IO STO CON MIMMO LUCANO
DI TOMASO MONTANARI PRESIDENTE DI Libertà E Giustizia
Riace non è una fiction. Non è una bella favola, un’utopia, un miraggio. Se fosse così, non avrebbe nessun nemico, nessun sabotatore. Invece, se il Ministro della Paura oggi cerca di abbattere Riace è perché è tutto vero: e perché il messaggio che viene da Riace è, per chi la pensa come lui (e come il suo predecessore ‘di sinistra’), un messaggio eversivo. Perché la retorica della paura, fondata sul dogma dello straniero come nemico, si squaglia come neve al sole di fronte a una realtà tangibilmente diversa. Una comunità la cui identità coincide con l’umanità è l’antitesi dell’idea di nazione fondata sul sangue e sull’esclusione. Un’idea atroce, quest’ultima, e carica di pericoli.
Ha scritto Primo Levi: «A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno inconsapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al temine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo». È a causa di questa profonda consapevolezza che l’unico dei principi fondamentali della Costituzione in cui sia menzionata la parola ‘nazione’ è l’articolo 9, che lega l’idea di nazione alla cultura, al paesaggio, all’arte. Siamo infatti una nazione per via di cultura: e dunque meticcia per storia, aperta per definizione. Grazie al suo straordinario sindaco, e ai suoi cittadini (di qualunque colore abbiano la pelle, in qualsiasi parte del mondo siano nati) l’articolo 9 a Riace è stato, ed è, attuato. Un popolo nuovo vive tra le pietre antiche che in tutta Italia restano abbandonate.
Oggi che Mimmo Lucano è stato arrestato per aver violato leggi che violano la Costituzione non possiamo non dirci riacesi: non lasciamo che questa piccola città della Costituzione e dell’umanità venga strangolata dalla politica degli imprenditori della paura, che vivono nella paura di essere smentiti dalla realtà.
Oggi siamo tutti a Riace con il cuore e la mente. E, se fosse vivo, il primo a precipitarsi laggiù sarebbe – ne sono certo – Piero Calamandrei: come fece andando in Sicilia a difendere Danilo Dolci, fuorilegge in nome della Costituzione.
http://www.libertaegiustizia.it/2018/10/02/io-sto-con-mimmo-lucano/
Nel testo riporta la magnifica arringa di Piero Calamandrei pronunciata il 30 marzo 1956 dinanzi al Tribunale penale di Palermo.
Un confronto pubblico sull'uso del territorio per evitare cementificazioni inutili e dannose.
Lo chiede Legambiente, dopo l'approvazione dell'ODG sul “Territorio urbanizzato”
Riteniamo indubbiamente importante che il Consiglio Comunale di Faenza abbia approvato all'unanimità l'Ordine dei Giorno che chiede alla Giunta di rendere pubblici i dati sulla definizione e la perimetrazione della superficie del Territorio Urbanizzato (TU) al 1 gennaio 2018 (come previsto della nuova legge regionale sull'urbanistica).
Era la richiesta che Legambiente regionale ha fatto a tutti i Comuni, e che noi avevamo avanzato all'Amministrazione già nel maggio scorso, nella quale aggiungevamo:
“Nello spirito della corretta applicazione della nuova normativa regionale, riteniamo che per potere avere una percezione corretta del reale utilizzo del territorio in relazione agli effettivi fabbisogni, sarebbe necessario che, sia per il Comune di Faenza, che per gli altri Comuni dell’Unione della Romagna Faentina, siano resi pubblici i dati:
– sul costruito inutilizzato, sia abitativo che produttivo/commerciale, distinguendo tra proprietà private, pubbliche o di Enti e Fondazioni; con una suddivisione tra costruzioni recenti e storiche;
– sulle aree edificabili, con progetti già autorizzati, avviati parzialmente o bloccati, e quelle non ancora urbanizzate, che potrebbero essere riconvertite, come era previsto da un bando promosso dall’Amministrazione Faentina, per tornare alla destinazione d’uso originale”.
In effetti il testo votato, citando anche la nostra richiesta, chiede anche i dati sul patrimonio costruito inutilizzato, che noi riteniamo di fondamentale importanza proprio per poter progettare una effettiva “rigenerazione urbana” di parte del costruito, in sostituzione di nuove costruzioni e di altro consumo di suolo.
Non ci formalizziamo sul fatto di non aver ricevuto alcuna risposta formale dall'Assessorato all'Urbanistica, che ha invece pubblicato, sul sito dell'Unione dei Comuni, solo una parte di questi dati.
Vogliamo invece porre l'accento su due richieste precise contenute nel documento votato:
l'apertura di una apposita discussione nella Commissione “Ambiente e assetto del territorio”, “al fine di aprire un confronto, non solo istituzionale, ma partecipato con tutta la comunità”;
e poi in conclusione l'affermazione “Il Consiglio comunale ritiene che questo percorso di approfondimento debba essere preliminare a qualsiasi altro atto urbanistico che possa comportare ulteriore consumo di suolo”.
Restiamo pertanto in attesa che questa discussione sia istruita e la Commissione aperta sia convocata.
Non abbiamo dubbi che vi sarà interesse da parte di chi, a vario titolo, si occupa di assetto del territorio, i professionisti, gli urbanisti, le associazioni ambientaliste e culturali, ecc. (che invitiamo ad esprimersi).
Ma riteniamo che debba essere effettivamente una occasione per l'intera comunità di poter essere messa in condizione di discutere e valutare le prospettive future della città.
Per questo ribadiamo che i dati da cui partire debbano essere completi, chiaramente leggibili da tutti e non solo dagli addetti ai lavori, e il confronto abbia i tempi necessari per poter svilupparsi compiutamente.
Faenza, 1 ottobre 2018
Circolo Legambiente Lamone Faenza
Pur con molti limiti e scappatoie, la Legge regionale n. 24 del 21 dicembre 2017 “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio” ha il pregio di assumere l’obiettivo del consumo di suolo a saldo zero da raggiungere entro il 2050. Trattandosi di una normativa che affronta un tema di assoluto rilievo, è naturale che si esprimano quanti hanno a cuore la centralità del ruolo pubblico nella programmazione urbanistica e nella gestione del territorio.
A Faenza l’ha fatto il Circolo Legambiente “Lamone” chiedendo da tempo all’Amministrazione comunale di rendere pubblici i dati sull’individuazione della superficie urbanizzata esistente nel Comune alla data del 1º gennaio 2018 e i dati sul patrimonio costruito inutilizzato.
E’ la legge regionale stessa a prevedere la pubblicazione dei dati numerici e cartografici del perimetro del territorio urbanizzato. L’Ordine del Giorno presentato da L’Altra Faenza sulla base di valutazioni condivise con i rappresentanti di Art.1-Mdp e votato all’unanimità dal Consiglio comunale nel corso della seduta del 27 settembre scorso va oltre, chiedendo appunto che siano resi noti anche i dati riferiti al patrimonio edilizio inutilizzato. Lo scopo, com’è evidente, è quello di conoscere la reale situazione per essere in grado di progettare un’effettiva “rigenerazione urbana” – anch’essa fra gli obiettivi della Legge regionale – puntando al riutilizzo degli immobili esistenti in alternativa a nuove costruzioni.
L’OdG chiede giustamente che i dati siano forniti attraverso elaborati facilmente consultabili da parte di tutti i cittadini e che sia prevista un’apposita discussione in incontri della Commissione “Ambiente e assetto del territorio” aperti alla partecipazione di associazioni, Consigli di Quartiere e cittadini. E’ significativa a tal proposito la frase conclusiva dell’OdG: “Il Consiglio comunale ritiene che questo percorso di approfondimento debba essere preliminare a qualsiasi altro atto urbanistico che possa comportare ulteriore consumo di suolo”.
Questo significa che la pianificazione futura della città e del territorio dev’essere elaborata con la partecipazione della comunità, evitando la “tentazione” di accedere ad una semplice negoziazione con privati tramite i cosiddetti Accordi Operativi previsti dalla Legge, ma che possono tradursi in uno svilimento del ruolo pubblico e in un espediente che contraddice lo spirito della Legge e la prospettiva di uno sviluppo equilibrato e sostenibile.
È necessario mettere in campo una strategia urbanistica, una visione che ci permetta di disegnare e programmare il futuro della “città pubblica”.
Faenza, 29 settembre 2018
Art.1 – Mdp Faenza
L’Altra Faenza
Siamo orgogliosi di annunciare che ieri sera, durante il Consiglio dell’Unione dei Comuni della Romagna faentina, la Mozione presentata dal Portavoce del M5S Andrea Palli, che richiedeva l’introduzione di strumenti di democrazia diretta e partecipazione nello Statuto dell’Unione (come il Referendum Consultivo, Propositivo ed Abrogativo, l’Iniziativa Popolare a voto consiliare, l’Istruttoria Pubblica, il Bilancio Partecipativo e il Consiglio dell’Unione aperto ai cittadini), è stata votata favorevolmente all’unanimità!
Giunta che si è dimostrata sensibile all’argomento, anche con l’avvio di tavoli dedicati.
Ringraziamo tutti i consiglieri di opposizione e maggioranza che hanno apprezzato e condiviso il nostro documento.
Ora ci batteremo, confrontandoci con tutti gli attori e dando il nostro contributo, perchè l’impegno venga rispettato in tutte le sue forme in tempi brevi e disciplinato con un apposito regolamento valido, adeguato e non stringente.
Movimento5stellefaenza.it
Un decreto incostituzionale, inutile e dannoso
Il provvedimento su immigrazione e sicurezza deliberato dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre è incostituzionale, inutile e dannoso; la sua emanazione come decreto legge può provocare guasti a cui sarà difficile porre riparo.
Innanzitutto non sussiste il presupposto dei casi di straordinaria necessità ed urgenza che soli possono legittimare il Governo ad adottare provvedimenti provvisori con forza di legge, come si evince dalla stessa eterogeneità del provvedimento con norme ispirate dalle esigenze più disparate.
La nuova disciplina dell’immigrazione e della cittadinanza presenta aspetti allarmanti di incostituzionalità.
L’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari è mirata specificamente a sgonfiare il volume dei permessi di soggiorno, creando una serie di drammi personali e aprendo la strada ad un’esplosione del contenzioso. Poiché nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile procedere al rimpatrio, l’unico effetto reale sarà l’allargamento dell’area della clandestinità: ciò comporterà l’incremento di una popolazione di persone senza diritti, impossibilitate a lavorare e costrette al lavoro schiavile, facile preda della criminalità. Inutile dire che tale situazione inciderà sulla sicurezza degli italiani e renderà più spietato il mercato del lavoro e la competizione fra i lavoratori italiani poveri e la manodopera dei senza diritti stranieri.
Il raddoppio della durata massima del trattenimento dello straniero in attesa di rimpatrio, nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), prolungata fino a sei mesi, anche se consentito dalla Direttiva europea sui rimpatri 2008/115/CE, presenta marcati aspetti di irragionevolezza perché si risolve in una pena senza delitto data l’impossibilità di procedere al rimpatrio nella stragrande maggioranza dei casi. Tale misura comporterà il raddoppio della popolazione di stranieri in detenzione amministrativa con incremento esponenziale dei costi che gravano sui contribuenti. In questo contesto è inaccettabile la possibilità di trattenere le persone da rimpatriare in strutture idonee e nella disponibilità dell’autorità di pubblica sicurezza. In questo modo viene creato un circuito carcerario (le prigioni del Ministero dell’Interno) al di fuori dell’ordinamento nel quale non sarà possibile monitorare il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Parimenti incostituzionale è la norma che prevede la sospensione della procedura d’asilo ed il rimpatrio del richiedente asilo che abbia subito una condanna in primo grado perché palesemente contraria alla presunzione di non colpevolezza (art. 27 Cost.) ed al principio che la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento (art. 24 Cost.).
Il sostanziale smantellamento del sistema di protezione su base comunale (SPRAR) dei rifugiati e richiedenti asilo inciderà in modo pesantemente negativo sulla possibilità di inclusione degli immigrati nel tessuto sociale, rendendo più problematica la convivenza.
Problematiche e di scarsa utilità, oltre ad essere prive di ogni requisito d’urgenza sono le norme in materia di sicurezza. La sperimentazione delle c.d. armi ad impulsi elettrici da parte delle polizie municipali, crea una situazione pericolosa per la pubblica incolumità, trattandosi di dispositivi che possono avere effetti letali. Raddoppiare le pene previste dal codice Rocco per le occupazioni abusive è scelta palesemente irragionevole in quanto l’emergenza non è rappresentata dalle occupazioni di edifici abbandonati da parte dei senza casa, ma dall’esistenza di fasce di popolazione prive del diritto all’abitazione, così come non c’è nessuna necessità di mettere in vendita i patrimoni sequestrati alle mafie, aprendo alla possibilità che la criminalità organizzata riprenda possesso dei beni che le sono stati sottratti.
Roma, 25 settembre 2018.
Massimo Villone, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Mauro Beschi, Domenico Gallo
Saluti da Castel Bolognese. Un'immagine per Castel Bolognese, città d'arte
Nell'ambito dell'iniziativa “Tutti al museo e in biblioteca! 2018”, rassegna autunnale di promozione del libro e
della lettura a cura della Biblioteca comunale “Luigi Dal Pane” di Castel Bolognese, si aprono le iscrizioni al
concorso Saluti da Castel Bolognese. Un'immagine per Castel Bolognese, città d'arte, per giovani artisti dai
15 ai 25 anni, con scadenza venerdì 12 ottobre 2018. L’iniziativa è inserita nel progetto regionale “EnERgie
Diffuse - Emilia-Romagna un patrimonio di culture e umanità”, con il sostegno del progetto europeo
“Be more Education through art (Erasmus +)” di cui il Comune di Castel Bolognese è partner.
informazioni: Unione della Romagna Faentina | Servizio biblioteca
Biblioteca comunale "Luigi Dal Pane", piazzale Poggi n. 6 - Castel Bolognese (Ravenna)
tel. 0546.655827 / e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.comune.castelbolognese.ra.it
Comune di Castel Bolognese
La modulistica per partecipare al concorso è scaricabile dal sito web del Comune di Castel Bolognese:
http://www.comune.castelbolognese.ra.it/Archivio-notizie/Saluti-da-Castel-Bolognese.-Un-immagine-per-Castel-Bolognese-citta-d-arte
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