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Faenza 11 10 2021

Alla CGIL di Faenza.

I Sindacati sono un presidio fondamentale di democrazia e dei diritti dei lavoratori

Overall-Faenza Multiculturale esprime la propria vicinanza e solidarietà a tutta la CGIL, in particolare alla sede di Roma, oggetto degli attacchi dei manifestanti guidati da squadristi della destra estrema e neofascisti di Forza Nuova, esprime inoltre solidarietà alle forze dell'ordine, decine di loro sono state ferite per difendere i luoghi istituzionali.

Il pieno diritto a manifestare e a portare le proprie opinioni nel dibattito pubblico non può sfociare in azioni di violenza.
La violenza intimidatoria di queste azioni è solo l'ulteriore atto di un disegno politico volto a colpire le istituzioni e a minare il senso di responsabilità e fiducia nel funzionamento della nostra democrazia. I sindacati sono un presidio fondamentale della nostra democrazia e della nostra Repubblica fondata sul lavoro. Gli attacchi ai sindacati vanno contrastati perché sono attacchi a noi stessi.
Overall-Faenza Multiculturale condanna quanto sta succedendo e invita l'amministrazione comunale, le altre forze politiche faentine e la società civile a prestare la massima attenzione su questi temi.

Overall Faenza Multiculturale


COMUNICATO STAMPA

“E’ successo. Può succedere ancora”

Primo Levi                                       

 Appena abbiamo saputo dell’azione squadristica di ieri a Roma, dell’assalto alla sede nazionale della CGIL, abbiamo pensato all’avvertimento di Primo Levi, il suo testamento politico. 
“E’ successo. Può succedere ancora

Inviamo alla CGIL di Ravenna, alla CGIL nazionale e alla stampa locale la nota di solidarietà e di condanna dell’azione squadristica che abbiamo appena ricevuto dal CDC nazionale, del quale facciamo parte.
Il fascismo, nelle sue vecchie e nuove forme, va preso molto sul serio. E affrontato sempre senza sottovalutazione alcuna.

Umberto Eco ha parlato di fascismo eterno. Impossibile leggere il futuro.

Necessario è però leggere il presente. Ovunque ci sia violenza e disprezzo per chi si ha di fronte, persone differenti o simboli assai significativi, come è la CGIL, luogo che significa dignità di chi lavora, questa è violenza fascista, qualunque sia il nome con il quale si “rivernicia”.

Maria Paola Patuelli
Portavoce coordinamento per la Democrazia Costituzionale della Provincia di Ravenna

10 ottobre 2021

Ferma e dura condanna degli scontri provocati da una parte dei manifestanti delle manifestazioni a Roma e in particolare dell'assalto alla sede nazionale della Cgil, a cui va tutta la nostra solidarieta'. L'assalto al sindacato e' un comportamento fascista inaccettabile.
Quando le manifestazioni degenerano in questo modo non è più dissenso ma attacco squadrista e provocazione alla democrazia del nostro paese.
La destra fascista e squadrista sta utilizzando manifestazioni di dissenso come occasione e copertura per provocazioni che vanno respinte con determinazione.
Le riprese dell'assalto alla sede della Cgil e le provocazioni in altre parti del centro di Roma, compreso il tentativo di assalto alle sedi istituzionali, consentono di individuare i responsabili che vanno perseguiti con determinazione facendo rispettare il principio della Costituzione che il fascismo e i suoi attacchi squadristi sono fuori legge.

 

CGIL Nazionale (@cgilnazionale) Tweeted:
Noi ai fascisti rispondiamo così: domani tutte le nostre sedi saranno aperte e davanti alla #Cgil nazionale si terrà un presidio democratico.
Appuntamento a partire dalle 10 e in diretta su

https://t.co/KQMZ0DGNsJ https://t.co/4WiUqIhj18

https://twitter.com/cgilnazionale/status/1446927664669995010?s=20

 

Emergency - Wikipedia

“EMERGENCY non ha lasciato e non lascerà l’Afghanistan. Proseguiremo a impegnarci per garantire cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno, senza discriminazioni, e a formare medici e infermieri specializzati. Ora più che mai è necessario non disattendere le aspettative degli afgani, che la comunità internazionale ha nutrito per vent’anni e ha poi spezzato,”

Così Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY, che è stata audita oggi pomeriggio dalle Commissioni 3° e 4° del Senato riunite in merito all’intervento internazionale in Afghanistan.

EMERGENCY è infatti presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico, un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, e una rete di 44 Posti di primo soccorso.

Nei primi otto mesi del 2021, i suoi ospedali hanno già ricoverato 4.158 pazienti vittime di guerra. Si tratta di un aumento del 152 per cento rispetto al 2011, quando la guerra era già in corso da 10 anni.

Oltre a ribadire la volontà di EMERGENCY di rimanere nel Paese, Miccio si è appellata al Parlamento affinché L’Italia contribuisca al più presto all’Appello urgente lanciato dalle Nazioni Unite per raggiungere 1,2 miliardi di dollari in aiuti umanitari e di cooperazione allo sviluppo, in modo da far fronte all’incerta situazione del Paese, vicino al collasso economico.

“È fondamentale garantire con urgenza protezione e assistenza umanitaria ai 39 milioni di afgani rimasti nel Paese - ha spiegato Miccio -. Esortiamo l’adozione di ogni misura necessaria per inviare velocemente gli aiuti umanitari alla popolazione in stato di bisogno, lavorando per il ripristino dei trasferimenti bancari indispensabili per il supporto dei progetti di assistenza umanitaria già in corso e di quelli nuovi che saranno necessari.

La Presidente di EMERGENCY ha inoltre ribadito l’assoluta miopia di una politica di chiusura dei confini europei agli afgani in fuga e la necessità di iniziative che inizino a costruire la pace attraverso la pratica dei diritti, non soltanto con le parole

“Esortiamo la promozione di ogni strumento disponibile, inclusi meccanismi efficaci di trasferimento e ricollocamento ad assicurare la protezione internazionale agli afgani in Europa, alle decine di migliaia che, da anni bussano alle nostre porte scappando dalla guerra e a quelli che in questo frangente stanno lasciando il Paese, adottando come unico criterio il rispetto della dignità e dei diritti umani.” - ha concluso Miccio.

EMERGENCY ONG Onlus

è un’associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità

alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

Da allora EMERGENCY ha curato oltre 11 milioni di persone, una ogni minuto.

EMERGENCY promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

 

Il lavoro di EMERGENCY è possibile grazie al contributo di privati cittadini, aziende, fondazioni, enti internazionali e alcuni dei governi dei Paesi

dove lavoriamo, che hanno deciso di sostenere il nostro intervento.

Per sostenere il lavoro di EMERGENCY e offrire cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno:

https://sostieni.emergency.it/

Student's Strike for Future - Lə attivistə prendono la voce - diretta da Milano 1 ottobre
 

 

A Bologna dialogo serrato tra Landini e Prodi sulle tre parole di Futura 2021: partecipazione, inclusione e rappresentanza

https://www.collettiva.it/speciali/futura-2021-partecipazione-inclusione-rappresentanza/2021/09/25/video/non_esiste_democrazia_senza_sindacati_e_partiti-1490457/

Futura-2021-bologna - CGIL

Un dialogo su tre parole: partecipazione, inclusione e rappresentanza, quelle che la Cgil ha scelto per parlare al paese nella tre giorni bolognese di Futura 2021. Romano Prodi sul palco del teatro Duse ha conversato con Maurizio Landini sul futuro del paese, le difficoltà e le occasioni in una fase di grande cambiamento globale, ben al di là dei tradizionali steccati dei confini nazionali.  Un allarme e un appello, quelli lanciati dall’ex presidente del Consiglio. L’allarme: “Siamo entrati in un grande periodo di ritiro della democrazia, un periodo di crisi vera, in  tutto il mondo e non solo in Italia". E poi un appello: i sindacati e i partiti debbono tornare protagonisti, “perché senza di loro la democrazia non vive, diventa una parola astratta”.

D’accordo ovviamente Landini, il quale ha ricordato come anche per questo i sindacati chiedono da tempo una legge sulla rappresentanza: bisogna “dar forza al lavoro, farlo contare davvero. Non solo per contrattare orario e salari, temi classici, ma anche per partecipare alle scelte che si fanno in una frase di grandi cambiamenti”. Bisogna misurarsi sui grandi temi: “Cosa si produce e come, con quale impatto ambientale”. Necessità tanto più impellente perché con il Pnrr si apre “una grande possibilità di spendere soldi europei, ma occorre farlo qualificando sviluppo e lavoro”.

A cosa dovrebbero servire in particolare i sindacati in questa fase? L’economia è dominata da grandi player che si muovono su scenari globali che hanno, sembra un paradosso, prodotto frammentazione e polverizzazione del tessuto economico: “Solo un sindacato forte può porre con forza alla politica il nodo dei nodi: quello della frammentazione e della precarietà”. Le organizzazioni dei lavoratori debbono “unificare i problemi” per trovare risposte generali. Ma, e qui c’è un altro dei nodi affrontare, nel mondo è presente ormai una asimmetria insostenibile: “Le multinazionali giocano su scenari globali, mentre i sindacati giocano un’altra partita, locale, spesso solo difensiva”. Qualcosa si muove: Prodi ha sottolineato "la grande importanza dell'accordo fatto con Amazon" ed è significativo "che sia accaduto in Italia". Ma non basta, se non entrano nella partita anche i sindacati degli altri paesi. 

Insomma: i sindacati nazionali devono strutturare legami, trovare sinergie. Il primo livello di questa unificazione è “nazionale”. Per Prodi “l’unità sindacale è essenziale, solo così il sindacato può porsi con forza davanti alla politica”.

Gli ha risposto senza esitazioni il segretario generale della Cgil: “Non vedo più alcuna ragione storica, di appartenenza, che giustifichi una divisione tra i sindacati”. Però non basta. Per ridurre la frammentazione e la precarietà, ha aggiunto “la politica deve tornare a occuparsi di lavoro e di grandi scelte, una cosa che da tempo ha smesso di fare”.

E qui il leader della Confederazione ha chiamato in causa l’ex presidente dell’Iri, con l’idea della Cgil di pensare, appunto, a una sorta di nuova Iri, una grande agenzia che si occupi di politiche industriali. La risposta di Prodi è stata articolata. No a una proprietà maggioritaria dello Stato, perché “credo che oggi non funzionerebbe, i tempi sono cambiati”. Sì, invece, a una difesa di alcuni interessi nazionali, come ha fatto la Francia per la sua industria automobilistica anche “con partecipazioni dirette minime nelle società”. Insomma è necessario “un luogo in cui si discuta di politiche industriali, un luogo che attualmente non c’è”. Oggi, quando va bene, si interviene sulla singola crisi aziendale, ma non basta: “Bisogna guardare al futuro, e il ruolo dello Stato in economia per gestire la globalizzazione è necessario”. “Nessuno di noi oggi – ha concluso, rivolgendo anche una frecciatina a Draghi – siede al tavolo dell’oligopolio mondiale”.