Israele, se non lo sapete – non vergognatevi! – ve lo racconto adesso, è uno dei pochi paesi al mondo che, sulla base della consuetudine costituzionale e della legge elettorale, prevede l’elezione diretta del capo del Governo. E qui salta fuori il Renzi, perché il suo progetto di forma di governo con l’effetto combinato di riforma costituzionale e italicum, è proprio questo che vuole realizzare: l’elezione diretta del Capo (del Governo) con messa ai margini di tutti gli altri poteri, dal Presidente della Repubblica al Parlamento.
Orbene sapete perché Netanyahu sarà il nuovo capo del Governo?
Perché ha avuto la maggioranza assoluta dei voti? Risposta sbagliata! Ha ottenuto soltanto 984 966 voti su 4 209 467 voti validi cioè appena il 23.40%, meno di Bersani alle ultime elezioni!
Allora perché, essendo il partito di maggioranza relativa ha ottenuto un premio di maggioranza adeguato (sarebbe più del 100%!!!)? Risposta sbagliata! Ha ottenuto soltanto 29 seggi su 120, che è proprio un quarto dei seggi, così come un quarto dei voti totali. Eh già Israele ha sì l’elezione diretta del capo del Governo ma un sistema elettorale perfettamente proporzionale!
Ma allora si apre una fase di grave instabilità politica? Cosa gravissima immagino per un paese in guerra permanente con quasi tutti i suoi vicini. Nemmeno questo è vero perché la previsione è che entro due mesi Israele avrà il nuovo governo e Netanyahu sarà il leader, e si formerà una coalizione per governare il paese. Se non ce la dovesse fare, si tornerà alle elezioni. L’ultima legislatura è durata meno di due anni ma non si è scandalizzato nessuno.
Ecco, coalizione è la parola che manca al vocabolario di Renzi: Netanyahu governerà, e lo sappiamo dalla mattina dopo le elezioni ma senza barare coi numeri ed i premi di maggioranza, perché, tenendo conto della volontà espressa dagli elettori, formerà una coalizione per governare.
Ah ecco dimenticavo rappresentanza è l’altra parola che è sfuggita al vocabolario di Renzi.
Ma è noto che chi vuole governare sa che bisogna saper unire e tener conto delle opinioni della maggioranza dei cittadini rappresentati, chi vuole solo comandare ne può fare a meno. Fino a quando?
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
Alda Merini
Commenta (0 Commenti)
La Costituzione stabilisce che spetti al Parlamento fare le leggi e che sia il governo a metterle in pratica. Detto in soldoni, sta in questo uno dei pilastri dell’assetto democratico del Paese.
Ma le cose vanno proprio così? Nel primo anno e mezzo della legislatura l’84% delle leggi sono invece di iniziativa del governo. Stiamo assistendo ad un’inversione dei ruoli. Il resto lo fanno i decreti e i voti di fiducia, col risultato di ridurre il Parlamento - massima espressione della volontà popolare - ad un’assemblea privata dei suoi poteri. Così si stravolge l’impianto costituzionale.
Prima ancora che una conquista per il mondo del lavoro, la Legge 300/70 “Statuto dei diritti dei lavoratori” fu considerata una conquista di civiltà, l’ingresso della Costituzione nelle fabbriche. L’art. 18 ne rappresentava un cardine fondamentale in quanto poneva al centro la dignità di lavoratrici e lavoratori.
Facendo quanto non era riuscito a Berlusconi, un governo che si dice di centro-sinistra l’ha cancellato. E canta vittoria. Chi era ieri contro il centro-destra perché attaccava i diritti di chi lavora e oggi sta con Renzi, qualche domanda dovrà pur porsela.
Commenta (2 Commenti)
Tutti ci siamo sentiti “Charlie”, dopo lo spaventoso attentato parigino.
A quanto si sa, si è sentito improvvisamente tale anche uno studente dell'Istituto Tecnico “Oriani” di Faenza, che ha affisso nella scuola i fumetti del noto settimanale satirico che canzonavano il Profeta Maometto (o, per meglio dire, Mohammed).
Una studentessa mussulmana, sentendosi offesa, li ha strappati. L'on. Pini della Lega Nord, ne ha approfittato per una interrogazione parlamentare, Faenza è finita sulla stampa nazionale, con grande gioia del sito Faenzanet, che per primo ha diffuso la notizia.
Dunque: secondo Pini, Salvini e soci, la tolleranza delle idee altrui nella scuola pubblica (la scuola di tutti, la scuola della Repubblica, dicevamo da giovani!), consiste nel consentire agli studenti la libertà di offendersi reciprocamente?
La scuola è un luogo di convivenza di frontiera, basato su equilibri delicati. Gli insegnanti che si dedicano a questa difficile costruzione non ci ridono sopra.