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Come Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) vorremmo portare un contributo costruttivo alla discussione "ztl si ztl no" che sta imperversando in città. In una città pianeggiante, che si percorre da una parte all'altra in bici in 15-20 minuti, ci sembrano surreali tutte queste proteste. Il  Piano aria integrato regionale ha previsto «il raggiungimento al 2020 di un’estensione minima delle ztl pari ad almeno il 100% del centro storico»  , ma attualmente siamo lontanissimi da questo traguardo. Ci stupiamo quindi che ad ogni timido aumento della Ztl, si scateni un coro di no da parte di cittadini e commercianti. Non ne capiamo il motivo: all'inizio di via Naviglio esiste un ampio parcheggio (delle Poste), da dove proseguire a piedi o con il Greengobus. 

Dobbiamo però notare che su Via Naviglio non è previsto alcun percorso sicuro per le bici. Chiediamo quindi al comune di creare, oltre alla ZTL, un senso unico eccetto bici, creando una corsia ciclabile, che permetta ai ciclisti di percorrere via Naviglio in sicurezza. 

Crediamo che sia urgente ampliare la Ztl e le zone pedonali, (e siamo fin troppo in ritardo), ma chiediamo anche maggior rigore nel far rispettare le regole: tutti sappiamo quanto siano "bucabili" le Ztl a Faenza, quanto fittizi siano spesso i divieti di sosta, e quante infrazioni siano tollerate, ad esempio davanti alle scuole, dove ogni giorno è il caos più totale, con auto a invadere le corsie ciclabili e pedonali. Anche per questo organizziamo flashmob davanti alle scuole per chiedere "strade scolastiche"  e proteggere le ciclabili. 

Chiediamo inoltre al Comune una connessione intelligente dei vari tratti ciclabili esistenti. Siamo convinti che ogni città debba seguire il percorso intrapreso da Oslo e da altre città in tutto il mondo. Vorremmo che anche Faenza diventasse al più presto una Città Resiliente ai cambiamenti climatici, con meno auto, meno cemento, meno inquinamento, più verde, più mezzi pubblici, più ciclabili collegate e ben curate, più spazi pubblici e meno inquinamento, e anche più vitalità nei centri storici, ora ridotti ad anonimi parcheggi. Il turismo e il commercio fioriscono laddove la gente può camminare e pedalare, guardare le vetrine senza rischio di essere investiti. Lo dimostrano gli esempi di innumerevoli strade pedonalizzate in Italia e all'estero, che hanno visto incrementare i guadagni dei commercianti. 

Chiediamo quindi al Comune di ascoltare anche la voce e le esigenze dei ciclisti urbani: siamo l'utenza debole e non inquinante della strada, siamo l'utenza che andrebbe incentivata e favorita. Cogliamo l'occasione per invitare tutti al convegno del 12 ottobre, "IN BICI PER FAENZA" al Museo delle Scienze, dalle 17.30 organizzato da noi attivisti Fiab e Legambiente, con contributi, esperienze, analisi e proposte, per rendere Faenza più amica delle bici. Alleghiamo locandina.

La serata è dedicata al bellissimo docufilm "Gambe" introdotto da Marco Scarponi, fratello del grande ciclista ucciso sulla strada.

Per contatti Linda Maggiori, gruppo Fiab Ravenna, sezione Faenza, 333 3520627

Di seguito i dati, presentati sabato 29 settembre  dal Movimento 5 Stelle di Faenza, sui lavori del Consiglio Comunale negli ultimi 4 anni.

Legittimamente, viene messa in evidenza l'intensa attività del loro gruppo, ma è interessante notare,

nel bene e nel male, anche quella di tutti gli altri gruppi.

 

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PRESENTAZIONE DEI DATI DEL LAVORO DEI NOSTRI PORTAVOCE IN CONSIGLIO COMUNALE E DELL’UNIONE

                                                            

Strutturalmente ancorato a logiche novecentesche e impostato per favorire strade e autostrade: squilibrato il rapporto tra i finanziamenti per TPL e traffico su gomma e troppe le opere in previsione a danno di numerosi siti della Rete Natura 2000.

Le associazioni avanzano richieste di una serie di opere utili e la necessità di ampliare il dibattito.

 

Presso la sede del consiglio Regionale Legambiente e WWF hanno presentato ad una delegazione di Consiglieri,  le proprie osservazioni al Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT).

Le associazioni hanno presentato le forti critiche ma anche una serie di interventi e modifiche possibili.

“Un Piano che si presenta già deludente a livello di Rapporto Ambientale – commentano le associazioni. Difatti si parte dal già confermato incremento delle emissioni di gas climalteranti del 2% con previsioni migliorative solo per disposizioni non di competenza regionale”.

Le associazioni lamentano un forte squilibrio tra il peso degli obiettivi negativi del Piano, rispetto quelli positivi mettendo a sistema i due elementi con le corrispettive risorse previste: “questo comporta una sottostima degli impatti negativi degli obiettivi infrastrutturali ed una sovrastima degli impatti positivi legati alla mobilità sostenibile e per la quale però sono destinate minori risorse economiche.”

Da questa premessa, le associazioni propongono di istituire fondi vincolati dedicati al potenziamento del TPL attraverso forti operazioni di road pricing così da sovratassare il trasporto su autostrada rendendolo meno competitivo e parallelamente riducendo il tasso di motorizzazione attualmente superiore di oltre il 20% rispetto alla media europea.

Nelle osservazioni, sono poi elencate una serie di opere che necessiterebbero di essere stralciate e altre di essere portate avanti con forza. Tra le opere utili:

  • potenziare l’asse ferroviaria La Spezia- Parma-Verona;
  • inserimento della Modena-Sassuolo nell’elenco delle ferrovie regionali di rilevanza nazionale e completare un disegno di sistema ferroviario metropolitano per la provincia di Modena;
  • implementazione di un sistema di trasporto pubblico costiero di massa per il collegamento nord-sud dell’area turistica romagnola;
  • prevedere uno studio di fattibilità per l’accesso dei treni di Alta Velocità sulla città di Parma, utilizzando il collegamento oggi inutilizzato tra la stazione e la linea Alta Velocità, oppure valutando la fattibilità di una stazione “in linea” in zona fiera.

Sul versante delle opere da rivisitare sicuramente va ridotto l’investimento – oggi preponderante – sulle strade. In paticolare:

 Stralciare la Bretella Campogalliano –Sassuolo migliorando e rafforzando la viabilità esistente;

  • stralciare l’opzione autostradale della Cispadana tra i caselli autostradali di Reggiolo sulla A22 e Ferrara sud sulla A13;
  • stralciare l’autostrada TI-BRE, secondo lotto, anche dalla priorità 2, evitando un ulteriore consumo di territorio e impatti sull’asta del Po;
  • evitare la trasformazione in autostrada dell’attuale superstrada Ferrara – Lidi di Comacchio;
  • stralciare la previsione  “mediana”a sud-ovest di Piacenza, dal nuovo casello di Rottofreno sulla A21 fino alla SS9 nei pressi di Pontenure;
  • eliminare l’aumento di corsie autostradali sulla A1 tra Modena e Piacenza (4^ corsia, A22 e A13 3^ corsia) migliorando e rafforzando la viabilità esistente.

Legambiente e WWF richiamano poi ad una necessaria maggiore attenzione di dialogo tra il PRIT ed i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile affinchè esista una maggiore coerenza di obiettivi e strategie.

“Nel caso bolognese, snodo per tutta la regione, occorre mettere a regime il sistema del trasporto pubblico con il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano e la realizzazione di un’opera utile come il tram”- continuano.

Sempre sul nodo di Bologna si chiede che l’intervento sul passante di Mezzo sia subordinato ad una valutazione dei reali flussi di traffico con il sistema PUMS a regime e con la presenza di parcheggi scambiatori ai margini della città e dialoganti con le linee dell’SFM e del futuro tram.”

Infine, sono segnalate le 38 aree naturali interessate dal passaggio di molte nuove infrastrutture, di cui 7 non sono state considerate nelle valutazioni e 6 ospitano specie specie di interesse comunitario e tutela prioritaria.

“L’attuale Piano così come attualmente approvato, non manifesta alcun elemento di discontinuità con il passato e anzi rimane ancorato a logiche non coerenti con un’efficiente sviluppo della mobilità sostenibile, ma fortemente proiettato alla realizzazione di nuove infrastrutture. E’ necessario rivedere l’attuale versione promuovendo un’ulteriore estensione del dibattito per ottenere un piano al passo con i tempi e a prova di futuro, in linea con la necessità di affrontare l’attuale Emergenza Climatica dichiarata dalla Regione stessa.” – concludono. 

Hanno partecipato alla presentazione consiglieri del centro sinistra (PD, SI, MDP) e del Movimento 5 Stelle.

Bologna, 3 ottobre 2019

 

 

 

Al movimento Friday For Future Faenza

Carissimi amici e amiche, 
rispondendo al vostro appello - che rivolgete non solo agli studenti e ai ragazzi, ma a tutta la società civile, incluso le forze sociali e politiche - aderisco convintamente, a nome mio e dell'Altra Faenza di cui sono Consigliere Comunale, al terzo Global Strike di venerdì 27 per il clima. 
Come alcuni hanno fatto notare, in queste vostre iniziative di mobilitazione si corrono due rischi: che molti vi ignorino snobbando in modo manipolatorio il vostro impegno; o viceversa che (quasi) tutti vi diano ragione, oscurando in questo modo di chi sono le responsabilità degli sconvolgimenti globali verso i quali ci stiamo avviando. 

E' relativamente facile denunciare i “negazionisti” (come Trump, Bolsonaro, o, da noi, Salvini) ma ci sono tanti altri che strumentalmente vi danno ragione, ma operano esattamente in modo contrario.
Per contrastare i cambiamenti climatici è necessario cambiare radicalmente il modo col quale ci rapportiamo alle risorse del pianeta.

La sostenibilità ambientale e sociale necessaria, deve riguardare la sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili, cosa e come si produce, ma anche come si consuma, ci si muove, si vive nelle città e nei territori.
Quindi al primo posto non può esserci il valore economico, il PIL, la crescita... ma il benessere reale delle persone in rapporto con la natura, è un percorso difficile, ma occorre creare consapevolezza perché ognuno dia un contributo per cambiare. 

Concludo ricordando una vecchia favola africana:
Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco. "Cosa credi di fare!", gli chiese il leone. "Vado a spegnere l'incendio!" Rispose il piccolo volatile. "Con una goccia d'acqua?", disse il leone con un sogghigno di irrisione.
Ed il colibrì, proseguendo il volo, rispose: "Io faccio la mia parte!" 

Fare, ognuno di noi, la propria parte, negli ambiti pubblici e privati in cui è inserito, è indubbiamente una delle cose più importanti, che anche voi ci ricordate con le vostre iniziative, ma contemporaneamente dobbiamo incalzare anche tutti coloro (grandi multinazionali, imprenditori, politici, amministratori.... a tutti i livelli) che hanno “un becco” molto più grande di ognuno di noi, per cambiare radicalmente paradigma.  

Faenza 26 settembre 2019                                                                 Edward Jan Necki 
                                                                                                        L'Altra Faenza