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Comunicato

 

A quando un vaccino contro l’arroganza?

 

Non solo le Ong che soccorrono i migranti e i giovani dei centri sociali: fra i temi che hanno tenuto banco in un’estate torrida e schizofrenica un posto se l’è conquistato anche la disputa “vaccini sì, vaccini no”.

Le vaccinazioni – sostengono i medici e l’intera comunità scientifica – costituiscono uno dei più grandi progressi nella storia della medicina. Non è in discussione la loro efficacia per la salute pubblica, sono prive di fondamento le disquisizioni sui vantaggi in termini di costi per la collettività e su presunti gravi effetti collaterali.

A complicare la questione è stata ancora una volta una politica pasticciona con provvedimenti che anziché convincere hanno imposto, suscitando perplessità e fastidio in tante famiglie. Non è con ingiunzioni come il “decreto Lorenzin” che si affrontano temi simili. Non è ricorrendo alla minaccia – peraltro di dubbia legittimità costituzionale – di togliergli la patria potestà che si convince un genitore che chiede di essere informato correttamente.

Bisognava invece, nel pieno rispetto della Costituzione, procedere avendo per obiettivi tre cardini precisi: il diritto alla salute, la libertà di scelta consapevole, il diritto all’istruzione. Ciò vuol dire che era ed è necessaria una campagna di informazione e di chiarimento, che le persone devono essere convinte e non obbligate, che le leggi vanno fatte per il verso giusto.

Per come è strutturato, il provvedimento è invece tale da creare nuovi problemi per i tempi, per l’aggravio di burocrazia, per le coperture finanziarie, per gli uffici di Igiene, per il rischio di discriminazioni, per scelte incomprensibili e giustamente criticate.

Meno arroganza e maggior rispetto per i cittadini, più competenza e meno pressapochismo: ecco di cosa c’è un gran bisogno. Oltre che dei vaccini.

 

 

Faenza, 12 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

 

Solidarietà ai lavoratori della CMCF

 

La stampa locale ha dato notizia nei giorni scorsi delle difficoltà in cui versa la CMCF, storica cooperativa faentina, e del conseguente licenziamento di 22 dipendenti.

Fra i sindacati e l’azienda sono in corso trattative che puntano alla maggior tutela possibile dei lavoratori e alla salvaguardia dell’occupazione attraverso la continuità produttiva. Quella della CMCF non è una crisi scoppiata all’improvviso o dovuta a problemi interni. E’ anch’essa la conseguenza della perdurante crisi strutturale che interessa il settore delle costruzioni, a Faenza come nell’intera provincia.

Sono infatti tantissimi i lavoratori che negli ultimi anni hanno perso il posto di lavoro e sono numerose le aziende private e cooperative che hanno cessato la loro attività. Tutto ciò è avvenuto nell’inerzia e nel silenzio delle istituzioni locali, quella di Faenza compresa.

Il Tavolo dell’economia promosso dall’attuale Amministrazione e la stessa Conferenza economica svoltasi lo scorso anno non hanno fornito contributi sostanziali sia nel mettere a fuoco le pesantissime conseguenze delle difficoltà gravi in cui versa un settore come questo, di fondamentale importanza per l’economia e il lavoro, sia nel prospettare gli interventi necessari e possibili.

Non è vero che nulla si può fare. L’Altra Faenza insiste da tempo perché vengano stimolati gli investimenti pubblici e privati, perché si favoriscano le aziende del territorio premiando quelle che rispettano le regole (leggi e contratti) e non si adeguano alla logica del massimo contenimento dei costi, anche riducendo le tutele in fatto di sicurezza.

E pensare che di lavoro da fare ce n’è molto, moltissimo: per il recupero di stabili e abitazioni nel centro storico, per la messa a norma degli impianti, per l’efficentamento energetico.

E’ noto a tutti che, anche nel nostro territorio, operano nel settore delle costruzioni imprese al limite della legalità. Ciò non fa altro che inquinare il mercato mettendo in difficoltà quelle serie, come nel caso della CMCF. Anche su questo versante è doverosa una maggiore attenzione da parte del potere pubblico.

Ai lavoratori della CMCF va tutta la solidarietà de L’Altra Faenza, con l’auspicio che si possano trovare soluzioni positive per tutti.

 

Faenza, 8 settembre 2017

 

 

L’Altra Faenza

 

 In attesa dell' incontro  - richiesto dal Comitato "Adottiamo Castel Raniero" alla proprietà della Colonia, l'ASP della Romagna Faentina, - per verificare le disponibilità al confronto sulle proposte alternative avanzate dal Comitato spontaneo, pubblichiamo il testo integrale del loro comunicato di fine agosto.

e il link ad una ricostruzione storica di Sandro Bassi: Castel Raniero, ospizio ospedale e poi colonia

(Castel Raniero quando funzionava come colonia)

 

COMUNICATO STAMPA

Il Comitato spontaneo “Adottiamo Castel Raniero” in data 26 agosto 2017 si è riunito a seguito delle notizie apparse sulla stampa locale riguardanti la rinuncia di Ceo Maurizio Fionda, responsabile dell’azienda “Diennea” assegnataria del progetto di ristrutturazione della ex Colonia di Castel Raniero di proprietà dell’ASP della Romagna Faentina. Il Comitato si è riunito per discutere il rilancio del progetto a suo tempo presentato e accolto dalla Proprietà la quale aveva già espresso particolare interesse per la parte del progetto relativa alla gestione e fruizione pubblica del parco.

Il Comitato vuole innanzitutto apportare un contributo per affrontare la situazione attuale e mettere nuovamente in evidenza l’esigenza di un approccio finalizzato al recupero del bene pubblico che preveda scenari e percorsi che escludano la totale delega al progetto privato.

Il bando pubblicato dall’Asp, l’assegnazione ad un privato del progetto, i risultati successivi, non proprio soddisfacenti, devono far riflettere sul fatto che non sempre il dichiarato intervento del privato è risolutivo per il recupero di patrimonio immobiliare storico/artistico. A volte potrebbe essere più opportuno optare per interventi di minima che salvaguardino il bene da possibili crolli - rischio che in ipotesi si corre - anziché affidarsi a privati nella convinzione che questa sia l’unica possibilità di recupero del bene.

Il Progetto presentato dal Comitato nel luglio 2015 è ritenuto tuttora valido; ora in ragione delle condizioni in cui si trova la Colonia di Castel Raniero (struttura e verde) e nell’interesse di riguardante recupero del patrimonio comune si ritiene di procedere ragionevolmente affrontando alcuni primi passi che prevedano azioni preliminari di tutela a cui far seguire:

azioni per la fruizione del sito in condizioni di sicurezza;

azioni per inserire il sito in circuiti di interesse ambientale e turistico;

messa a punto di un modello di gestione economica a fini di reddito e di occupazione.

Tali azioni ovviamente possono essere poste in essere solo in collaborazione con i soggetti istituzionali territoriali e non solo. Il Codice del “Terzo Settore”, appena entrato in vigore prevede, per l’associazionismo, la possibilità di avvalersi dell’istituto del “social bonus” in caso di recuperi del patrimonio storico/artistico.

  1. Le azioni preliminari di tutela potrebbero consistere in un intervento della proprietà per la messa in sicurezza del bene (copertura e sistema di regimentazione delle acque meteoriche) ed il Comitato, attraverso le associazioni che lo compongono, potrebbe affiancare le istituzioni con campagne di raccolta fondi.

  2. Una volta che il sito sia stato messo in sicurezza, è possibile restituirlo alla fruizione da parte della Comunità per visite guidate, feste, attività pubbliche che implichino l’utilizzo del verde. Un esempio fra tutti: dopo diversi anni in cui durante la rassegna “Musica nelle Aie di Castel Raniero” il parco della Colonia era aperto e fruibile all’ampi pubblico partecipante, il 2017 ha visto il luogo chiuso presentando uno spettacolo di abbandono e degrado non molto consolante per chi ha partecipato alla importante rassegna faentina.

  3. La possibilità di utilizzare, anche solo il verde, per diverse attività rivolte al pubblico, magari gestite da parte dell’associazionismo, darebbe maggior possibilità di inserire il sito in circuiti di interesse ambientale e turistico.

  4. Insieme ai soggetti istituzionali - e tenendo conto delle azioni preliminari sopra descritte - si potrebbe elaborare un modello di gestione da portare ad esempio per la sua caratteristica di gestione partecipata di un bene comune.

Per questi motivi il Comitato è disponibile a collaborare con la proprietà perché ritiene che l’amore per il proprio territorio e il grande desiderio di recuperare la Colonia di Castel Raniero siano fondamentali per lavorare positivamente perché c’è un legame storico affettivo fra i faentini e la Colonia. I più anziani la ricordano per esservi stati in Colonia, i meno anziani, ma non più giovani per i concerti estivi che fino a metà degli anni ’80 si svolgevano nel parco.

 

Faenza, 26 agosto 2017

 

Il Comitato Spontaneo “Adottiamo Castel Raniero”

 

 

 

 



 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

Faenza, 01 Settembre 201

CONTINUANO LE INIZIATIVE CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE DI ARENA BORGHESI”

Il mancato riconoscimento dell’interesse paesaggistico da parte della Soprintendenza non pone fine all’azione di Italia Nostra e Legambiente

Il parere della Soprintendenza di Ravenna che non rileva l’interesse paesaggistico dell’Arena Borghesi, appare come il seguito burocratico del diniego dell’interesse storico-artistico espresso dal Ministero per i Beni culturali e Ambientali nel 1996 e nel 1997.

Ma il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio del 2004 ha introdotto la categoria specifica degli spazi storici meritevoli di tutela.

Stupisce un parere della Soprintendenza che nega l’interesse paesaggistico e al contempo ignora lo stesso valore storico dell’Arena Borghesi; un teatro fondato nel 1895 e ristrutturato nel 1928, la cui architettura del paesaggio di mattoni e alberi è in stretta relazione paesaggistica col Viale Stradone.

La presenza permanente degli alberi, come elementi di “costruzione” fisica e identitaria dell’Arena Borghesi, è ben documentata da immagini e dalla stampa del 1928, anno di riapertura del teatro.

La coerenza ambientale col contesto dello Stradone è strettamente legata all’ampio spazio alberato di cui fanno parte tre tigli di 30 metri di altezza e un vecchio tasso.

L’ampliamento del supermercato Conad, così come previsto dall’Accordo di Programma del Comune, comporta la distruzione di questo ampio spazio e dei suoi grandi alberi che determinano il carattere del luogo.

L’Arena Borghesi verrebbe inscatolata da un muro di cemento, camuffato con rampicanti e da un misero filare di alberelli; l’espansione del supermercato toglierebbe un quinto della superficie all’area del teatro.

È un fatto che cambierebbe fisicamente le forme, le dimensioni del luogo, il paesaggio.

Con modifiche così radicali, l’alterazione dell’identità è inevitabile.

Va anche ricordato che Conad non riqualifica l’intera Arena Borghesi; l’accordo prevede la sistemazione dell’ingresso con cabina di proiezione, dello spazio ristoro e della struttura del proscenio. È escluso un intervento sull’ampio fabbricato dell’ex officina.

Anche dopo il parere della Soprintendenza, continuano le azioni di Italia Nostra e Legambiente a difesa dell’integrità dello storico teatro.

Le iniziative in programma prevedono anche la continuazione della raccolta delle firme .

Distinti saluti

 

Marcella Vitali Massimo Sangiorgi

Presidente Presidente

Italia Nostra Faenza Circolo Legambiente Lamone Faenza

 

 

 Quest'anno si svolgerà la quinta edizione della Marcia della Pace della Romagna 2017 e anche per questa edizione siamo a richiedere l'impegno e la partecipazione di tutti, a partire dai singoli cittadini per arrivare alle istituzioni affinché l'evento riesca positivamente e lasci un contributo attivo per il raggiungimento di un bene essenziale come la pace e il superamento di guerre e di violenze.

Perchè la Marcia della Romagna?

La Marcia si inserisce nel solco delle Marce della Pace Nazionali promosse dalla Tavola della Pace e dalla Rete della Pace e ideate dal prof. Aldo Capitini del Movimento Nonviolento nel 1961.

Negli stessi anni don Lorenzo Milani sviluppava la sua esperienza nella scuola di Barbiana. Nel 1967, 50 anni fa, don Lorenzo morì lasciandoci in eredità la sua memoria a sostegno dell'obiezione di coscienza al servizio militare:"l'Obbedienza non è più una virtù".

La Marcia per la pace della Romagna intende riprendere questa idea dell'obiezione di coscienza al proliferare della violenza, del riarmo e del commercio delle armi che sono causa di quella che nell'agosto del 2014 Papa Francesco ha chiamato <Terza Guerra Mondiale a Pezzi>: “Oggi siamo in guerra dappertutto. Viviamo la terza guerra mondiale, ma a pezzi”.

Dalla dichiarazione del Papa nulla è mutato in positivo, infatti nel mondo si spendono circa 1.700 miliardi di dollari per comprare armi. L'Italia dà purtroppo un contributo forte a questa “terza guerra mondiale a pezzi” come paese produttore e esportatore di armi (siamo fra le prime 10 nazioni nella classifica di quelle che producono e vendono armi nel mondo) e con una idea di difesa lontana da quella pensata da don Milani e proposta da Papa Francesco.In questa direzione va rivisto in quelle parti negative anche il Libro Bianco della Difesa (approvato dal Consiglio dei Ministri nel febbraio 2017), per adeguarlo al dettato dell'art.11 della nostra Costituzione

Urgente sarebbe per i promotori della Marcia della pace della Romagna l'istituzione dei Corpi Civili di Pace e del Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta.

Occorre anche oggi nel 2017 obiettare a visioni di futuro che considerino la guerra fra gli strumenti di risoluzione dei conflitti e lucrino senza controlli sul commercio delle armi che generano guerre che stanno alla base di gran parte delle migrazioni di civili inermi, tanto che oggi sono più di 65 milioni i rifugiati richiedenti asilo nel mondo (sarebbero la 20 nazione al mondo per popolazione).

Gli organizzatori ribadendo che l'”Obbedienza non è più una virtù”, vogliono porre l'attenzione dell'opinione pubblica a questi temi e farne oggetto di informazione e discussione nell'opinione pubblica e con i giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

 

Chi la organizza: il Centro Pace di Forlì in collaborazione con il Comune di Forli, i Comuni di Bertinoro e di Forlimpopoli e con la preziosa attività di supporto e sostegno degli Enti Locali del territorio e delle associazioni di volontariato e non (es. Centro Pace di Cesena, Centro di Documentazione don Tonino Bello di Faenza)

 

Come si attua: il programma prevede una partenza alle ore 9:00 circa da piazza Saffi a Forlì in bicicletta, fino ad arrivare in piazza Garibaldi a Forlimpopoli, vero e proprio punto di partenza della Marcia a piedi. A Forlimpopoli intorno alle 10:30, dopo che ci saranno stati interventi di riflessione sulle ragioni della Marcia e si saranno radunate le persone ci si incamminerà attraverso le strade di Forlimpopoli per salire fino alla Rocca di Bertinoro dove è prevista la chiusura dell Marcia attorno alle 13/13:30 con una serie di interventi di saluto delle autorità che hanno contribuito a realizzare l'evento e con la possibilità dei partecipanti di pranzare al sacco nei giardini della Rocca e del CEUB (struttura universitaria). Sono inoltre previsti banchetti informativi delle associazioni aderenti alla Marcia e intrattenimenti con la partecipazione di gruppi musicali.

Il ritorno dei marciatori da Bertinoro a Forlimpopoli è garantito da un servizio di navette-bus dalle 14:30 alle 17:30.

 

A chi è rivolta: all'opinione pubblica in generale e a tutti coloro che nella giornata del 17 settembre desiderano camminare per pace. Nelle edizioni precedenti si è avuta una partecipazione che andava dalle 1.000 alle 3.000 persone circa.

 

Ricadute della Marcia: per far sì che la Marcia non sia solo un bel momento di impegno ma senza prospettive, abbiamo previsto un percorso di “avvicinamento” alla Marcia con tre iniziative pubbliche già svolte: il 5 maggio 2017 “Donne e clima, che genere di cambiamento climatico”, il 12 giugno 2017 “Discussione sul Libro bianco della Difesa”, il 26 giugno 2017 “Anniversario 50° dalla morte di don Milani”.

Inoltre abbiamo svolto attività promozionali e di volantinaggio in diverse situazioni e abbiamo partecipato ai “Mercoledi del cuore” di Forlì, ed alla festa della Liberazione del 25 aprile al Parco Urbano di Forlì.

Abbiamo intenzione di svolgere altre iniziative anche a ridosso della data della Marcia e di pubblicizzare la marcia e i suoi contenuti attraverso i mezzi di informazione locali e con nostro materiale informativo.

Infine promuoveremo la possibilità di approfondire questi temi anche attraverso iniziative autonome delle realtà partecipanti che potranno contare sulla nostra fattiva collaborazione oltre che sugli spazi del Centro Pace di Forlì.

 

Cosa chiediamo: la vostra adesione e condivisione dei contenuti della Marcia (l'adesione va inviata anche solamente via email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), la vostra partecipazione diretta all'evento e la sua pubblicizzazione attraverso i vostri canali, un vostro eventuale contributo economico a sostegno della Marcia (da inviare a Banca Etica, filiale di Bologna, IBAN: IT19E050180240000.0000156356, casuale Marcia Pace 2017), la vostra disponibilità ad organizzare iniziative di sostegno ai contenuti della Marcia anche dopo il 17 settembre (l'impegno per la Pace non si esaurisce con la Marcia).

 

Bilancio preventivo 2017

 

Entrate

Euro

Uscite

Euro

Contributo degli EE.LL.

4.000,00

Acquisto bandiere pace

550,00

Contributo da associazioni

400,00

Acquisto roll-up per pubblicizzare Marcia Pace

68,00

Contributi volontari per banchetti ed altre iniziative

250,00

Materiale pubblicitario per eventi di preparazione a Marcia Pace

130,00

 

 

Servizio navette-bus Bertinoro-Forlimpopoli

400,00

 

 

Servizio assistenza ambulanza CRI

102,00

 

 

Service per musica a Bertinoro

1.500,00

 

 

Noleggio generatore per musica durante il corteo

200,00

 

 

Materiale pubblicitario per Marcia (depliants, manifesti, ecc)

800,00

 

 

Commissioni bancarie

20,00

 

 

Spese non preventivabili

180,00

 

 

Costo per il Centro Pace di Forlì dell'impegno di 2 operatori per un totale di 160 ore circa a 12,81 euro all'ora (lordo aziendale)

2.050,00

 

 

 

 

Totale entrate

4.650,00

Totale uscite

6.000,00

 

Per informazioni:

Centro Pace Forlì, via Andrelini nr. 59, Forlì. Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Referenti: Mirya Elisabetta Porcheddu (329.3680287), Raffaele Barbiero (347.4773875)

Ufficio Eventi del Comune di Forlì, via delle Torri 13. Referenti: Mario Proli (333.4537689).

 

Forlì, 9 luglio 2017

per il Centro Pace di Forlì

il Presidente

Michele Di Domenico