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D'accordo con amiche/amici pacifisti abbiamo deciso di organizzare un sit-in per la pace in Siria il prossimo venerdì 20 aprile alle 18 (fino alle 19.30) a Faenza, accanto alla Fontana Monumentale.

Per poter dare in tempo utile la notizia ai settimanali locali ho già diffuso il comunicato stampa che trovate qui sotto a nome del solo Comitato Spontaneo per la Pace al quale ho aggiunto anche il Centro di documentazione don Tonino Bello in quanto il testo era impostato al plurale in modo da raccogliere ulteriori adesioni.

Giovedì mattina diffonderò il comunicato in modo più capillare aggiungendo le associazioni che mi forniranno in tempo utile l'adesione.

Naturalmente lo scopo dell'iniziativa è quello di poter dare l'opportunità a ognuno di poter manifestare collettivamente la propria contrarietà a quanto è successo e alla metodologia bellica utilizzata per risolvere le controversie tra le Nazioni nonché esprimere i propri timori per i possibili sviluppi futuri

Vi invito a diffondere la notizia ai vostri contatti e a comunicarmi entro mercoledì eventuali adesioni.

Preferirei non inserire nel comunicato stampa sigle di partiti politici i quali però saranno liberissimi di poter far sapere di aderire all'iniziativa, consapevoli che le uniche bandiere che saranno benvenute saranno solo quelle della pace.

 Per il Comitato Spontaneo per la Pace:

Davide Patuelli <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>

Comunicato Stampa

A FAENZA SIT-IN PER LA PACE IN SIRIA

 

Aderiamo all'appello lanciato della Rete della Pace, organizzatrice della Marcia della Pace Perugia-Assisi, a mobilitarsi per fermare le guerre in Siria e in Medio Oriente. A tal fine chiediamo al nostro Paese di essere protagonista di pace.

Infatti, come nell’ordinamento interno nessuno può farsi giustizia da sé, così nell’ordinamento internazionale gli Stati non possono risolvere le loro controversie a suon di bombe.

Il nostro Paese con la Costituzione, in accordo con la Carta dell’ONU, ha detto no per sempre alla legge della giungla nelle relazioni internazionali. In questo momento, in cui un conflitto disastroso viene ulteriormente alimentato con il rischio di provocare ulteriori deflagrazioni, l’Italia faccia sentire alta la sua voce di civiltà ed in obbedienza ai suoi principi costituzionali, rifiuti di fornire basi ed appoggio logistico per gli attacchi contro la Siria, invitando gli “alleati” a cooperare con le istituzioni internazionali per pervenire finalmente ad una soluzione pacifica del conflitto.

Pertanto proponiamo alle associazioni e a tutta la cittadinanza di manifestare, insieme a noi, la contrarietà alla guerra partecipando a un sit-in che si terrà a Faenza, in Piazza della Libertà, venerdì 20 aprile alle ore 18.00.

Invitiamo a partecipare con le sole bandiere della Pace, disponibili presso la libreria Moby Dick in via XX Settembre, 5, con le quali coloreremo la balaustra della Fontana Monumentale.

 

Comitato Spontaneo per la Pace

Centro di documentazione don Tonino Bello

Cessate il fuoco !
Fermiamo le guerre in Medio Oriente


Da troppo tempo si muore in Siria, in Palestina, in Libia, in Egitto, in Iraq, nello Yemen, nella
regione a maggioranza curda … il Medio Oriente ed il Mediterraneo si stanno trasformando in un
immenso campo di battaglia. Ora il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le
super potenze mondiali è reale. Le conseguenze possono essere tragiche ed inimmaginabili.
Milioni di persone, in tutto il mondo, di tutte le culture e religioni, stanno dicendo: “Basta guerre,
basta morti, basta sofferenze”. E noi con loro.


Guerre producono guerre, le cui vittime sono le popolazioni civili, oppresse e private dei propri
diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita.
Vanno fermate le armi, bloccate le vendite a chi è in guerra. Ora, subito. Va fatto rispettare il diritto
internazionale: è la sola condizione per proteggere la popolazione civile, fermare l'oppressione e
l'occupazione, attivare la mediazione tra le parti in conflitto.


Non si può più attendere e rinviare decisioni e responsabilità. Il limite è superato da tempo. Ora,
subito, bisogna aiutare le vittime, curare i feriti, soccorrere chi fugge dall'orrore. Poi bisognerà
punire i responsabili, riconoscere alle popolazioni i loro diritti e sostenerle nel percorso
democratico, civile, di liberazione.
Noi ci rivolgiamo all'Unione Europea che deve prendere un'azione politica forte di pacificazione
coerente con principi e valori fissati nel Trattato, nella Carta Europea dei Diritti Umani, negli
Accordi e nelle Convenzioni internazionali. L'Unione Europea faccia da mediazione e riporti al
dialogo gli Stati Uniti e la Russia.


Chiediamo al nostro paese di essere protagonista di pace, di mettere in atto il “ripudio della guerra”
non concedendo le basi per operazioni militari e di avviare una politica di pace nel Mediterraneo.
Nessuno deve sentirsi impotente. Questo è il momento per tutti di agire per la riconciliazione.
Noi faremo la nostra parte, con le campagne per il disarmo, con gli interventi civili di pace, con la
diplomazia dal basso, con il sostegno a chi opera per la pace anche dentro ai conflitti, per dare voce
a chi crede ancora nella fratellanza e nella nonviolenza.
Ora, subito.


Rete della Pace


- Invitiamo le associazioni, le organizzazioni, i gruppi locali, a convocare, da domani e nei prossimi giorni,
mobilitazioni per la pace, laiche o religiose, in ogni città, in ogni municipio, in ogni parrocchia.


- Invitiamo ogni singola persona a “fare qualcosa contro la guerra”, un gesto simbolico ma concreto:
esporre al balcone la bandiera della pace, accendere alla finestra una candela di speranza, mettere sulla giacca una stoffa bianca di disarmo.


Per adesioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.retedellapace.it


ACLI, AGESCI, Accademia apuna della pace, Ambasciata democrazia locale, Amici della mezza luna rossa palestinese,
ANSPS, AOI - associazione di cooperazione e di solidarietà internazionale, Ara pacis iniziative, Archivio disarmo, ARCI, ARCI
Bassa Val di Cecina, ARCI Verona, ARCS, Arci servizio civile, Associazione Perugia Palestina, Associazione per la pace,
Associazione per la pace di Modena, AssopacePalestina, AUSER, CGIL, CGIL Verona, CNCA, CTA – centro turistico acli PG,
Comunità araba siriana in Umbria, Coordinamento comunità palestinesi, Coordinamento comasco per la pace,
Coordinamento pace in comune Milano, - Encuentrarte, FIOM Cgil, FOCSIV, Fondazione Angelo Frammartino, Fondazione
culturale responsabilità etica, IPRI – rete CCP, IPSIA, Lega per i diritti dei popoli, Legambiente, Link2007 cooperazione in rete, Link –
coordinamento universitario, Lunaria, MIR, Movimento europeo, Movimento Nonviolento, Nexus Emilia Romagna, Per il mondo,
Peacewaves, Piattaforma ong MO, Restiamo umani con Vik Venezia, Rete degli studenti medi, Rete della conoscenza, Rete della pace
umbra, Tavola della pace valle Brembana, Tavola pace val di Cecina, Tavola sarda della pace, Tavola della pace di Bergamo, U.S. Acli,
UDS, UDU, UISP, Un ponte per…, Ventiquattro marzo.

Comunicato

 Come hanno votato i faentini?

Assemblea pubblica de L’Altra Faenza

Promossa da L’Altra Faenza, si terrà nella serata di venerdì 13 aprile nei locali del Rione Verde, in via Cavour 37, un’assemblea pubblica sul tema: “Centro storico, periferia, campagna, come hanno votato i faentini il 4 marzo”.

“La sinistra ne è uscita sconfitta – affermano i responsabili della lista unitaria faentina – ma ciò non significa che i valori di uguaglianza, giustizia sociale e solidarietà non siano più attuali. Anzi, in un’epoca in cui si accentuano le disuguaglianze e i diritti vengono negati, in cui tutto è ridotto a merce, essi acquistano maggiore attualità e significato. Manca chi sappia farsene portatore con coerenza, dando risposte credibili ed afficaci ai bisogni e alle speranze di tante persone”.

“Poiché non siamo fra quelli che dicono: Gli elettori non hanno capito, la prima cosa da fare è, appunto, capire cos’è successo, dove si è sbagliato, come ripartire con umiltà e col coraggio del dubbio. Questo il senso dell’incontro di venerdì 13. Un incontro a più voci, aperto a quanti avvertono la necessità di riflettere e di continuare”.

 

Faenza, 10 aprile 2018

 

L’Altra Faenza

L’Oasi dellelefante preistorico,  giove 12 aprile, alle ore 20,30

presso il Museo Malmerendi  in via Medaglie d’Oro.

UN’OASI NATURALISTICA NELLA EX CAVA DI ORIOLO

Incontro pubblico sul recupero di un luogo che ha subito interventi errati

Sono trascorsi più di trent’anni dal ritrovamento di un cranio di elefante preistorico, nella cava di via Salita a Oriolo.

Ma la straordinaria scoperta paleontologica e l’importanza geologica del sito, tutelato dalla Regione Emilia Romagna, non hanno “protetto” il luogo da una serie di interventi sbagliati. Iniziati con la bonifica della ex cava, nei primi anni Duemila, e proseguiti con la più recente sistemazione di un’area verde attrezzata di tipo urbano, estranea al contesto ambientale. Una combinazione di errori che ha reso anonimo il luogo, ridotto ad area di servizio per disordinati bivacchi.

Il caso è stato portato all’attenzione pubblica da Legambiente, nel novembre scorso.

Nel gennaio di quest’anno, il Consiglio Comunale ha votato un Ordine del Giorno che impegna l’Amministrazione comunale alla realizzazione di un tavolo di lavoro congiunto che coinvolga tutte le associazioni, i comitati e i cittadini interessati, per il ripristino e la fruibilità del parco, cosiddetto (erroneamente) “delle Ginestre”.

Per promuovere l’attivazione del tavolo,il circolo Legambiente Lamone Faenza,con la collaborazione del Museo Malmerendi, ha organizzato l’incontro pubblico:

L’Oasi dellelefante preistorico, che si svolgerà giove 12 aprile, alle ore 20,30, presso il Museo, in via Medaglie d’Oro.

Il titolo dell’incontro vuole già indicare la necessità di avviare un percorso per il recupero naturalistico del luogo che valorizzi natura, storia e potenzialità educative. Un progetto di fattibilità che permetta di intervenire su alcuni errori commessi negli ultimi 15 anni, a cominciare dal nome stesso, sostituendo l’assurdo e “fuori luogo” Parco delle ginestre con il più appropriato “Oasi dell’elefante preistorico”.

All’incontro, moderato da Massimo Sangiorgi (Legambiente), intervengono:

Stefano Marabini(Geologo, scopritore dell’elefante)

Marco Sami (Paleontologo)

Gianmarco Carcioffi(Legambiente)

Sandro Bassi (Botanico)

Antonio Bandini (Assessore all’Ambiente del Comune di Faenza)

Seguirà il dibattito.

Grati per l'attenzione , cordiali saluti .

circolo legambiente lamone Faenza 

 

Faenza, 8 aprile 2018

Legambiente interviene sugli aumenti della TARI e segnala che potrebbero esserci errori nell’ultima bolletta

Comunicato

Nelle scorse settimane sono stati approvati in tutti i Comuni i Piani Economici - Finanziari (PEF) - predisposti da ATERSIR (Agenzia Territoriale dell'Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) - che determinano le tariffe della TARI, sia per le utenze domestiche, che per le attività produttive, che quasi ovunque, anche quest’anno, sono aumentate.

Molte le proteste di associazioni di categoria e di consumatori, ma anche nei Consigli Comunali, naturalmente da parte dei rappresentanti delle opposizioni, ma non solo.

A Cervia, l’Amministrazione ha dichiarato: "La Giunta sta valutando di avviare azioni formali, non escluse le vie legali, nei confronti di Atersir che, nel determinare i costi del servizio, non ha fornito tutti gli elementi informativi e dati numerici richiesti riguardo agli aumenti…”.

La cosa buffa è in tutte le delibere dei Comuni si legge che: “La legge regionale n.23 del 23/12/2011 ha disposto che l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio dei rifiuti urbani, già esercitato dall’Autorità d’ambito Territoriale Ottimale, sia svolto dall’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e dei Rifiuti (ATERSIR), alla quale partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni e le Province della Regione; ATERSIR, si configura pertanto come una forma partecipativa degli Enti Locali…”

Allora occorre chiarire: o i Comuni (che partecipano obbligatoriamente…) si oppongono, quando ATERSIR approva i Piani Economici – Finanziari, che i gestori gli preparano (nel nostro caso HERA) e quindi non li approvano nei loro Consigli Comunali; oppure, se questo non è possibile, si prenda atto che ATERSIR così come è strutturata oggi su base regionale, non funziona e sarebbe molto meglio tornare agli ambiti provinciali, dove i Comuni potevano esercitare sul serio la loro partecipazione.

E’ evidente che le ragioni che determinano ogni anno gli aumenti della TARI dipendono dalla gestione del servizio: nell’intera provincia di Ravenna l’aumento medio è stato del 3,3%; nel Cesenate, anch’esso gestito da HERA, del 1,3%. Nei Comuni del circondario di Forlì, con la gestione diretta, tramite Alea (società interamente pubblica), - benché contrastata da più parti – si sta già verificando una piccola riduzione (-0,3%) per il 2018 e ulteriori diminuzioni sono previste per i prossimi anni.

Ma in questo caso la responsabilità è di tutti gli altri Comuni che hanno dato il via libera ad una gara per l’affidamento del servizio di raccolta (il cui esito potrebbe lasciare tutto com’è per altri 15 anni). Sarebbe auspicabile che questa scelta potesse essere rimessa in discussione.

Sono stati segnalati disservizi nell’ultima bolletta TARI

In questi giorni, nel Comune di Faenza, stanno arrivando le bollette della Tari, relative alla prima rata del 2018, qui non ci sono ancora gli ultimi aumenti deliberati, li troveremo solo nella seconda rata. Ma a questo proposito abbiamo ricevuto segnalazioni che alcune di queste bollette non conterrebbero la scontistica per i materiali differenziati (carta, plastica, vetro, ecc.) consegnati al centro di raccolta o negli appositi sacchi.

Non è la prima volta che Hera è in ritardo in questi conteggi, di solito, di fronte alle lamentele dei cittadini, la risposta di HERA è di non preoccuparsi che poi arriverà il conguaglio (ma intanto contribuiamo, anche in questo modo, a finanziare HERA gratis).

Riteniamo utile che i cittadini controllino la propria bolletta, sia per le utenze domestiche che per quelle delle attività economiche e produttive, e in caso di irregolarità, inviino un reclamo agli uffici di Hera e del Comune, magari anche coinvolgendo le associazioni dei consumatori, assieme alle quali sarebbe utile promuovere una maggiore attenzione sulla gestione dei rifiuti e delle bollette.

Faenza, 4 aprile 2018                                                                     Circolo Legambiente Lamone

I lavoratori del commercio di Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Lazio incrociano le braccia durante le festività. Filcams, Fisascat e Uiltucs: “La liberalizzazione selvaggia si è rivelata disastrosa, non ha portato occupazione e aumento dei consumi”

“Aperti anche a Pasqua e Pasquetta”. Sono migliaia gli esercizi commerciali, dai ristoranti, ai supermercati, ai centri commerciali, che da giorni annunciano su volantini e inserti pubblicitari le aperture nei cosiddetti “super rossi”, i giorni festivi per eccellenza. Per questo Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno proclamano uno sciopero per domenica 1 aprile e lunedì 2, che si svolgerà in diverse regioni italiane.

La decisione è stata presa per opporsi di nuovo alle “liberalizzazioni selvagge”, e per una Pasqua e una Pasquetta libere dal lavoro. Le regioni interessate sono Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Lazio. La parola d'ordine è quella che le sigle del commercio delle organizzazioni confederali hanno lanciato ormai diversi anni fa: “La festa non si vende”. Non è infatti la prima volta che vengono chiamati i lavoratori a incrociare le braccia nei giorni di festa. E non sarà l’ultima, visto che Filcams, Fisascat e Uiltucs di Roma e del Lazio si sono portate avanti in vista delle prossime giornate festive e hanno già proclamato lo sciopero per il 25 aprile e il 1° maggio.

La completa liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali e festive, anno dopo anno, si sta rivelando disastrosa, non ha portato nessun aumento dell’occupazione e nessun aumento dei consumi, come dimostrano i tanti negozi dei centri storici chiusi e le procedure di licenziamento fatte dalle aziende della grande distribuzione, anche quelle che hanno scelto il 'sempre aperto h24'”, affermano Filcams, Fisascat e Uiltucs Toscana .

Negozi chiusi anche in Puglia, dove i sindacati, nel proclamare lo stop per l'intero turno di lavoro per il giorni 1 e 2 aprile, scrivono: “Non è accettabile l'atteggiamento delle aziende della grande distribuzione che hanno di fatto peggiorato le condizioni di lavoro e di vita familiare dei lavoratori e delle lavoratrici".

La disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma di lavoratrici e lavoratori. Recenti sentenze confermano questa nostra impostazione, secondo la quale il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare in una giornata festiva e definisce illegittima l'eventuale sanzione disciplinare a punizione del rifiuto al lavoro festivo, se non vi sia stato preventivamente un assenso di quest’ultimo”, affermano poi Filcams, Fisascat e Uiltucs dell'Emilia Romagna.

Filcams Cgil@FilcamsCgil
 
 Come noto, la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia” ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali. La discussione nell’ultima legislatura si è fermata alla X Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, con un articolato normativo che se da una parte permetteva agli enti locali e alle parti sociali di ridiscutere di orari di apertura degli esercizi commerciali nei territori, dall’altra, non ponendo vincoli, se non la chiusura in sole 6 festività, sostanzialmente non risolveva la questione.

Il problema è di gestione di turni, ma anche di salari. Chi ha un contratto atipico in queste giornate non percepisce straordinario e festivo in busta paga. Chi ha un contratto ha anche vantaggi, economici, a lavorare di domenica e nelle giornate festive. Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams ha spiegato: “Non abbiamo mai pensato a una soluzione che passi attraverso il ripristino della totale chiusura degli esercizi commerciali, ma l’eccesso di liberalizzazione prodotto dal 2011 è appunto un eccesso che non serve al mercato e ha prodotto un peggioramento delle condizioni di lavoro delle persone che lavorano in quelle strutture”.

Per questo, i sindacati ricordano ai lavoratori che “sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione, potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione”.