittadini e della Costituzione.
Riteniamo opportuna e doverosa la presa di posizione del sindaco Giovanni Malpezzi a proposito del punto nascita a Faenza (ci riferiamo ovviamente all’ipotesi della sua chiusura prospettata da associazioni mediche regionali). Non capita spesso che ci si trovi d’accordo, in questo caso concordiamo con le sue parole e non abbiamo difficoltà nel farlo sapere. L’Altra Faenza ha sempre agito in difesa dell’ospedale e della sanità pubblica credendo che su queste tematiche sia necessario coinvolgere uno schieramento di forze politiche e sociali il più ampio possibile.
Ripetiamo per l’ennesima volta che le scelte in materia di programmazione ospedaliera e di ubicazione di servizi e specialità non possono prescindere dalla caratteristiche del territorio (zone di collina, distanze, tempi di percorrenza con relativi rischi, condizioni di vita della popolazione. ecc.). Non ci convince, inoltre, un ragionamento sulla sicurezza che prenda a riferimento il solo parametro quantitativo, in questo caso il numero dei parti. A fare la differenza può essere lo stare sotto o sopra una certa soglia per poche unità? O non dipende anche – se non soprattutto – dal personale e dalle strumentazioni disponibili? L’argomento “sicurezza” va gestito con cautela se non si vuole suscitare nella popolazione un senso generale di sfiducia verso le strutture sanitarie e verso gli operatori.
Peraltro, se di numeri si vuol parlare, il polo Faenza-Lugo – già previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera nell’ambito dell’Area vasta Romagna – potrebbe contare su circa 1.300 parti all’anno (sono stati 1.329 nel 2015), più di quelli di Forlì e poco meno rispetto a Ravenna. Si giustificherebbe quindi la presenza di una Unità operativa complessa in luogo delle attuali due semplici. Sull’integrazione Faenza-Lugo il Consiglio comunale di Faenza si è già espresso votando all’unanimità due Ordini del Giorno.
La strategia dell’Ausl punta con tutta evidenza a concentrare gli investimenti su pochi ospedali, in particolare su quelli di Ravenna e di Rimini. Per la sua stessa collocazione geografica, Ravenna risulta eccentrica rispetto al territorio circostante: questo è un dato ineludibile.
La Ctss (Conferenza territoriale socio sanitaria) e l’Ausl stessa sono chiamate a pianificare una rimodulazione dei servizi in ambito romagnolo sulla base di una visione integrata, inclusiva e di prossimità ospedale-territorio. Adottando scelte condivise e trasparenti.
L’alternativa è il perdurare di contese di campanile e di una spartizione delle risorse che rispecchia i vecchi assetti piuttosto che capacità e sensibilità nuove per i diritti di tutti i cittadini. L’alternativa è un’ulteriore marginalizzazione delle periferie della Romagna – incluso il faentino – col determinarsi di squilibri nell’effettiva fruibilità dei servizi pubblici a tutto vantaggio delle strutture private.
Per sostenere la campagna "Schiaffo alla Democrazia" contro il tentativo del governo di ripristinare forme di lavoro precario inaccettabili, come i voucher, già abrogati per evitare il referendum chiesto dalla CGIL.
Chiediamo di firmare subito e di diffondere l'appello tra i vostri contatti. Questa campagna è decisiva se vogliamo restituire dignità al lavoro e rimettere al centro i diritti.
Chiediamo al Presidente della Repubblica di intervenire per tutelare lettera e sostanza dell’articolo 75 della Costituzione e facciamo appello a tutti i cittadini, ai lavoratori, ai pensionati e a tutte le associazioni democratiche affinché partecipino alla manifestazione nazionale che la CGIL indice per il prossimo sabato 17 giugno a Roma.
Vogliamo difendere la democrazia e il diritto dei cittadini a decidere, per contrastare la precarietà, per un lavoro dignitoso tutelato e col pieno riconoscimento dei diritti.
Voucher: Cgil, voto in Commissione bilancio fatto grave - Rassegna
"Il voto odierno in Commissione bilancio con cui si vogliono reintrodurre i voucher è un fatto grave. Ci troviamo di fronte a una norma sbagliata e peggiorativa, in sfregio a milioni di lavoratori che hanno firmato i referendum". È quanto si legge in una nota della Cgil. La mattina del 27 maggio, in commissione Bilancio della Camera, il Pd ha presentato l'ultima versione dell'emendamento alla manovra, con il quale introduce il Libretto Famiglia (per piccoli lavori domestici, baby sitter, assistenza a bambini e anziani, ammalati e persone disabili, nidi pubblici e privati) e il Contratto di Prestazione Occasionale: quest'ultimo un istituto contrattuale per le imprese. L'emendamento è passato col voto di Forza Italia e Lega, mentre Mdp e Si hanno votato contro.
E' "una norma - prosegue la Cgil - che contraddice le stesse decisioni assunte dal governo e che viene votata dalle opposizioni di destra e respinta da parte consistente della maggioranza". "La Cgil - conclude la nota - apprezza la coerenza e la sensibilità di quei parlamentari che hanno votato contro l'introduzione dei nuovi voucher, continuerà la mobilitazione e adotterà tutte le misure di contrasto possibili affinché i 'buoni lavoro' restino un cattivo ricordo del passato".
Ci permettiamo, pur nella nostra piccola realtà, di proporre un argomento di attualità.
A Faenza esiste un'ambiente importante come l'Arena Borghesi, cinema all'aperto che ogni estate delizia gli avventori: nel nostro intento di valorizzare la letteratura, la storia e le arti, ovviamente, ricadono anche i luoghi dove queste possono pienamente essere accolte.
Per questo l'associazione culturale "La Lampada" si unisce formalmente a quanti stanno lottando per preservare questa piccola perla della città.
NEGOZIAZIONE A SENSO UNICO: PREVALSI GLI INTERESSI DEL MATTONE Sul consumo di suolo solo passi indietro nei mesi di dibattito. L’associazione esprime forte delusione e punta al dibattito in consiglio
Forte delusione di Legambiente per il nuovo testo di legge urbanistica approvato dalla Giunta Bonaccini dopo alcuni mesi di confronto.L’associazione aveva segnalato da subito la necessità di ridurre gli spazi che la legge garantisce al consumo di suolo e di fissare un limite certo rispetto alle molte deroghe presenti.Nel percorso che ne è seguito, le deroghe sul consumo di suolo sono cresciute anziché ridursi a conferma che la Regione ha inteso la negoziazione con il mondo produttivo e non con le esigenze di salvaguardare un bene finito come la campagna.
Maglie che si sono allargate a cominciare dal periodo transitorio “franco” in cui varranno procedure edilizie semplificate senza che viga contemporaneamente un limite al consumo di suolo.Un periodo transitorio pericolosissimo che al momento della presentazione del primo testo era di 3 anni mentre, come sancito nel testo approvato ora, si specifica che saranno 5 gli anni.
Un altro caso emblematico è la deroga agli ampliamenti delle attività economiche esistenti, che non vengono contabilizzate dal limite del consumo di suolo.
Nelle prime versioni il testo derogava solo gli interventi di ampliamento o ristrutturazione di insediamenti produttivi esistenti, mentre in quella approvata si parla di ampliamento, ristrutturazione, “di nuova costruzione”, non solo nei lotti contigui ma genericamente di aree “circostanti, ovvero in aree collocate in prossimità delle medesime attività economiche”. Definizione che apre le porte alla deregolamentazione più spinta. Basterà in futuro vedersi riconosciuto un piccolo lotto in zona agricola, per avere poi la possibilità di espansioni in deroga.
“Sono arretramenti vergognosi – sottolinea Lorenzo Frattini Presidente di Legambiente Emilia Romagna – La Regione rivendica un percorso di confronto, ma a questo punto bisogna dire che sul lato del consumo di suolo ha prevalso solo l’interesse del mattone”
Anche sullo sprawl dalla legge non arriva un’indicazione chiara. Al riguardo nel testo si dice che i nuovi insediamenti al di fuori del territorio urbanizzato devono evitare “il più possibile” la dispersione insediativa. Una frase che rimane nel campo delle buone intenzioni la cui applicazione dunque è lasciata alla buona volontà.Purtroppo l’applicazione disastrosa dell’attuale legge regionale 20/2000 ci ha insegnato che le frasi generaliste sono sempre state interpretate in senso deleterio dalle amministrazioni locali, strette tra esigenze di bilancio e pressioni dei gruppi economici.
Anche dal punto di vista strettamente urbanistico l’approccio della legge è stato criticato da molti addetti ai lavori perché risulterebbe troppo deregolamentante e dunque non in grado di garantire un disegno pubblico e condiviso dello sviluppo della città.
Solo un vincolo rigido sul consumo di suolo, affiancato ad una disciplina semplificata applicata alla rigenerazione urbana e poche altre casistiche ben definite avrebbe ridotto questo pericolo.
Com’è oggi la legge conferma purtroppo il timore di una disarticolazione delle tutele.
Unica nota positiva degli ultimi mesi, il recepimento chiaro negli strumenti urbanistici dei temi del rischio climatico e idraulico e il tema della delocalizzazione di edifici a rischio.
In vista del dibattito consigliare Legambiente avvierà il confronto direttamente con le forze politiche per portare alle modifiche sperate e avvierà una campagna di adeguata informazione ai cittadini