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Una iniziativa che ha come tema il cambiamento delle politiche europee sui migranti. Si chiama "Welcoming Europe, Per un Europa che accoglie”‎ e si pone l'obiettivo di raccogliere un milione di firme in almeno 7 Stati europei entro febbraio 2019.

E' un ICE, ossia una iniziativa dei cittadini europei, uno strumento di democrazia partecipativa con cui si invita la Commissione europea a presentare un atto legislativo in materie di competenza Ue. 

Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi. Se credi in Europa che accoglie sottoscrivi l'iniziativa dei cittadini europei. 

Di fronte ai fallimenti e alle enormi difficoltà dei governi nazionali nella gestione dei flussi migratori,l'obiettivo di "Welcoming Europe, Per un Europa che accoglie”‎ è affermare la volontà di tanti cittadini che chiedono un'Europa che non volti le spalle al Mediterraneo e ai problemi di chi è costretto a scappare da guerre e territori pericolosi e invivibili. Con la raccolta firme si chiede alla Commissione europea di intervenire con urgenza su una materia fondamentale e delicata per il futuro dell’umanità.

Le richieste in particolare riguardano tre importanti questioni come la decriminalizzazione di qualsiasi intervento di solidarietà o aiuto dei migranti (L’Italia è ancora il paese dove esiste il reato di clandestinità), la creazione di corridoi umanitari e programmi di sponsorship rivolti ai rifugiati, e la protezione delle vittime di abusi, sfruttamento e violazioni dei diritti umani.  

Approfondimenti su welcomingeurope.it

Per un’Europa che accoglie, firma ora!

 

FERMATEVI

Non possiamo sottovalutare quanto sta avvenendo nelle istituzioni del nostro paese e neppure l'assenza di un vero confronto politico.

Il parlamento è ridotto a votificio, con l'uso di decreti, voti di fiducia, testi sconosciuti votati a scatola chiusa come sta accadendo sulla legge di bilancio. 

Speravamo in una svolta dopo la deriva istituzionale nella precedente legislatura e la vittoria del No nel referendum del 4 dicembre 2016. Invece il governo espresso dalla coalizione giallo-verde sta rifacendo gli stessi errori, con un crescendo preoccupante.

Per riassumere in un concetto la nostra richiesta alla nuova maggioranza:

 Fermatevi !

Consentite un confronto politico di merito, non prendetevi la grave responsabilità di continuare su una deriva, fin troppo in continuità con gli errori precedenti, che porterebbe a mettere in discussione aspetti centrali della nostra Costituzione e a creare un distacco ulteriore tra rappresentati e rappresentati.

Sarebbe un grave errore rimettere al centro del dibattito politico le modifiche della Costituzione. La Costituzione della nostra repubblica, nata dalla Resistenza al nazifascismo, merita rispetto ed è l'architrave del nostro assetto istituzionale. Singole modifiche della Costituzione com'è previsto dall'articolo 138 sono possibili, ma non possono e non debbono essere piegate a interessi di parte e ad esigenze momentanee.

La Costituzione è un bene comune a tutti noi, nessuno può stravolgerla a proprio piacimento. Quando ci si è provato i cittadini hanno respinto i tentativi di stravolgimento e se dovesse essere ancora necessario il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale è pronto, se necessario, a rientrare in campo per impedire stravolgimenti costituzionali, fino ad impegnarsi in campagne referendarie. Tutti farebbero bene a ricordare che all'inizio del 2016 il No era dato al 20 % ma alla fine il voto No è arrivato al 60% e il 4 dicembre 2016 ha vinto.

Chiediamo di fare conoscere le proposte di modifica della Costituzione e di poterle discutere con il tempo necessario. In particolare chiediamo di aprire una riflessione preventiva sulle proposte di attuazione dell'attuale (nefasto) articolo 116 della Costituzione per bloccare ogni tentativo di differenziare diritti fondamentali dei cittadini italiani per regioni, pensiamo a salute, istruzione, ambiente, condizione di lavoro, pensioni.

La trattativa in corso tra Governo e Lombardia, Veneto, Emilia è del tutto nascosta ai cittadini. Chiediamo di conoscere, di poter esprimere opinioni. Non solo noi ma tutti i cittadini italiani, avviando una grande operazione di trasparenza. Questo va fatto ora perche' le decisioni istituzionali rischiano di essere irreversibili.

Invece è necessario affrontare ora, senza ritardi, la modifica della legge elettorale, che deve essere cambiata sulla base di due principi: sostanziale rispetto della proporzionalità e garanzia che i cittadini potranno scegliere direttamente tutti i deputati e i senatori chiudendo il triste periodo dei nominati dall'alto.

Vi inviamo alcuni scritti che hanno cercato di esporre le  ragioni delle nostre critiche e la richiesta di poter conoscere, discutere, modificare le proposte.

A gennaio preciseremo obiettivi e modalità di iniziativa del Coordinamento.

Auguri a tutti

p/ la Presidenza

 

Intervista Siamo alla secessione dei diritti M5S al Sud rischia di pagarla cara - Massimo Villone

Arriva la riforma dove chi ci perde e nascosto Manifesto - Massimo Villone

La cattiva novella - Domenico Gallo

La Costituzione attribuisce al parlamento un ruolo centrale. Lega e 5Stelle lo riducono a votificio di decisioni dell’esecutivo. Fermatevi

Legambiente su accordo rifiuti speciali tra Regione e Associazioni di categoria

Esiste un problema nazionale ma non può avere solo un approccio economico: gli impianti di smaltimento hanno ricadute su tutti, dunque se ne discuta nelle sedi pubbliche e con dati alla mano, non in accordi separati con il modo produttivo.

 Bonaccini coinvolga i territori e chieda alle imprese impegni concreti di riduzione rifiuti e di economia circolare

Legambiente interviene sulla notizia di un accordo per la gestione dei rifiuti speciali firmato da Bonaccini e rappresentanti del mondo economico. “Un accordo i cui contenuti  auspichiamo vengano diffusi al più presto anche al resto della società regionale” segnala  Legambiente.

I rifiuti speciali sono entrati da poco nel dibattito pubblico, ma sono in realtà la parte preponderante dei nostri scarti: nel 2016 oltre 8,5 milioni di tonnellate, contro i quasi 3 milioni di RSU in regione. Quantitativi peraltro in crescita rispetto agli anni della crisi economica. Negli ultimi mesi se ne è parlato spesso, sia perché entrati nel dibattito sugli impianti di smaltimento (il forno di Parma, un revamping a Ravenna, le richieste per le discariche di Imola, Castel Maggiore, Baricella) sia perché colpiti anch’essi dal blocco di importazioni dalla Cina. Un blocco che ha evidenziato soprattutto una carenza nazionale del sistema impiantistico di riciclo e del mercato delle materie prime di recupero.

"Esiste un problema legato ai rifiuti speciali ed agli  impianti di riciclo, che anche noi abbiamo evidenziato nell'ultimo Ecoforum - commenta a caldo l'associazione - ma le modalità unilaterali adottate per affrontare la questione sono preoccupanti.   Il problema dei rifiuti speciali è certamente un tema da affrontare ma è bene ricordare che se tocca le imprese sul versante economico, le ricadute del sistema di gestione sono collettive: riguardano tutti i cittadini, a cominciare dagli smaltimenti in discarica e negli inceneritori"

“Se aggiungiamo che alcuni di questi impianti – continua Legambiente - sono stati pagati con le tariffe dei cittadini risulta difficile comprendere le modalità di interlocuzione che la Regione sta portando avanti. Già avevamo stigmatizzato la scelta del presidente della Commissione Ambiente Rontini di organizzare, a novembre, una seduta di confronto coinvolgendo esclusivamente le forze economiche ed i gestori degli impianti”.

L'associazione conclude, auspicando che qualsiasi decisione sul tema  passi per un confronto pubblico sui dati dei rifiuti speciali regionali e processi democratici.

Inoltre avanza la richiesta al Presidente Bonaccini di pretendere dalle associazioni di categoria un piano di riduzione dei rifiuti a smaltimento responsabilizzando il mondo economico anche sulle priorità di gestione rifiuti che devono valere come per i cittadini: la prevenzione ed il riciclaggio.
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Bologna, 19 dicembre 2018

 

Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796

E-mail: ufficiostampa@Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: www.legambiente.emiliaromagna.it

Ordine del giorno, presentato da L'Altra Faenza e Art.1-Mdp, approvato dal Consiglio Comunale di Faenza, nella seduta del 20 dicembre.

COMUNE DI FAENZA

Consiglio Comunale, Ordine del Giorno:

Atti necessari a mitigare gli effetti dell’impatto sui territori della Legge 1 dicembre 2018, n. 132

in materia di “protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica”

 VISTA

L’entrata in vigore dal 4 dicembre prossimo della Legge 1 dicembre 2018, n. 132  Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonche' misure per la funzionalita' del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. (18G00161) (GU Serie Generale n.281 del 03-12-2018);

PREMESSO CHE

  • il dato relativo ai migranti sbarcati in Italia è stato nel 2016 di 144.574, nel 2017 di 108.538 e nel 2018 (al 30 ottobre) di 22.031, confermando un trend in calo che dunque non evidenzia né la sussistenza di situazioni emergenziali né la necessità di misure straordinarie;
  • i contenuti della legge non agiscono però sulla regolamentazione dell’ ingresso di cittadini stranieri in Italia, bensì sulla loro permanenza;
  • questa distinzione è fondamentale per comprendere che ciò che la normativa andrà ad interessare sarà la vita di chi in Italia è già presente, mentre la gestione degli sbarchi continuerà ad essere affrontata in maniera episodica e perseverando nel il braccio di ferro con un’Europa sempre più assente, senza prevedere la costituzione di reali vie di ingresso legali, favorendo così i trafficanti di esseri umani, che dalla chiusura delle frontiere si arricchiscono sulla pelle degli ultimi.

CONSIDERATO CHE

la Legge in oggetto, tra gli altri profili problematici:

elimina la possibilità per le commissioni territoriali e per il Questore di valutare la sussistenza dei gravi motivi di carattere umanitario e dei seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano abrogando, di fatto, l'istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari (in contrasto con l’art.10 della Costituzione che sancisce il diritto di asilo nel territorio della Repubblica);

introduce una tipizzazione dei casi di tutela complementare dalla portata estremamente ridotta e che non garantisce l'accesso alle misure di accoglienza;

non specifica se questi nuovi permessi di soggiorno permettano l’iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), come invece garantiva il permesso per motivi umanitari, con il rischio di ricaduta dell'intero costo dell'assistenza sanitaria sugli enti locali;

prolunga il periodo massimo di trattenimento dello straniero nei centri di permanenza per i rimpatri da 90 a 180 giorni;

riserva l'accoglienza nel sistema SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), ai soli titolari di protezione e MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati) escludendo di fatto i richiedenti asilo;

esclude la possibilità ai detentori di permesso di soggiorno per richiesta di asilo l'iscrizione all'anagrafe dei residenti, con conseguenti criticità nell’accesso ai diritti sociali e al diritto alla salute, in particolare per la difficoltà di iscrizione al SSN, senza il riconoscimento di una dimora abituale;

RITENUTO CHE

con un quadro normativo così delineato vengano vanificati gli sforzi fatti, anche nei Comuni della Romagna Faentina, volti ad un'equa distribuzione sostenibile su tutto il territorio: il provvedimento favorirà quindi le grandi concentrazioni di persone nei grandi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), di difficile gestione con poche possibilità di percorsi di integrazione e con impatti fortemente negativi per i cittadini;

la mancanza di percorsi di integrazione anche in città più piccole porteranno ad aumentare ulteriormente in città presenze di persone in condizione di estremo disagio, fenomeno che potrebbe aprire a tentativi di reclutamento da parte della criminalità organizzata o costringere a vivere di espedienti;

tutto questo aumenterà in maniera significativa il numero delle persone che, alla luce delle modifiche nella normativa, sarebbero poste, in assenza di titolo di soggiorno, in condizione di marginalità e vulnerabilità;

IMPEGNA

Per quanto attiene agli ambiti di competenza, il Comune di Faenza e l’Unione della Romagna Faentina ad approntare tutti gli atti necessari per mitigare gli effetti della legge in questione, in termini di diritti sia per i cittadini che per le persone accolte;

a questo fine si ritiene necessario che le Amministrazioni:

convochino tutti i soggetti gestori del sistema di accoglienza dei nostri territori per fare con loro il punto della situazione;

richiedano successivamente un incontro al Prefetto per segnalare tutte le criticità che si rilevano in questa normativa e le loro ricadute sui territori;

si riservino di valutare tutte le altre eventuali azioni che si ritenessero utili per contrastare gli impatti negativi in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori.

 Approvato con 11 voti a favore (L'Altra Faenza, Art1-Mdp, P. Democratico, IxC) 1 contrario (Forza Italia) 3 astenuti (M5Stelle). Assenti i consiglieri della Lega

LETTERA APERTA

Alla Sindaca, ai Sindaci e ai Consigli Comunali  di Bagnacavallo, Faenza e Ravenna

Il decreto Immigrazione/Sicurezza è diventato Legge. Per quale Natale? Umano o disumano?

Prima che il Decreto Immigrazione /Sicurezza diventasse legge,  i Consigli comunali di Torino e di Bologna  hanno approvato, con buona maggioranza, ordini del giorno che chiedevano la sospensione  della applicazione del decreto, per rivalutarne l'impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori. A Torino i 5 Stelle hanno votato a favore, a Bologna si sono astenuti.

Ora il decreto è diventato legge, ma gli argomenti dell’ordine del giorno di Bologna, che qui alleghiamo, ci hanno profondamente convinto. Il tema immigrazione è affrontato nella legge in termini “securitari”, di ordine pubblico, abrogando, di fatto, l’articolo 10 della costituzione, che impone l’obbligo dell’asilo per chi fugge la paesi dove i diritti umani sono negati o gravemente pregiudicati.  I CAS diventano grandi Centri accentrati di Accoglienza Straordinaria che, di fatto, rendono impossibili percorsi di integrazione, con  lo smantellamento del sistema SPRAR, Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati.

Un significativo numero di persone prive di assistenza, di dimora, di percorsi di inserimento lavorativo e di apprendimento della lingua italiana, si ritroverebbero per strada, con, al massimo, l’accesso ai servizi di bassa soglia, quando disponibili. A chi giova avere per strada persone in grande disagio e disperate? Senza cibo, tetto, accoglienza? Non è la prima volta che in Italia compaiono leggi criminogene. Questa ci sembra particolarmente pericolosa, nell’immediato e nel futuro, quando minori accolti diventeranno maggiorenni e si troveranno per strada.

Chiediamo a chi stiamo rivolgendo questa Lettera aperta di informare la cittadinanza sulla situazione che si sta creando nei propri territori e quali strade le Amministrazioni intendano seguire per mantenere percorsi di integrazione per i migranti in possesso di permesso di soggiorno per motivi umanitari e per supplire a ciò che lo Stato si rifiuta di fare. E di chiedere in ogni caso allo Stato sostegno economico per farlo in modo adeguato. Vi proponiamo di assumere, aggiornandolo, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Bologna.

Crediamo necessario assumere come prioritario il dovere di “restare umani”. Il Natale si avvicina. Se non ora, quando?

 *

ARCI provinciale Ravenna

Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

Comitato in Difesa della Costituzione di Bagnacavallo

Comitato per la Difesa e la Valorizzazione della Costituzione di Faenza

Libertà e Giustizia, Circolo di Ravenna

Rete Civile contro il razzismo e la xenofobia

 

Ravenna, 19 dicembre 2018

Per limitare il consumo di suolo, come chiede la nuova Legge Regionale sull’Urbanistica, Il Consiglio Comunale chiede all’unanimità di verificare il perimetro del territorio costruito e del patrimonio non utilizzato; prima che la verifica si sia conclusa, l’Assessore vuole dare via libera a nuove urbanizzazioni.

Avevamo salutato positivamente l’ordine del giorno del Consiglio Comunale che chiedeva “l’individuazione della superficie del territorio urbanizzato esistente nel Comune alla data del 1 gennaio 2018 e i dati sul patrimonio costruito inutilizzato”; e poi “di aprire un confronto, non solo istituzionale, ma partecipato con tutta la comunità, sulle linee della pianificazione futura della città e del territorio (qualità, rigenerazione urbana, beni comuni di interesse pubblico) che parta dalla verifica dei reali fabbisogni”. In effetti questi dati sono stati forniti: il territorio urbanizzato è di 16,57 Km quadrati, (secondo la Legge Regionale da oggi al 2050 non bisognerebbe utilizzarne più del 3%,- circa mezzo Km quadrato), ma il terreno potenzialmente edificabile, secondo gli attuali strumenti urbanistici, sarebbe di 24,88 Km quadrati; mentre gli appartamenti che teoricamente si potrebbero costruire sarebbero quasi 8.000; Le Unità immobiliari residenziali non utilizzate sono circa 3.800 e circa 1.000 sono gli immobili destinati ad attività economiche, non utilizzati; i fabbisogni abitativi si riducono, la popolazione diminuisce (– 72 dal 2013 al 2017), anche se aumentano le famiglie (+ 237) composte da meno persone, quindi con una modifica nelle tipologie abitative; La prestazione energetica degli edifici è mediamente bassa, così come è alta la vulnerabilità sismica.

Questi dati dimostrano chiaramente come a Faenza non ci sia necessità di nuove urbanizzazioni, né a fini residenziali né produttivi. Tutto questo dovrebbe invece portare l’Amministrazione ad indicare le linee strategiche per una diversa progettazione della città pubblica futura, orientate innanzitutto a riqualificare e rigenerare il patrimonio esistente, dal punto di vista funzionale, ambientale, energetico, ecc. In questi ambiti vi sarebbero ampi spazi per progetti, investimenti, lavoro qualificato per tutti i settori collegati all'edilizia. Nulla va in questa direzione, per fare un solo esempio, il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) varato prima della elezione di questa Giunta non ha fatto passi avanti.

Invece, nel mentre è aperta la discussione in Commissione sui dati urbanistici (il 27 novembre si è tenuta la prima presentazione dei dati, il 18 prossimo dovrebbe proseguire la "DISCUSSIONE DEGLI APPROFONDIMENTI SULL'ORDINE DEL GIORNO “URBANISTICA” APPROVATO IN CONSIGLIO COMUNALE”) apprendiamo che il 12 è convocata la stessa commissione per discutere: INVITO ALLA PRESENTAZIONE DI PROPOSTE COSTITUENTI MANIFESTAZIONI DI INTERESSE AI SENSI DELL'ART. 4 DELLA LR N.24 DEL 21.12.2017. Traducendo dal linguaggio burocratico: è vero che la Legge Regionale prevedeva la possibilità di selezionare una parte delle previsioni di costruzione previste dal PSC (Piano Strategico Comunale), attraverso un avviso pubblico di manifestazione di interesse da parte di privati, naturalmente ponendo delle indicazioni e dei vincoli, che invece non risultano. Peraltro i termini sono scaduti, doveva essere attivato entro il termine di 6 mesi dall’entrata in vigore della legge. E’ quindi doppiamente grave questa forzatura: l’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale si concludeva, affermando: “ritiene che questo percorso di approfondimento debba essere preliminare a qualsiasi altro atto urbanistico che possa comportare ulteriore consumo di suolo”. Dobbiamo concludere che la “partecipazione” che spesso questa Amministrazione sbandiera e solo una bufala? L’Assessore all’Urbanistica scriveva, tra l’altro (in una nota del 13 marzo scorso, intitolata Documento per la qualità urbana del Comune di Faenza: la “Mappa delle Opportunità”. MATERIALI DI LAVORO): “Questo innovativo documento, rinnovato nei contenuti con l’approvazione della nuova Legge Urbanistica Regionale (LR 24 del 21.12.2017), costituirà la base per coordinare e diffondere le strategie in tema di qualità del Comune di Faenza nei diversi strumenti urbanistici e potrà/dovrà fungere da atto prodromico per la redazione dei documenti e nuovi piani richiesti dalla normativa urbanistica vigente”.

Ci pare invece che, per questa Amministrazione, sia prodromico l'apertura alle proposte di interessi privati, piuttosto che agli obiettivi di qualità abitativa e ambientale stabiliti dalle norme urbanistiche, da quelle regionali a quelle locali. Faenza, 11 dicembre 2018

Circolo Legambiente Lamone Faenza
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.legambientefaenza.it Tel – 333 6218832 (c/c presso BCC Faenza - Cod. IBAN: IT39 A085 4223 7000 0000 0055 612) Onlus di diritto (Art 10, e 8, D Lgs 460/97) Registro Comunale delle Libere Forme Associative n° 56 - Registro Regionale Associazioni Volontariato, Sez. Prov RA N° 466 del 24/08/1999.