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"NORMA ILLEGITTIMA"; E COALIZIONE CIVICA AVVISA LEPORE: NO ALIBI (DIRE) Bologna, 3 nov. -

 

Sono pronte a portare la Regione nelle aule dei tribunali le associazioni ambientaliste dell'Emilia-Romagna, in lotta contro la decisione dell'Assemblea legislativa di prorogare al 2027 la concessione del servizio idrico. "Un regalo alle multiutility e in particolare a Hera", tuonano gli esponenti dei Comitati per l'acqua pubblica e della Rete regionale per l'emergenza climatica e ambientale, riuniti oggi sotto le finestre della Regione a Bologna per un presidio di protesta. "Vogliamo andare avanti per fermare questo provvedimento- dicono al megafono- la Regione lo ritiri e si discuta della ripubblicizzazione dell'acqua".

I comitati parlano di "scelta politica inaccettabile" da parte dell'Emilia-Romagna, "rispetto a cui continueremo a mobilitarci, se necessario anche dal punto di vista giuridico, perchè c'è anche un'illegittimità in questo provvedimento". Secondo gli ambientalisti, infatti, la proroga doveva essere stabilita da Atersir, l'agenzia ambientale d'ambito, e non fatta tramite una legge regionale. "Verificheremo anche la possibilità di percorrere questa strada", assicurano gli ambientalisti. Che poi chiamano in causa anche il neo-sindaco di Bologna, Matteo Lepore. "Saremmo curiosi di sapere cosa ne pensa- mandano a dire i comitati- lui che si ispira ai sindaci di Parigi e Barcellona, gli vogliamo ricordare che Parigi ha ripubblicizzato l'acqua nel 2011 e Ada Colau è impegnata in grande battaglia per questo contro il Governo centrale. Lepore non ha nulla da dire?".

La gestione del servizio idrico è in effetti anche un nodo politico per la maggioranza di centrosinistra, tanto in Regione (dove i Verdi hanno preso le distanze dal provvedimento) quanto in Comune a Bologna, dove Coalizione civica spedisce un avvertimento proprio al sindaco.

"In questo mandato abbiamo una grande occasione per attivare un percorso di controllo pubblico sul servizio idrico integrato di Bologna, dando seguito al referendum sull'acqua bene comune- avverte Coalizione civica- seguiremo con attenzione lo studio di fattibilità che l'Ateneo sta conducendo sul tema. Non ci sono più alibi per un cambio di paradigma sempre più necessario. Bologna si faccia pioniera in Emilia-Romagna per una gestione a controllo pubblico dei beni comuni primari".

Più netta la posizione dei Verdi, che oggi erano al presidio di protesta in Regione (presente anche il consigliere comunale e delegato del sindaco Davide Celli). "La proroga di sei anni del servizio idrico agli attuali gestori mette una pietra tombale sulla possibilità di ripubblicizzare l'acqua in un arco temporale ravvicinato, nel rispetto di quanto chiesto e ottenuto dal voto referendario- attaccano i Verdi- oggi la privatizzazione di fatto rende l'acqua una merce come un'altra, e non un bene comune di prima necessità. Per questo continueremo a batterci per la ripubblicizzazione dell'acqua, uno dei punti del nostro accordo con il sindaco Lepore".

A Bologna l'affidamento era in scadenza a fine anno, in altre città come Forlì, Cesena, Ravenna, Modena e Ferrara tra il 2023 e il 2024. Sotto le Due torri, tra l'altro, Atersir e Alma Mater hanno avviato uno studio di fattibilità sulla ripubblicizzazione dell'acqua. "Quindi c'erano tutte le condizioni" per raggiungere l'obiettivo, sostengono gli ambientalisti. Ma "in sostanza non se ne può parlare- attaccano- questo è l'ennesimo schiaffo al referendum del 2011".

La norma, tra l'altro, "è arrivata senza dire niente a nessuno- accusano i comitati- ma non è questa la Regione che fa la legge sulla partecipazione? Poi ci si lamenta che vota il 50% delle persone. Se si prendono queste decisioni chiusi nelle torri d'avorio, questi sono i risultati".

(San/ Dire) 18:25 03-11-21 NNNN

Ai popoli del mondo, chiese, organizzazioni sociali, sindacati, università, giornalisti, mezzi di informazione e governi democratici, alle donne e agli uomini di buona volontà difensori della libertà e dei diritti dei popoli.

La vita di Julian Assange è in pericolo. Il governo degli Stati uniti da anni perseguita Julian Assange, colpevole di aver svelato le atrocità che questo governo ha commesso e commette nel mondo: violenze, invasioni, colpi di stato, omicidi, torture, persecuzioni di paesi di orientamento ideologico diverso, embarghi, crimini che si tenta di nascondere e che restano totalmente impuniti sia dal punto di vista legale che da quello sociale, nel disprezzo dello Stato di Diritto e in violazione dei diritti umani e dei diritti dei popoli.

Gli Stati Uniti insistono per ottenere l’estradizione di Julian Assange, che negli Usa verrebbe condannato a 175 anni di prigione per aver pubblicato informazioni sulle suddette atrocità. Dopo 6 anni trascorsi come rifugiato politico nell’ambasciata cilena a Londra, Assange è stato consegnato alla polizia britannica e da allora è confinato in un carcere di massima sicurezza. Attualmente una corte britannica lo sta giudicando per poterlo estradare negli Stati uniti, ma se questo avvenisse sarebbe la condanna a morte di un difensore della libertà di informazione e una grave minaccia alla libertà di stampa.

È necessario esigere dalla giustizia britannica il ritorno in libertà di Julian Assange.

Adolfo Pérez Esquivel
(Premio Nobel per la pace)

Lavoro Povero. Ricerca della Fondazione Di Vittorio: l'Italia è stato il paese europeo con il calo di massa salariale (-7,2%) e di occupati dipendenti (-4,3%) maggiore rispetto al 2019. Boom di part time involontari

Una protesta contro il precariato

 

La pandemia ha colpito i salari più in Italia che nel resto d’Europa. È il risultato principale della ricerca presentata da Fondazione Di Vittorio e Cgil. Confrontando il 2020 con l’anno precedente si scopre che nell’Eurozona la massa salariale è calata del -2,4%; in Italia del -7,2%, stesso valore della Spagna. Ma lì gli occupati dipendenti sono scesi solo dell’1,7%, da noi del 4,3%.

La situazione del nostro paese è un unicum in Europa per «lavoro povero»: ci sono circa 3 milioni di precari con contratti a tempo determinato e 2,7 milioni di part-time involontari – coloro che sono costretti a lavorano a tempo parziale – che si aggiungono ai 2,3 milioni di disoccupati ufficiali, stimati in quasi 4 milioni come «disoccupazione sostanziale» dalla Fondazione Di Vittorio.

La percentuale di part-time involontario è la più alta in Europa: il 66,2% sul totale degli occupati a tempo parziale (circa 4,2 milioni), contro il 24,7% dell’Ue. Il loro salario è più basso di oltre il 10% della media Ue.

https://www.fondazionedivittorio.it/it/salari-e-occupazione-italia-confronto-dati-europei-al-tempo-della-pandemia

 

COP26 DAY BY DAY – Lettere da Glasgow

 

La COP26 rappresenta un momento cruciale per il dibattito internazionale sul clima. I Governi di tutto il mondo si incontrano in questi giorni a Glasgow, a sei anni dalla COP di Parigi, per discutere sull’urgenza di una azione climatica ambiziosa e di una ripresa economica compatibile con la neutralità climatica.

Italy for Climate è presente alla COP26 con il giornalista Antonio Cianciullo che, giorno dopo giorno, racconta in esclusiva i temi caldi e gli accadimenti in tempo reale di questa storica conferenza. Questi racconti sono arricchiti dal resoconto tecnico dei negoziati a cura di Toni Federico, Direttore del Comitato scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Per ricevere il bollettino COP26, che arriverà per email tutte le mattine dal 2 al 13 novembre, è necessario iscriversi a questo link: Link | iscrizione bollettino COP26 Italy for Climate

Di seguito trovate i link, giorno per giorno, di entrambi i resoconti:

 

 

→ Racconto della giornata

→ Resoconto tecnico

 
 
 

 

Riace, il borgo della Locride, si prepara al 6 e 7 novembre per l’ennesima volta ad accogliere quanti risponderanno alla chiamata fatta dal missionario Comboniano, Alex Zanotelli, dal palco della PerugiaAssisi lo scorso 10 ottobre che aveva rilanciato l’idea di una «manifestazione spontanea e nata dal basso». L’iniziativa è stata lanciata il 30 settembre, subito dopo la sentenza di primo grado del tribunale di Locri che aveva visto Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione. Le adesioni stanno arrivando da tutte le parti d’Italia e del mondo, l’ultima in ordine cronologico arriva dall’Argentina, come ha annunciato durante la diretta della conferenza stampa di presentazione la giornalista e scrittrice Tiziana Barillà.

Il programma del 6 e 7 novembre «Vogliamo tornare ad unirci in un abbraccio, per Mimmo Lucano e per l’intera comunità in quel luogo che è stato laboratorio politico negli ultimi anni» dice Barillà. «Ci sarà chi condivide le azioni e le idee che stanno alla base del modello Riace. Protestiamo non perché c’è una condanna eccessiva, fosse stata minore non l’avremmo accettata lo stesso. È un processo che non avrebbe dovuto nemmeno tenersi». Per questo motivo è stata prevista la due giorni che parte sabato 6 novembre con una “Chiamata alle Arti”. Ad artisti ed esponenti del mondo del cinema, della musica e non solo viene data la possibilità di esibirsi nella piazza dell’Anfiteatro arcobaleno di Riace, luogo conclusivo del corteo che partirà alle ore 14.30 da campo di Riace (dove saranno ricevuti i pullman). Sono oltre 30 le adesioni già raccolte. Tra queste spiccano i nomi di Brunori Sas, Ascanio Celestini e i contributi di Vinicio Capossela e Fiorella Mannoia. Previste inoltre delle letture e le presenze già annunciate di Gad Lerner e Oliviero Toscani. Il giorno successivo, domenica 7 novembre, ci sarà invece un momento assembleare. Intorno alle 11 – fortemente voluto dallo stesso Lucano – si farà visita alla tomba di Becky Moses al cimitero di Riace. Dopo essere stata espulsa dal borgo dell’accoglienza, la giovane nigeriana è morta carbonizzata in un rogo scoppiato nella baraccopoli di San Ferdinando. «Per noi – aggiunge Barillà – Becky rimane l’emblema della peggiore politica di questo paese e dell’Ue in generale».

Zanotelli: «Anzitutto per stare vicini a Mimmo Lucano» L’iniziativa è nata in prima battuta dal missionario Padre Alex Zanotelli, ormai adottivo di Riace. «Questa manifestazione – dice – è voluta anzitutto per stare vicini a Mimmo e a questa comunità». Il momento non è dei più semplici: «Mimmo è stato massacrato da questa sentenza assurda ed ha bisogno di essere sostenuto. Sostegno già sperimentato alla Perugia-Assisi, ma è importante esserci anche nel suo borgo. C’è tanta sofferenza in questa comunità». La manifestazione non è solo un momento di solidarietà ma anche un «gesto di protesta» nei confronti di una «giustizia profondamente ingiusta». «La giustizia vera – aggiunge Zanotelli – è quella che difende l’orfano e la vedova. Questa sentenza non ha difeso i deboli, gli ultimi, i migranti. Ha tagliato la testa ad un’esperienza bella che potrebbe diventare la stessa di tantissimi paesi non solo della Calabria. È importante essere in Calabria per dire che non possiamo accettare che in una regione attanagliata dalla ‘ndrangheta una procura abbia speso 2-3 anni per perseguire un uomo come Mimmo. Il suo compito è un altro». Dopo Zanotelli interviene anche Sasà Albanese che porta il saluto della comunità di “Un’altra Calabria è possibile”, lista con la quale Lucano ha concorso al consiglio regionale durante le ultime elezioni calabresi. Albanese esorta alla partecipazione di tutte le forze politiche democratiche «perché ci sono tante altre persone stritolate dalla macchina giudiziaria. Non è una vicenda locale o un fatto criminale ma una vicenda umanitaria di diritti calpestati».

Lucano: «Ringrazio quanti hanno aderito istintivamente» Chiude la conferenza l’ex sindaco di Riace che riporta le parole del suo avvocato Andea Daqua, di elogio per l’operato di Padre Zanotelli: «Quest’uomo lo manda Dio, perché ha smosso le acque e le coscienze anche nella sofferenza, non solo mia». «Ho paura – continua Lucano – solo quando ci sono tentativi di delegittimazione di un’azione politica vista per tanti anni, un po’ ovunque, come una speranza. Per anni abbiamo segnato il riscatto di questo territorio che si è trovato coinvolto nella questione degli ultimi decenni: il viaggio dei migranti e le ingiustizie del mondo. Senza accorgermene alimentavo una speranza anche per il nostro territorio altrimenti rassegnato allo spopolamento o al dominio delle mafie». Secondo Lucano, «Riace ribaltava tutta la narrazione criminale che ha alimentato campagne elettorali» delle forze politiche che hanno speculato sull’odio verso i migranti. «Questo ragionamento non è un alibi, ma una riflessione. Non voglio nascondere nulla. Voglio ringraziare quanti condividono quello che hanno percepito istintivamente».

«Sono pronto ad accettare tutto ma non la denigrazione morale» «Tenere accesa una fiaccola a prescindere dal processo e dalla sentenza» dice ancora Lucano, come monito per tutti quanti credono nella sua idea. Sulla sentenza, aggiunge che «tutti hanno potuto fare delle considerazioni, ma ciò che mi fa più triste è quando la forza di quello che è successo genera un dubbio. È possibile che tutti quelli che si occupano di letteratura, cinema, musica abbiano un livello di percezione che non tiene conto della possibile esistenza di una storia criminale (dietro alla storia di Riace, ndr)?» «Alle persone accolte – conclude – bisogna dare il loro spazio. I laboratori etnici, le borse lavoro, la fattoria sociale sono stati trasformati in peculato dagli organi giudiziari che però ribadiscono come “questo sindaco non abbia toccato un euro”. Sono pronto ad accettare qualsiasi cosa, ma non accetto il tentativo di denigrazione morale».

Prendiamo atto della (parziale) rassicurazione che l'Assessora Milena Barzaglia ha fatto, rispetto al progetto di collegamento della nuova stazione dei Bus verso via Medaglie d'oro.

Il titolo di un giornale ci piace “Non toccheremo il giardino del Malmerendi”. Invece l'affermazione “ potrà essere necessario sottrarre al giardino appena qualche metro quadro” no!

Fortunatamente, si sta parlando “... della terza fase del progetto, che ancora deve essere finanziata”, precisa l'Assessora... e allora, a maggior ragione, noi avanziamo la proposta che su questo stralcio, ma anche sulle ricadute concrete del primo e del secondo stralcio della ristrutturazione della zona della stazione ferroviaria, si apra sul serio un confronto partecipato.

Questo progetto è una parte significativa del riassetto urbano che deve essere affrontato con il Piano Urbanistico Generale, sul quale si sono sprecate le dichiarazioni e gli annunci sull'importanza della partecipazione delle varie componenti sociali e dell'intera cittadinanza; forse sarebbe utile confrontarsi in queste sedi e non dover apprendere dalle conferenze stampa e dai giornali quali sarebbero le decisioni dell'Amministrazione.

A proposito del “progetto Stazione”, rispetto al quale siamo intervenuti sulla prima versione della scorsa Amministrazione, notiamo con soddisfazione che non si fa più cenno ai 5 condomini, che le Ferrovie avrebbero richiesto di costruire nell'area per dare via libera al progetto, auspichiamo quindi che questa ipotesi (sciagurata, in quest'area già densamente costruita) sia stata definitivamente cancellata e ne chiediamo conferma.

Così come auspichiamo - e ci batteremo - affinché “una struttura fino a non molto tempo fa utilizzata come deposito di materiali e mezzi per gli impianti elettrici” (quindi addirittura inutilizzata) di proprietà delle ferrovie, non impedisca di fare un percorso lineare per il necessario collegamento con la nuova stazione dei Bus e che quindi non si sottragga al giardino Malmerendi nemmeno un metro quadro.

Circolo Legambiente Lamone Faenza