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Commenta (0 Commenti)Papa Francesco: Arriva enciclica sull'ambiente 'Laudato si''. "Popoli hanno pagato salvataggio banche"
No al "paradigma consumista". E ancora: "L'esaurimento delle risorse non può essere un pretesto per le guerre". Sono alcune delle parole dell'enciclica di Papa Francesco che contiene un doppio appello a "proteggere la casa comune", controllando surriscaldamento climatico e altri danni ambientali, ma anche cambiare modello di sviluppo, per i "poveri", e "per uno sviluppo sostenibile e integrale". Mentre biasima il fatto che i popoli abbiamo "pagato il prezzo del salvataggio delle banche". Il mercato - dice ancora Francesco - "crea un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti". Ma questo non può essere il "paradigma" di vita dell'umanità oggi. Sia per il senso della esistenza che per la sostenibilità delle economie, serve un cambiamento di "stile di vita".
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di Aldo Carra
I principali dati di queste elezioni sono due: l’aumento dell’astensionismo e la flessione dei voti al Pd. I votanti si sono ridotti ad un elettore su due, il Pd con le sue liste ha perso due milioni di voti ed il 15% in meno rispetto alle europee. Ma l’astensionismo non si è manifestato in modo uniforme e la flessione del Pd presenta aspetti diversi nelle diverse regioni. Conviene, quindi, analizzare i due fenomeni separatamente per trarne considerazioni politiche utili anche per il futuro della sinistra nel nostro paese.
Astensionismo
La partecipazione al voto, del 63% alle precedenti regionali e del 59% alle europee, è scesa al 52%. Sull’aumento dell’astensionismo possono aver inciso un solo giorno di vitazioni e il ponte. Ma sicuramente ha pesato il discredito che delle istituzioni regionali a seguito degli scandali degli ultimi anni, circostanza che richiederebbe un ripensamento su decentramento e federalismo ben oltre la demagogica mossa della finta abolizione delle province. Ma c’è qualcosa in più: in Puglia e Campania, due regioni in cui si concentra quasi la metà dei voti, l’astensionismo non è aumentato. E’ invece aumentato molto nelle regioni rosse (dai 10 punti della Liguria ai 15 di Marche ed Umbria, ai 20 della Toscana). Se prima era più alto al sud e più basso al centro nord, e soprattutto nelle regioni rosse, adesso si attesta dappertutto intorno al 50%. E’ chiara la relazione tra aumento dell’astensionismo e flessione di voti al Pd.
Il voto al Pd
In termini di voti di lista il Pd è tornato ai livelli delle regionali del 2010 e delle politiche del 2013. Ma nella lettura del voto di lista regionale non si può trascurare che in queste elezioni si vota separatamente per presidente e liste di partito e che per raccogliere voti si creano liste personali o civiche che tolgono voti ai partiti. Leggi qui l'intero articolo
Intervista di Giuseppe Acconcia allo scrittore Erri De Luca. «Lampedusa capitale d’Europa»
Abbiamo parlato della strage nel Canale di Sicilia con Erri De Luca, autore di «Solo andata», raccolta di poesie sul protagonismo e sull’umanità dei profughi che tentano di traversare il Mediterraneo.
Qual è la sua reazione alla notizia così triste di centinaia di morti nel Mediterraneo?
Bisogna arrendersi all’evidenza che i flussi migratori non sono regolabili. Non si possono mettere mutande di sicurezza all’Europa. Non ci sono riusciti gli Stati uniti con il Messico nonostante si trattasse di un confine di terra più controllabile del nostro. Il risultato è che gli anglosassoni non sono più la maggioranza negli Stati uniti. E questo non ha fatto che bene agli Usa che prosperano; il presidente Obama ha regolarizzato milioni di migranti.
Anche l’Italia dovrebbe imparare ad accogliere i migranti anziché tentare di respingerli con leggi restrittive che alimentano l’immigrazione clandestina?
I flussi non possono essere regolati. I migranti sono un’energia potentissima per il paese che li accoglie. Ma bisogna fare un passo in più. Il Mediterraneo è dilaniato da guerre nella sponda Sud. Il movente che spinge il profugo a migrare è più forte dei viaggiatori che lo hanno preceduto.
Chi ha la casa in fiamme accetta di buttarsi nel vuoto. È come se si buttassero dalle finestre in mare. Uno dei superstiti ha dichiarato ieri che quando è arrivato sul bordo del mare e ha visto il relitto che lo avrebbe trasportato non ha avuto altra scelta che montare a bordo. Questo è un fenomeno rispetto al quale nessun ostacolo sarebbe sufficiente. Leggi qui l'intero articolo
Eppure si invocano blocchi navali e attacchi aerei mirati…
Chi invoca le reazioni peggiori, tra cui molti politici che sono stati al potere in questi anni, le ha già provate tutte dai respingimenti in mare ai divieti per i pescatori di salvare i profughi. Ma non capiscono che neanche la pena di morte sarebbe un deterrente sufficiente…? L’accoglienza non è un atto di bontà ma ha un tornaconto economico.
I veri eroi di queste ore sono forse gli abitanti di Lampedusa?
Lo scoglio di Punta Sottile non è il Sud di niente: è la capitale del Mediterraneo. Vedendo questi viaggiatori in estrema urgenza, gli abitanti di Lampedusa praticano tutte e sette le opere di misericordia dal vestire gli ignudi a dare sepoltura ai morti. Lampedusa è il nostro ambasciatore nel Mediterraneo. Loro sono la nostra guida nell’azione. Tanto che il sindaco
Leggi tutto: Attraversare il mare è l’unica scelta - Erri De Luca
Commenta (0 Commenti)(Questa intervista, curata da Loris Campetti, sarà pubblicata il 24 aprile in versione cartacea e online sul giornale svizzero di critica sociale Area, edito dal sindacato Unia)
C’è chi lo vedrebbe volentieri alla guida del partito-che-non c’è, a sinistra del Partito democratico che ha assunto il punto di vista dei poteri forti dell’internazionale liberista e della Confindustria, per riportare in Parlamento una rappresentanza del lavoro, dato che oggi i lavoratori non ha più sponde partitiche. È diventato un volto noto nella società italiana e per molti un punto di riferimento.
Buca lo schermo ed entra in sintonia con la parte pulita e bastonata del paese perché parla il linguaggio delle persone che vuole rappresentare, di cui condivide le sofferenze. Alla Fiom non è arrivato dalle scuole quadri della sinistra ma dalla fabbrica. Landini saldatore ha fatto la sua prima battaglia sindacale in un’azienda cooperativa, e al dirigente coop, quando le coop non erano ancora imputate in mille processi giudiziari, che gli diceva: “io e te abbiamo in tasca la tessera dello stesso partito, il Pci”, non puoi esercitare qui il conflitto, lui rispondeva: “Abbiamo la stessa tessera ma io a saldare all’aperto ho freddo lo stesso”.
Maurizio Landini è ostinato, ha in testa il sindacato e non il partito. Un sindacato, va chiarito subito, da rifondare per essere all’altezza dei tempi. Oggi “la maggioranza dei lavoratori non si riconosce nelle nostre strategie e persino tra i lavoratori dipendenti solo una minoranza ha in tasca la tessera di un sindacato”. La frantumazione del mondo del lavoro, lo scatenarsi del dumping sociale e il rischio sempre più concreto del dilagare della guerra tra poveri, la cancellazione dei diritti e il progressivo inaridimento della democrazia, impongono una svolta.
Lo pensa la Fiom che ha lanciato un macigno nello stagno della Cgil, proponendo più democrazia e soprattutto più apertura alle persone che soffrono per le politiche liberiste sposate dal governo Renzi. propone a chi il lavoro non ce l’ha più o non riesce ancora ad averlo, a chi pur lavorando è diventato povero, a chi ha la fortuna di avere un contratto regolare e a chi è precario, sfruttato dalle regole del moderno capitalismo anche se è autonomo o è stato costretto a farsi una partita Iva. Il sindacato dovrebbe aprirsi a queste pluralità e non limitarsi a tutelare i lavoratori dipendenti nel rapporto con l’impresa ma assumere l’intera questione sociale.
L’operaio impoverito dalla crescita delle diseguaglianze dev’essere sostenuto quando rimane senza casa, quando non ha più i soldi sufficienti a curarsi o a mandare a scuola i figli. E la Fiom, di conseguenza, lavora alla costruzione di una “Coalizione sociale” con le
Leggi tutto: Maurizio Landini: “Ricostruire mettendo il lavoro al centro”
Commenta (0 Commenti)Riportiamo qui un acutissimo intervento di Walter Tocci all'assemblea della sinistra Pd del 21 marzo scorso a Roma.
Acutissimo e chiarissimo per l'analisi che fa delle riforme elettorali e costituzionali di Renzi, amarissimo per i destini del partito democratico e per l'azione della sua ala sinistra.
Da leggere.
domenica 22 marzo 2015
A proposito di parricidio
di Walter Tocci
Intervento all'assemblea delle minoranze "A sinistra nel Pd", Roma, Acquario, 21-3-2015
Porto un dubbio in questa assemblea. Abbiamo saputo svelare la posta in gioco? Temo di no. Abbiamo accettato la frantumazione dei problemi: il bicameralismo, la legge elettorale, il Titolo V, ecc. Ma se si mettono insieme i pezzi del puzzle emerge una nuova figura istituzionale. Si cambia la forma di governo, senza neppure dirlo. Si realizza quel premierato assoluto che Leopoldo Elia paventava ai tempi di Berlusconi.
Non serve parlare genericamente di svolta autoritaria, rimaniamo ai fatti. All’aumento dei poteri dell’esecutivo non corrisponde un parallelo rafforzamento dei contrappesi, che anzi diventano più deboli di prima, quando c’era la democrazia parlamentare.
Un leader minoritario che raccoglie il 20-25% dei voti reali conquista il banco e insidia i massimi organi di garanzia costituzionale.
Il premio di maggioranza può essere utilizzato non solo per governare, che è legittimo, ma anche per consegnare allo spirito di fazione la legislazione sui diritti fondamentali, sulla libertà di stampa, sull’autonomia della Magistratura, sull’accoglienza dei migranti, sulla pace e la guerra.
Il capo del governo è legittimato direttamente dal voto popolare mentre il Parlamento è più delegittimato di prima, perché in gran parte nominato dal ceto politico regionale al Senato e dai capi corrente alla Camera.
Questo squilibrio di poteri non ha paragoni in Europa. Infatti, Renzi dice che ce lo copieranno. Ma è l’ennesima anomalia italiana che sbarra la strada verso una democrazia matura.
Le nostre critiche hanno riguardato i dettagli ma non il sistema. Perciò è apparso perfino eccessivo uscire dall’aula solo per le preferenze. Se il dissenso è debole nei contenuti e duro nelle forme si rischia di scivolare nello sterile antirenzismo che non viene compreso neppure dalla nostra gente. Anche perché abbiamo separato il tema istituzionale dalla società.
Il premierato assoluto è già in atto: nel governo che comanda sulla Rai; nel preside che comanda sugli insegnanti; nei ministri che comandano sui dirigenti sottoposti allo spoil system selvaggio; nei burocrati ministeriali che frenano i soprintendenti nella tutela del paesaggio; nei fondi internazionali che sottraggono le banche popolari ai territori; nello Stato che toglie poteri alle regioni aumentando il contenzioso; nella “manina” che cancella la frode per salvare gli evasori; nell’imprenditore che licenzia il lavoratore dicendo il falso in tribunale sulla crisi dell’azienda.
Nel Jobs Act si è visto il premierato perfetto: il governo propone una delega vaga, col voto di fiducia impedisce ai suoi parlamentari di precisarla e scrive
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