PIAZZA FONTANA: 1969 - 2023. La bomba di Milano aprì il decennio più nero della Repubblica: le responsabilità di neofascisti e pezzi di Stato sono ormai storia. Bettin e Dianese a caccia dei «gelidi mostri», Tobagi punta agli intrecci della politica
Per trovare una verità sepolta dai decenni bisogna mettersi a riguardare la storia minuto per minuto. È un lavoro che richiede pazienza e poi non è affatto detto che produca risultati tangibili, perché se è vero che in guerra la prima vittima è proprio la verità, dove una guerra non è mai stata dichiarata a morire subito è quasi sempre la memoria. E purtroppo l’esattezza delle risposte dipende sempre dalla domanda da cui si decide di partire. Per esempio: il decennio che corre tra la strage di piazza Fontana, avvenuta 54 anni fa esatti , e quella della stazione di Bologna è stato un decennio di guerra? Si dirà che sono successe tante cose, che non c’è stato solo il sangue, non c’è stata solo la violenza, non ci sono state solo le bombe, le trame e le congiure. C’è stato anche il coraggioso tentativo di trasformare l’Italia in un paese civile: lo statuto dei lavoratori, l’aborto, il divorzio, l’obiezione di coscienza, la chiusura dei manicomi.
GIANFRANCO Bettin e Maurizio Dianese parlano di «verità d’insieme», forse l’unica possibile a distanza di tanto tempo dai fatti. La tigre e i gelidi mostri, da poco uscito per Feltrinelli, è un tentativo di portare un po’ di luce nelle tenebre della Repubblica: la tigre è il cambiamento che irrompe in società (e spaventa i reazionari) e il resto del titolo è un riferimento a Nietzsche, secondo il quale «Stato si chiama il più gelido dei mostri», perché in fondo il sangue delle stragi è per lo più nelle mani di uomini dello Stato, non pezzi deviati come si usa dire, ma funzionari, agenti, dirigenti, nomi noti e importanti, tendenzialmente stimati in società.
E il percorso arriva fino a oggi: la destra italiana appare distante dalle tendenze eversive del passato – anche se certi dettagli ricorrono: Meloni ha festeggiato la sua vittoria elettorale del 2022 all’hotel Parco dei Principi di Roma, dove nel 1965 andò in scena il battesimo della cosiddetta «destra rivoluzionaria» – e ha pure imparato bene a gestire la tigre, imponendo
Leggi tutto: Stragi senza giustizia, ma la verità esiste ed è tutta negli archivi - di Mario Di Vito
Commenta (0 Commenti)I funerali si svolgeranno Martedì 12 dicemcre, il corteo partirà alle 15 dalla camera morturaria verso il cimitero dell'Osservanza.
La cantante israeliana si rivolge alla comunità internazionale: “Credo in Israele accanto alla Palestina. Solo così possiamo avere speranza per il futuro”
“Credo in Israele accanto alla Palestina. Dal fiume al mare: due popoli liberi. Dal fiume al mare: pace per te e per me”. Sono parole profonde, commoventi, quelle pronunciate dalla cantante israeliana Noa, da anni impegnata sul fronte dei diritti umani, in occasione della “Marcia della pace e della fraternità” che si tiene domenica 10 dicembre ad Assisi.
“Dal 7 ottobre viviamo un incubo”, spiega l’artista: “I terroristi di Hamas, con il loro culto della morte, si sono infiltrati in Israele e hanno cominciato a stuprare, torturare, bruciare, massacrare, uccidere. Hanno compiuto brutali crimini contro l’umanità, hanno rapito 250 civili innocenti nei tunnel a Gaza, hanno lanciato bombe su civili innocenti, compresa la mia casa e la mia famiglia, che è stata tante volte nei rifugi”.
Israele è sotto attacco, dice Noa, lotta per la sua esistenza. “Ma mi sento sotto attacco – prosegue – anche dal mio governo. Come milioni di israeliani mi sento tradita da questo governo radicale, di coloni estremisti, di terroristi ebrei, di messianici pazzi, che ci faranno finire tutti all’inferno, sotto la guida di un uomo corrotto e orribile che si chiama Netanyahu”.
Noa, dunque, implora una soluzione diplomatica. “Come ha chiesto Biden, e apprezzo in questo senso la posizione degli Stati Uniti”, conclude l’artista: “Abbiamo bisogno dell’Europa, dei paesi arabi moderati, della Nato, abbiamo bisogno di chiunque possa venire a stabilizzare questa regione e iniziare immediatamente i negoziati per una soluzione di due Stati, Israele e Palestina, uno accanto all’altro. Solo così possiamo avere speranza per il futuro dei nostri figli”.
Commenta (0 Commenti)Palestinesi in fuga da una parte all’altra della Striscia verso un rifugio che non c’è. Il cibo è introvabile: il 90% della popolazione mangia meno di una volta al giorno. Dopo il veto Usa alla mozione voluta da Guterres, Israele insiste: non abbiamo limiti di tempo, durerà mesi
GIOCO AL MASSACRO. Un fermo immagine del video che mostra decine di palestinesi catturati a nord di Gaza
Un fermo immagine del video che mostra decine di palestinesi catturati a nord di Gaza
Il massacro, come uno show, deve continuare. È quello che dichiara di volere l’Amministrazione Biden che venerdì sera ha posto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu il veto ad una risoluzione disperata che chiedeva l’immediato cessate il fuoco a Gaza, proposta eccezionalmente dal segretario generale dell’Onu Guterres che ha fatto ricorso all’articolo 99, quello che denuncia «la minaccia al mantenimento della pace e alla sicurezza internazionale». Il voto dice lo smacco dell’isolamento subito stavolta dagli Stati uniti: sui 15 votanti del Consiglio di sicurezza, oltre la Russia e la Cina anche la Francia ha votato a favore e la Gran Bretagna si è astenuta. Netanyahu, che poggia le sue fortune e la leadership nel gabinetto di guerra che momentaneamente lo ha salvato dalle sue responsabilità per l’attacco di Hamas del 7 ottobre, ringrazia: finché potrà dimostrare con le stragi in corso, di avere vinto a Gaza.
Così la sua salvezza politica e il suo ruolo di potere saranno definitivi e poco importa della sorte degli ostaggi, come ha detto. Intanto attacca Guterres, lo minaccia e lo indica quasi come un affiliato ad Hamas. Ma la «colpa» di Guterres è solo quella avere detto la verità: «La popolazione di Gaza sta guardando l’abisso, la comunità internazionale deve porre fine al loro calvario» aggiungendo «la brutalità perpetrata da Hamas non potrà mai giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».
UNA VOCE ACCORATA la sua, il cui pregio oltre ad interpretare la drammaticità degli eventi senza doppi standard, richiama a ruolo l’autorità dell’Onu in questo buio planetario. Una autorità che il governo israeliano ha
Leggi tutto: La strage di civili a Gaza deve continuare - di Tommaso Di Francesco
Commenta (0 Commenti)9 dicembre - FAENZA - CESSATE IL FUOCO ! PRESIDIO per la PACE -
SECONDO ATTO. Tra i 350 abitanti morti sotto le bombe negli ultimi due giorni c'è anche lo scrittore Refaat Al Areer: è un omicidio deliberato, dicono i palestinesi. Veto Usa all’Onu: no al cessate il fuoco
Sfollati palestinesi nelle tende del campo improvvisato nella zona di Muwasi - foto Ap/Fatima Shbair
Per Ramy Abdul, docente di diritto e presidente dell’Euro-Med Human Rights Monitor, il bombardamento che due giorni fa ha ucciso a Gaza il poeta e intellettuale Refaat Al Areer non è stato casuale ma deliberato. «L’altro ieri – ha scritto Abdul su X (Twitter) – Refaat ha ricevuto una telefonata dai servizi segreti israeliani che gli dicevano di averlo localizzarlo nella scuola dove si era rifugiato. Lo hanno informato che lo avrebbero ucciso. (Refaat) È uscito dalla scuola per non mettere in pericolo gli altri, alle ore 18 è stato bombardato l’appartamento di sua sorella in cui sono rimasti uccisi lui, la sorella e i suoi quattro figli».
A Gaza credono che nei passati due mesi bombe sganciate dai jet israeliani abbiano preso di mira alcune delle espressioni più brillanti della società civile palestinese. Alla morte era scampato per miracolo qualche settimana fa Raja Sourani, storico attivista dei diritti umani. Privo di vita invece è stato estratto dalle macerie, qualche giorno fa, Sufian Tayeh, presidente dell’Università islamica e scienziato con rapporti con atenei di tutto il mondo. Ora Refaat Al Areer.
POETA, romanziere, traduttore e professore di letteratura che ha
Commenta (0 Commenti)«Le condizioni disperate di Gaza sono ormai una minaccia alla sicurezza del mondo intero». Il segretario dell’Onu Guterres apre una procedura straordinaria, mai usata nel mandato, e chiede il cessate il fuoco. Ma Israele bombarda ancora e lo attacca: la minaccia è lui
Vita agra a Huwara, al crocevia per Tel Aviv e Gerusalemme, assediata dagli insediamenti
Soldati israeliani circondando Huwara - foto Ap/Ayman Nobani
Ghassan Salman ha riaperto ieri, dopo due mesi, il suo negozio di polli e uova all’angolo di un palazzo che affaccia sullo stradone principale di Huwara, a sud di Nablus, in Cisgiordania. «Questa non è la prima volta che i coloni israeliani assaltano e distruggono il mio negozio e quelli che vedete qui intorno», ci dice mentre sistema dei barattoli su di uno scaffale.
All’interno il figlio affetta petti di pollo e segue il colloquio senza aprire bocca. «Il 7 ottobre (quando Hamas ha attaccato il sud di Israele, ndr) – ci racconta – mi sono consultato con gli altri negozianti, abbiamo deciso di chiudere prima del solito e di andare a casa, per sicurezza. Non abbiamo fatto in tempo, poco dopo le 13 sono arrivati i coloni, a decine. Sono riuscito ad allontanarmi, ma hanno spaccato la vetrina del negozio con pietre e bastoni». I commercianti lì accanto confermano. «Erano decisi a vendicarsi contro di noi per quanto era avvenuto qualche ora prima. Nessuno li ha fermati, l’esercito ha lasciato fare», aggiunge il proprietario di una rosticceria.
MENTRE PARLIAMO, dall’altra parte della strada, una pattuglia di militari israeliani nota il capannello di persone. Si avvicinano, i commercianti si allarmano. «Basta, ognuno torni al suo negozio, allontanati anche tu, subito. Qui non si scherza» ci intima Ghassan Salman. In pochi attimi torna il silenzio in tutto il villaggio, i soldati si posizionano dietro barriere di cemento armato. Lo stradone è quasi vuoto, con poche auto che transitano dopo aver passato i controlli dell’esercito. Qualche chilometro più a nord c’è Nablus, la più importante delle città palestinesi nel nord della Cisgiordania, chiusa da due mesi e circondata da reparti militari israeliani.
Commenta (0 Commenti)