«L’Italia non ci ha informato né ha saputo spiegare». Ora che il libico Elmasry, accusato di omicidi e torture dei migranti, è stato scarcerato e riportato a casa da un volo di Stato, crollano le scuse del governo Meloni. Protesta la Corte penale internazionale che vuole processarlo per crimini contro l’umanità
Chi molla il boia La Corte penale si dice stupita dall’atteggiamento del governo. Il mandato spiccato sabato: le autorità italiane erano informate. Delmastro: «Questione giuridica imposta dai giudici». Ma il volo di ritorno era già organizzato
«Senza preavviso» e senza «consultazione». Così la Corte penale internazionale, in un comunicato uscito nel tardo pomeriggio di ieri, ha definito il ritorno in Libia dall’Italia di Osama Najeem Elmasry Habish, il capo della polizia giudiziaria di Tripoli arrestato domenica a Torino e rilasciato con tante scuse martedì nonostante su di lui pendesse un mandato per crimini contro l’umanità e di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale.
Per questo L’Aja «sta cercando, e deve ancora ottenere, una verifica dalle autorità sui passi presumibilmente intrapresi» da Roma. Così apprendiamo pure che l’Italia aveva chiesto silenzio intorno all’operazione. I giudici internazionale, infatti, dicono che si sono astenuti dal rilasciare qualsiasi commento pubblico «su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane», pur continuando a seguire la vicenda da vicino «per garantire l’effettiva esecuzione di tutti i passaggi richiesti dallo Statuto di Roma per l’attuazione della richiesta della Corte». Èin questo contesto che è stato «ricordato alle autorità italiane che nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire l’esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione».
LA VERSIONE sin qui fatta filtrare dal governo è un insieme di incoerenze e incongruenze più unico che raro. Formalmente una spiegazione proprio non c’è (il sottosegretario Delmastro: «Èuna questione giuridica imposta dai giudici»), e le comunicazioni ufficiali sono ferme al pomeriggio di martedì, quando dal
Leggi tutto: L’Aja contro Roma: «Najeem liberato senza avvertirci» - di Mario Di Vito
Commenta (0 Commenti)Governo Pranzo a palazzo Chigi con il presidente del Senato. Ok al passo indietro della ministra, ma dovrà affrontarla la stessa premier
La premier vuole risolvere lo spinoso caso Santanché rapidamente. Possibilmente prima che il prossimo 29 gennaio arrivi la decisione sullo spostamento dell’inchiesta Inps da Milano a Roma come chiesto dalla difesa della ministra del Turismo o al più tardi subito dopo. Il caso Sangiuliano ha fatto scuola: rinviare e prendere tempo, una volta chiaro che non c’è via d’uscita, serve solo a peggiorare le cose. Molto meglio un taglio quanto più netto e rapido possibile, anche per evitare che montino fantasie pericolose sullo sfruttare la circostanza per reclamare rimpasti. La parola, si sa, è tabù.
PERÒ NON PUÒ ESSERE Giorgia Meloni a rimuovere Daniela Santanchè: significherebbe ammetterne la colpevolezza senza contare il rischio, improbabile ma non impossibile, che la ministra punti i piedi. Non avendo la presidente del consiglio il potere di revocare l’incarico ai ministri ed essendo surreale l’ipotesi di una mozione di sfiducia della maggiorianza o peggio di un semaforo verde a quella già presentata dal Movimento5S sarebbe un bel guaio. Insomma Santanchè deve convincersi e fare da sola il sospirato passo indietro. Al momento ancora non lo è.
A Roma per tutto il pomeriggio si rincorrono voci su un possibile e imminente incontro a palazzo Chigi. Le dimissioni a ore sembrano una possibilità reale. A gettare acqua sul focherello ci pensa la diretta interessata. «Sono a Milano per un impegno importante», esordisce quando l’agenzia Ansa la raggiunge al telefono e l’ipotesi dell’incontro serale con la premier sfuma così. «Mi sembrano cose surreali», aggiunge candida. Se non ieri, magari oggi? Possibile che si decida al gran passo in giornata? «Nulla da aggiungere», taglia corto Santanchè e il drastico taglio delle comunicazioni lascia intendere che la sofferta scelta non la ha fatta e ancora spera di non farla. Intanto però la ministra ha rinviato due impegni ufficiali nei prossimi giorni: la cerimonia per l’attracco del Vespucci a Gedda del 27 gennaio con la stessa Giorgia Meloni, occasione nella quale evitare di affrontare il problemino sarebbe stato difficile, e la fiera del turismo a Madrid, da oggi al 26 gennaio. Segno forse che il pressing su di lei sta ottenendo qualche risultato.
La premier ha in compenso superato un ostacolo di prima grandezza: il muro del presidente del Senato Ignazio La Russa, padre nobile di FdI e intimo della ministra. Ieri il secondo cittadino della Repubblica ha pranzato a palazzo Chigi con la premier. Discussione a tutto campo, argomenti importanti a volontà, fanno sapere da palazzo Madama. Tra i quali, effettivamente, figurava anche la delicata e nota questione. Il semaforo verde di La Russa c’è o così pare. Il presidente del Senato non si opporrà alla scelta della premier, qualunque essa sia. Ma a occuparsi della faccenda deve essere lei.
QUANDO IL FATIDICO e inevitabile colloquio arriverà, Meloni la metterà giù con massima diplomazia. Chiederà alla ministra se la somma di guai che la sta sommergendo le lasci il tempo e la serenità d’animo necessari per espletare i suoi compiti. Una formula diplomatica appunto: il senso della domanda sarà un indice puntato verso la porta d’uscita. Ma a decidere se ottemperare o meno alla richiesta sarà poi la ministra, tipo tra i più caparbi. È dunque probabile che nel pranzo di ieri l’ospite abbia chiesto a La Russa di spingere e consigliare.
L’unica cosa certa è che, una volta strappate le dimissioni, Meloni procederà di corsa per evitare che anche solo si parli di rimpasto. Nuovo ministro in quattro e quattr’otto, con l’ex consigliere politico della medesima ministra Gianluca Carammana, deputato tricolore, al posto dell’attuale titolare. Santanchè permettendo.
Commenta (0 Commenti)Due giorni dopo l’entrata in vigore della tregua a Gaza, Israele trasferisce la guerra in Cisgiordania. Sotto l’egida di Trump che toglie le sanzioni Usa ai coloni, parte l’operazione «Muro di Ferro». Città isolate, Jenin colpita da aviazione e artiglieria. Almeno nove palestinesi uccisi
Far West Bank Netanyahu ha dato il via a una vasta offensiva militare che dalla città palestinese si estenderà a tutta la Cisgiordania: già 9 gli uccisi
Un attacco dei coloni israeliani nel villaggio cisgiordano di Jinsafut – Ap
Il colpo più devastante sul campo profughi di Jenin e varie parti della città è avvenuto nella prima ora dell’attacco israeliano. «All’improvviso sono apparsi in cielo elicotteri Apache e droni, sparavano su tutto. Sei (dei nove) uccisi sono stati colpiti nei primi quindici minuti, in gran parte civili», ci raccontava ieri al telefono Amer Nofal, 61 anni, residente nel centro di Jenin. «Quelli che erano in strada hanno cercato un riparo dalle mitragliate. Poi, dopo gli attacchi dal cielo, sono arrivati i blindati con i soldati. Quindi le ruspe militari, che come sempre, hanno distrutto strade e danneggiato edifici», ha aggiunto, sottolineando che «non è una operazione come le altre, è qualcosa di più grosso». Ha ragione Amer, quella che Israele ha lanciato ieri contro Jenin, città simbolo della resistenza palestinese all’occupazione, è una offensiva che si annuncia di vaste proporzioni. Di fatto è un il capitolo successivo della guerra a Gaza.
Benyamin Netanyahu l’ha chiamata «Muro di Ferro», in onore del manifesto ideologico del leader sionista, e suo modello di riferimento , Zeev Jabotinsky, che scrisse nel 1923 di una colonizzazione sionista in Palestina attraverso un «muro di ferro che la popolazione nativa non può violare…Non può esserci alcun accordo volontario tra noi e gli arabi palestinesi». È una esortazione all’uso sistematico della forza che ben si sposa con la guerra incessante che 102 anni dopo il premier da Gaza ora porta nella Cisgiordania occupata. «L’esercito, i servizi di sicurezza e la polizia di Israele hanno avviato oggi un’operazione militare – denominata «Muro di ferro» – vasta e significativa per combattere il terrorismo a Jenin…Agiamo in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque esso estenda le sue mani: a Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen, in Giudea e Samaria (la Cisgiordana, ndr). E non finisce qui», ha comunicato l’ufficio di Netanyahu. Jenin, perciò, è solo l’inizio di una campagna militare che arriverà in altre città dove Israele vuole «sradicare il terrorismo» e continuare la «distruzione di Hamas».
A Jenin si vivono ore di tensione con l’esercito israeliano impegnato a «cercare ed eliminare» i combattenti palestinesi della Brigata Jenin (Jihad islami), di Hamas, Fronte popolare e altre formazioni. Ciò che hanno fatto per sei settimane fino a qualche giorno fa, le forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese in un vano quanto impopolare tentativo di affermare il potere di controllo del presidente Abu Mazen. Tra i 36 palestinesi feriti ieri a Jenin ci sono anche alcuni poliziotti dell’Anp (uno è grave) tornati nel campo profughi e nel centro della città sulla base di un accordo di riconciliazione con i gruppi combattenti. L’attacco israeliano ieri ha dimostrato l’irragionevolezza delle spaccature interne: l’occupazione era e resta la questione centrale nella vita di ogni palestinese. Oltre al campo profughi, le forze israeliane hanno preso d’assalto i
Leggi tutto: Un muro di ferro contro Jenin - di Michele Giorgio RAMALLAH
Commenta (0 Commenti)Stati uniti Il secondo mandato di Donald Trump promette di traghettare la superpotenza occidentale a una fase post democratica, caratterizzata da securitarismo autoritario, egemonismo culturale e prepotenza politica. Un modello globale per le destre populiste
Donald e Melania Trump ai fuochi di artificio per l'elezione nel Trump National Golf Club il 18 gennaio – Alex Brandon /Ap
“Da oggi TikTok è tornato!” ha esclamato Donald Trump, stilando la lista di risultati che ha detto di aver “ottenuto già prima di essere presidente.” Figurarsi nei “più gloriosi quattro anni della stori d’America che inizieranno oggi,” ha aggiunto gongolante nel plauso della folla.
Il passaggio dedicato alla piattaforma social è stato fra i più istruttivi del comizio tenuto ieri a Washington, alla vigila dell’insediamento ufficiale di oggi. “Non abbiamo scelta,” ha detto il quasi-presidente, “ne va di un gran giro di affari, un sacco di posti di lavoro che non vogliamo lasciare ai cinesi”. Probabilmente faremo una joint venture, ha continuato schiettamente. “Dicono che TikTok valga miliardi, forse migliaia di miliardi. Ma senza la mia autorizzazione vale zero dollari. Il valore lo aggiungo io, allora però chiederò una partecipazione del 50% per gli Stati uniti. Che ne pensate? Che vi piaccia o meno TikTok, faremo un mucchio i soldi”.
Non poteva esserci illustrazione migliore del Trump-pensiero sulla monetizzazione della presidenza americana, destinata ad essere caratteristica saliente della prossima amministrazione. Il passaggio su TikTok (che è tornato attivo dopo meno di 24 ore di oscuramento a seguito delle assicurazioni twittate da Trump) è stato indicativo della schiettezza che ha caratterizzato il discorso, una versione condensata dei comizi elettorali standard – e un anticipo di quelli che certamente si susseguiranno anche durante la presidenza, secondo il modello di campagna permanente già attuato nel primo mandato.
Per Trump la priorità rimarrà glorificare Trump e plasmare la percezione della base mediante una dieta costante di propaganda autocelebrativa.
La giornata di Trump ieri è iniziata con un ricevimento dove con Melania ha ricevuto la serenata di un imitatore di Elvis ed è terminata sulle note dei Village People che hanno intonato, stavolta dal vivo, “YMCA”. Un tripudio pacchiano dietro al quale si cela una svolta davvero epocale per l’esperimento americano e per gli Stati uniti, che da oggi passano a sperimentare una nuova dimensione di corruzione politica e compenetrazione di capitale e potere.
La nuova era inizierà, ha assicurato Trump, alle 12 di oggi (le 18 ora italiana). Una presidenza che promette di essere del tutto transazionale e di traghettare la superpotenza occidentale ad una fase effettivamente post democratica, caratterizzata da securitarismo autoritario, egemonismo culturale e prepotenza politica. Un modello globale per
Leggi tutto: L’esperimento americano e una soglia senza ritorno - di Luca Celada LOS ANGELES
Commenta (0 Commenti)Il testo del discorso di insediamento "L'età dell'oro dell'America inizia proprio ora. Durante ogni singolo giorno dell'amministrazione Trump, metterò semplicemente l'America al primo posto"
Il secondo giuramento di Donald Trump nella Rotonda del Campidoglio a Washington Dc il 20 gennaio 2025 – Kevin Lamarque /Ap
Trascrizione del discorso di insediamento di Donald Trump, Rotonda del Campidoglio, Washington DC, 20 gennaio 2025
Grazie. Grazie mille a tutti. Grazie mille, tantissime.
Vicepresidente Vance. Presidente Johnson. Senatore Thune. Presidente della Corte Suprema Roberts. Giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti. Presidente Clinton, Presidente Bush, Presidente Obama, Presidente Biden, Vicepresidente Harris e miei concittadini, l’età dell’oro dell’America inizia proprio ora.
Da questo giorno in poi, il nostro paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo.
Saremo l’invidia di ogni nazione e non ci lasceremo più sfruttare da nessuno.
Durante ogni singolo giorno dell’amministrazione Trump, metterò semplicemente l’America al primo posto.
La nostra sovranità sarà rivendicata. La nostra sicurezza sarà ripristinata. La bilancia della giustizia sarà riequilibrata.
La feroce, violenta e ingiusta militarizzazione del Dipartimento di Giustizia e del nostro governo avrà fine.
E la nostra massima priorità sarà creare una nazione che sia orgogliosa, prospera e libera.
L’America sarà presto più grande, più forte e molto più eccezionale di quanto non sia mai stata.
Torno alla presidenza fiducioso e ottimista sul fatto che siamo all’inizio di una nuova entusiasmante era di successo nazionale.
Un’ondata di cambiamento sta travolgendo il paese, la luce del sole sta illuminando il mondo intero e l’America ha la possibilità di cogliere questa opportunità come mai prima.
Ma prima, dobbiamo essere onesti sulle sfide che affrontiamo. Sebbene siano numerose, saranno annientate da questo grande slancio che il mondo sta oggi assistendo negli Stati Uniti d’America.
Mentre ci riuniamo oggi, il nostro governo si confronta con una crisi di fiducia.
Per molti anni, un establishment radicale e corrotto ha estratto potere e ricchezza dai nostri cittadini, mentre i pilastri della nostra società giacevano rotti e apparentemente in completo stato di abbandono.
Oggi abbiamo un governo che non riesce a gestire nemmeno una semplice crisi in patria, mentre allo stesso tempo inciampa in un continuo catalogo di eventi catastrofici all’estero.
Non riesce a proteggere i nostri magnifici cittadini americani rispettosi della legge, ma fornisce rifugio e protezione a criminali pericolosi, molti provenienti da prigioni e istituti psichiatrici che sono entrati illegalmente nel nostro paese da tutto il mondo.
Abbiamo un governo che ha stanziato finanziamenti illimitati per la difesa dei confini stranieri ma si rifiuta di difendere i confini americani o, cosa ancora più importante, il suo stesso popolo.
Il nostro paese non può più fornire servizi di base in tempi di emergenza, come hanno dimostrato di recente le meravigliose persone della Carolina del Nord. Sono state trattate così male. E altri stati che stanno ancora soffrendo per un uragano che ha avuto luogo molti mesi fa.
O più di recente, Los Angeles, dove stiamo guardando gli incendi che continuano a bruciare tragicamente.
Da settimane, senza nemmeno un cenno di difesa, stanno imperversando nelle case e nelle comunità, colpendo persino alcuni degli individui più ricchi e potenti del nostro paese, alcuni dei quali sono seduti qui in questo momento. Non hanno più una casa. È interessante.
Ma non possiamo permettere che ciò accada. Tutti sembrano incapaci di fare qualcosa al riguardo. Ciò cambierà.
Abbiamo un sistema sanitario pubblico che non funziona in tempi di calamità, eppure vengono spesi più soldi per questo che in qualsiasi altro paese al mondo.
E abbiamo un sistema educativo che insegna ai nostri figli a vergognarsi di se stessi in molti casi, a odiare il nostro paese nonostante l’amore che cerchiamo così disperatamente di dare loro.
Tutto questo cambierà a partire da oggi, e cambierà molto rapidamente.
La mia recente elezione è un mandato per invertire completamente e totalmente un orribile tradimento e tutti questi numerosi tradimenti che hanno avuto luogo, e per restituire alla gente la sua fede, la sua ricchezza, la sua democrazia e, in effetti, la sua libertà.
Da questo momento in poi, il declino dell’America è finito.
Le nostre libertà e il glorioso destino della nostra nazione non saranno più negati. E ripristineremo immediatamente l’integrità, la competenza e la lealtà del governo americano.
Negli ultimi otto anni sono stato messo alla prova e sfidato più di qualsiasi altro presidente nei nostri 250 anni di storia. E ho imparato molto lungo il cammino.
Il viaggio per reclamare la nostra Repubblica non è stato facile, questo posso dirvelo. Coloro che vogliono fermare la nostra causa hanno cercato di togliermi la libertà e, in effetti, di togliermi la vita.
Solo pochi mesi fa, in quel bellissimo campo della Pennsylvania, un proiettile di un assassino mi ha trafitto l’orecchio. Ma allora ho sentito, e credo ancora di più ora, che la mia vita è stata salvata per un motivo.
Sono stato salvato da Dio per rendere di nuovo grande l’America.
Grazie. Grazie mille.
Ecco perché ogni giorno, sotto la nostra amministrazione di patrioti americani, lavoreremo per affrontare ogni crisi con dignità, potenza e forza. Ci muoveremo con determinazione e rapidità per riportare speranza, prosperità, sicurezza e pace ai cittadini di ogni razza, religione, colore e credo.
Per i cittadini americani, il 20 gennaio 2025 è il Giorno della Liberazione.
Spero che le nostre recenti elezioni presidenziali vengano ricordate come le elezioni più grandi e importanti nella storia del nostro Paese.
Come ha dimostrato la nostra vittoria, l’intera nazione si sta rapidamente unendo dietro il nostro programma, con un aumento drammatico del sostegno da parte di praticamente ogni elemento della nostra società: giovani e anziani, uomini e donne, afroamericani, ispanoamericani, asiaticoamericani, urbani, suburbani, rurali e, cosa molto importante, abbiamo ottenuto una potente vittoria in tutti e sette gli stati indecisi e il voto popolare che abbiamo ottenuto da milioni di persone.
Alle comunità nere e ispaniche, voglio ringraziarvi per la straordinaria dimostrazione di amore e fiducia che mi avete dimostrato con il vostro voto. Abbiamo stabilito dei record e non lo dimenticherò. Ho sentito le vostre voci nella campagna e non vedo l’ora di lavorare con voi negli anni a venire.
Oggi è il Martin Luther King Day e in suo onore, questo sarà un grande onore. Ma in suo onore ci impegneremo insieme per trasformare il suo sogno in realtà. Faremo sì che il suo sogno diventi realtà.
L’unità nazionale sta tornando in America e la fiducia e l’orgoglio stanno salendo alle stelle come mai prima.
In tutto ciò che faremo, la mia amministrazione sarà ispirata da una forte ricerca dell’eccellenza e da un successo incessante. Non dimenticheremo il nostro Paese, non dimenticheremo la nostra Costituzione e non dimenticheremo il nostro Dio. Non possiamo farlo.
Oggi firmerò una serie di ordini esecutivi storici. Con queste azioni inizieremo il completo ripristino dell’America e la rivoluzione del buon senso.
È tutta una questione di buon senso.
Per prima cosa, dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale.
Tutti gli ingressi illegali saranno immediatamente bloccati e inizieremo il processo di rimpatrio di milioni e milioni di stranieri criminali nei luoghi da cui sono venuti. Ripristineremo la mia politica di “rimanete in Messico”. Porrò fine alla pratica del “catch and release” (arresta e rilascia). E invierò truppe al confine meridionale per respingere la disastrosa invasione del nostro Paese.
In base agli ordini che ho firmato oggi, designeremo anche i cartelli (della droga, ndr) come organizzazioni terroristiche straniere.
E invocando l’Alien Enemies Act del 1798, ordinerò al nostro governo di usare tutto il potere immenso delle forze dell’ordine federali e statali per eliminare la presenza di tutte le reti criminali straniere, che portano crimini devastanti sul suolo degli Stati Uniti, comprese le nostre città e i centri urbani.
Come comandante in capo non ho responsabilità più grande di quella di difendere il nostro paese da minacce e invasioni, ed è esattamente ciò che farò. Lo faremo a un livello che nessuno ha mai visto prima.
Poi ordinerò a tutti i membri del mio gabinetto di mobilitare i vasti poteri a loro disposizione per sconfiggere quella che è stata un’inflazione record e ridurre rapidamente costi e prezzi.
La crisi dell’inflazione è stata causata da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Ecco perché oggi dichiarerò anche un’emergenza energetica nazionale. Trivelleremo, tesoro, trivelleremo.
L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai: la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo. La useremo.
Abbasseremo i prezzi, riempiremo di nuovo le nostre riserve strategiche, fino in cima, ed esporteremo energia americana in tutto il mondo.
Saremo di nuovo una nazione ricca, ed è quell’oro liquido sotto i nostri piedi che ci aiuterà a farlo.
Con le mie azioni di oggi, porremo fine al Green New Deal e revocheremo l’obbligo dei veicoli elettrici, salvando la nostra industria automobilistica e mantenendo la mia sacra promessa ai nostri grandi lavoratori dell’auto americani.
In altre parole, potrete acquistare l’auto che preferite. Costruiremo di nuovo automobili in America a un ritmo che nessuno avrebbe potuto sognare possibile solo pochi anni fa.
E grazie ai lavoratori dell’auto della nostra nazione per il vostro ispiratore voto di fiducia. Abbiamo fatto grandi cose con il vostro voto.
Inizierò immediatamente la revisione del nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane.
Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri paesi, istitueremo dazi e tasseremo i paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini.
A questo scopo, stiamo istituendo l’External Revenue Service, per riscuotere tutte le tariffe, i dazi e le entrate.
Saranno enormi quantità di denaro che affluiranno alle nostre casse, provenienti da fonti straniere.
Il sogno americano tornerà presto e prospererà come mai prima. Per ripristinare competenza ed efficacia al nostro governo federale, la mia amministrazione istituirà il nuovissimo Department of Government Efficiency.
Dopo anni e anni di sforzi federali illegali e incostituzionali per limitare la libertà di espressione, firmerò anche un ordine esecutivo per fermare immediatamente ogni censura governativa e riportare la libertà di parola in America.
L’immenso potere dello Stato non sarà mai più utilizzato come arma per perseguitare gli oppositori politici, cosa di cui so qualcosa.
Non permetteremo che ciò accada. Non accadrà più. Sotto la mia guida, ripristineremo una giustizia giusta, equa e imparziale secondo lo stato di diritto costituzionale. E riporteremo la legge e l’ordine nelle nostre città.
Questa settimana porrò fine anche alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata. Forgeremo una società che è indifferente al colore e basata sul merito. Da oggi in poi, la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci siano solo due generi, maschile e femminile.
Questa settimana, reintegrarò tutti i membri del servizio militare che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo di vaccinazione Covid, con l’intero stipendio arretrato.
E firmerò un ordine per impedire ai nostri soldati di essere sottoposti a teorie politiche radicali ed esperimenti sociali mentre sono in servizio. Finirà immediatamente. Le nostre forze armate saranno libere di concentrarsi sulla loro unica missione: sconfiggere i nemici dell’America.
Come nel 2017, costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto.
Misureremo il nostro successo non solo in base alle battaglie che vinceremo, ma anche in base alle guerre che porremo fine e, forse più importante, alle guerre in cui non saremo mai coinvolti.
La mia eredità più orgogliosa sarà quella di un pacificatore e unificatore. Questo è ciò che voglio essere, un pacificatore e unificatore.
Sono lieto di dire che da ieri, un giorno prima di assumere l’incarico, gli ostaggi in Medio Oriente stanno tornando a casa dalle loro famiglie. Grazie.
L’America reclamerà il suo legittimo posto come la nazione più grande, più potente e più rispettata sulla Terra, ispirando lo stupore e l’ammirazione del mondo intero.
Tra poco, cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America. E ripristineremo il nome di un grande presidente, William McKinley, a Mount McKinley (che Obama restituì al nome originario, Monte Denali, ndr), dove dovrebbe essere e dove appartiene.
Il presidente McKinley ha reso il nostro paese molto ricco, attraverso tariffe e talento. Era un uomo d’affari naturale e ha dato a Teddy Roosevelt i soldi per molte delle grandi cose che ha fatto, incluso il Canale di Panama, che è stato stupidamente dato al paese di Panama dopo gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti, cioè, pensateci, hanno speso più soldi di quanti ne abbiano mai spesi prima per un progetto e hanno perso 38.000 vite nella costruzione del Canale di Panama.
Siamo stati trattati molto male da questo dono insensato che non avrebbe mai dovuto essere fatto. E la promessa di Panama nei nostri confronti è stata infranta. Lo scopo del nostro accordo e lo spirito del nostro trattato sono stati totalmente violati.
Le navi americane sono state gravemente sovratassate e non sono state trattate equamente in alcun modo, forma o aspetto. E questo include la Marina degli Stati Uniti. E soprattutto, la Cina sta gestendo il Canale di Panama, e non l’abbiamo dato alla Cina, l’abbiamo dato a Panama. E ce lo stiamo riprendendo.
Soprattutto, il mio messaggio agli americani oggi è che è tempo per noi di agire di nuovo con coraggio, vigore e la vitalità della più grande civiltà della storia.
Quindi, mentre liberiamo la nostra nazione, la condurremo a nuove vette di vittoria e successo. Non ci faremo scoraggiare. Insieme porremo fine all’epidemia di malattie croniche e manterremo i nostri bambini al sicuro, sani e liberi da malattie.
Gli Stati Uniti torneranno a considerarsi una nazione in crescita, che accresce la nostra ricchezza, espande il nostro territorio, costruisce le nostre città, accresce le nostre aspettative e porta la nostra bandiera verso nuovi e bellissimi orizzonti.
E perseguiremo il nostro destino manifesto verso le stelle, lanciando astronauti americani per piantare la bandiera a stelle e le strisce sul pianeta Marte.
L’ambizione è la linfa vitale di una grande nazione. E in questo momento, la nostra nazione è più ambiziosa di qualsiasi altra.
Non c’è nazione come la nostra nazione. Gli americani sono esploratori, costruttori, innovatori, imprenditori e pionieri.
Lo spirito della frontiera è scritto nei nostri cuori. La chiamata della prossima grande avventura risuona dalle nostre anime. I nostri antenati americani hanno trasformato un piccolo gruppo di colonie ai margini di un vasto continente in una potente repubblica dei cittadini più straordinari della Terra. Nessuno ci si avvicina.
Gli americani si sono spinti per migliaia di miglia attraverso una terra aspra di natura selvaggia e incontaminata. Hanno attraversato deserti, scalato montagne, sfidato pericoli incalcolabili, conquistato il Far West, posto fine alla schiavitù, salvato milioni di persone dalla tirannia, sollevato miliardi dalla povertà, sfruttato l’elettricità, diviso l’atomo, lanciato l’umanità nei cieli e messo l’universo della conoscenza umana nel palmo della mano umana.
Se lavoriamo insieme, non c’è nulla che non possiamo fare e nessun sogno che non possiamo realizzare.
Molte persone pensavano che fosse impossibile per me organizzare un ritorno politico così storico. Ma come vedete oggi, eccomi qui. Il popolo americano ha parlato.
Sono qui davanti a voi oggi come prova che non dovreste mai credere che qualcosa sia impossibile da fare.
In America, l’impossibile è ciò che sappiamo fare meglio.
Da New York a Los Angeles, da Philadelphia a Phoenix, da Chicago a Miami, da Houston a qui a Washington, D.C., il nostro paese è stato forgiato e costruito da generazioni di patrioti che hanno dato tutto ciò che avevano per i nostri diritti e per la nostra libertà.
Erano contadini e soldati, cowboy e operai, operai siderurgici e minatori di carbone, ufficiali di polizia e pionieri che si spingevano avanti, marciavano in avanti e non lasciavano che nessun ostacolo sconfiggesse il loro spirito o il loro orgoglio.
Insieme hanno costruito le ferrovie, innalzato i grattacieli, costruito grandi autostrade, vinto due guerre mondiali, sconfitto il fascismo e il comunismo e trionfato su ogni singola sfida che hanno dovuto affrontare.
Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, siamo sull’orlo dei quattro anni più grandi della storia americana.
Con il vostro aiuto, ripristineremo la promessa americana e ricostruiremo la nazione che amiamo, e la amiamo così tanto.
Siamo un popolo, una famiglia e una nazione gloriosa sotto Dio. Quindi a ogni genitore che sogna per il proprio figlio, e a ogni bambino che sogna per il proprio futuro, sono con voi, combatterò per voi e vincerò per voi. Vinceremo come mai prima. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.
Negli ultimi anni la nostra nazione ha sofferto molto. Ma la riporteremo indietro e la renderemo di nuovo grande, più grande che mai.
Saremo una nazione come nessun’altra, piena di compassione, coraggio ed eccezionalità.
Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile.
L’America sarà rispettata di nuovo e ammirata di nuovo, anche da persone di religione, fede e buona volontà.
Saremo prosperi, saremo orgogliosi, saremo forti e vinceremo come mai prima.
Non saremo conquistati, non saremo intimiditi, non saremo spezzati e non falliremo.
Da questo giorno in poi, gli Stati Uniti d’America saranno una nazione libera, sovrana e indipendente.
Andremo avanti coraggiosamente, vivremo con orgoglio, sogneremo audacemente e nulla ci ostacolerà perché siamo americani.
Il futuro è nostro. E la nostra età dell’oro è appena iniziata.
Grazie, Dio benedica l’America, grazie a tutti.
Commenta (0 Commenti)Autonomia, per la Consulta inammissibile il referendum ++
'L'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari' (ANSA) - ROMA, 20 GEN -
La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata delle Regioni.
Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte Costituzionale.
La Corte ha rilevato che "l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari".
La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta 'legge Calderoli', sottolineando - ai fini di compatibilità costituzionali - la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi. (ANSA)
Commenta (0 Commenti)