L’Altra Faenza parteciperà alla manifestazione di sabato 2 dicembre a Roma indetta dalla Cgil perché ne condivide le ragioni e gli obiettivi:
bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione;
garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani;
superare le disparità di genere e riconoscere il lavoro di cura;
consentire maggiore libertà ai lavoratori su quando andare in pensione;
favorire l’accesso alla previdenza integrativa;
cambiare la Legge di bilancio per sostenere lo sviluppo e l’occupazione, estendere gli ammortizzatori sociali, garantire a tutti il diritto alla salute, rinnovare i contratti dei dipendenti pubblici.
E’ ora di finirla con le politiche che fanno cassa sulla pelle dei pensionati. Basta con i bonus e le mance. Sono necessarie scelte più coraggiose ed eque per creare lavoro, per eliminare iniquità e disuguaglianze. Non è vero che il sistema pensionistico è a rischio, basta separare la previdenza dall’assistenza. I soldi si trovano colpendo i grandi evasori fiscali, smettendola di fare sconti e regali a chi le tasse può e deve pagarle.
Crescono alcune buone pratiche anche a livello locale, e i “Comuni Ricicloni”; alcuni (piccoli) gestori hanno già raggiunto gli obiettivi al 2020 previsti dalla nuova Legge regionale sui rifiuti (sull'Economia Circolare) per ridurre i rifiuti non riciclati, aumentare la raccolta differenziata e il riuso di materia, per generalizzare la raccolta porta a porta e la tariffazione puntuale.
Significativo, che siano la Romagna e Bologna le aree più in ritardo.
Purtroppo le prime scelte compiute a livello regionale e poi da quasi tutti gli Enti Locali attraverso Atersir, non sono esattamente esemplari: il Piano regionale sui rifiuti è molto più “timido” della legge; le scelte sulle gare europee per gli affidamenti dei servizi di raccolta, in quasi tutti i bacini, paiono essere fatte a misura delle attuali grandi multiutility che già li detengono.
Noi ribadiamo che la strada migliore sarebbe stata quella di:
individuare bacini di raccolta contenuti tra i trenta ed i centomila abitanti (come chiedeva anche il garante della concorrenza) e non di dimensione provinciale od oltre;
affidare il servizio a società totalmente pubbliche sotto la guida degli Enti Locali, come stanno facendo i Comuni del forlivese;
stabilire la durata dell'affidamento di 5 - 7 anni, mentre invece si sono confermati i 15 anni;
Tenere separata la fase della raccolta da quella dello smaltimento per non condizionare la raccolta agli inceneritori.
Nonostante queste scelte, che tenderanno a dare alle grandi multiutility il monopolio del ciclo dei rifiuti, esautorando i Comuni - che invece hanno la responsabilità politica e amministrativa su questi servizi - noi continueremo a batterci perché i principi e gli obiettivi contenuti nella legge regionale siano rispettati e raggiunti il più rapidamente possibile, a partire dalla:
- Generalizzazione della raccolta porta a porta,con la separazione delle diverse tipologie di rifiuti;
- applicazione della tariffa puntuale (ossia pagando solo sulla base dei rifiuti indifferenziati prodotti e non in base ai metri quadri o al numero dei componenti la famiglia);
- definizione nei territori dei Centri per il riuso, dove portare i beni che possono avere ancora una vita utile.
Contemporaneamente contribuiremo a promuovere tutte le iniziative che vanno: verso una riduzione della produzione di rifiuti come il progetto (votato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Faenza) “Disimballiamoci! Verso rifiuti zero” rivolto in particolare, oltre che ai consumatori, a piccole attività commerciali; estendere il riciclaggio e il riuso anche ad altri materiali, come ad esempio il recupero dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), abiti, rifiuti ingombranti, ecc.
Controlleremo che i vari parametri coi quali si costruiscono i Piani Economici e Finanziari (PEF) che sono la base di calcolo per definire la TARI, siano congrui e possano produrre tariffe più basse.
Chiederemo che gli Amministratori locali rendano pubblica una precisa relazione sullo stato delle diverse fasi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti nelle nostre zone, per verificare che venga effettivamente e correttamente riciclato il massimo di raccolta differenziata e ridotto al minimo l'uso delle discariche (chiudendo gli inceneritori).
Per quanto ci riguarda i concetti di “Economia circolare” non possono restare principi astratti da sbandierare in qualche occasione, ma devono essere applicati concretamente al modo di produrre, di consumare, di vivere, a partire dai grandi produttori, ma anche di ognuno di noi.
Vorremmo continuare questo percorso assieme a tutti coloro che a livello territoriale, ma anche provinciale e regionale stanno operando in questa direzione.
Hera, venerdì primo dicembre lavoratori in presidio - Rassegna
Venerdì primo dicembre dalle ore 10,00 alle 11,30 presso la Sede Hera di via del Frullo / Cristina Campo (località Quarto Inferiore) si terrà un’assemblea generale con un presidio dei lavoratori Gas-acqua di Hera nel territorio di Bologna.
"Tale iniziativa - si legge in una nota della Rsu di Hera - si è resa necessaria a causa del grave atto unilaterale, da parte dell'azienda, di estendere di fatto l’orario giornaliero di lavoro dei dipendenti mediante l’imposizione di comandi per il lavoro fuori sede su autocarro aziendale, e ciò senza il riconoscimento del tempo viaggio previsto dalle normative vigenti. Sul personale reperibile e turnista, inoltre - aggiunge la Rsu - non vengono garantiti sufficienti riposi giornalieri (pari ad almeno 11 ore di riposo ogni 24 ore consecutive)".
La Rsu critica anche il sistema di controlli a distanza messo in atto dall'azienda mediante “timbratore portatile Gps” per il lavoro fuori sede, “black box” su tutti i mezzi aziendali, l’installazione "ridondante" di telecamere e "l’abuso nell'utilizzo degli accessi interni tramite badge".
"L’atteggiamento di Hera nei confronti dei propri dipendenti è inaccettabile e il tentativo di allungare unilateralmente l’orario di lavoro, riducendo il costo, non è di certo quello che ci si aspetta da un’azienda controllata da una maggioranza di Enti Pubblici, che vince premi “etici” e che elargisce consistenti dividendi ai propri Soci, soprattutto grazie alla professionalità dei lavoratori", conclude la Rsu.
L’incontro pubblico promosso dal Quartiere Centro Sud – presenti gli assessori Antonio Bandini e Andrea Luccaroni – per discutere della riqualificazione dell’area ex-Cisa ha fornito chiarimenti, ma soprattutto ha evidenziato problematiche che giustamente preoccupano i residenti nella zona. Se il livello di inquinamento delle falde acquifere non sarebbe causa di allarme – stando alle rilevazioni di tecnici che si avvalgono delle strumentazioni più avanzate – ben diversa è la questione della viabilità. Dov’era la fabbrica si insedieranno due grandi strutture commerciali. Ciò comporterà il prevedibile e considerevole incremento del transito di mezzi di ogni genere, compresi quelli pesanti per i rifornimenti. Per quante modifiche possano essere studiate al sistema della viabilità, resta il problema di fondo: quell’area è assolutamente inadatta ad ospitare attività che richiamano grandi volumi di traffico. In difficoltà si troveranno soprattutto le famiglie residenti in via Zara, ma anche in quelle adiacenti come via Volpaccino e viale Vittorio Veneto. Nel corso dell’incontro sono state poste domande ed espressi rilievi ai quali si sarebbe dovuto dare ascolto da tempo, prima di presentare progetti già definiti. E’ facile prevedere che si determineranno maggiori difficoltà di sosta e di parcheggio, che aumenteranno i pericoli, che peggiorerà la qualità dell’aria.
La previsione dei maggiori tempi di percorrenza – basata su modelli teorici e sull’apertura di una sola delle due strutture commerciali previste – non tiene conto degli orari in cui effettivamente si verificheranno i picchi del traffico, della presenza del vicino passaggio a livello, delle rotonde e di altri fattori.
Cambierà, peggiorando, il contesto in cui vivono centinaia di persone, cambierà l’assetto di un’ampia zona della città, cambieranno ulteriormente gli equilibri già precari del sistema distributivo, eppure il Consiglio comunale non ha potuto occuparsene neppure per un minuto. Ciò è la conseguenza del passaggio di tutte le sue attribuzioni all’Unione della Romagna Faentina, un ente di secondo grado non eletto, non rappresentativo e del quale pressoché nessuno conosce l’esistenza. Stiamo parlando di democrazia, non di noccioline.
L’Altra Faenza chiede che si riapra un percorso realmente partecipativo tale da consentire ai cittadini di esprimere le loro opinioni e di incidere sulle decisioni che li riguardano, chiede che vengano ascoltate le associazioni ambientaliste, chiede che sia il Consiglio comunale la sede in cui si confrontano alla luce del sole le diverse posizioni su questioni di tale rilevanza.
Scritto da Rete della conoscenza, Unione degli studenti
Fiom Milano e studenti: insieme per dignità e diritti dei lavoratori - Rassegna
23 novembre 2017 ore 16.24
Scrivono i giovani della Rete della conoscenza e dell’Unione degli studenti: “Siamo le studentesse e gli studenti che vogliono essere formati e non sfruttati in percorsi di alternanza, che con la formazione spesso non hanno niente a che fare. Il 13 ottobre siamo scesi in piazza con le tute blu, nella consapevolezza che la condizione studentesca rappresenta un anello nella catena dello sfruttamento. Siamo consapevoli della necessità di unire la nostra battaglia per una scuola che sia formativa a quella di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che si battono contro lo sfruttamento, contro i ricatti e per la dignità! Per questo, il 24 novembre saremo in piazza”. “Accogliamo il loro appello e saremo con loro – sostiene Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano –, non solo perché hanno scelto la 'tuta blu' come simbolo delle mobilitazioni contro un’alternanza scuola-lavoro che troppo spesso non ha nulla di formativo, ma perché pensiamo sia giusto battersi insieme per la dignità e i diritti dei lavoratori di oggi e di domani. Non c’è futuro nella guerra che ci vogliono imporre: lavoratori cosiddetti 'garantiti e privilegiati' contro giovani che non riescono a trovare un’occupazione; autoctoni contro immigrati; Nord contro Sud".
"Non c’è futuro in un Paese che investe in precarietà, ricatti e paura, anziché in istruzione, formazione, stabilità, inclusione. Per spezzare la spirale perversa della competizione al ribasso e della cancellazione dei diritti, partecipiamo con grande convinzione alla mobilitazione del 24 a Milano”, conclude la dirigente sindacale.
1) RICORSO PER LA RESTITUZIONE DELL'IVA SULLA TIA. Come sapete, il Tribunale di Ravenna ha dato ragione in primo grado ai cittadini che avevano presentato il ricorso organizzato da noi contro Hera.
Hera, tuttavia, ha presentato ricorso presso la Corte d'Appello di Bologna contro la sentenza del Tribunale di Ravenna.
L'avvocato ci informa che l'udienza è stata fissata dalla Corte nel 2021!
Possiamo legittimamente credere che il tempo lavori per noi...Abbiamo perciò pregato l'avv. Guaraldi di insistere presso Hera affinchè l'IVA pagata in modo illegittimo sia restituita ai ricorrenti subito.
2)APPLICAZIONE ERRATA DELLA TARI ALLE PERTINENZE DELLE ABITAZIONI (GARAGES ECC.)
Come sapete, la TARI (Tassa Rifiuti) ha sostituito la TIA (Tariffa igiene ambientale) che perciò non esiste più. Di conseguenza, il contribuente non paga più l'IVA su questo tributo, dato che ne è stata definitivamente riconosciuta la natura tributaria: E' UNA TASSA, NON UN PREZZO, E L'IVA PERCIO' NON SI PUO' APPLICARE, come noi abbiamo sempre sostenuto (ossia CGIL e Federconsumatori che ovviamente agiscono in pieno accordo!).
La questione degli errori rilevati nell'applicazione della TARI perciò è completamente diversa da quella dell'IVA sulla TIA; INFATTI SI PARLA DELL'APPLICAZIONE DELLA QUOTA VARIABILE SULLE PERTINENZE DELL'ABITAZIONE (GARAGES ECC.).La quota variabile può essere applicata solo sull'abitazione e non sulle pertinenze.
Tutti i 18 Comuni della Provincia di Ravenna hanno affidato ad Hera il calcolo della TARI, in base alle delibere dei Consigli Comunali. Hera ha comunicato che i criteri di applicazione della TARI disposti dai Comuni sono corretti, perciò nella Provincia di Ravenna non è stata applicata la quota variabile sulle pertinenze. Ciò è stato confermato dagli Uffici comunali competenti.
QUINDI, NELLA PROVINCIA DI RAVENNA, IN LINEA GENERALE, NON VI SONO RIMBORSI DA CHIEDERE.
Se qualcuno però ritiene che nel suo specifico caso siano stati commessi errori, può presentarsi alla Federconsumatori esibendo l'ultima bolletta per un controllo.
OVVIAMENTE, LA TASI-IMU NON C'ENTRA ASSOLUTAMENTE NIENTE!!!