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La posizione di Faenza Coraggiosa in merito al dibattito aperto in città sulle nuove urbanizzazioni nell’orto della Ghilana

urbanistica

In riferimento al dibattito che si è aperto, anche sulla stampa locale, su alcune urbanizzazioni a seguito di manifestazioni d’interesse presentate durante la passata Amministrazione, come Faenza Coraggiosa ribadiamo quanto già riportato nel nostro programma elettorale e in quello della coalizione di Centro-sinistra: “Il nostro impegno è quello di agire concretamente e di azzerare il consumo di nuovo territorio”.

E' doveroso che l'Amministrazione parta dai deliberati approvati dal passato Consiglio Comunale in riferimento alle specifiche manifestazioni d’interesse, sulle quali non è nostro compito oggi dare giudizi. Tuttavia, ci esprimiamo affinché, per tutte le manifestazioni d’interesse approvate e poi confermate dai proponenti, l'Amministrazione garantisca che le cosiddette “compensazioni” - ossia le opere da realizzarsi da parte dei privati a fronte delle concessioni urbanistiche - siano non solo quelle indicate dalle delibere, ma siano le più congrue per garantire l’interesse pubblico.

Il diritto compensatorio può e deve essere visto come un volano di rigenerazione urbana ad impatto zero. Occorre andare oltre al dettato normativo ed avere la forza di immaginare che per compensare le urbanizzazioni, che in realtà sono mere edificazioni, la città merita la rigenerazione di spazi che siano fruibili dalla cittadinanza.

Questo in particolare nei due casi che prevedono occupazione di suolo in aree di particolare pregio ambientale e paesaggistico, come l'area di via S.Orsola e quella dell'orto della Ghilana.

Di qui in avanti non vorremmo più doverci occupare di questo tipo di nuovi insediamenti. Per quanto ci riguarda, la priorità non è allargare il perimetro della città consolidata ma spostare l'attenzione sulla rigenerazione della città costruita utilizzando modificando e snellendo opportunamente i necessari regolamenti e meccanismi di incentivazione

Oggi è necessario ripensare le modalità con cui le città del futuro si potranno modificare, sono maturi i tempi per un nuovo modello di sviluppo, per un nuovo “Progetto Urbano”.

In questi anni di crisi è rinata la consapevolezza di molti aspetti che erano stati abbandonati nel disegno della città: prima tra tutti una nuova coscienza ambientale che dovrà caratterizzare tutte le decisioni in ambito urbano. Una maggiore attenzione che nasce, finalmente, dall'evidenza che non c'è più la possibilità di rimandare la questione ambientale (qualità dell'aria, spreco di territorio, sistemi di smaltimento rifiuti). I sistemi urbani dovranno fare propria la sfida ai cambiamenti climatici, non tanto e non solo imponendo qualità tecnologica nelle azioni architettoniche, ma verificando la tenuta ambientale nella sua complessità urbana. Abbiamo bisogno di visioni e regole nuove.

Faenza Coraggiosa, però, chiede anche con forza che la discussione non si limiti solamente alla disciplina urbanistica: un tema più generale sulla “questione” dell’abitare ci sembra evidente.

Un’importante fascia dei nostri cittadini (giovani ma non solo) fatica ad accedere al bene casa e, adesso, anche a mantenerla, tra mutui e affitti; le difficoltà economiche, attuali e quelle di prospettiva, impongono una riflessione nuova su come rendere realmente accessibile un diritto fondamentale come la casa. Tanti immobili vuoti, tante persone che faticano: da un lato si trovano anziani ormai soli in case troppo grandi da poter gestire, dall’altra moltissimi giovani vivono in spazi troppo ristretti per organizzare la loro vita. Chiediamo che il progetto pubblico e gli investimenti futuri vadano nella direzione di risolvere questo grande, rinnovato problema.

Alla luce di tutti questi temi fondamentali, riteniamo centrale la definizione del Piano Urbanistico Generale (PUG), per il quale vanno avviate le procedure e i percorsi partecipativi per la sua definizione entro il 2021, e che deve essere la sede per il disegno del centro abitato e del territorio del futuro.

Al suo interno vanno indicate le linee per una riqualificazione urbana (dal punto di vista sociale, energetico, sismico, etc.), per porre fine al consumo di suolo – secondo i principi della legge urbanistica regionale – e per razionalizzare la mobilità urbana e la qualità ecologica e ambientale.

Il processo partecipativo per la predisposizione del Piano Urbanistico Generale, a partire dalla predisposizione dell'albo degli immobili resi disponibili per la rigenerazione urbana, dovrà essere l'ambito nel quale l'intera comunità locale, oltre che gli operatori del settore, prenderanno coscienza che si apre una nuova fase per una diversa qualità della città.