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Il presidente francese Macron chiama alle armi e offre alla Ue il suo ombrello nucleare. E oggi il Consiglio europeo straordinario darà il primo impulso al piano ReArm Europe, una rifondaziona bellica

Il tiratore franco Il discorso alla nazione. Il capo dell’Eliseo offre al Vecchio continente l’ombrello nucleare

Il presidente francese Macron all’Elysee foto Michel Euler/Ap Il presidente francese Macron all’Elysee – foto Michel Euler/Ap

«È la fine dell’innocenza» ha dichiarato ieri il presidente francese, Emmanuel Macron. In un discorso alla nazione trasmesso sulle televisioni e su internet, il capo dell’Eliseo ha utilizzato la guerra in Ucraina per giustificare uno dei proclami più duri della sua presidenza: bisogna riarmarsi e bisogna farlo in fretta. «L’aggressività russa testa i nostri limiti e non sembra conoscere frontiere» sottolinea il presidente, «la nostra prosperità e la nostra sicurezza sono diventate più incerte e, bisogna pur dirlo, siamo entrati in una nuova era». Per Macron è l’era del riarmo, nella quale la Francia «non è impreparata» perché negli ultimi «dieci anni abbiamo raddoppiato gli investimenti per la Difesa».

Ma ora Parigi alza il tiro: vuole che sia tutta l’Europa – unita, sottolinea Macron – a far fronte comune contro la minaccia russa che «riguarda i Paesi europei, che ci riguarda. La Russia ha già trasformato la guerra in Ucraina in un conflitto mondiale» attraverso i contingenti nord-coreani e le armi iraniane. Ma non solo: «La Russia di Putin viola le nostre frontiere per assassinare gli oppositori, manipola le elezioni in Moldavia e in Romania» porta avanti campagne di attacchi hacker… Insomma, non usa mezzi termini Macron: bisogna prepararsi alla minaccia che viene da Mosca.

Militarmente prima di tutto. Il presidente ha annunciato di aver notificato agli industriali che operano nel campo della Difesa che presto si terrà un incontro con il governo per incrementare gli sforzi per il riarmo. Mentre il leader francese parla, sullo schermo scorrono grafici e immagini che sintetizzano la sproporzione tra le forze russe e quelle francesi e che quindi, nelle parole di Macron, ora giustificano la necessità di avviare una nuova corsa agli armamenti. «Chi può dunque credere che la Russia di oggi si fermerà all’Ucraina?».

In quest’ottica il capo dell’Eliseo palesa ancora una volta il suo sogno di una Difesa comune europea, anche se

dichiara di sperare che gli Stati uniti non scelgano di abbandonare l’Ue. Oggi, c’è il Consiglio europeo straordinario sulla Difesa, dove si discuterà dell’accelerazione sugli aiuti all’Ucraina e della definizione di una difesa europea (al momento non è in discussione l’esercito comune) sulla base dei cinque punti della Commissione. Si parlerà di un coordinamento tra le forze europee attuali (che non sono trascurabili, anzi) anche se l’apparato militare-industriale spinge per alzare la spesa degli stati. La prossima settimana, Macron riceverà i capi di stato maggiore dei paesi che non escludono una partecipazione dei “volontari” per un’operazione di peace keeping in Ucraina, ma solo dopo una «pace firmata», «non per battersi» ma per «garantire» l’accordo. È fuori questione di inviare delle truppe sul terreno, per il momento. Macron afferma: «il futuro dell’Europa non dovrebbe essere deciso a Washington e a Mosca». L’obiettivo della Francia e dell’Europa resta lo stesso: permettere all’Ucraina di resistere, di non crollare, per arrivare a una pace solida. Una posizione sempre più difficile, soprattutto dopo l’interruzione di Washington alla collaborazione con l’intelligence Ucraina.

In Francia imperversa la polemica sull’estensione dell’ombrello nucleare agli europei. Macron ha confermato ieri quello che il ministro della Difesa ripete da giorni: «la bomba resterà francese», cioè il comando sarà sempre nella mani del presidente. Ma questo non esclude di estendere una protezione, sulla base della difesa degli “interessi vitali”, che riguardano anche l’Europa. La forza nucleare francese è autonoma, mentre quella britannica è legata agli Usa.