“Crediamo che il ripristino della ciclabilità interna al Tondo sia urgente, soprattutto in vista della riapertura delle scuole: i percorsi casa-scuola in bici fanno parte del PUMS e non possono essere bloccati né ostacolati!!!”
Non usano mezzi termini le associazioni Circolo Legambiente Lamone, ass. Fiab Faenza e Salvaiciclisti Faenza che hanno richiesto un incontro con l’amministrazione, in modo da risolvere le questioni della ciclabilità nei parchi prima della riapertura delle scuole.
Per le tre associazioni il problema non riguarda solo il Parco Tondo ma anche la ciclabilità nel vicolo che attraversa il “Parco Ferucci, (zona Via Corbari) anche questo è parte integrante di un percorso casa-scuola (Panda e Don Milani)”.
E se non seguiranno risposte, né soluzioni adeguate, le associazioni hanno deciso di procedere con una petizione con raccolta firme.
“Come Associazioni impegnate per la mobilità sostenibile, appoggiamo pienamente la richiesta fatta dal Consiglio del Quartiere Centro Sud al Comune di ripristinare la ciclabilità interna al “Tondo” (Parco della Rocca) – spiegano in un comunicato scampa le tre associazioni.
“Questo divieto, che da maggio viene fatto rispettare in modo (fin troppo) scrupoloso dai volontari che gestiscono il Tondo, penalizza la mobilità ciclabile e risulta contraddittorio con gli obiettivi PUMS, perché il Parco è situato in una zona di collegamento tra il quartiere Centro Sud, la scuola Tolosano e la stazione, e non ci sono vie alternative e sicure da percorrere in bici: Via Da Oriolo è trafficata e pericolosa: dietro l’abside di San Savino (Chiosco Il Gallo) finisce la ciclopedonale e non si può raggiungere Via Mazzini in bici, a meno che non si passi sopra al marciapiede che fiancheggia la Chiesa di San Savino (strettissimo) oppure imboccando contromano il senso unico fino al parcheggio, che costeggia il Tondo. Un senso unico stretto e pericoloso, con auto parcheggiate da un lato.
La chiusura di ogni passaggio “ciclabile” – spiegano le tre associazioni – è la spia di un pregiudizio: la bici è considerata solo come mezzo di svago, usato da chi ha “tempo da perdere” e non come mezzo di trasporto, usato da chi deve andare a scuola, in stazione, al lavoro e non può permettersi di scendere e risalire ogni volta, in un percorso ad ostacoli.
Sottolineiamo infine che attraversare il parco in sella alla bici, passando sul vicolo laterale lato sud est (verso ospedale) NON rappresenta un pericolo per i bambini che giocano nell’altro lato e nella zona centrale del parco. Alcuni paventano pericoli per il passaggio promiscuo di pedoni e ciclisti, ma allora dovremmo chiudere tutte le ciclopedonali di Faenza!!
Ci uniamo quindi al Quartiere Centro Sud, per chiedere all’Amministrazione comunale, ai Vigili Urbani di Faenza, e all’Unione dei Comuni della Romagna Faentina, di consentire il transito delle bici all’interno del Tondo, creando una corsia ciclopedonale nel vicolo laterale (lato sud-est) che collega i due ingressi (di viale Stradone e viale Mazzini.) Sarebbe opportuno prevedere anche una corsia ciclabile protetta dal cancello di via Da Oriolo fino al cancello che dà sul parcheggio, in quanto chi abita in Via Da Oriolo e deve andare nella scuola di stradario Tolosano o raggiungere la piazza, non ha vie sicure in bici”.
“L’ipocrisia di questi divieti – proseguono le tre associazioni – è ancora più stridente se si mette a confronto con la grande tolleranza concessa alle auto, che spadroneggiano impunite, parcheggiando sui marciapiedi, col motore acceso, in divieto di sosta, e altre “amenità”.
Chiediamo fin da subito un incontro con l’amministrazione – concludono – in modo da risolvere la questione prima della riapertura delle scuole”.
IMOLA. L’Antitrust boccia l’affidamento diretto della gestione della discarica “Tre monti” di Imola ad Herambiente e invita il Con.Ami ad espletare una gara pubblica «aperta al maggior numero di soggetti possibile e nel rispetto dei principi concorrenziali della normativa nazionale e comunitaria». Un pronunciamento arrivato a seguito dell’esposto depositato dall’ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Nicolas Vacchi e dall’allora consigliere regionale, oggi deputato berlusconiano, Galeazzo Bignami nel dicembre dello scorso anno.
Il consorzio dovrà «comunicare entro 45 giorni le iniziative che intenderà intraprendere per assicurare le corrette dinamiche concorrenziali».
Esclusiva di fatto
Il contratto di affitto fra il Con.Ami ed Herambiente con scadenza nel 2040 «attribuisce in capo al gestore una esclusiva di fatto nel servizio di smaltimento in discarica, senza che tale soggetto sia stato selezionato mediante idonee procedure a evidenza pubblica», aggiunge l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel verdetto pubblicato nel suo ultimo bollettino. Una scelta «di cui appare discutibile la legittimità, in quanto posta in essere da un soggetto pubblico che è onerato da obblighi di pubblicità e trasparenza nella concessione dell’area pubblica adibita a discarica, appare quindi suscettibile di determinare condizioni non concorrenziali nell’offerta dei servizi di smaltimento».
Gestore avvantaggiato
E non finisce qua: «Tale assetto della gestione della discarica, peraltro, rischia di avvantaggiare il gestore anche nella partecipazione alle future gare per il servizio di gestione dei rifiuti urbani», continua l’Antitrust . Anche se il servizio di smaltimento è tariffato e ci sono obblighi di accesso, infatti, «l’integrazione verticale potrebbe comunque determinare vantaggi competitivi in sede di gara».
Affidamento pubblico
Alla luce di tutte queste considerazioni, «la segnalata irregolarità dell’attribuzione del servizio di gestione della discarica “Tre monti” impedisce il necessario confronto concorrenziale», conclude l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, augurandosi che «quest’ultimo venga rapidamente affidato, per un periodo di tempo ragionevole e comunque strettamente parametrato alle esigenze di recupero di eventuali nuovi investimenti, mediante l’espletamento di una procedura a evidenza pubblica aperta al maggior numero di soggetti possibile e nel rispetto dei principi concorrenziali della normativa nazionale e comunitaria».
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Mercoledì 6 dicembre 2017 Stafer è stata premiata per il suo Report Integrato alla cerimonia per il Premio Innovatori Responsabili “Le imprese dell’Emilia-Romagna per gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030” presso Florim Gallery a Fiorano Modenese.
Lavoro. La Stafer di Faenza in agitazione sindacale per il licenziamento di 3 dipendenti
Venerdì 20 Luglio 2018 - Faenza (da Faenzanotizie)
Un pacchetto di 12 ore di sciopero, a partire da oggi venerdì 20 luglio, con presidio davanti all'azienda dalle 8 alle 9. Sono queste le prime azioni sindacali concordate tra Cgil Cisl e Uil e lavoratori dell'azienda Stafer, la cui direzione aziendale ha deciso, nonostante le richieste portate avanti da Rsu e Sindacati, per il licenziamento di 3 dipendenti della ditta.
"Durante il mese di aprile - spiegano i sindacati - la Direzione Aziendale di Stafer Spa ha annunciato a Rsu e organizzazioni sindacali la volontà di esternalizzare il reparto motori, perché non ritenuto più in grado di produrre marginalità economica. A seguito di tale comunicazione, la parte sindacale si è subito preoccuapta di capire se ci potessero essere delle ripercussioni sui livelli occupazionali. A fronte di tale preoccupazione, l’atteggiamento dell’azienda si è dimostrato fin da subito ambiguo: in un primo momento ha affermato di voler procedere ai licenziamenti; successivamente, a seguito di una forte presa di posizione dei dipendenti contaria agli esuberi, l’azienda ha cambiato orientamento".
"Infine - proseguono i sindacati -, in data 13 luglio, ha convocato le organizzazioni sindacali e la Rsu aziendale per comunicare che avrebbe licenziato tre lavoratori. A fronte di questa comunicazione, assieme alle lavoratici ed i lavoratori della Stafer Spa abbiamo ribadito la nostra contrarietà, sostenendo che vi era una strada alternativa percorribile, quella del contratto di solidarietà. Tuttavia, l’azienda ha mantenuto la propria incomprensibile decisione ed ha provveduto, in data 18 luglio, a consegnare le lettere di licenziamento ai lavoratori individuati".
"La Stafer Spa di Faenza - concludono - è un’azienda del nostro territorio che ha sempre affermato di avere estrema attenzione alla dimensione sociale del fare impresa. Tuttavia, alla prima occasione, non ha esitato ad effettuare tagli al personale, senza prendere in considerazione soluzioni alternative a salvaguardia delle proprie lavoratrici e dei propri lavoratori".
Intervista a Piergiovanni Alleva. La «manina» è in tutti gli uffici dei ministeri pieni di gente messa dal Pd e abituata a far da lacchè a Confindustria. Sono andati in bestia per una semplice norma di buon senso". "Ero per mettere la causale da subito ma Tridico ha trovato il compromesso sui 12 mesi sotto la spinta della Lega. Anche così è una norma che inverte la tendenza ridando diritti"
Professor Alleva, cominciamo con la teoria economica. L’Inps sostiene che accorciando da 36 a 24 mesi la lunghezza massima dei contratti a tempo determinato ci saranno 8mila contratti in meno l’anno. È d’accordo?
È un classico esempio di discorso a pera. La stima dell’Inps sostiene che un dieci per cento di chi non verrà rinnovato non troverà un altro impiego. A parte che non si capisce perché non possano trovarlo, ma se la scadenza del contratto arriva prima, se il lavoratore serve all’impresa c’è una forte spinta a stabilizzarlo. Ridurre da 3 a 2 anni la durata massima serve proprio a mettere le aziende davanti alla decisione. Guardate che 24 mesi di prova sono tantissimi: se un’impresa che ha bisogno di una professionalità che ha formato e dopo 2 anni decide di privarsene, beh è la prova che la teneva sotto sferza, sotto scacco, insomma: sfruttava il lavoratore perché sapeva di potersene disfare quando voleva.
Di Maio parla di «una manina» che è intervenuta nella Relazione tecnica per mettere in cattiva luce il decreto Dignità.
Guardi, dopo questo caso inizio a capire chi è favorevole allo spoil system. Gli uffici legislativi dei ministeri sono pieni di persone messe lì dal Pd che sono ferocemente contro chiunque voglia cambiare le cose. Sono abituati ad essere i camerieri e lacché di Confindustria e, come i padroni, sono andati in bestia contro questo provvedimento perché per la prima volta dopo tantissimi anni si inverte la tendenza: i lavoratori riconquistano diritti e non sono più sotto schiaffo. D’altronde io l’ho sempre chiesto agli imprenditori: perché siete contrari a limitare il contratto a tempo determinato? Le risposte sono sempre state balbettanti.
Però lei era per inserire la causale anche nei primi 12 mesi e invece dopo la versione originaria la norma è stata limitata. Chi è stato a decidere per questo compromesso?
Naturalmente sì. È stato il mio collega Pasquale Tridico, che ho conosciuto per ragioni squisitamente accademiche, a trovare questo compromesso sotto la spinta della Lega. Devo però dire che la soluzione dei 12 mesi c’era già ai tempi della Fornero ed è anche la soluzione alla tedesca: l’imprenditore può provare una persona per 12 mesi.
La sua consulenza varrà anche sugli emendamenti da approvare? Di Maio ha già dato un sostanziale via libera al ritorno dei voucher in agricoltura.
Non so se ci chiederà consiglio. Io ai voucher sono contrario per principio ma questo governo è come il film «Una poltrona per due», stanno già stretti. Io comunque sono già molto soddisfatto delle norme che limiteranno i 2 milioni e 800 mila contratti a tempo determinato che ci sono ogni anno. Per fare una cosa perfetta inserirei il cosiddetto diritto di preferenza – che esiste già per i contratti a tempo indeterminato – anche per quelli a tempo determinato come hanno proposto i miei amici avvocati del alvoro di «Comma 2» che voi avete pubblicato sul manifesto. Spero che Di Maio sia d’accordo.
Professore, lei con questa consulenza assieme a Pasquale Tridico, professore a Roma Tre, e Marco Barbieri, professore a Foggia, si è preso l’epiteto di «vetero comunista» da esponenti di quasi tutti i partiti.
Sul comunista non ho problemi. Sul vetero sì: a mettere una norma così poteva arrivarci qualsiasi democratico di buon senso, basta non essere a favore dello sfruttamento del lavoro. Mi hanno messo in croce per aver contribuito ad un decreto su un argomento che studio da 44 anni. Faccio proposte per regolare il contratto a tempo determinato e combattere la precarietà creata dai governi centrosinistra da un buon decennio. Se finalmente un ministro fa una cosa di sinistra – magari una sola, ma comunque una – e ha intenzioni valide io non mi sento di fargli l’analisi del sangue.
Lei non è solo un tecnico. È anche consigliere de L’Altra Europa per Tsipras in Emilia Romagna, regione che l’anno prossimo tornerà al voto. Proporrà un alleanza con il M5s?
Propongo e proporrò di sicuro in Emilia Romagna e in tutta Italia una legge per la solidarietà espansiva che riassorba i due milioni di giovani disoccupati. Se il M5s è a favore, sarò contento. Quanto alle elezioni regionali io sono sempre stato all’opposizione e credo che continueremo così. Il neo-liberismo ha trionfato in Italia grazie al Pd. Ma ultimamente noto in Emilia Romagna un atteggiamento insulare: il Pd sa di essere in un’isola che può essere presto sommersa facendoli scomparire da qualunque governo in Italia. Sarà forse per questo che negli ultimi tempi ho notato cambiamenti: perfino una renziana come la vicepresidente Gualmini ha fatto un intervento sull’accoglienza dei migranti che ho applaudito. Insomma, ultimamente alcuni del Pd li vedo più compagni. Vedremo se continuano.
A Lamezia Terme. Re David: abbiamo 40mila iscritti migranti, costruiamo con le associazioni la risposta al fascismo montante
Mettere in contatto le diverse realtà che si occupano di migranti per costruire una rete dell’accoglienza e della solidarietà. Ieri a Lamezia Terme (Cz) la Fiom ha tenuto l’iniziativa “Il Cammino della speranza, migranti: accoglienza, dignità, lavoro».
Gli interventi di iscritti arrivati in Italia sui barconi, rappresentanti delle Ong, Mimmo Lucano, sindaco di Riace, di Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere, di Valerio Cataldi, presidente Carta di Roma hanno portato all’idea di creare una rete fra sindacato e associazionismo. «Questa iniziativa nasce dall’appello dei migranti della Fiom, dopo il caso della nave Aquarius – dichiara Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil -.
Abbiamo circa 40mila iscritti migranti. Vogliamo dare una risposta per contrastare disumanità e razzismo in preoccupante aumento. Abbiamo scelto di mettere in rete le diverse realtà che si occupano di migranti per una rete dell’accoglienza e della solidarietà. Il fascismo è nato proprio dall’idea che una razza è superiore ad un’altra.
Il razzismo è presente anche nei luoghi di lavoro, è per questo che nelle Regioni del Nord stiamo organizzando diverse iniziative antifasciste e antirazziste. Dobbiamo sviluppare tutte le forme di lotta democratica per contrastare questa ondata di odio contro essere umani sfuggiti da povertà e guerre».
Commenta (0 Commenti)Devo smentire quanto leggo sui giornali, nei quali la politica si interessa della Cisa. Mi riferisco alle affermazioni del Sig. Liverani della Lega Nord che parla di esuberi nel sito faentino. Smentisco che tale notizia sia mai girata al tavolo sindacale. Anzi tali affermazioni senza aver contattato nessuno della RSU o dei sindacati, potrebbero complicare le difficili trattative sul contratto e possono innescare paura tra i lavoratori e le lavoratrici in un momento nel quale è necessaria lucidità.
Ivan Missiroli Segretario Provinciale Fiom-Cgil
http://www.ravennanotizie.it/articoli/2018/07/09/imprese-ravenna.-ex-cisa-faenza-liverani-ln-no-agli-esuberi-rispettare-gli-accordi-sindacali.html
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