L'INTERVISTA. Il presidente nazionale dell’Arci Walter Massa: straordinaria la vostra proposta, questo 25 aprile segna un punto di svolta: "Ci troviamo all’opposizione del peggior governo della storia della Repubblica e non per caso, la sinistra ha sbagliato"
Milano, alla festa per la Liberazione del 25 aprile - LaPresse
«L’appello del manifesto segna un punto di svolta». Walter Massa è il presidente di Arci, un milione di soci su tutto il territorio nazionale.
Lo scorso 9 marzo la storica associazione è stata la prima, dal 7 ottobre 2023, a convocare a Roma una grande piazza nazionale per il cessate il fuoco in Palestina.
«Non l’abbiamo fatto per il primato ma perché eravamo nauseati dai discorsi da bar sull’uso dei termini mentre a Gaza era in corso una strage. Non cambia nulla se lo si chiama genocidio o sterminio ma bisogna alzare la testa: in 5 mesi ci sono state 32mila vittime non solo per i bombardamenti, anche per fame e mancanza di cure. Prendere una posizione è urgente. Ben venga la manifestazione del 25 aprile a Milano per rilanciare un progetto pacifista».
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Si potrebbe tornare a Milano il 25 aprile
Il mese scorso avete organizzato la missione di alcuni parlamentari al valico di Rafah, testimoniando quel che sta succedendo ai gazawi
Mentre noi giravamo fra hangar pieni di cibo mandato a marcire da Israele, ci hanno comunicato che erano morti 10 bambini per denutrizione. Fa venire una grande rabbia pensare al dolore che stiamo provocando a quella popolazione nell’indifferenza. Si viene sopraffatti da una sensazione di degrado umano, qui si tratta di vero sadismo.
La guerra è anche nel cuore dell’Europa.
Ci indigna che, a due anni dall’inizio del conflitto sul terreno ucraino causato dall’occupazione russa, nessuno dica ancora quanti siano i morti mentre i giornali sono pieni di gossip militare. In Ucraina, come in Palestina e nel Sud Sudan sono in corso tragedie umanitarie causate anche dalle politiche europee.
Dobbiamo denunciare con forza che questi conflitti non arrivano per caso: l’Ue deve smetterla di esternalizzare le frontiere e di far fare si dittatori cose che noi europei non possiamo ammettere di fare. E con altrettanta forza dobbiamo dire che il nostro continente ormai galleggia in un cimitero a cielo aperto, il Mediterraneo.
Il voto di giugno potrebbe portare a un’ulteriore avanzata delle destre negli organismi europei.
Bisogna trovare un’alternativa a un’Unione Europea che vuole l’economia di guerra e che per la prima volta sospende l’austerity ma solo per produrre armi. I rigurgiti fascisti in Germania, come in altri paesi, sono inquietanti. La proposta del manifesto raccoglie un bisogno anche su questo argomento.
Walter Massa
Ci troviamo all’opposizione del peggior governo della storia della Repubblica e non per caso: la sinistra ha sbagliato
Oltre alla questione internazionali ci sono anche valide motivazioni interne per manifestare.
Facevo parte dell’organizzazione del Genova Social Forum a luglio del 2001. Tutta quella violenza istituzionale è stata autorizzata e coperta dall’alto. Non ho fatto fatica a ricordare questo avvenimento quando ho visto le immagini degli studenti manganellati a Pisa.
Questo governo non è nato dalle tv Fininvest, ha una storia centenaria alle spalle avvezza a costruire la sua narrazione attorno al capo che parla direttamente al popolo e chi dissente è un nemico. Siamo in presenza di un fenomeno di involuzione culturale fondato sulla paura, sulla repressione e sull’odio verso i giovani.
Un paese come un passato come il nostro deve stare attento. La società civile democratica scenda in piazza massicciamente e unitariamente il 25 aprile per dimostrare che non ha paura.
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Il sindaco Sala: apprezzo l’appello del manifesto, la città risponderà
Ha usato un avverbio particolare: «Unitariamente».
La Liberazione è la festa di chi ha contribuito storicamente a liberare l’Italia dal nazifascismo e a scrivere la Costituzione ed è la festa di tutti coloro che si riconoscono nei principi della Carta e si impegnano ad attuarli.
Questa è l’unica discriminante. Chi intende fare distinguo deve ricordare che ci troviamo all’opposizione del peggior governo della storia della Repubblica e non per caso ma perché a sinistra qualcosa non abbiamo capito, qualcosa l’abbiamo sbagliata.
Non è un vezzo retorico ammetterlo, dobbiamo imparare dagli errori e trovare punti in comune per costruire un’alternativa al sistema economico e sociale attuale. L’appello del manifesto è straordinario perché non guarda indietro ma avanti: ai diritti, alla pace, al lavoro ed è necessario che tutte le forze democratiche diano un contributo, senza divisioni di bottega.
E il giorno dopo, il 26 aprile che succederà?
La manifestazione deve mettere in piedi un progetto alternativo di società e il manifesto ci sta dando una grande opportunità per costruire un percorso di alternativa al neoliberismo degli ultimi 30 anni che non dobbiamo sprecare