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Il filmaker Matteo Delbò racconta le differenze tra gli scopi della missione nata nel 2013 per il salvataggio dei migranti e l'attuale sistema

Migranti, da Mare Nostrum a Sophia (passando per il ...

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Immigranti morti a Cutro e i ripetuti naufragi nel Mediterraneo ci fanno parlare di strage e ci ricordano che l'Italia, tra il 2013 e il 2014, aveva dato vita alla missione del governo italiano Mare Nostrum, che aveva consentito il salvataggio in mare di 189.741 donne, uomini e bambini.

Matteo Delbò, un giovane filmaker milanese, per otto mesi è stato a bordo di uno dei pattugliatori d'altura della missione e ai nostri microfoni testimonia come gli obiettivi di Mare Nostrum avessero in capo la salvaguardia della vita dei migranti in mare e l'assicurare alla giustizia tutti coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti attraverso il dispiegamento di mezzi della Marina militare, della Guardia costiera, dell'Aeronautica e della Guardia di finanza, con operazioni di ricerca e soccorso anche in acque internazionali, a oltre 30 miglia dalla costa. 

Una missione che fu dismessa per gli alti costi economici in favore dell'operazione Triton che aveva come principale mandato il controllo delle frontiere e il salvataggi solamente in casi estremi e in adiacenza delle nostre coste. Quella scelta e quelle successive, sino ad arrivare ai giorni nostri, sono tragicamente pagate in vite umane

Oggi Firenze va in piazza per il pestaggio fascista al liceo Michelangiolo, e Milano per l’atroce naufragio di Cutro. Ci saranno quasi tutti, persino Conte e Schlein insieme. I ministri Valditara e Piantedosi nel mirino ma le proteste si saldano contro l’essenza reazionaria del governo. anche a Faenza dalle 17 in piazza

Rossi, Cgil Toscana: “In piazza contro l’indifferenza e l’ipocrisia”

Rossano Rossi, si picchiano gli studenti davanti alle scuole e si assaltano le sedi sindacali, come accaduto alla Cgil di cui lei è il segretario generale toscano. Insomma si respira un’aria sempre più pesante.

“E’ per questo che scendiamo in piazza, la scorsa settimana con Europe for Peace per chiedere la pace, e ora per manifestare contro un’aggressione squadrista, Sono rigurgiti da contrastare con forza, anche perché le risposte del governo o non sono arrivate, o sono state ampiamente insufficienti. Non guardo solo alle reazioni del ministro Valditara dopo il pestaggio degli studenti e la lettera della professoressa Savino del liceo da Vinci, che la Cgil condivide al 100%. Penso anche alle dichiarazioni del ministro Piantedosi di fronte a a un naufragio che ha provocato più di 100 morti fra uomini, donne e bambini migranti. A un ministro che, per fuggire dalla sue responsabilità, incolpa le vittime di essere partite. Sono parole che segnano davvero un punto di non ritorno”.

Al di là della sacrosanta difesa della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che messaggio si attende dalla piazza fiorentina?

“Quello di combattere l’indifferenza e l’ipocrisia che da anni pervade la nostra società, come ricordato dalla lettera della preside Savino. Di fronte al pestaggio degli studenti la gente si girava da un’altra parte, solo un’altra professoressa, del Michelangelo, si è sentita in dovere di intervenire. E’ la stessa indifferenza che porta a fare le classifiche dei profughi, con quelli

La proposta della Cgil sulla “settimana corta” dovrebbe arrivare con il prossimo congresso di marzo

Nessun consiglio diretto dal segretario della Cgil Maurizio Landini Elly Schlein, nuova segretaria del Pd dopo il voto ai gazebo di ieri 26 febbraio. Il sindacalista però, intervistato dalla Stampa, fissa le priorità di cui anche e forse soprattutto un leader di sinistra, come ambisce a essere la neo segretaria dem, deve tener conto. Si parte con «il superamento della precarietà, il diritto a realizzarsi nel proprio lavoro, riforme che redistribuiscano la ricchezza». E si va a finire a un commento inevitabile del sindacalista sull’esperimento portato avanti nel Regno Unito sulla settimana lavorativa ridotta a quattro giorni: «È una delle proposte che, come Cgil, avanzeremo a metà marzo al nostro congresso. Di fronte alla rivoluzione tecnologica, che porta ad un aumento di profitti e produttività, si deve praticare la ridistribuzione della ricchezza e di come viene accumulata anche attraverso la riduzione dei tempi di lavoro».

 

 

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Nessuna condanna dell'assalto squadrista in una scuola fiorentina, ma critiche alla preside che parla di rischio fascismo. Landini: siamo al fianco della dirigente

Per il nostro ministro dell’Istruzione e del merito, dunque, il problema non è un'aggressione fascista, ma la lettera di una dirigente scolastica che, nello stigmatizzarla, ricorda che lo squadrismo è nato così: da gesti di violenza, magari "marginali" all’inizio, e via via cresciuti nella colpevole indifferenza generale. 

L'intervento di questa mattina nel corso della trasmissione Mattino 5 è l’ennesimo “capolavoro” di Valditara che dal suo insediamento continua a inanellare prese di posizioni inaccettabili. Ultima, appunto, questa: nessuna esplicita condanna del pestaggio organizzato da Azione studentesca davanti al liceo classico Michelangiolo di Firenze sabato 18 febbraio, ma una dura critica verso la dirigente del liceo fiorentino Da Vinci, Annalisa Savino, che ha scritto ai suoi studenti proprio quelle parole che avrebbe dovuto pronunziare il ministro: “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti".

Per il ministro questo però non va bene: "È una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo”. Come se non bastasse Valditara si è anche spinto fino a ipotizzare “se l'atteggiamento dovesse persistere” misure punitive.

Landini: siamo al fianco della preside

Duro il giudizio della Cgil. "Il ministro Valditara – attacca il segretario generale Maurizio Landini in un nota –, di fronte al gravissimo pestaggio ai danni di alcuni studenti di Firenze da parte di esponenti di Azione studentesca, non ha speso una sola parola per giorni. Ha pensato bene di intervenire sull'episodio per intimidire, minacciando azioni disciplinari, la preside del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci che si è limitata a condannare l'accaduto e a ricordare come la violenza vada fermata prima di ripetere gli errori e gli orrori del passato. Come se fosse una colpa da emendare l'aver messo in guardia dal diffondersi di idee e comportamenti fascisti”. 

“Ma il ministro - aggiunge il leader della Cgil - non si è fermato a questo, ha approfittato dell'occasione per fare propaganda sulla linea nazionalista del Governo invitando di fatto la dirigente a condividerla”.

“La Cgil - prosegue Landini - è al fianco della preside e difenderà in tutte le sedi il suo diritto a intervenire su un episodio che non deve mai più ripetersi, peraltro a danno di giovani e giovanissimi davanti a una scuola. E ricorda al ministro che la sua linea politica non può essere imposta a dipendenti e dirigenti della pubblica amministrazione, in particolare nell'ambito dell'istruzione, dove la libertà di pensiero e di insegnamento sono intangibili”. “Sono valori fondanti della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, che - conclude il segretario generale Cgil - vanno non solo difesi, ma insegnati".

Flc: difendere la Costituzione

Duro il giudizio di della Flc nazionale insieme a Cgil ed Flc Cgil: "Il ministro Valditara definisce 'ridicole' le parole di una dirigente di un liceo fiorentino e sostiene che di lettere dei presidi su fascismo e antifascismo non sa che farsene. La dirigente Savino, dopo l'aggressione al liceo Michelangiolo, si è rivolta ai propri studenti invitandoli a non essere indifferenti, assolvendo così ai compiti educativi previsti dalla scuola della Repubblica sulla cui Costituzione antifascista il ministro dell’Istruzione e del merito ha giurato".

"Dopo le distorsioni della storia a cui abbiamo assistito in questi mesi – continua la nota – ora giunge, da parte di Valditara, anche la minaccia di provvedimenti nei confronti della libera espressione dei dirigenti scolastici. Il ministro farebbe meglio a placare il clima di tensione e di odio suscitato da giovani neofascisti, a condannare l'accaduto, sostenere i dirigenti nell'esercizio delle loro funzioni educative e ad affermare compiutamente un messaggio antifascista". Per questo Flc e Cgil "si impegnano fin d'ora per la difesa dei principi costituzionali di libertà di pensiero, invitando a una mobilitazione straordinaria tutte le forze democratiche e antifasciste".

Studenti: il ministro si dimetta

Quella di Valditara "è una dichiarazione di una gravità inaudita. È grave perché attacca direttamente la legittima, oltre che corretta, dichiarazione di una dirigente. - dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli studenti medi - È grave perché fa propri i riferimenti ideali di una Destra nazionalista e apertamente reazionaria. È grave, soprattutto, perché il ministro Valditara ha preferito esprimersi sulla lettera di una preside piuttosto che condannare la violenza squadrista che a Firenze si è consumata."

"Chiediamo - continua Notarnicola- le dimissioni immediate del ministro Valditara: perché è inaccettabile che non ci sia stata alcuna dichiarazione di condanna da parte del ministro sull'aggressione fascista di pochi giorni fa; perché non si può pretendere di governare il mondo della scuola a colpi di dichiarazioni autoritarie e colpevolizzanti; perché il confronto con gli studenti viene negato in ogni spazio. Adesso basta: Valditara dimettiti!"

I DATI. Il rapporto Pendolaria 2023: treni poco frequenti, linee ferroviarie interrotte o a binario unico, risorse inadeguate. In Italia il settore resta al palo, soprattutto al Sud. «Servono 2 miliardi all’anno fino al 2030 per centrare gli obiettivi europei»

Legambiente, trasporto su ferro: gravi ritardi nella transizione green 

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Ritardi infrastrutturali, treni poco frequenti, linee interrotte o a binario unico, risorse inadeguate: in Italia la transizione ecologica del trasporto su ferro resta al palo. Al Sud la situazione peggiore: Circumvesuviana, Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo, Catania-Caltagirone-Gela sono tra le linee peggiori del paese. Il rapporto Pendolaria 2023 di Legambiente fotografa i ritardi e avverte: «Per rispettare gli obiettivi del Green deal europeo servono 2 miliardi di euro all’anno fino al 2030. Basta inseguire inutili opere faraoniche come il Ponte sullo Stretto di Messina».

Dal 2018 al 2022 le metropolitane sono cresciute appena di un chilometro e mezzo all’anno. Anche per le nuove tranvie il dato medio dell’ultimo quinquennio è deludente: 2,1 chilometri all’anno (zero negli ultimi tre). Al Sud, in particolare, circolano meno treni e più vecchi: età media 18,5 anni, in calo rispetto ai 19,2 del 2020 ma molto più elevata degli 11,9 anni del Nord. Le linee, poi, sono in larga parte a binario unico e non elettrificate. Le corse dei treni regionali in Sicilia, ad esempio, sono ogni giorno 506 contro le 2.173 della Lombardia (su una popolazione, rispettivamente, di 5 e 10 milioni). Tra Napoli e Bari non esistono treni diretti. Ancora in Sicilia, la linea Palermo-Trapani (via Milo) è chiusa dal 2013 a causa di smottamenti del terreno e la Caltagirone-Gela è chiusa per il crollo del Ponte Carbone nel 2011. In Puglia la tratta Corato-Andria è ancora inattiva a 6 anni e mezzo dall’incidente del 2016 che causò 23 morti.

Dal 2010 al 2020 sono stati fatti più investimenti per il trasporto su gomma che su ferro: sono stati realizzati 310 chilometri di autostrade (più migliaia di chilometri di strade nazionali) a fronte di 91 chilometri di metropolitane e 63 chilometri di tranvie. Senza investimenti le criticità restano tali. La classifica delle linee peggiori vede nelle prime posizioni: l’ex Circumvesuviana nel napoletano, la Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo, la Catania-Caltagirone-Gela, Milano-Mortara, Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia, Genova-Acqui-Asti, Novara-Biella-Santhià. In Campania, in particolare, nel 2021 ci sono stati solo 245 treni in circolazione con un’età media di 21,4 anni, il 72% ha più di 15 anni. Il parco rotabile di Eav (ex Circumvesuviane, Sepsa e MetroCampania NordEst) ha 25 anni di media. La conseguenza sono le corse scarse e spesso soppresse per guasti con il numero di persone che usa il trasporto pubblico diminuito del 43,9%.

Legambiente chiede al governo un investimento di 500 milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale (acquisto e revamping dei treni) più 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie e linee suburbane. Si tratta complessivamente di 2 miliardi di euro all’anno fino al 2030 «recuperabili dal bilancio dello Stato specialmente all’interno del vasto elenco di sussidi alle fonti fossili». Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: «Il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale se vogliamo rispettare gli obiettivi del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Per questo bisogna smettere di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto»